mercoledì 2 luglio 2014

IL PASSAGGIO A LIVELLO - Racconto di Stefano Bartoli


di Stefano Bartoli

San Miniato ed il passaggio a livello per la strada che porta ad Empoli.

Accadde una domenica pomeriggio che tre samminiatesi, fra cui mio padre, decisero di andare a vedersi una bella proiezione cinematografica in quel di Empoli. Antonio Profeti, detto Tonino, organizzò la cosa e mise a disposizione una topolino. Lui salì al posto di guida e mio padre alla Sua destra. Dietro, un po’ stretto, stava il Signor X Y, il vincitore della Fiat 500.
Bella stagione, traffico molto scarso (cosa abituale per l’epoca) e la comitiva procedeva a bassa velocità verso Empoli. Giunti sullo stradone, passato Ponte a Elsa, la vettura iniziò a fare qualche capriccio. Giusto qualche singhiozzo del motore, niente però che potesse turbare l’allegria dei tre soggetti. Il pilota era bravo e, appena la vettura dava sintomi di flessione, Lui recuperava velocemente dando un po’ di gas e si andava bene avanti per altre diverse decine di metri. Giunti in prossimità del passaggio a livello la vettura peggiorò. Si riusciva a farle percorrere pochi metri ed il motore perdeva quasi tutti i Suoi giri, forte rallentamento, quasi STOP, poi Tonino, con perizia recuperava, dava gas ed ancora avanti.

Mio padre:
"Tonino stai attento, stanno abbassando le sbarre del passaggio a livello".
"Tranquillo Mauro, un momento e sono già di là".
Queste furono le ultime parole famose prima del tragico evento. La vettura si arrestò definitivamente proprio in mezzo ai binari della linea Firenze Pisa. Le sbarre del passaggio a livello si chiusero, sia davanti, sia dietro. Tonino, nell’immediato, non perse la calma, provo diverse volte a riaccendere la vettura senza successo.

La perse poi tutta, poco dopo, quando dalla Stazione di Empoli partì il treno passeggeri che si diresse a gran velocità incontro alla vettura rimasta in mezzo ai binari. “Scappiamo” urlò mio padre, si gettò dall’auto ed ebbe cura di chiudere bene la sicura prima di sbattere lo sportello.
Tutti fuori” urlò Tonino, e uscì precipitosamente dall’ auto dall’ altro lato. Stranamente anche Lui mise la sicura e sbatte lo sportello. Chi era sul sedile posteriore si dette un gran da fare per uscire, la situazione non era per niente comoda, doveva alzare almeno un sedile, raggiungere la maniglia, far scattare la sicura, aprire ed uscire.
Il treno stava arrivando veloce e minaccioso, con grandi colpi di sirena, come a dire "Toglietevi di mezzo". Il Signor X Y si accorse che non ce l’avrebbe mai fatta ed allora scattò in piedi e con testa e spalle riuscì a sfondare il tetto di tessuto della topolino. Meno male era un modello senza il tetto in lamiera.
Rimase così, con gambe e culo dentro l’auto, con il tronco, le spalle e la testa che sbucavano dalla vettura urlando un grande NOOOOOOOO!!!!!!!.
Il treno fischiò un ultima volta, poi piegò a sinistra, proprio agli ultimi secondi e si diresse verso Siena, dove era atteso. Qualche momento di pausa, poi Tonino risalì in auto, rimise in moto la vettura che, miracolosamente, aveva smesso di fare capricci e partì rombando dopo il primo giro di chiave di accensione.

Il passaggio a livello, di nuovo aperto, consentì a tutti di lasciare i binari e permise di accostarsi sulla destra della provinciale. Qualche minuto giusto per riordinare le idee e tirare il fiato.
Convennero tutti che erano stati molto fortunati, cavarsela così, solo con un tettino dell’auto sfondato, ognuno immaginava cosa fosse successo se il treno fosse stato quello diretto a Pisa.
Lo scherzo, progettato con un po’ di cattivo gusto, richiese lunghe prove, lo studio dell’orario dei treni e dei tempi di chiusura del passaggio a livello. Non ci si poteva permettere il minimo errore. La realizzazione fu esemplare, cronometrica, nel rispetto dei tempi e delle distanze.

Il Signor X Y continuò a lungo raccontare agli amici del Bar Centrale come l’aveva scampata bella in quel pomeriggio di domenica. Il meccanico quasi impazzì, fece numerosi controlli alla Topolino e non riuscì mai a capire cosa avesse potuto dare origine a quei singhiozzi.
Mio padre afferma, non con completa sicurezza, che, da quel giorno, guardando il Signor X Y aveva, ogni tanto, la sensazione che la mente lo portasse da un'altra parte. Gli occhi diventavano freddi, un lampo li attraversava, la faccia si scuriva come se un ombra o un brivido lo attraversasse. Chissà se era il ricordo di quei lunghi momenti trascorsi chiuso in auto mentre aveva l’impressione che un lungo treno nero stesse per piombare, ad alta velocità, su di Lui.

Ho sempre avuto la sensazione, dal racconto di mio padre che, con il senno di poi, o con un minimo di riflessione in più si sarebbe astenuto da partecipare alla realizzazione di quest o scherzo e, con molta probabilità la stessa cosa avrebbe fatto Tonino.






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