venerdì 23 maggio 2014

SGAGGO - Racconto di Alberto Vincenti


di Alberto Vincenti

All'ultimo piano del palazzo del Novi in Via Maioli abitava SGAGGO.
Proprio davanti alla mia finestra, sull’altro lato della strada, c’era quella di Sgaggo al secondo piano del palazzo del Novi. Suo padre, che anche lui chiamavano Sgaggo, faceva il calzolaio e ogni tanto chiamava il figliolo: “Renzo… vieni a-aiutà babbo a addirizzà le buttelle che un si sopperisce”. Sgaggo diventò grande e con lui un bazzone con il morso incrociato; aveva sposato una donnetta del Nord che aveva conosciuto durante il militare e gli erano nati due figlioli, il secondo si chiamava Angelo. Questi era una ragazzotto un po’ addormentato che stava spesso seduto sugli scalini della porta di casa, quando poi annoiato non sapeva che fare, chiamava: “mamma… mamma…buttami i gatto dalla finestra che ci voglio giocà”. Allora si affacciava alla finestra la sua mamma con la sola testa e le braccia perché non arrivava al parapetto, dicendo con accento nordista: “ ma coza dizi cretino…vieni in casa”. “Mamma t’ho detto di buttammi i gatto che ci voglio giocà…” A quel punto si affacciava Sgaggo gridando: “Angiolo, un lo fa i bischero…vieni su… se vengo giù io te le do con la cinghia”. A quel punto immancabilmente succedeva un pandemonio: Angelo che saliva le scale piangendo e battendo i piedi, Sgaggo che si spenzolava dalla finestra gridando “vieni su ! ha ‘apito ?... devo scende io ?” e la moglie che cercava di arrancarsi alla finestra chiamando a voce alta l’altro figliolo “Giogio….Giogio…”. Intanto Schiacciola scendeva a tutta velocità nel mezzo di strada con il suo carretto fatto con i cuscinetti e la moglie di Sgaggo che continuava “Giogio… Giogio…” Tutta Pancole si animava, le sorelle Picchi alla finestra che alternandosi ripetevano “eh questi ragazzi d’oggi giorno un danno più retta….” e l’altra “ai nostri tempi s’ubbidiva”, Tarciso che cercava di far rincasare i figli “Mario ? Anna? “ e emettendo un fischio smorzato indicava con un dito a mo’ di ordine la porta di casa, senza che questi lo degnassero di uno sguardo. Gallina che cercava di riacchiappare il nipote per la collottola mentre saltava dalla finestra… era tutto un vocio, un correre per strada, tutto si animava d’un tratto, mentre a mano a mano che calava il sole i lampioni attraverso la strada cominciavano ad emettere un luce fioca.


San Miniato, via P. Maioli - Sciòa
Foto di Francesco Fiumalbi


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