venerdì 5 aprile 2013

S. MINIATO NELLE "CRONACHE DI PISA" DI RANIERI SARDO 15/15



15 [1369-1370] I Fiorentini conquistano San Miniato nonostante l'estremo tentativo di Giovanni da Lugnano, stretto nella rocca, nella vana speranza di ricevere soccorso dalle truppe di Giovanni Acuto al soldo di Bernabò Visconti.



Missere Bernabò Vischonte di Melano gunse a Serezano lunedì, overo martedì, a dì 4 di dicenbre; dissesi che abbia secho dumila chavalli bene in punto. Iddio per sua piatà ci aiuti!

E la gente ch'era chon missere Bernabò si nne mandò da mille chavalli li quali passarono per Pieamonti (ai piedi del monte Pisano) e chongunsonsi cholla gente della chonpangnia; et per loro chapitano si era misser Federigho da Ghonzagho da Mantova, et cho' lloro si erano degli usciti et ribegli del [chomune] di Pisa, cioè missere Lodovico et misser Piero della Roccha et domino Gherardo et domino Antonio et misser Piero dell'Agniello, Cinino Ischarso, Macteo di Ferrando, Antone da Fagiano et altri assai li quali ànno facto et fanni danno assai. Iddio li distrugha tuctu!

Missere Bernabò da Milano si partì da Serezana venerdì a dì 21 di diciembre et andpnne a Parma, et quivi gunse la domenicha vengnienre et diciesi vi si fecie la pasqua (la pasqua di Natale, ndr) et poi se n'andò a Milano. Et innanzi si partissi, si die' alla chompangnia di misere Giovanni (Giovanni Acuto, ndr) et di missere Anisi la pagha loro di ciò che dovevano avere insino al gennaio. Iddio gli strucha loro e llui che mai ci chapitaro!

La chonpangnia di missere Giovanni Aghuto et di missere Anisi si partì di sullo terreno di Pisa sabato nocte in sul matino sopra alla domenicha, a dì 30 di dicienbre 1370 (1369, ndr), et dissesi andarono a Saminiato et portorono da 500 staua di biada, poi deono andare in sul terreno di Firenze; et feciono molto danno in sul Valdarno di Pisa, di biada e di strame, et arsono molte chase fra le quali arsono a Putingniano (Putigliano, Comune di Pisa, vicino a Ospedaletto, ndr) le chase di domino Fatio et di Franciescho da Sanchasciano et di Piero da Cholle, et a Fagiano (sempre vicino a Ospedaletto, ndr) [a] molti altri cittadini et [dis]feciono chase asai et tagliarono pechulle. Et a me ctirono lo porticho, a Oratoio (Oratoio, nel Comune di Pisa, lungo via Fiorentina), a tterra, arsono lo lengniame et taglioronmi le pertiche et arsono fructi assai, travi, panchacci et madie, soppidani, panche e chassoni et ongni chosa: valea più di lire 200. Iddio gli distrugha tutcti.

Nota chome, mercholedì a dì [9] di gennaio 1370, in sulla diana (cioè all'alba), in San Miniato entrò missere Giovanni Mangiadori chon molta gente, per via di trattato, diciendo: «viva misser Giovanni e llo popolo e llo comune di Firenze!» e tucta la nocte insino al vespero chonbacterono cholla gente di misser Bernabò (in realtà si trattava di una parte degli uomini di Giovanni Acuto, ndr) [e] cholla parte dentro, et debbono la terra, et chacciorono et ruborono l'altra parte [e] tucti li soldati di missere Bernabò, et debbono la virtù della terra per lo chomune di Firenze. Et allora fu ferito ser Filipo Lazarini et preso domino Niccholaio de' Ciccioni et molti altri soldati; per la qual chosa la roccha si richoverò per Giovanni da Lungniano chonestabile di 20 paghe per missere Bernabò, la quale roccha tenne per avere sochorso dalla chonpagnia di miser Giovanni Aghuto. Di che, lo venerdì a dì 11 di gennaio, la chonpangnia si partì da Enpoli. Credendo lo decto Giovanni da Lungniano esser sochorso, et non fu, si rendè la roccha al chomune di Firenze salvo l'avere e lle persone, et chosì gli fu attenuto. Per la qual chosa quegli della chonpangnia, chome nimici, se ne venno in su cquello di Pisa et quivi, lo venerdì, insino alla sera, chorsono insino a Putingniano pigliando huomini et femine, bestiame et ongnia altra chosa che trovarono, di che ànno facto et fanno grandissimo danno inistimabile per quello, di più di f. 10000, sanza gli uomeni, et anchora più, sendo in sullo nostro terreno.

Banti Ottavio, Cronaca di Pisa di Ranieri Sardo, Fonti per la Storia d'Italia, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma, 1963, pp. 196-198.

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