martedì 30 giugno 2020

REGESTO DEL MONASTERO DELLA SS. ANNUNZIATA

a cura di Francesco Fiumalbi

INTRODUZIONE
Presso l'Archivio di Stato di Firenze sono conservati numerosi documenti appartenenti ad istituzioni sanminiatesi. Si tratta per la maggior parte di atti molto antichi, che riguardano anche le comunità conventuali e monastiche che un tempo erano presenti a San Miniato e che vennero soppresse o che comunque pervennero alla cessazione. Fra questi troviamo anche gli atti del Monastero della SS. Annunziata (comunemente ed erroneamente chiamato di San Martino, oggi Hotel San Miniato), che al momento della soppressione ospitava una comunità di Domenicane.
Grazie alla vasta catalogazione e al regesto operato nei primi anni del secolo scorso, abbiamo preziose informazioni circa la consistenza e i contenuti di migliaia e migliaia di documenti medievali conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze. E fra questi ci sono anche quelli del Monastero della SS. Annunziata (comunemente ed erroneamente chiamato di San Martino, oggi Hotel San Miniato). Si tratta di 6 atti sottoscritti in un arco temporale che va dal 1374 al 1451. Va segnalato che molti dei documenti potrebbero sembrare non inerenti alla comunità religiosa. In realtà potrebbero essere stati utilizzati per dimostrare la proprietà di immobili al momento della loro donazione o in cui pervennero al convento. In questa pagina, più avanti, è proposta la trascrizione integrale dello “spoglio” dei documenti di questa comunità religiosa nata a San Miniato nel medioevo.

IL MONASTERO DELLA SS. ANNUNZIATA A SAN MINIATO
Il Monastero della SS. Annunziata, comunemente ed erroneamente detto di “San Martino”, nacque nel 1503 grazie all’impegno del Comune di San Miniato e della Compagnia della SS. Annunziata della chiesa domenicana dei SS. Jacopo e Lucia. Col permesso del Vescovo di Lucca, decisero quindi di ripristinare un’antica comunità di agostiniane che era sorta presso Monte Donico (zona Cimitero di San Miniato), grazie anche all’arrivo di alcune monache dal Monastero di Santa Cristiana di Santa Croce sull’Arno. Come luogo fu scelto uno spazio accanto ad un oratorio fondato precedentemente dalla Compagnia della SS. Annunziata nella Contrada di Faognana. Fu dunque costruito il convento e venne utilizzata la vecchia chiesa, che poi fu demolita allorché venne costruita la nuova agli inizi del ‘600 (oggi adibita a sala conferenze, ricevimenti) sul lato opposto della strada. Successivamente le monache abbracciarono la Regola di San Domenico, dal momento che la direzione spirituale era svolta dai Domenicani. Il Monastero fu soppresso nel 1810 e trasformato dapprima in caserma e poi in carcere. Oggi è sede di una struttura ricettiva. Nel Monastero visse la monaca Maria Caterina del Mazza, morta in concetto di santità.
Oltre alla documentazione presente all’Archivio di Stato di Firenze, alcuni documenti sono conservati presso l’Archivio Storico del Comune di San Miniato ed altri presso l’Archivio dell’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato.

IL VERSAMENTO DEI DOCUMENTI ALL'ARCHIVIO DIPLOMATICO
POI CONFLUITO NELL'ARCHIVIO DI STATO
Con motuproprio del 24 dicembre 1778, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo istituì il cosiddetto Archivio Diplomatico. Tale provvedimento prevedeva l'obbligo di consegna dei documenti pergamenacei da parte degli uffici periferici del Granducato, i Comuni, i conventi e i monasteri, nonché le università e le opere pie. Rimase un provvedimento facoltativo per i soggetti privati. Il versamento dei documenti all'Archivio Diplomatico fu effettuato, infatti, dal Monastero della SS. Annunziata nel 1779. Questo archivio confluì nel 1852 all'Archivio Centrale dell'allora Granducato di Toscana (istituito da Leopoldo II con decreto del 30 settembre 1852), divenuto Archivio di Stato di Firenze con l'Unità d'Italia.

IL REGESTO DEI DOCUMENTI PROVENIENTI
DAL MONASTERO DELLA SS. ANNUNZIATA
Di seguito è proposta la trascrizione integrale dello spoglio dei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze, fondo Diplomatico, inerenti il Monastero della SS. Annunziata di San Miniato, estratta dal Tomo di spoglio n. 25.2 – Monasteri Regolari (anno 1913), consultabile anche on-line sul sito dell'Archivio di Stato di Firenze.
I documenti oggetto del regesto, antecedenti l'anno 1400, sono stati digitalizzati e sono oggi disponibili per la consultazione via web. Per ciascuno di questi è proposto anche il link alla pagina specifica.

AVVERTENZA: per facilitare la lettura ad un pubblico più vasto possibile, le abbreviazioni sono state tutte esplicitate. In azzurro le indicazioni del numero di carta.

[033r]
Monastero della SS.ma Annunziata di Samminiato

[033v] [034r] [034v] [035r]
1
14 marzo 1374 indizione XIII
Buccio del fu ser Giovanni da San Miniato vende a Antonio di Filippo de’ Pineresi di detto luogo compratore a nome di detto Filippo, un pezzo di terra posta a Monte Bicchieri, descritta nei suoi confine, per prezzo di Lire 10 e Denari 8.
Fatto in San Miniato
Copiati dall’Imbreviatore di ser Vanni del fu ser Ferrino da San Miniato, per mano di ser Polito del fu Cenni di detto luogo.

2
21 maggio 1377 indizione XV
Donna Lippa del fu Brigato da Meleto, moglie di Bindo Buti da Casalino, Donna Jacopa del fu Covero del suddetto luogo, moglie di Stefano Buti da Casalino, e donna Piera figlia di Nuto da Firenze, moglie di Antonio del suddetto Bindo, col consenso e licenza del medesimo Bindo, loro legittimo mondualdo, renunziano qualunque diritto dotale, che essere possono avere sopra una casa posta a Barbialla, venduta nel 1375 da Stefano e da Bindo fratelli, e da Antonio di lui figlio a Giovanni del fu Jacopo da San Miniato per prezzo di fiorini 19.
Fatto in Casalino.
Rogato ser Ferrino del fu Casimiro da Collepatti

[035v] 3
29 Aprile 1391 indizione XIV
Piero e Domenico del fu Bindo di Ugo da San Miniato, per sé ed a nome di Ricovero loro fratello Vendono a Giovanni del fu Jacopo di detto luogo una casa posta in San Miniato, descritta nei suoi confini, per prezzo di fiorini 55.
Fatto in San Miniato.
Rogato ser Giovanni di ser Pietro di Guccio di detto luogo.

4
7 marzo 1420 indizione XIV
Domenico del fu Pardo da Barbialla vende a ser Luca del fu Filippo di detto luogo un pezzo di terra lavorativa posta a Barbialla descritta nei suoi vocaboli e confini per prezzo di Lire 8.
Fatto in Barbialla.
Rogato ser Michele del fu Antonio all’Abbazia di Monte Muro (Radda in Chianti, Siena) della Lega del Chianti.

5
31 Ottobre 1444 indizione VIII
Donna Lena del fu Francesco di Michele da San Miniato, moglie di Jacopo di detto luogo, col consenso del suo mondualdo fa fine e quietanza e patto di non chiedere in avvenire cosa alcuna ai suoi fratelli, nominati nella carta, di come [036r] doveva avere alla dote della di lei madre.
Fatto in San Miniato.
Copiato dall’Imbreviature di ser Filippo del fu ser Ricovero di detto luogo, per mano di ser Benedetto di lui fratello.

6
30 Ottobre 1451 Indizione XV
Giovanni del fu Francesco da San Miniato confessa aver ricevuto da donna Filippa del fu Tommaso di detto luogo, vedova di Jacopo di Giovanni (suo secondo marito perché moglie del suddetto Giovanni) in dote di donna mea, loro figlia, diversi pezzi di terra con casa da lavoratore, posti a Barbialla descritti nei suoi vocaboli e confini, parte come beni del primo marito di detta Filippa, e parte come beni del secondo, stimati in tutto fiorini 300.
Fatto in San Miniato nel popolo ei SS. Jacopo e Filippo a Pancole.
Rogato ser Niccolo del fu ser Lodovico di detto luogo.

giovedì 4 giugno 2020

ADDSM – 880, 1 SETTEMBRE – LIVELLO CASA A CISIANO SITUATO PRESSO CORAZZANO

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ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
880, 1 settembre – Livello di una casa Cisiano situato presso Corazzano

L'ORIGINALE
Il documento originale, la cui trascrizione è proposta in questa pagina, è conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca, Diplomatico, *E.51, da cui è tratta l’edizione di D. Barsocchini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1837, Tomo V, parte II, p. 551.

SPOGLIO [Barsocchini] Il sudd. Vescovo (Gherardo, n.d.r.) allivella a Tachinardo ed altri la metà di una casa coi suoi beni in Cisiana presso Quaraziana, nell’anno sudd. 880. Arc. Arc. *E.51.

TRASCRIZIONE Di seguito la trascrizione del testo del manoscritto conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca, Diplomatico Antico, *E.51, ed. D. Barsocchini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1837, Tomo V, parte II, p. 551:

In Dei Omnipotentis nom. Regnante dn. nostro Karolus ec. anno ec. primo, kal. septembris, indit. tertia decima. Manifesti sumus nos Tachinardo et Savino gg. filio qd. Marini, et Tachiperto filio qd. Odalperti, quia tu Gherardus gratia Dei ec. per cartula livell. nom. firmasti nos in medietate de case et rebus illis in loco Cisano prope Quaratiana, pertinentes Epis. vestro S. Martini, et nos ipsi modo ad manus nostra abemus, tam casis cum fundamentis curtis ortaliis terris vineis olivis silvis ec. omnia quantum ad suprascripta medietas de casis est pertinentes, et nos ipsi modo exinde ad manus nostra abemus, nobis dediste in integrum. Tali tinore ut nos vel nostris heredibus in ipsis medietas de casis residere et abitare debeamus, et tam ipsis casis quam et rebus per sing. annos bene laborare ec. Nisi tantum pro omni justitia exinde tibi vel ad subcess. tuis ad parte Epis. vestri, per sing. annos in mense augusto ad Eccles. S. Viti, reddere debeamus per nos aut per misso nostro vel ad misso vestro arg. den. bonos expend. numero duodeci, et uno pario pulli cum ovas decem tantum: et a mandato vestro venire ec. Et si nos vobis ec. spondimus nos cum heredibus nostri comp. tibi q.s. Gherardus Epis. Vel ad subcess. tuis penam argen. solid. Triginta, quia taliter ec. et duos inter nos libelli Atrualdum not. scriber rogavimus. Actum Luca.
Signum ms. Tachinardi et Savini gg. et Tachiperti qui hunc ec.
ⴕ Ego Gherardo rogatus ec.
ⴕ Ego Fraolmi rogatus ec.
ⴕ Ego Lambertus rogatus ec.
ⴕ Ego Liutfridi rogatus ec.
ⴕ Ego Alboni rogatus ec.
Gerimundo rogatus ec.
Atrualdus not. post traditam ec.

COMMENTO (a cura di Francesco Fiumalbi)
Il documento proposto in questa pagina, in ordine cronologico, rappresenta la seconda attestazione documentaria riguardante il nucleo demico situato in località Cisiano/Cissiano, probabilmente identificabile col toponimo di Cigliano, presso Collegalli, oggi nel Comune di Montaione, ma afferente al territorio giurisdizionale della pieve di Corazzano, attestata per la prima volta nell’anno 892.
Il protagonista è il Vescovo di Lucca Gherardo, il cui ministero episcopale durò dall’anno 869 all’anno 895. Gli altri co-protagonisti sono Tachinardo e Savino, figli del fu Marino e Tachiperto figlio del fu Odalperto, i quali dichiarano di aver ricevuto a livello la metà (evidentemente una metà ciascuno) dell’abitazione e delle pertinenze. Infatti, il documento può essere descritto come l'antesignano di un moderno contratto di affitto. Da una parte il proprietario dei beni, il Vescovo di Lucca, e dall'altra gli affittuari, due privati. Più nel dettaglio si tratta di una cartula livell., cioè di un contratto a “livello”, che prevedeva il pagamento di un canone. Tale somma, consistente in 12 “buoni” denari d'argento, doveva essere corrisposta ogni anno, nel mese di agosto, alla vicina chiesa di San Vito di Collegalli (attestata dall’anno 866) nelle mani di un misso del presule. Nell'atto viene specificato che il contratto avrebbe avuto valore anche per gli heredibus dei sottoscrittori dell’atto e avrebbe mantenuto la sua efficacia anche con i subcessoribus  del Vescovo, che in futuro si sarebbero avvicendati. Se una delle parti avesse voluto sciogliere il contratto unilateralmente avrebbe dovuto pagare una “penale” di 30 soldi d'argento. L’intervento diretto del Vescovo, rispetto alla precedente attestazione nell’ambito del Monastero di San Gimignano, a sua volta dipendente dal monastero di San Romano, lascia ipotizzare che all’epoca dell’atto fosse concluso quel processo lungo e articolato che portò alla formazione di una vasta curtis vescovile nell’ambito della media Valdegola, in Quarantiana, corrispondente al territorio giurisdizionale della pieve di Corazzano.
Inoltre, occorre notare che questo secondo documento riguardante Cisiano/Cissiano non compare l’indicazione della chiesa di Santo Stefano (presente nell’atto precedente dell’anno 800 e del successivo dell’anno 910), ma solamente le pertinenze agricole, ovvero terreni coltivati ad orto e con presenza di vigne e oliveti, ma anche di porzioni coperte da boschi.


Posizione di Cisiano/Cissiano ovvero Cignano
presso Collegalli (Montaione)
Base cartografica CTR Regione Toscana

Posizione di Cisiano/Cissiano ovvero Cignano
presso Collegalli (Montaione) rispetto a Corazzano
Base cartografica CTR Regione Toscana


ADDSM – 800 – PRIMA ATTESTAZIONE CHIESA E CASA A CISIANO, CORAZZANO



ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
800 – Prima attestazione chiesa e casa a Cisiano presso Corazzano

L'ORIGINALE
Il documento originale, la cui trascrizione è proposta in questa pagina, è conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca, Diplomatico, *O.26, da cui è tratta l’edizione di D. Bertini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1837, Tomo V, parte II, pp. 172-173.

SPOGLIO [Bertini] Monasteri esistenti nella diocesi di Lucca appartenenti a S. Pietro di Roma nell’anno 800. Arch. Arc. *O.26

TRASCRIZIONE Di seguito la trascrizione del testo del manoscritto conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Lucca, Diplomatico Antico, *O.26, ed. D. Bertini, Memorie e Documenti per servire alla Istoria del Ducato di Lucca, F. Bertini Tip. Ducale, Lucca, 1837, Tomo V, parte II, pp. 172-173:

Breve de ipse Monasterio de Luca, qui pertinent de S. Petro de Roma.
Monasterio S. Petri, que dicitur Bellerifonsi: abeat pertinentia curte una dominicata in loco Flexo; in Carfaniana abet manentes decem; in Arena curte una domnicata cum sortes sex ab se pertenet ispius Monasterio; in Sexto manentes uno, et uno in Elsa. Abet tesauro calice uno de argento, et una patina de argento, turabulo uno de argento; libri tres.
Monasterio S. Salvatoris qui pertinet ipsi Ecclesie S. Petri de Roma, abet manentes septem.
Monasterio S. Romani, qui est majore abet in Petrurio manentes tres; in Farriano uno; ad S. Machario uno; ad Monticlo manentes uno, in Repentina manentes uno; in Tempaniano manentes uno cum Ecclesia S. Matthei; ad S. Maria que dicitur Pontetecto manentes uno cum una petia de terra.
S. Teodoro abet una petia de vinea cum petia de orto; in Piscalia manentes uno; in Gemini manentes quinque; in Corsanicho manentes uno; in Rogio manentes uno.
De Monasterio S. Marie, que est de suppotestatem S. Romani abet pertinentes Eccles. S. Donnini cum una petia de terra et una petia de vinea.
De Monasterio S. Geminiani, qui est suppotestatem prefate Eccles. S. Romani abet pertinentia una Eccles. S. Stefani, cum una petia de terra et uno orto; in Cisiano abet sorte una ab se.
De Monasterio S. Petri, qui est de suppotestatem S. Romani abet in Flabbiana manentes uno; in Roncho abet una petia de terra; in Vico abet una petia de terra.
De Monasterio S. Pauli, qui est de suppotestatem S. Romani, abet in Vaccule Eccl. una cum una petia de vinea, et una de petia de terra; in Vico qui dicitur Asulari abet petie de terra tres cum una casella, et una petia de orto, in Umbrelio abet manentes… manentes uno; in Flexo abet una petia de terra et una petia de vinea.
De Monasterio S. Genesii, qui pertinet ipsius S: Romani, abet pertinentia in Salissimo Eccl. una cum quattor petiole de terra; in Deccio abet sorte una ab se.
De Monasterio S. Bartholomei, qui pertinet prefati S. Romani, abet pertinentia in Umbrelio manentes duo, cum una petia de terra in Roncho.
…. Petri qui est de suppotestate ipsius S. Romani, abet pertinentia… manentes duo; in Soborbano abet Eccl. una, cum tres petie de terra…
abet una petia de vinea; in Umbrelio abet una alia petia de vinea.

COMMENTO (Francesco Fiumalbi)
Il documento proposto in questa pagina è un Breve, ovvero un elenco di beni scritto in forma sintetica. E’ una sorta di inventario di beni immobili, relativi al Monastero di San Pietro di Bellerifonsi di Lucca (oggi scomparso), che tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo era pertinente direttamente a San Pietro di Roma, ovvero alla Santa Sede.
In particolare, in questo breve possiamo riconoscere due “elementi” che in qualche modo sono collegati al territorio San Miniato.
Il primo è l’insediamento di Cisiano/Cissiano, probabilmente l’odierno “Cignano” presso Collegalli, oggi nel Comune di Montaione, ma afferente giurisdizionalmente alla Pieve di Corazzano. In realtà, al momento della stipula di questo atto, la pieve non risulterebbe ancora attestata. L’unità abitativa e l’annessa chiesa di Santo Stefano facevano parte delle pertinenze del Monastero lucchese di San Gimignano, dipendente dal Monastero di San Romano a Lucca a sua volta dipendente da San Pietro. Questa filiazione fra monasteri all’epoca era del tutto usuale e non deve stupirci.
In ogni caso il documento ci riporta al tema più generale della situazione altomedievale della media Valdegola, che nei documenti lucchesi dei secoli VIII, IX e X è indicata come Quarantiana (odierno toponimo Corazzano), un toponimo areale corrispondente alla giurisdizione ecclesiastica della pieve di Corazzano. In questa zona, infatti, sono attestati numerosi beni patrimoniali afferenti a istituzioni religiose lucchesi, come il Monastero di San Ponziano o la chiesa di Santa Maria di Sesto di Moriano. Si trattava di istituti che gravitavano nell’orbita pubblica e i cui possedimenti, nel giro di un paio di secoli, andarono a confluire nella mensa vescovile. Sotto il controllo del Vescovo di Lucca, costituirono il nucleo fondante di una curtis, una unità produttiva agricola, che assommava beni di varia provenienza e che poi fu legata alla costituzione e alla gestione della Pieve di Corazzano. Il nucleo di Cisiano/Cissiano costituiva uno dei nuclei demici di questa vasta curtis di Quarantiana, che in seguito verrà più o meno fatta coincidere con il territorio plebano della Pieve di Corazzano, che tuttavia è attestata solamente dall’anno 892. [P. Tomei, Locus est famosus. Come nacque San Miniato al Tedesco (secoli VIII-XII), Edizioni ETS, Pisa, 2018, pp. 32-35].
Nel successivo documento in cui compare Cisiano/Cissiano, datato all’anno 880, il nucleo demico è inequivocabilmente indicato come pertinentes Epis. vestro S. Martini, ovvero di pertinenza del Vescovo di Lucca. In questo arco temporale, fra l’800 e l’880, c’è stato il passaggio chiave e la costituzione della curtis. Scorrendo i vari documenti afferenti alla Pieve di Corrazzano, possiamo seguire le vicende di Cisiano/Cissiano fino al X secolo, quando la località compare nell’elenco delle ville, la cui decima veniva allivellata ad alcuni clientes del vescovado lucchese.
Altro aspetto da sottolineare è poi un “manente”, legato al Monastero di San Pietro di Bellerinfonso che viene indicato “in Elsa”, ovvero in Valdelsa, probabilmente alle estremità sud-orientali della Diocesi Lucchese, nel territorio giurisdizionale della Pieve di San Genesio.


Posizione di Cisiano/Cissiano ovvero Cignano
presso Collegalli (Montaione)
Base cartografica CTR Regione Toscana

Posizione di Cisiano/Cissiano ovvero Cignano
presso Collegalli (Montaione) rispetto a Corazzano
Base cartografica CTR Regione Toscana


mercoledì 3 giugno 2020

LO STEMMA DEL VICARIO DOMENICO DI PIERO PUCCINI A SAN MINIATO

di Francesco Fiumalbi

All’imbocco di Corso Garibaldi, proprio davanti alla Piazza del Bastione, possiamo apprezzare il fronte laterale di un edificio che si affaccia su Piazzetta del Fondo. Ne abbiamo già parlato di questa costruzione, a proposito dell’iscrizione realizzata durante il ventennio fascista [vedi il post “CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE SU UNA PARETE DI SAN MINIATO”].
In questo post focalizzeremo l’attenzione su un elemento della medesima facciata, che si trova esattamente accanto alla porta di accesso al balconcino. Si tratta di una lastra di pietra molto speciale poiché contiene un’iscrizione e uno stemma.


L’elemento lapideo con l’iscrizione e lo stemma
Foto di Francesco Fiumalbi

DOMENICO DI PIERO
PUCCINI V[ICARI]O L’ANNO 1616

Al centro dell’iscrizione compare anche uno stemma, raffigurante un monte a sei cime su cui si elevano tre spighe di grano. Corrisponde allo stemma della famiglia fiorentina dei Puccini, in seguito attestata nel Sestiere di Santo Spirito nel Gonfalone del Nicchio (la zona compresa tra Ponte Vecchio e Palazzo Pitti) (01). Domenico di Pietro Piccini fu Vicario di San Miniato dal 21 agosto 1616 al 20 febbraio 1617, coadiuvato dal notaio Asdrubale Gonnelli da Loro Ciuffenna. Del suo mandato rimangono due registri: uno con gli atti civili e uno con quelli criminali (02). Tuttavia, al momento in cui visse, la famiglia non doveva ancora essersi inurbata a Firenze. Lo stesso Domenico di Piero Puccini lo ritroviamo a Prato, dove fra il 1591 e il 1597 risulta essere “Governatore” e “Spedalingo” della locale Confraternita della Misericordia, che gestiva anche un ospedale (03). Dunque sembra un personaggio ben inserito nella società pratese del suo tempo. Apparteneva certamente ad un rango elevato, tanto da ricoprire ruoli e incarichi politici di rilievo, come quello di Vicario di San Miniato.

L’elemento lapideo nel suo contesto
Foto di Francesco Fiumalbi

Concentriamoci sull’elemento di pietra. Di cosa si tratta? Quale significato dargli? Innanzitutto, osserviamo che si tratta di un parallelepipedo disteso, lungo circa 1 m e alto circa 20 cm. Ha tutta l’aria di essere un architrave. Una porta o una finestra? Difficile dirlo, sicuramente si trattava di un’apertura non molto ampia, non più di 70-75 cm di larghezza. Anche i due fori che si trovano alle estremità fanno pensare alla presenza di elementi metallici di collegamento con i piedritti o stipiti laterali, oppure, più verosimilmente, di fori per l’alloggiamento di una grata (in questo caso sarebbe una finestra) o di due ganci funzionali al posizionamento di un traverso reggitenda. In ogni caso, era molto frequente “marchiare” e/o “firmare” un architrave da parte del committente. Di esempi del genere ne troviamo anche a San Miniato. Dunque, essendo il committente un vicario fiorentino, l’elemento proviene quasi certamente dal Palazzo dei Vicari, ovvero dall’attuale complesso dell’Hotel Miravalle. Ed effettivamente all’anno 1616 sono attestati interventi edilizi, compatibili con la realizzazione di un nuovo architrave (04).
Probabilmente fu rimosso dalla sua sede originaria durante uno dei numerosi interventi edilizi, su tutti quello di ristrutturazione e di riadattamento a Sotto-Prefettura nella seconda metà del XIX secolo. Inoltre, sfuggì alle distruzioni giacobine del 1799 e questo fa propendere per l’idea che la sua collocazione fosse all’interno oppure in posizione elevata e inaccessibili, in un luogo comunque riparato da eventuali razzie e furie devastatrici. Sicuramente, ad un certo punto, è diventato un elemento di cui disfarsi, ma in una società povera di risorse nulla va buttato e tutto può essere riutilizzato. E probabilmente fu preso e reimpiegato per il muro che si vede adesso.

L’elemento lapideo con l’iscrizione e lo stemma
Foto di Francesco Fiumalbi


Corso Garibaldi verso Piazzetta del Fondo
Foto di Francesco Fiumalbi

NOTE E RIFERIMENTI:
(01) Archivio di Stato di Firenze, Ceramelli Papiani, fasc. 3880, fam. Puccini.
(02) Archivio Storico del Comune di San Miniato, Archivio Preunitario, Fondo Vicariato di San Miniato, Atti Civili, n. 246; Atti Criminali, n. 792.
(03) Archivio di Stato di Prato, Archivio Storico dell’Ospedale della Misericordia e Dolce di Prato, Amministrazione Ospedaliera, Ospedale della Misericordia e Dolce, Amministrazione dell’Ospedale della Misericordia, Debitori e Creditori, n. 1595, Campione E, (1592-1595); n. 1596, Campione giallo F (1596-1602); Libri Giornale, n. 1656, Giornale (1591 giu. 1 – 1592 mag. 31); n. 1657 , Giornale (1592 giu. 1 – 1593 mag. 31); n. 1658 , Giornale (1593 giu. 1 – 1594 giu. 30); n. 1659, Giornale (1594 lug. 1 – 1595 giu. 30); n. 1660, Giornale (1595 lug. 1 – 1596 giu. 30); n. 1661, Giornale (1596 lug. 1 – 1597 giu. 30); n. 1662, Giornale (1597 lug. 1 – 1598 giu. 30); Cassa, n. 2016, Entrata et Uscita (1592, giu. – 1593, mag.); Registri dei socci per le stime del bestiame, n. 4540 (1597); Registri delle tele, n. 4909, (1591-1593); Registri dei Baliatici, n. 5266, Baliatici (1594-1598).
(04) Archivio Storico del Comune di San Miniato, Archivio Preunitario, Fondo Vicariato di San Miniato, Deliberazioni dei rappresentanti del Vicariato, n. 1178 (1612 mag. 6 - 1654 ago. 25). Si ringrazia Christian Ristori per la segnalazione.