di Francesco Fiumalbi
Sommario:
IL SEMINARIO: BREVE NOTA
STORICO-ARCHITETTONICA
L’ESTIMO TARDOSEICENTESCO
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1370-1488
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1488-1704
LE ABITAZIONI ALLA FINE DEL ‘600
IL DETTAGLIO DELL’ESTIMO
NOTE E RIFERIMENTI
Piazza del Seminario, ovvero Piazza della
Repubblica a San Miniato è uno degli interni urbani più affascinanti che si
possano ammirare in Toscana. Come tutte le altre parti della città, anche
piazza del Seminario è il risultato di una stratificazione di interventi che si
sono succeduti nel corso dei secoli.
La domanda a cui cercheremo di rispondere in
questo post è la seguente: come si presentava la piazza prima della costruzione
del Seminario?
IL SEMINARIO: BREVE NOTA
STORICO-ARCHITETTONICA
Il Seminario come lo conosciamo oggi è il
risultato di un processo edilizio durato alcuni secoli. Il tutto partì da una
abitazione acquistata dal Vescovo Angelo Pichi nel 1650. Successivamente, il Vescovo
Michele Cortigiani acquistò altre due abitazioni contermini, che collegò al
giardino adiacente la Cattedrale, attraverso un sovrappasso. L'inaugurazione
avvenne il 25 novembre del 1685, nel giorno dedicato a Santa Caterina
d'Alessandria, a cui fu intitolato il collegio dei seminaristi (01).
Circa vent’anni dopo, prese avvio l’intervento promosso dal Vescovo
Francesco Poggi, iniziato nel 1704 (02) e concluso nel 1713 (03):
il prelato acquistò tutti gli edifici che si affacciavano sulla piazza, lì
demolì e costruì il nuovo istituto di formazione per i nuovi sacerdoti che andò
a coprire l’intero perimetro della piazza e la sua facciata fu completamente
decorata con le pitture di Francesco Chimenti. Altri interventi minori furono
realizzati nel corso dell’800. Poi, negli anni ’30 del ‘900 – durante il ministero episcopale del Vescovo
Ugo Giubbi – la sopraelevazione dell’ultimo piano e altri interventi significativi all’interno:
la realizzazione della nuova cappella (con la pala dipinta da Ippolita Gargini
Briccola in stile neogiottesco), la sistemazione della biblioteca, i nuovi
dormitori, il laboratorio scientifico, etc. Questa, in estrema sintesi, è la
storia dell’edificio.
Foto di Francesco Fiumalbi
L’ESTIMO TARDOSEICENTESCO
Grazie ai registri dell’Estimo tardoseicentesco,
conservati all’Archivio Storico del Comune di San Miniato, possiamo avere
un’idea di come doveva presentarsi la piazza alla fine del XVII secolo, ovvero
fra l’inaugurazione del Cortigiani (1685) e l’ampliamento del Poggi
(1704-1713). L’Estimo era un grande registro dei beni immobili – terreni
e fabbricati – su cui veniva pagata la cosiddetta “decima”. Era, né più né
meno, un registro catastale. Tale sistema impositivo derivava dalla riforma fiscale
operata durante il regime repubblicano di Girolamo Savonarola (1494-1498), che
prevedeva la tassazione dei beni immobili e l’esclusione di imposizioni sulle
attività produttive, commerciali e finanziarie (04). I beni venivano accampionati
in appositi registri, organizzati per “luogo”: nel nostro caso il Comune di San
Miniato, che apparteneva giurisdizionalmente al Quartiere di Santo Spirito di
Firenze (era un po’ come se il territorio fosse diretta emanazione della città
capoluogo). Infatti, nel frontespizio del registro troviamo Estimo di S.
Spirito, n. 88, Comune di San Miniato, Podesteria di detto luogo (cioè
Podesteria di San Miniato). Come nel moderno catasto, venivano registrati i
cambi di proprietà – arroti o volture – e tutto l’estimo era soggetto
periodicamente a revisioni e aggiornamenti. Per garantire il corretto e
costante aggiornamento, tale prerogativa venne assegnata nel 1560 alla nuova
magistratura dei Nove Conservatori. Nel nostro caso il registro non è datato,
ma è assegnabile all'ultimo decennio del ‘600.
Si nota il fabbricato del Seminario in
costruzione
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1370-1488
Dopo la conquista fiorentina del 1370, ma
soprattutto dopo i vari tentativi di rivolta (specialmente quelli di Benedetto
Mangiadori del 1397), San Miniato divenne un centro parzialmente
militarizzato. In particolare, nella sua zona baricentrica, nella sede della
Società di Giustizia furono installati gli uffici del Vicario fiorentino
(odierna porzione occidentale del Palazzo Vescovile), con gli spazi necessari
per ospitare vari ufficiali e un piccolo contingente armato. Fu chiusa al culto
la Pieve dei SS. Maria e Genesio (l’attuale Cattedrale), furono abbattuti
diversi edifici e venne realizzata un’ampia muraglia difensiva, comprendente
tutto il perimetro della piazza. Il tutto venne a costituire una vera e propria
fortificazione incuneata nel baricentro cittadino. Per dare un’idea, un documento
relativo ad una sentenza del 1443 fu registrato nel Palazzo del Vicario posto nella Rocca di Sotto (05).
Fu così che la zona rimase pressoché
militarizzata per circa un secolo, fino ai provvedimenti distensivi del 1488.
E’ in questo periodo che la “piazza” principale di San Miniato, l’antica Platea
di Santa Maria – così indicata negli Statuti del 1337 (1336), dove si
svolgeva il mercato delle granaglie e da non confondere con l’odierna Piazza
del Duomo – fu ribattezzata “Piazza della Cittadella”. Il nome deriva proprio
dalla sua funzione militare, di presidio intercluso all'interno dello spazio
urbano. Questa non è una prerogativa sanminiatese, infatti esistono anche altre
“cittadelle” in Toscana. A Pisa, ad esempio, c’è la Cittadella, detta
“Cittadella Vecchia” che fu realizzata intorno alla più antica Torre
Ghibellina a partire dalla conquista fiorentina del 1406. Nel capoluogo pisano
esiste anche la “Cittadella
Nuova”, anch'essa realizzata dai Fiorentini a partire dal 1440 e
corrispondente all'attuale Giardino Scotto. Anche Empoli aveva la sua
“Cittadella” (06). A Siena, la cosiddetta Fortezza Medicea
fu realizzata su una precedente struttura militare che veniva chiamata proprio
“Cittadella”. Analoghe “cittadelle” le troviamo anche a Pistoia e Lucca.
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1488-1704
A partire dai provvedimenti distensivi del
1488, San Miniato riacquistò una significativa “normalità” cittadina. Venne
riaperta al culto la Pieve, venne istituito il Collegio dei Canonici (insediato
nell'odierno Episcopio, per cui la sede del Vicario si spostò nell'odierno
Miravalle), ma soprattutto venne meno la militarizzazione del baricentro
urbano. E’ a partire da questo momento che anche la piazza principale
dell’abitato, la “Piazza della Cittadella”, venne ad assumere una connotazione
civile, contornata da abitazioni. Purtroppo, non disponiamo di documenti in tal
senso, ma è un fatto acclarato che ai sanminiatesi fu consentito di costruire nuove
abitazioni affacciate sulla piazza e addossate al circuito difensivo realizzato
dopo il 1370. Questa la situazione documentata dall'Estimo
tardoseicentesco: una serie di edifici residenziali, caratterizzati da attività
commerciali a piano terra. Fu il Vescovo Poggi, agli inizi del ‘700, ad
acquistare tutti i fabbricati civili che si affacciavano sulla piazza e che
furono demoliti per costruire il nuovo e grande Seminario Vescovile. Dalle
planimetrie del Seminario si osserva come ancora oggi la spina dorsale del
complesso sia rappresentato da un muro molto spesso, corrispondente al circuito
murario difensivo realizzato dopo il 1370. Il resto della costruzione, da un
punto di vista compositivo, si presenta omogeneo e organizzato serialmente, per
cui gli edifici preesistenti furono demoliti completamente. Il Vescovo, dunque,
acquistò dal demanio anche la muraglia difensiva – che venne riutilizzata come
dorsale strutturale – ma anche lo spazio della piazza, che ancora oggi
appartiene alla Curia sanminiatese.
Schema di Francesco Fiumalbi
LE ABITAZIONI ALLA FINE DEL ‘600
Nell'Estimo tardoseicentesco sono
indicate con precisione le abitazioni che si affacciavano sulla Piazza della
Cittadella, l’odierna Piazza del Seminario. Sono indicate complessivamente 9
unità immobiliari, di cui 7 abitazioni, un’osteria e 6 botteghe:
- l’Osteria di Antonio di Giuseppe Scala da
Milano;
- un’abitazione con bottega del medesimo
Antonio Scala da Milano;
- un’ulteriore casa con bottega e annesso
terreno edificabile (casalino) dello stesso Antonio Scala da Milano;
- una bottega appartenente agli eredi di
Niccolò Tellucci;
- l’abitazione che fu di Giovanni Pasqualetti,
acquistata dal Vescovo Cortigiani per ampliare il Seminario;
- una casa di Filippo Bondi gestiva l’osteria
a La Scala;
- due abitazioni con botteghe del medesimo
Filippo Bondi;
- una casa con bottega degli eredi di Lorenzo
Buratti;
Sono indicati anche altre proprietà
contermini, probabilmente terreni o spazi comunque non edificati, situati nelle
vicinanze e indicati nelle descrizioni dei confini:
- beni di Niccolò e Carlo Ansaldi;
- beni di Vincenzo Portigiani;
- beni di Jacopo Roffia;
- beni degli eredi di Maria Mercati;
- beni di Francesco Bettini;
- beni di Giovan Battista Fiamminghi;
- beni degli eredi di Giovanni Piero da Empoli.
Non va comunque dimenticato che l’Estimo
è incompleto: le famiglie sanminiatesi residenti a Firenze pagavano le tasse a
Firenze, anche per quegli immobili che possedevano a San Miniato. Infatti,
nell’Estimo sanminiatese non compaiono i principali edifici appartenenti
alle famiglie nobiliari, ma solamente quelli di coloro che qui risedevano.
IL DETTAGLIO DELL’ESTIMO
Di seguito sono riportate le voci dell’Estimo
in cui vengono indicati gli edifici che si affacciavano sulla Piazza della
Cittadella:
Archivio
Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 96
Alessandro,
Anton Mario, Liborio e Giovanni Battista di Niccolò d'Alessandro Tellucci
Campione
di S. Miniato 991
Una
bottega con una stanza sopra di essa posta in Santo Miniato in Piazza di
Cittadella nel Popolo di S. Ginesio e S. Maria di detto luogo, al quale confina
a p:mo [primo] detta Piazza 2° Francesco Bondi Oste alla Scala, 3° ms Antonio
Scala con Xma [decima granducale] di 6
soldi e denari quattro
Archivio
Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 92
Antonio
di Giuseppe Scala Milanese
[..]
Arroto
2645, n. 2
Una
casa ad uso d'Osteria posta nella Città di S. Miniato in Piazza d.a [detta] di
Cittadella nel Popolo di S. Ginesio e Maria di detto luogo alla quale confina a
primo una anzi casa di Seminario di S. Miniato, 2° detta Piazza, 3° Cavaliere
Niccolò e Carlo Ansaldi, 4° Mura di detta Città di infrascritta con decima di
13 soldi e 10 denari.
Arroto
2664, n. 22
Una
casa fatta di nuovo con bottega e due stanze sopra posta in S. Miniato in su la
Piazza di Cittadella popolo del Duomo alla quale confina il primo Messer
Antonio, da due parti le mura castellane e Piazza infrascritta. Decima di soldi
4 e denari 18.
Arroto
2665, n. 17
Una
casa con bottega et un casalino contiguo posto in S. Miniato in Piazza di
Cittadella al popolo di S. Ginesio e Maria di detto luogo. Alle quali casa e
casalino confina a primo Piazza, 2° Mr. Antonio Scala comp.re, 3° Mura Castellane, 4° Eredi di Gio.
Piero Micheli infra. Decima di soldi 5.
Archivio
Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 100
Beni
che furono di Giovanni di Francesco di Paquale Pasqualetti passa Seminario da
Chierici di S. Miniato. Estimo S. Spirito n. partita a 116 dare a 30 aprile
1703 a 6 cavati da messer Filippo dei Bondi per la partita in…
Archivio
Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 120
Ms.
Filippo di Filippo di Domenico di Bondo Bondi
Estimo
di Santo Spirito n. 908
Una
casa da cielo a terra posta nella Città di S. Miniato Popolo di S. Maria alla
Cattedrale, et in luogo detto Piazza alla Cittadella et a confini primo
Vincenzo Portigiani, 2° Jacopo Antonio Roffia, 3° Piazza, 4° Eredi di Mariano
Mercatj
Due
casette da cielo a terra con sue botteghe poste in detto Popolo e Piazza di
Cittadella a primo Francesco di Domenico Bettinj, 2° Gio. Battista Fiamminghio,
3° Eredi di Gio. Piero di Niccolo da Empolio, 4° Piazza, con decima di 11 soldi
e 2 denari di somma.
Archivio
Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 120 1/3
Giovanni
Maria Caterina e Domenica di Lorenzo di... Buratti
Estimo
di Santo Spirito n. 953
Una
casa posta in S. Miniato nella piazza di Cittadella consistente in due stanze,
cioè una bottega, et una stanza qual bottega non è appigionata.
E
perché detta casa, e bottega, non si è trovata decimata si descrive perciò
senza decima. Per servirsene p. uso…
Decimata
di nuovo per la partita in c. 181 di n. 316. per Arroto 1696, n.82.
NOTE E RIFERIMENTI
(01) A.
Danti, Vita di Monsignore
Michel Carlo Visdomini Cortigiani, Patrizio Fiorentino, Vescovo di Samminiato,
poi di Pistoja e di Prato, Stamperia Bernardo Paperini, Firenze, 1736, pp.
49-58.
(02) P.
Richetti, Il vescovo Poggi
a San Miniato: arte e devozione nel primo Settecento, in La chiesa
del SS. Crocifisso a San Miniato, restauro e storia, a cura di M. A.
Giusti e D. Matteoni, Umberto Allemandi & C, Torino, 1991, pag. 39.
(03) G.
Piombanti, Guida della
Città di San Miniato al Tedesco, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 75-76.
(04) A.
Contini, F. Martelli, Catasto, fiscalità e lotta politica nella Toscana nel
XVIII secolo, in «Annali di Storia di Firenze», n. II, Firenze, 2007, pp.
150-183: 155-158.
(05) Archivio
di Stato di Firenze, Archivio Diplomatico, San Miniato al Tedesco, San
Jacopo (Domenicani), 1443, 9 aprile: Sentenza proferita da Francesco del fu ser Michele Tucci da
Vinci Giudice ed Assessore di Lorenzo di Niccolino Serigatti Vicario della
terra di San Miniato ad istanza di ser Anselmo di ser Giovanni di detta terra,
come Procuratore di donna Fiore vedova di Manni di Manetto di detto luogo, e
alla presenza di messer Barbaba di messer Jacopo d’Arezzo Giudice ed Assessore
del nobile uomo Lorenzo di Antonio Spinelli, colla quale dichiarò che gl’eredi
di detto Manni e segnatamente Michele e Giulione suoi figli dovessero pagare la
detta donna Fiore in vigore delle disposizioni testamentarie del loro padre la
somma di 40 fiorini d’oro per restituzione di dote ed inoltre 20 fiorini d’oro
lasciati ad essa a titolo di legato, aggiungendo per la suddetta somma alcuni
beni mobili ivi descritti e condannando i detti eredi a tutte le spese etc.
Dato in San Miniato nel Palazzo di Residenza di detto Vicario posto nella Rocca di Sotto etc.
Rogato Piero del fu Andrea di Ciano da San Miniato Giudice e Notaio. Tomo n. 48, Monasteri, Regio
acquisto e particolari, Inventario 1913, 115, cc. 114r-115r.
(06) L.
Lazzeri, Storia di Empoli: Con aggiunta di biografie dei più illustri
cittadini empolesi, Tip. Monti, Empoli, 1873, pp. 12, 15, 18, 98, 102.
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