a cura di Francesco Fiumalbi
ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
917 – Pieve di Barbinaia, Presbitero Pietro
Foto di Francesco Fiumalbi
L'ORIGINALE
Il documento originale, la cui trascrizione è proposta in questa pagina, è conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca, Diplomatico, +L.38, da cui è tratta l'edizione di D. Barsocchini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1843, Tomo V, parte III, p. 94.
SPOGLIO [D. Barsocchini] Il Vescovo Pietro ordina il prete Pietro figlio di Adalberto nella Chiesa battesimale di S. Giov[anni] Batt[ista] e S. Maria, probabilmente nell’anno 917. Arch. Arc. *L.38
Trascrizione del testo contenuto in D. Barsocchini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1843, Tomo V, parte III, p. 94.
† In Xti. nom. qualiter ego Petrus gratia Dei ec. una cum consensum sacerdotum meorum, seu filii ipsius Ecclesie, ordinare videor te Petrus presbit. filio qd. Adalberti in eo ordine sicut supter adnexum fuerit, in Eccl. illa cui vocabulum est beati S. Johan. Baptiste, et S. Marie, quod est plebe baptismale sita loco et finibus Berbinaria, pertinentes ipsius Epis. Vestro S. M. In dicta Eccl. S. Johan. et S. Maria te inibi ordinare et confirmare videor ut in tua sint potestatem diebus vite tue, cum aliis Ecclesiis subjectis ipsius plebis, sive cum omnibus casis et rebus domnicatis et massariciis ad eas pertinentes cum fundamentis et edificiis suis, curtis ortis terris vineis olivis silvis virghareis pratis pascuis, cultis rebus vel incultis, movile vel inmovile seo qui se moventibus, servos et ancillas, omina et omnibus, quantum ubique in qualibet locas vel vocabulas ad jam dicta Ecc. S. Joh. Baptiste et S. Marie quod est blebe baptismale perten…. tibi dare videor. Tali ordinem, ut ab hac die in tua q.s. Petrus presb. sint potestatem eas abendi ec. et tibi eas priv. nom. usufructuandi diebus omnibus vite tue tantum, et ispsius Eccl. qua stibi dedi, per te. Aut per tua dispositionem officium Dei et luminaria, seu missarum solemnia adque incensum dieri debeam, et mihi q.s. Petrus Epis. vel posterisque successoribus meis singulis quibusque anni obediendi et deserviendi ut mox est… que vero ut non abeas potestatem neque licentiam tu qui supra Petrus presb. de ispis casis et rebus et ipsis Eccl., qua stibi dedi, pertinentibus, cuilibet hominem per cartulam, neque per nulla scriptionis firmitatis dare et emittere ec. unde duas ordinationis cartula uno tinore conscriptas, una ad pars ispius Episcopatu abendi et ostendenti; alia in qua q.s. Petrus presb. sint potestatem abendi et ostendendi, Fraimundus not. scribere rogavi. Actum Luca.
† Ego Petrus gratia Dei hum. Epis. in hac ordinationis cartula a me facta subs.
† Daiprandus archid. in hac ec.
† Ego Johann. diac. card. et cantor subs.
† Ego Ropprandum hum. presb. et card. post lectam subs.
† Ego Daniel presb. card. consensi et sub.
† Ego Benedicto presb. card. consensi et sub.
† Ego Siccardus presb. card. et primicer cons. et sub.
† Ego Natalis presb. card. cons. et sub.
† Ego Gisalprando presb. card. cons. et sub.
† Ego Ropperto presb. card. ec.
† Ego Andrea presb. card. cons. et subs.
† Ego Lopo presb subs.
† Ego Petrus pres. card. ec.
† Ego Ghisalprando presb. cons. et sub.
† Ego Fraimundum not. post traditam ec.
COMMENTO di Francesco Fiumalbi
L’atto proposto in questa pagina risulta essere la seconda attestazione documentaria relativa alla Pieve di Santa Maria a Barbinaia, situata in Val di Chiecina, fra Bucciano ed Agliati. La prima risulta essere anteriore solamente di pochi anni, come abbiamo visto nel post ADDSM 898, 27 APRILE – PIEVE DI BARBINAIA – 1° DOCUMENTO. A partire dal XIV secolo la pieve subirà un processo di decadenza che porterà l’edificio ad uno stato di degrado e abbandono. Alcuni resti lapidei sono oggi conservati presso il Museo Diocesano d’Arte Sacra (monofora, basi di colonne), mentre alcune porzioni murarie sono ancora visibili nella vecchia casa colonica, disabitata da molti anni, costruita in adiacenza all'antico edificio religioso.
L’ATTO. Da un punto di vista tipologico siamo di fronte ad una cosiddetta cartula ordinationis, ovvero un atto formale con cui viene ordinato un sacerdote e immesso nel governo di una chiesa. Di solito la cartula ordinationis faceva il paio con la cartula repromissionis: da una parte il vescovo ordinava, investiva e concedeva, dall’altra il beneficiario prometteva la propria fedeltà e riconosceva i limiti del proprio agire.
I PROTAGONISTI. Il sottoscrittore dell’atto, il soggetto attivo, è Vescovo Pietro, che rimase in carica dall’anno 898 al 932 e si trovò impegnato a gestire gli innumerevoli interessi patrimoniali ecclesiastici. Non essendo trascritta la data all’interno del testo (cosa abbastanza frequente), il parametro di riferimento utilizzato dal Barsocchini per individuare l’anno 917 è rappresentato dai soggetti sottoscrittori, ma soprattutto dalla presenza del notaio Fraimundus che è circoscritta ad un periodo molto limitato. L’altro protagonista dell’atto è il presbitero Petrus figlio del fu Adalberti, che venne ordinato nella chiesa battesimale dedicata ai SS. Maria e Giovanni Battista, situata a Barbinaia, venendo investito della gestione pastorale delle chiese suffraganee e dell’amministrazione patrimoniale. Questi probabilmente costituivano una o più unità produttive, ed erano costituiti da case e da cose, tanto afferenti alla parte domenicale (gestita direttamente dal padrone o dominus) che a quella masserizia (data in gestione ai coloni o massari), oltre a poter contare su un numero non specificato di “servi” e “ancelle”. Questo è un aspetto significativo, poiché nel precedente atto dell’896, il Vescovo Gherardo aveva investito il nuovo pievano del governo della pieve, ma si era riservato il controllo sulla gestione. Oggi si direbbe una deregulation. Tuttavia, l’ordinazione era avvenuta col consenso degli altri sacerdoti (una cum consensum sacerdotum meorum, seu filii ipsius Ecclesie), probabilmente l’antesignano del Capitolo dei Canonici della Cattedrale, la cui formazione germinale era già avvenuta da alcuni anni.
Nell’atto, inoltre, vengono specificati alcuni obblighi liturgici spettanti al pievano: celebrare la liturgia delle ore (officium dei), la luminaria notturna e le celebrazioni solenni. Ciò deve essere interpretato come l’obbligo di amministrare direttamente e personalmente le funzioni liturgiche della pieve, ovvero come l’obbligo di residenza del pievano presso la chiesa. Infatti, capitava frequentemente che il pievano abitasse altrove lasciando l’amministrazione liturgica ad altri sacerdoti di rango inferiore, benché godesse delle rendite e dei benefici ecclesiastici legati al suo ruolo di rettore della chiesa. Dunque al pievano, assunto al ruolo di rettore della pieve, con i conseguenti benefici economici e i doveri amministrativi e gestionali, era fatto obbligo di ottemperare direttamente agli impegni liturgici e quindi a risiedere presso la chiesa stessa. Nel provvedimento è specificato che gli obblighi avrebbero continuato a valere anche dopo la morte del presule, ovvero con i successori del Vescovo Pietro.
LA PIEVE. L’atto rappresenta la seconda attestazione in ordina cronologico della Pieve di Barbinaia che era stata fondata precedentemente, forse addirittura in epoca tardoantica (V-VI secolo). Era una Plebem Bactismalis, ovvero la chiesa più importante della zona, l’istituto dove veniva somministrato il sacramento del Battesimo e dunque dotata del fonte. Dal documento apprendiamo che possedeva un insieme di beni, costituiti da “case” e “cose” (casis & rebus), oltre alle relative pertinenze. Si trattava evidentemente di piccole unità produttive di tipo agricolo, ovvero case e campi dati a livello a coltivatori che corrispondevano alla pieve un censo annuo. Il “livello” era una forma di contratto antesignana del moderno “affitto”. Come nel primo documento, dal testo apprendiamo che alla pieve facevano riferimento anche aliis Ecclesiis, ovvero altre chiese suffraganee, che purtroppo non sono indicate. Sarebbe stato interessante conoscere i nomi e le localizzazioni delle altre chiese, in modo da poter avanzare alcune considerazioni circa le caratteristiche insediative e il popolamento nella zona fra la Val d'Egola e la Val di Chiecina. In ogni caso il documento testimonia che a Barbinaia – nell’alta Val di Chiecina, al confine fra gli attuali comuni di San Miniato e Palaia – nel X secolo esisteva una pieve e dunque doveva essere presente un insediamento importante e un significativo popolamento.
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