mercoledì 29 maggio 2013

LA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI - VIDEO E TESTO DI GIUSEPPE CHELLI

di Giuseppe Chelli

La processione del Corpus Domini
Video di Giuseppe Chelli

A San Miniato, la cerimonia del Corpus Domini ha avuto nel passato una notevole rilevanza non solo religiosa, ma pure socio-politica ed antropologica.
Fino agli '50 del 1900 la processione percorreva tutta la Città: da Santa Caterina a Santa Chiara e durava oltre tre ore! Era formata dalle sole compagnie maschili, in cappa e stendardo, della Città e del suburbio (termine non più in uso, oggi si direbbe hinterland!) e dagli ordini religiosi. Anche il Comune partecipava direttamente con il Gonfalone e provvedeva ad infiorare il tratto di strada antistante il palazzo, come del resto facevano tutte le famiglie davanti le loro case. Dalle finestre e dai balconi sventolavano variopinti setini ed il suono continuativo delle campane accompagnava il corteo.
La rilevanza specifica della processione del Corpus Domini aveva forse radici ben lontane: negli "Statuti Comunitari" ove era regolamentata dettagliatamente. Ad esempio, dietro al Santissimo stava il personaggio più rappresentativo della Città, a cui spettava l'onore di portare l'ombrellino che serviva ad accompagnare l'Ostensorio quando il Vescovo sostava nelle chiese parrocchiali o presso il Monastero delle clarisse di San Paolo. Mentre l’onore/onere di portare il baldacchino durante la processione del Corpus Domini, Statuti alla mano, poteva essere affidato ai soli nobili, sorteggiati appositamente. Per ben capire, si sappia che la gestione della cosa pubblica era incombenza riservata esclusivamente ai nobili, i quali erano tali se non esercitavano alcun tipo di commercio, ufficio, professione manuale e per l'esercizio del potere erano sorteggiati "dalla borsa".

Per dare un'idea dell'importanza della festività del Corpus Domini vale la pena di riferire un episodio, oggi dal sapore folkloristico, che avvenne nell'anno 1768.
Con l'assottigliarsi del numero delle famiglie nobiliari, venne a mancare il numero sufficiente dei nobili a portare il baldacchino da 8 mazze, che richiedeva 8 persone. Per questo motivo il Cancelliere Talinucci impartì precise disposizioni per stabilire chi, tra i cittadini, poteva coadiuvare il trasporto del baldacchino.
Alcuni nobili non vollero "accomunarsi" ai semplici cittadini in questa loro prerogativa e minacciarono di abbandonare "le mazze" appena varcata la porta delle Cornacchie, cioè appena usciti da Piazza del Duomo in direzione di San Francesco, mettendo a repentaglio la processione. Nel mentre in sacrestia stavano discutendo, allo scopo di non compromettere la buona riuscita della processione ".....i Signori canonici in cappa magna improvvisamente accederono con un piccolo ed indecente baldacchino a 4 mazze..."
La cosa fu presa molto male dal Magistrato ritenendo l'atto dei canonici un'ingiuria alla magistratura civile ed una usurpazione di un diritto fissato dagli Statuti.
La disputa tra Capitolo e Magistrato durò del tempo e fu molto aspra. Al povero cancelliere Talinucci sarebbe toccato cavar le castagne dal fuoco se il Granduca Pietro Leopoldo, con apposito motuproprio, non avesse deciso di mettere fine  "all'increscioso inconveniente".

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