venerdì 2 settembre 2016

SE POTESSI AVERE MILLE LIRE AL MESE - RACCONTO DI GIANCARLO PERTICI


Se potessi avere mille lire al mese

La radio sempre accesa durante il giorno, manda sopratutto canzonette. Ogni tanto le ultime notizie che passano distrattamente...nessuno che le ascolti in quella casa. Altre le priorità, a gustare fino in fondo il piacevole sapore della fine della guerra e del Fascismo. E, in sottofondo, la voce di Gilberto Mazzi - "...Se potessi avere mille lire al mese.." - canzonetta uscita con lo scoppio delle ostilità, ora colonna sonora di quella prima estate dopo la guerra, con le macerie ancora ad imbrattare strade e piazze, ma con, in giro, tanta voglia di ricominciare.

- "Corinna, hai controllato alla Posta quanto abbiamo da parte? Dovrebbero essere almeno tredicimila lire." -
- "Sì Giuseppe! ...di poco sopra, con gli interessi." -
- "Ci siamo goduti ben poco in questi anni, principiando dalla campagna d'Africa..." - Il 'maresciallo', come da tutti è conosciuto, in quegli anni non si è tirato mai indietro, pur di mettere da parte. Corinna ben lo sa. Anche lei ha dato del suo, sopportando la suocera e mettendo alla 'Posta' quasi tutta la paga doppia di quei sei anni in Tripolitania.

- "Quella casa, quella davanti l'appalto..." - Lo sguardo perso nel vuoto, il maresciallo, che non ha mai nascosto di ambire a quella casa e a quell'orto, tutto a pomatta, a volte pare assentarsi e sognare. - "Mi ci vedo. Appena mi congedo, mi dedico interamente a quell'orto." -
- "Quanto ci vorrà di muratore?" - ...Corinna, che mai si nasconde dietro ai problemi, è sempre pronta a seguire progetti e fantasie, lei che ben conosce quella casa, lì a due passi dalla canonica, la casa dello zio prete, dove, tutti di famiglia, stanno dopo lo scoppio della guerra.
- "All'ultimo piano c'è Tetta col marito e con Dina, la figlia, per una pigione assicurata e nessun lavoro da fare. Ma se facciamo i lavori giusti, possono venir fuori almeno due quartieri, e altre due pigioni. Ho già parlato col Campani, il muratore. È lui, che conosce questa casa, l'unico che può fare quei lavori. I soldi avanzeranno. Possiamo tenerli alla Posta, in buoni fruttiferi." -

- "Dalla Tripolitania abbiamo riportato tutti quei mobili in bambù..." - È Corinna. È lei che è chiamata a occuparsi in quella casa, da sempre, di arredi - "...vanno bene per la grande sala, così luminosa con quella veranda affacciata sulla valle. Mancano solo i tappeti..." -
Il maresciallo sorride soddisfatto, per l'affare della casa, oramai concluso, dopo l'accordo sul prezzo. - "Resta solo da fissare il notaio." - Pare quasi che dica "I documenti del catasto ci sono" mentre ostenta in sicurezza, stretti in pugno, dei ritagli di giornale, per un sogno, per quel sogno che sta per realizzarsi.
- "Se potessi avere mille lire al mese..." - continua ad intromettersi in progetti e a suggerirne altri. Corinna vorrebbe dire la sua, ma aspetta che sia il 'maresciallo' il primo a proporre... non vuole correre il rischio di fargli perdere il filo con un - "dove eravamo rimasti? Cosa ti volevo dire" - e si propone di tacere.

- "Stavi per suggerire qualcosa? Mi sembrava." -
- "No! Fallo tu Giuseppe. Dai tuoi gli occhi... deve essere una cosa veramente importante. " -
- "Solo qualche volta, raramente, siamo andati a fare i bagni al mare, col trammino fino al Calambrone, allo stabilimento dell'Arma, accanto alle colonie, quelle per i 'Balilla' e per le 'Piccole Italiane'... Ora stanno costruendo sulla spiaggia delle piccole casette di legno, le affittano, potremmo anche andarci per..." -
Calambrone, lì a due passi da Livorno. Nome che evoca tanti ricordi, legati al loro viaggio di nozze... anni venti...
- "Ti ricordi quei due giorni? Appena un sabato e una domenica. Il nostro viaggio di nozze, a Shangai, da Zio Edoardo... i bagni Pancaldi, vicino al porto" -
Corinna ben ricorda, anche se sono passati così tanti anni.

- "Ti ricordi cosa ti disse lo zio?" -
- "Impossibile dimenticarlo" - come potrebbe Giuseppe?
- "un vero livornese sempre allegro, sempre pronto a giocare con la vita. Mi prese a braccetto e mi portò sul terrazzino di casa, di quella casa popolare, e col gesto di invitarmi ad ammirare il panorama visibile, mi disse: Chiudi gli occhi! Tutto quello che vedi, è mio" -
- "Mamma è arrivato il dottore per l'iniezione a babbo." - La figlia Ines è lei che fa strada, annunciandosi, fino in camera del babbo, anche se interrompe quella conversazione tra il babbo e la mamma.

Da quando è stato rimpatriato, dopo due anni di prigionia in Germania, con un treno ospedale, il 'Maresciallo' passa le sue giornate tra poltrona e letto. Il tumore contratto in quel campo di prigionia è oramai in stato avanzato e non permette altro.
La figlia ventenne, appena diplomata, ben conosce quel 'gioco' in atto da tempo tra babbo e mamma. - "Di cosa stavate parlando te e babbo?" -
- "I soliti nostri progetti... sogni... e di quelle tredicimila lire finite da tempo... Questa canzone 'Se potessi avere mille lire al mese' riesce sempre a strappare un sorriso a babbo, nonostante gli spasimi di dolore." -

Pochi i rimedi, tranne un po' di morfina. Dosi leggere. Giuseppe vuole essere sempre lucido per non perdere neppure un attimo di quei giorni. Corinna, moglie fedele che lo ha seguito ogni dove, anche nelle colonie, lo segue tra ricordi, progetti e sogni. È tutto quello che rimane loro.
Passano giornate intere a ricordare quando sulla fine degli anni 30, comprarono quella casa, dei lavori fatti e di quelli da fare, dell'orto mai lavorato. Ogni giorno comunque diverso, sempre intenso. Lo fanno come se ogni cosa fosse da fare, ripercorrendo dettagli, cambiando qualche particolare, tramutando mobili da una stanza all'altra. Parlano di quelle tredicimila lire di avanti guerra, che oramai hanno preso il volo. In parte usati per la casa, gli altri volatilizzati dall'inflazione.
È il momento dell'iniezione: due al giorno. Non c'è altro contro il dolore e null'altro da fare, se non attendere. Ben lo sa Corinna.

- "Ha comunque un grande spirito il maresciallo" - commenta il dottore. - "Quest'anno ha detto che va a prendere i bagni a Calambrone, come prima della guerra. Ripasso domani, stessa ora." -
...se potessi avere mille lire al mese...
- "Corinna vieni? Hai fatto col dottore?" -
- "Vengo subito Giuseppe. Do le uova al dottore e vengo." -
- "C'è bisogno anche di un altro gabinetto. Domani passa il Campani." - Non bada a spese Giuseppe quando si tratta della casa, della sua casa.
- "Bisogna rimediare anche una camera per Eda. quella figliola di Musolino che a luglio sposa. Le basta poco. Il letto e un comò ce l'hanno. Per il canterale ci pensa Livia, la mamma. Non possiamo negarglielo, noi che abbiamo posto. Sono così brava gente. Onesti e grandi lavoratori." -

Corinna annuisce, mentre volge lo sguardo verso quei panni tesi al piano sopra. È la Eda che ha appena fatto il bucato, come ogni mese, oramai da un anno da quando la sua casa è tutta in quella camera semibuia all'ultimo piano.

Le "Mille lire"

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