di
Francesco Fiumalbi
Grazie
ai preziosi dati cartografici e alle ortofoto messe a disposizione e
consultabili nel portale del Servizio Geografico della Regione Toscana
siamo in grado di osservare l'evoluzione del territorio toscano
nell'arco degli ultimi due secoli. Queste informazioni, rilasciate
con specifici protocolli Creative Commons, costituiscono la base
irrinunciabile per qualsiasi tipo di analisi storico-morfologica
sulle trasformazioni urbane, territoriali e paesaggistiche della
nostra Regione. Il Servizio Geografico è veramente di un'eccellenza
nel suo campo, per la qualità e le modalità al passo con i tempi
con cui viene svolto il servizio.
Fatta
questa doverosa premessa, con questo post dedicato a San Miniato
Basso (o se preferite “Pinocchio”), viene inaugurato un ciclo di
piccoli approfondimenti sulla storia dello sviluppo degli
insediamenti urbani del Comune di San Miniato. Si tratta di brevi
analisi sintetiche, basate su periodizzazioni cartografiche e
ortofotografiche. Per i non addetti ai lavori, le cosiddette
“ortofoto” sono quelle fotografie scattate in modo zenitale da un
aereo appositamente attrezzato, successivamente ortorettificate, in modo da eliminare le piccole distorsioni prospettiche, dovute anche al gruppo ottico della macchina.
P.S. Cliccando sulle immagini è possibile ingrandirle. Chi è interessato ad immagini di dettaglio può collegarsi direttamente al servizio on line con la piattaforma Geoscopio della Regione Toscana.
P.S. Cliccando sulle immagini è possibile ingrandirle. Chi è interessato ad immagini di dettaglio può collegarsi direttamente al servizio on line con la piattaforma Geoscopio della Regione Toscana.
L'OTTOCENTO:
LA BORGATA DEL PINOCCHIO
In
questa prima immagine è proposta la sintesi di varie Sezioni del
Catasto Generale della Toscana, meglio noto come “Catasto
Leopoldino” e datato, per il territorio sanminiatese, ai primi anni
'30 dell'800.
Catasto
Generale della Toscana, Comunità
di San Miniato,
sintesi delle Sezioni “B”, Colline
adiacenti alla Città,
fogli 1, 2, 3, Sezione “C”, Piano
del Castellonchio e della Catena,
fogli 1 e 3, Sezione “D”, Casale
e Intrajno,
fogli 1, 2, 3.
Archivio
di Stato di Pisa, Catasto Terreni, Mappe, San Miniato, nn. 2, 3, 4,
8, 10, 14, 15, 16
Immagine
tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione
Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per
gentile disponibilità. Info Crediti e Copyright
Il
Catasto ci mostra un territorio completamente agricolo, solcato
dall'importante direttrice stradale, l'antica “Strata
Pisana”, poi Strada
Regia Postale, quella che oggi chiamiamo Strada Statale n. 67 via
Tosco-Romagnola Est. Le altre due strade in evidenza sono la via
del Pinocchio (attuale
via Aldo Moro) e la strada
per Fucecchio, poi via
della Stazione e dal 1939 viale Guglielmo Marconi.
All'incrocio fra queste strade si era già sviluppata una piccola
borgata, quella che poi prenderà il nome di Pinocchio. Presenti la
chiesa, dedicata ai SS. Martino e Stefano e costruita alla fine del
'700, e l'Osteria del Pidocchio, documentata dal '600. Sulla carta è
ancora presente “Le Forche”, ma solo come toponimo, dal momento
che le esecuzioni non vi si facevano più già da qualche decennio
(vedi il post LE FORCHE DI SAN MINIATO BASSO).
Per il resto campi coltivati, intervallati da alcuni piccoli corsi
d'acqua (il Rio Pinocchio, il Rio Casale e il Rio Santa Maria), da
tante piccole strade, poco più che sentieri. Come si dice in
Toscana, da tante piccole “resole”.
Trattandosi
di una cartografia, ovvero di un disegno realizzato su base geometrica, con questa non
abbiamo a disposizione un quadro del “paesaggio” vero e proprio.
Conosciamo quali erano le coltivazioni praticate e le essenze
arboree più diffuse, ma ci manca l'immagine vera e propria, quella che da sola può descrivere il paesaggio. Sappiamo per certo che la campagna era tutta
completamente insediata, almeno a partire dal '400, con la formula
della “mezzadria”:
il proprietario terriero suddivideva la sua proprietà in tanti
piccoli appezzamenti, che poi assegnava ad un colono o “mezzadro”,
con tanto di casa e di strutture annesse, in funzione della
consistenza del nucleo familiare. Più grande era la famiglia e più
grande era il terreno in grado di coltivare. Il “mezzadro”, a
titolo di affitto, corrispondeva al proprietario la metà del
raccolto ottenuto dai campi. Questa formula di contratto agrario, è
bene ricordarlo, rimarrà in essere nella legislazione italiana ben
oltre il secondo dopoguerra. Sicuramente minoritaria, invece, la porzione di
campagna che era coltivata direttamente dai piccoli proprietari
terrieri.
SAN
MINIATO BASSO NEL 1954
La
seconda immagine è una sintesi di alcune ortofoto scattate nel 1954.
E' trascorso più di un secolo dalla formazione del Catasto "Leopoldino", oggetto dell'immagine precedente. L'Italia nel frattempo è stata unificata, sono avvenuti i due conflitti
bellici mondiali, ed è nata, non senza difficoltà, la Repubblica.
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La
prima cosa da notare è la ferrovia, costruita alla metà dell'800 e
rimessa in funzione dopo i danneggiamenti della Seconda Guerra
Mondiale. Nei pressi della Stazione, già a partire dal primi anni
del '900 si è formata una piccola borgata, con alcuni servizi
annessi e connessi, come la posta, il telegrafo e lo scalo merci. Nei
pressi c'è anche la “SAIAT”, acronimo di Società Anonima
Industrie Alimentari Toscane, meglio nota come la “fabbrica delle
conserve”, di cui rimane ancora oggi l'alta ciminiera. Ed è
interessante notare, che nonostante siano passati tanti anni dalla sua messa
in funzione, la ciminiera della SAIAT è ancora oggi la costruzione più alta di
tutto San Miniato Basso.
All'incrocio
fra la “Stradale” e le due strade per San Miniato e Fucecchio, la
piccola borgata del Pinocchio, che dal 1924 si chiama San Miniato
Basso, si è un pochino allargata. L'asse privilegiato
dell'espansione urbana è quello della Tosco Romagnola, probabilmente
l'unica strada asfaltata dell'epoca. Iniziano a comparire alcuni
gruppi di case, specialmente in direzione di La Scala, fra cui le
cosiddette “Case Nuove”, con la vicina Vetreria Elmi in funzione
già dai primi anni del secolo. Cominciano a far capolino le prime
case anche lungo il viale G. Marconi e l'unica scuola del paese, la
Scuola Elementare “Dante Alighieri”, si affaccia sulla Statale,
nei pressi dell'incrocio verso il Ponte di Ribecco. C'è anche il
“Tiratoio”, ma sono pochi i “pinocchini” che possono
permettersi di pagare la quota d’iscrizione.
Tutt'intorno
ci sono campi e non c'è un terreno lasciato incolto. Da questa
immagine, a differenza della cartografia catastale, possiamo
cominciare ad apprezza il paesaggio agrario. Nel 1954 il sistema
mezzadrile era ancora perfettamente in piedi. I campi sono
organizzati secondo il classico schema dell'“appoderamento”. La
parte centrale dell'appezzamento è coltivata a seminativo, con ai
lati le fosse, e scanditi dai filari di vite maritata ad altre
piante, come il pioppo o il salice.
Il
boom industriale si comincia ad intravedere, ma è ancora
relativamente lontano. Per trovare le prime grandi fabbriche bisogna
andare a Ponte a Egola o a Santa Croce sull’Arno da una parte e ad
Empoli dall'altra. San Miniato Basso, in questo periodo, è ancora un
centro completamente agricolo, con pochissime attività commerciali,
un paio di fabbriche, e tanti contadini.
SAN
MINIATO BASSO NEL 1978
Nei
24 anni che vanno dal 1954 al 1978 avviene il “miracolo”, il boom
economico italiano. E questa terza immagine ce lo mostra
perfettamente.
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In
questo periodo di tempo succede un po' di tutto. La popolazione di
San Miniato Basso risulta più che raddoppiata, sia per effetto del
cosiddetto “Baby boom”, sia per la forte immigrazione interna
dalle regioni del Meridione, sia per l'inurbamento dalle aree
agricole. L'Urbanistica, da essere un ambito legislativo di
prerogativa Statale, a partire dal 1971 diventa in concorso con le
Regioni. Il Comune di San Miniato, già negli anni '60 si era dotato
del suo primo Piano Regolatore Comunale, poco prima che tale
strumento diventasse di fatto obbligatorio con la Legge 765/1967, la
cosiddetta “Legge Ponte”. Il piano fu firmato, anche se
rimaneggiato rispetto alle indicazioni iniziali, da Edoardo Detti,
lo stesso che pochi anni prima aveva compilato di Piano di Firenze.
Detti era una figura molto qualificata e di grande esperienza, e San
Miniato Basso, nelle indicazioni del PRG, doveva diventare la
naturale espansione del centro storico San Miniato, che veniva
vincolato e salvaguardato nella sua integrità morfologica e nella
sua specificità paesaggistica. Un programma, questo, che all'epoca
poteva essere considerato d'avanguardia, seppur abbia ottenuto
alterni risultati.
Fra
il 1954 e il 1978, l'espansione urbana di San Miniato Basso si
concentra attorno all'incrocio, al suo centro naturale, per poi
trovare consistenza privilegiando l'asse della “Statale” in
direzione di La Scala. Questo cominciava a strutturarsi già nel
1954, e qui vanno concentrandosi le attività commerciali. L'abitato
acquista anche spessore, grazie all'edificazione lungo le piccole
strade laterali: le vie Candiano, della Vigna, dei Beccai, Poliziano,
del Piano e dei Prati da una parte e Torta, Pozzo e Pinocchio
dall'altra. Si nota anche l'urbanizzazione delle aree interposte fra
il Viale G. Marconi e via Parini, con le nuove strade dedicate a G.
Pirandello, E. Fermi, G. Giusti e G. Meucci. A differenza dei grandi
centri industriali, il tessuto urbano che va formandosi e
consolidandosi a San Miniato Basso è a bassa densità insediativa.
Da un punto di vista morfologico, la maglia è, per così dire, di
tipo “a pettine”: c'è la presenza di un asse forte e consolidato
(il manico), da cui si diramano tanti piccoli assi minori (i denti
del pettine). Si tratta per buona parte di edilizia “spontanea”,
realizzata prima dell'adozione del PRG.
A
partire dagli anni '60 la scuola elementare ha finalmente una sede
nuova e moderna in via De Amicis, dove, nella stessa strada trovano
spazio anche gli alloggi popolari del piano INA Casa, conosciuti
anche come “Case Fanfani”, e di cui parleremo in un apposito
post. Si vede, e sembra in costruzione, la Scuola Materna fra le vie
Candiano e Goldoni. Inoltre, l'individuazione delle aree da destinare
ai Piani di Edilizia Economica e Popolare (PEEP), istituiti con la
Legge 167/1962, e incoraggiati da norme successive (ad es. L.
865/1971, la cosiddetta “Legge per la Casa”), fanno sì che
vengano costruite anche le prime unità condominiali nelle vie Tasso
e della Vigna.
Un'altra
cosa destinata a cambiare per sempre i connotati a San Miniato Basso
è la costruzione della “Superstrada”, la Strada di Grande
Comunicazione Firenze Pisa Livorno, resa ormai indispensabile per
effetto della cosiddetta “motorizzazzione” di massa. Si intravede
l'avvio della realizzazione del tracciato, e si comincia a delineare
la rampa di entrata/uscita di San Miniato. Ancora non è stato
realizzato il cavalcavia su Viale G. Marconi, che di lì a poco
prenderà il posto di una casa costruita proprio in quel punto.
Vicino al futuro tracciato della Fi-Pi-Li si nota anche la nascita di
una prima zona artigianale, corrispondente alle vie A. Volta e
Selene. Compare anche la “Vires” in direzione di La Scala.
E
poi, non dobbiamo dimenticare la costruzione di importanti centri di
aggregazione, come la Casa Culturale, comunemente chiamata per
sineddoche “Sombrero”, e il Palazzetto dello Sport a Fontevivo.
Le
aree circostanti sono ancora prevalentemente agricole, anche se la
“mezzadria” è stata superata. E' interessante questa immagine
perché ci mostra una fase cruciale per la nostra campagna: il
progressivo abbandono della sistemazione ad '“appoderamento”, a
vantaggio di appezzamenti più grandi, dove prenderà piede la
“monocoltura”. E questo avvenne come conseguenza della
progressiva “meccanizzazione” dell'agricoltura. Il classico
schema della “proda”, con coltivazioni promiscue, sembra
sopravvivere solo nella porzione di territorio a sud della ferrovia e
ad est del Viale G. Marconi. Mentre nelle altre parti, e si nota
facilmente nella zona occidentale di San Miniato Basso, la zona del
Castellonchio, le coltivazioni seguono ormai i criteri della moderna
agricoltura meccanizzata e monocolturale.
SAN
MINIATO BASSO NEL 1988
A
dieci anni dalla situazione descritta dall'immagine precedente prende
corpo il consolidamento urbano di San Miniato Basso, come centro
residenziale ai piedi della collina sanminiatese.
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Siamo
nel 1988, ad un anno dalla formulazione della consistente revisione
del PRG del Comune di San Miniato (1989). La “Superstrada” è
finalmente costruita in ogni sua parte, così come le infrastrutture
collaterali, i cavalcavia e i sottopassi.
La
popolazione continua ad aumentare. Viene avviata la realizzazione
della “Circonvallazione” a nord di San Miniato Basso, l'odierna
via Capitini, e nasce, seppur in forma embrionale, il polo
commerciale con i due supermercati. In questo decennio le espansioni
più significative riguardano la zona occidentale, quella verso La
Catena, e le lottizzazioni nella parte meridionale con la creazione
delle nuove vie A. Aleardi e G. Rovani da una parte e A. Fogazzaro e
G. Pascoli dall'altra. Alle estremità chiudono l'abitato ad
occidente le nuove lottizzazioni delle vie Cavour, Gabetti e Bini e a
nord quella di via Montessori. Vengono completate le aree PEEP fra
via Pulci e via Tasso.
Viene
costruita la palazzina della “SIP” (oggi Telecom), la Posta si
trasferisce nella nuova sede in via G. Goldoni, accanto alla Scuola
Materna. Vista la continua crescita della popolazione, il centro di
San Miniato Basso viene dotato di un Asilo Infantile e di una seconda
scuola elementare, la “Don Milani” in via Poliziano. Inoltre
nasce la Scuola Media “G. Rondoni”, e viene inaugurato anche il
campo sportivo per la squadra di calcio. E' consolidata la zona
artigianale fra la Ferrovia e la “Superstrada” e il Viale G.
Marconi viene completamente interessato dall'urbanizzazione.
In
questo periodo la campagna ha perso quasi interamente l'antica maglia
poderale, che ancora persisteva nel decennio precedente, e
l'agricoltura viene praticata ovunque con mezzi meccanici. I campi
hanno ora una dimensione più grande e sono lavorati secondo la
monocoltura.
SAN
MINIATO BASSO NEL 1996
In
questi 8 anni, che separano la quinta immagine dalla precedente,
prendono avvio tutta una serie di trasformazioni che porteranno San
Miniato Basso ad essere quel centro che conosciamo oggi.
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E'
finalmente completata la circovallazione nord, in entrambi i rami di
via Capitini da una parte e delle vie Pestalozzi e Codignola
dall'altra. Viene consolidata la zona commerciale, con l'avvio della
lottizzazione di via R. Agazzi, anche se gli edifici non sono ancora
stati realizzati. La cosa più evidente è lo sviluppo delle due aree
artigianali: viene ampliata la zona fra la Ferrovia e la Fi-Pi-Li e
si inizia a costruire quella di Castellonchio. Si nota che gli
edifici non sono ancora stati costruiti, ma cominciano ad essere
visibili i nuovi tracciati stradali e le dotazioni impiantistiche
connesse. In altre parole sono avviate solamente le cosiddette “Opere
di Urbanizzazione Primaria”.
La
popolazione continua a crescere, superando le 5000 unità, e nascono
nuove aree residenziali. Appaiono già realizzate le lottizzazioni di
via F.lli Bandiera, via M. Serao, v. Ardigò nella parte
centro-occidentale di San Miniato Basso, mentre nella parte orientale
vengono completate le lottizzazioni PEEP di via Pinocchio e delle
nuove vie dedicate rispettivamente a P. Nenni e E. Berlinguer. Lì
vicino viene costruito anche la cosiddetta “Pista di Atletica” di
Fontevivo. Nei pressi dell'asse di viale G. Marconi, si segnalano le
nuove lottizzazioni in via G. Capponi e in via E. Morante. Da
segnalare anche la costruzione dei primi lotti del complesso della
Confraternita di Misericordia che si affacciano su Piazza V. Cuoco.
Nella
campagna non si registrano sostanziali cambiamenti nelle modalità di
coltivazione.
SAN
MINIATO BASSO NEL 2007
Per
chi sta continuando a leggere e non si è ancora annoiato, siamo
arrivati all'ultima immagine di questa piccola storia urbanistica di
San Miniato Basso. Tra l'altro è anche un'immagine a colori! E'
stata scattata in un periodo a noi vicino e faremo attenzione ai
cambiamenti accorsi nel decennio precedente, suddiviso fra gli ultimi
anni del '900 e i primi anni 2000.
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In
questo periodo le trasformazioni più significative riguardano le
aree commerciali ed artigianali che vengono finalmente completate,
arrivando di fatto alla sistemazione odierna. Il centro abitato ha
raggiunto praticamente i 7000 abitanti e le nuove costruzioni
residenziali sono prevalentemente di “completamento”. Si notano
le nuove lottizzazioni, a carattere comunque non estensivo, in via
F.lli Bandiera, lungo la Tosco-Romagnola, in via Cavour, via Morante,
via De Sanctis, via Berlinguer, via Capponi e via Asmara. Inoltre si
segnala l'avvio della costruzione della nuova chiesa (inaugurata nel
2009), il completamento del complesso della Misericordia e
l'ampliamento dei Locali della Casa Culturale.
Per
quanto riguarda la campagna si registrano due fenomeni. Da una parte
l'aumento della residenza sparsa e, dall'altra, l'abbandono di alcuni
appezzamenti che fino a quel momento erano stati coltivati.
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