martedì 24 novembre 2015

“DA GIUDITTA” LOCANDA IN FIRENZUOLA

Parlando di nonno Nuti, con la mia tata Ines, lei, la vera e unica nipote del Nuti, mi raccontava giorni orsono del Nuti come lei se lo ricordava. Per me che l'ho conosciuto alle soglie degli 80 anni, era solo il mio nonno Nuti che mi ha cresciuto. Ines se lo ricorda anche “giovane”: “Di capelli rossi, basso e anche bruttino”. Da questi ricordi, quelli della mia tata Ines, è venuto fuori questo racconto, frutto in parte di fantasia....

DA GIUDITTA” LOCANDA IN FIRENZUOLA

Il Nuti ha sempre fatto il calzolaio, iniziando dalla bottega del babbo, lungo il corso principale di Firenzuola. Qualche scarpone per contadini e montanari, ma anche scarpe fini da donna, quelle da passeggio, da sfoggiare alla messa la domenica o per la festa di San Giovanni patrono, come il giorno di mercato: ogni lunedì. Nuti che si sposa nella primavera del 1900 con Giuditta, conosciuta in uno dei suoi viaggi a Scarperia, la quale apre una locanda proprio all'inizio del corso, incastonata dentro le storiche mura, appena passato Porta Fiorentina. Mentre il Nuti non abbandona il mestiere di calzolaio, anche se cerca di dare una mano in locanda. Diversi in tutto, come li ricorda Ines la nipote: il Nuti piccolo, di capelli rossi e anche brutto; Giuditta alta, bella e bionda come poche allora. È lei la vera conduttrice della locanda.

Quando di sera passi dalla locanda, Giuditta è in cucina o a servire al banco. Il Nuti, anche se qualche volta porta a tavola o mesce quartini di vino, è attratto verso sera dall'amico di turno a farsi una partita a carte, per una partita che dura quasi sempre fino all'orario di chiusura. Giuditta a lavorare e il Nuti alle carte, a fare spesso il “quarto” quando per uno, quando per un altro: tutti amici. Non si tira mai indietro. Addetto più a far gli onori di casa che alla tavola. Passata l'ora di cena, la locanda funziona da mescita e attira irresistibilmente tutta una assortita schiera di amici più o meno dichiarati, i quali con la scusa della partita a carte, vengono a farsi qualche gotto di vino, con quei pochi spiccioli che si ritrovano in tasca a fine giornata. I più, amici contradaioli, o bottegai vicini d'uscio, anche se qualcuno preferisce andarsene a veglia nel Caffè di Piazza, come il farmacista e l'impiegato delle poste.

Troppo chiassosi quegli amici radunati sotto il lume a farsi qualche scozzo a carte e diversi quartini equamente divisi e offerti da chi ne ha di più, di “franchi” in tasca. E il Nuti a mescere e a gradire sopratutto da amici come il lattaio, Tonino il maniscalco, Santino il barrocciaio, Agnolo il barbiere di piazza e sopratutto l'amico di infanzia di Ca' Buraccia, Bastiano il figliolo del Nanni, di mestiere commesso viaggiatore. Non manca mai la sera, lui che fa la spola tra Firenzuola, Scarperia e Firenze. Di regola gioca in coppia col Nuti, mai di soldi. Non ne corrono in quegli anni. Quando è l'ora di spegnere il lume, come sentenzia Giuditta sempre preventiva, il vino ha smesso di scorrere e ha cominciato a fare i suoi effetti. Ognuno raccatta il proprio sigaro, o la pipa col tabacco e se ne esce, a cercare l'uscio di casa, alla tremula luce dei lampioni rimasti accesi nelle cantonate. Il Nuti aiuta Giuditta a mettere le imposte alle finestre e all'uscio di bottega, e mette la stanga spegnendo il lume prima di salire le scale che portano al piano di sopra e a letto.

Altra solfa il lunedì, giorno di mercato. Giorno che comincia quando fuori è ancora buio con l'arrivo dei primi barrocci dalle campagne vicine, da Polventa, da Covigliano e dalle altre frazioni.
- “Ma di cosa ti eri innamorata? È anche brutto.” - domanda una volta Ines a sua nonna Giuditta.
- “Brutto no! Forse piccolo, ma non brutto. È sempre stato un uomo onesto, un bravo calzolaio, ricercato sopratutto per gli scarponi da montagna.” -


Ed è così che se li ricorda la nipote Ines quei lunedì, secondo i racconti di nonna Giuditta, quando Corinna, la mamma, era ancora piccola e non aveva l'età per andare a scuola. Lunedì, giorno di mercato a Firenzuola, ma per tutta la valle del Santerno, che diventa il giorno più importante per la locanda e anche per il Nuti, impegnato, almeno sulla carta e nelle intenzioni, a ricevere ordini, a ritirare scarpe da risuolare, e a consegnare il lavoro, sia di calzolaio che di ciabattino, fatto nel corso della settimana. Clienti, sopratutto quei montanari che non rinunciano a munirsi di scarponi su misura, necessari sopratutto in inverno a percorrere i sentieri scoscesi che portano a Firenzuola.

Giornata intensa per la Locanda, a fare da mescita nel corso di tutta la mattinata, quando il corso principale è tutto un fermento, tra i banchi allineati al centro della strada e le botteghe che si aprono sotto i loggiati che fanno da cornice al corso, iniziando proprio da Porta Fiorentina e dalla locanda di Giuditta. Giuditta che, tra una mescita e l'altra, prepara zuppa di pane, minestra di verdura, stufato e polenta per i clienti che arriveranno tra mezzogiorno e l'una, mentre accudisce anche alla piccola Corinna che di regola gioca in un cantone con una bambola di pezza, la quale all'ora di pranzo, va a rifinire con la sua bambola, dentro una bigoncia di legno, lontano dai pericoli e dagli avventori. Intanto il Nuti tra un cliente e l'altro, mentre consegna le riparazioni della settimana, mentre prende le misure per qualche scarpone nuovo in vista dell'inverno e incassa alcune decine di 'franchi' a saldo o in acconto del lavoro da fare, non disdegna, mai, un gotto di vino offerto in cambio di uno sconto sul lavoro appena incassato. Agli amici soliti, i quali, ad inizio e a fine mattinata, si affacciano per salutare Giuditta e il Nuti, ma sopratutto per farsi un bicchiere d'avvio e uno da aperitivo, invocando la compagnia del Nuti... come può il Nuti tirasi indietro? Non ci riesce neppure quando poi, anche se non in ordine di tempo, arrivano i soliti commessi viaggiatori, i procaccia a consegnare lesine, filati e chiodi ma anche l'amico Bastiano.

- “Quanti amici ha il tuo nonno Nuti! Passano tutti il lunedì a chiamarlo... “Nuti andiamo a bere”... e lui non è buono a dire di no a nessuno. Lo conoscono tutti dalle parti di Firenzuola. Grandi amicizie quelle del Nuti” -
Amicizie che mai è riuscito a rifarsi dopo guerra a San Miniato.
- “E poi? come va a finire? Che fa dopo?” -
La domanda della piccola Ines a nonna Giuditta.

- “Non lo cercate il Nuti il lunedì sera, non ci arriva mai. Lo vedo quando è fatto e non potrebbe aiutarmi nella locanda. 'Vai a letto' gli dico. E lui non se lo fa dire due volte e non lo rivedi fino alla mattina dopo, anche se non ha cenato. Anche i suoi amici lo sanno e la sera del lunedì a Firenzuola nessuno cerca il Nuti, a carte si gioca 'con il morto'.” -


Adolfo Nuti

Collezione di Giancarlo Pertici

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