giovedì 19 luglio 2018

LA STRAGE DELLA CROCETTA – 19 LUGLIO 1944

di Francesco Fiumalbi

PREMESSA
La Strage del Duomo di San Miniato (22 luglio 1944) – in cui persero la vita 55 civili – ha monopolizzato l’attenzione non solo degli studiosi e della storiografia, ma anche della memoria cittadina. Durante i giorni del passaggio del fronte, tuttavia, i momenti drammatici furono numerosi, basti ricordare che il numero complessivo delle vittime civili sanminiatesi ascese a 247 unità.
In questo blog abbiamo già visto episodi come il bombardamento della Stazione di San Miniato (7 aprile 1944), l’incursione aerea a Ponte a Egola (30 giugnno 1944) e la strage di Valicandoli (20 luglio 1944). In questa pagina è proposto un altro tragico episodio: la “Strage della Crocetta”, avvenuta il 19 luglio 1944, in cui persero la vita cinque persone.

La zona dove avvenne la strage
Foto di Francesco Fiumalbi

LA STRAGE: LA TESTIMONIANZA DEL CAN. GALLI ANGELINI
Il Canonico Francesco Maria Galli Angelini nel suo diario annotò:
«19 luglio. Celebro in Seminario. Alle ore 8 di mattina i tedeschi hanno fatto saltae il campanile nuovo di San Pierino. Esso nel cadere ha abbattuto il soffitto e la parete destra della chiesa stessa. Muoiono nel Popolo della Crocetta, perché usciti dal proprio rifugio: Toni Luigi e Cino, Taddei Luigi ed altra persona. Nella notte grande panico in Seminario, perché si temeva che i tedeschi facessero saltare l’arco della vecchia Cappella. Sotto le logge molte casse di esplosivi»
[Archivio dell'Accademia degli Euteleti, Note di diario de Francesco Maria Galli Angelini, ed. F. Mandorlini, Diaristica religiosa nella diocesi di San Miniato. La guerra vista in parrocchia, in convento, in monastero, in Abbiamo fatto quello che dovevamo. Vescovi e clero nella provincia di Pisa durante la Seconda guerra mondiale, a cura di S. Sodi e G. Fulvetti, Edizioni ETS, Pisa, 2009, p. 176].

LA STRAGE: LE VITTIME
Rispetto al racconto del Canonico Galli Angelini, in realtà le vittime della strage furono cinque: quattro uomini e una donna. La vittima più giovane si chiamava Giovanni Taddei, figlio di Guido e Giulia Gazzarrini, aveva 19 anni e viveva nel “Popolo della Crocetta”. Assieme a Giovanni Taddei morirono due suoi cugini, Luigi e Natalina.
Natalina Taddei era figlia di Angiolo e Ortimina Mandorlini, viveva a San Miniato, aveva 25 anni ed era sposata con Gino Vedovi.
Luigi Taddei era figlio di Taddei e Maria Ragionieri, abitante a San Miniato, di 36 anni d’età e coniugato con Adele Toni.
Assieme a Luigi Taddei morì il suocero Gino Toni di Luigi e Pia Giorgi, che abitava a San Miniato ed aveva 45 anni. Rimase ucciso anche suo padre Luigi Toni, figlio di Gaspero e Luisa Taddei, di 74 anni d’età e coniugato con Enrichetta Doni.
Purtroppo non è noto il luogo esatto dove avvenne il drammatico episodio, ma dovrebbe trovarsi nella porzione occidentale di San Miniato (nel “Popolo della Crocetta”), sul versante sud che guarda verso la valle di Gargozzi.

Il gruppo di familiari, probabilmente molto numeroso, fu colto da un cannoneggiamento fuori dal rifugio: per quale motivo si trovavano all’aperto? Furono richiamati fuori da qualcosa? Erano già fuori e non fecero in tempo ad entrare tutti nel rifugio non appena ebbe inizio il cannoneggiamento? Al momento non è possibile rispondere a queste domande. Rimane il fatto che si trovavano in uno dei fronti più caldi della Seconda Guerra Mondiale, con i tedeschi impegnati a rallentare l’avanzata degli Alleati, i quali, forti di un’aviazione e un’artiglieria nettamente superiori a quella germanica, compensavano l’imprecisione delle armi con la quantità di colpi sparati. Ancora una volta emerge tutta l’assurdità della guerra: molto probabilmente le vittime ebbero la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, nel mezzo fra due eserciti che, fra mille preoccupazioni, di certo non avevano come priorità la sicurezza dei civili inermi.

La zona dove avvenne la strage con l’individuazione
della possibile traiettoria del cannoneggiamento
Foto di Francesco Fiumalbi

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