ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
763,
27 aprile – Pieve di San Genesio
SPOGLIO «Ratperto
Prete figlio del fu Ansifredo, essendo stato ordinato Rettore nella Chiesa
Pieve di S. Genesio di Vico Walari da Peredeo Vescovo di Lucca, promette di
sempre servire alla medesima Chiesa, di celebrarvi i Divini Uffizj tanto il
giorno, che di notte, di farvi la luminaria ec. come ancora di prestare fedele
obbedienza al suddetto Vescovo, sotto pena di 200. soldi d’oro, nell’Anno 763.
Arch. Arcivesc. +I.57».
Il
sito archeologico di San Genesio
Foto
di Francesco Fiumalbi
Il
documento originale è conservato presso l'Archivio Arcivescovile di Lucca,
Fondo Diplomatico Antico, † I.57.
Trascrizione del
testo contenuto in:
D.
Barsocchini, Memorie e Documenti per servire all'Istoria del Ducato di
Lucca, Tomo IV, parte I, Francesco Bertini Tipografo Ducale, Lucca, 1818,
Appendice, doc. I, pp. 3-4.
In
Dei nomine. Regnante Domnus nostro Desiderio Rege, Anno Regni ejus septimo;
& filii ejus Domno nostro Adelchis Rege, anno regni ejus quarto, quinto decimo
Calendas Maias, Indictione prima. Manifestum est mihi Ratpert Presbitero filio
quondam Ansifridi, quia petivi & rogavi te Dominus & venerabilis
Peredeo in Dei nomine Episcopo, ut me Rectorem ordinare juribiris in casa Ecclesie
Sancti Genesi, in loco & Plebe ad Vico Walari, & pro tua misericordia
me audire dignatus es. Proinde repromitto & mans (pro manus), mea facio
tibi, ut die vite mee omnia quoliber res adquirere potuero per quoliber ordine,
volo ut sit in potestate suprascripte Ecclesie, & vite mee ividem semper
habitare, & officio ecclesiastico legibus & luminaria facere promitto
die noctuque, omni tempore, & legibus nostri sancte & canonice tibi
oboedire, & servire; & in omnibus voluntate facere promitto. Et nunquam
contra te agere debeam, nec cum tuo inimico me adunare, aut consiliare contra
te presumam. Nec aliqua peculiari vel subtractione de quolibet res in alio loco
faciam. Et omnes res eidem Ecclesie pertenente in omnibus meliorare promitto.
Et si hec omnia suprascripta Capitula ad me adimpleta & conservata non fuerint,
& in aliquo ex inde ad me disruptum & adimpletum non fuerit, spondeo
tibi esse componiturus in auro soledos ducenti, & hanc paginam in sua maneat
firmitate. Et pro confirmarione Osprandum Diaconum scribere rogavi. Actum Luca.
+ Ego Ratpert Presbiter in anc promissioni paginam a
me facta sicut supra legitur manus mea subscripsi & confirmavi.
Signum + manus Maurici Presbiteri testis.
+ Ego Liusprand VV. Presbiter rogatus a Ratpert
Presbitero in hoc quod superius legitur me testis subscripsi.
+ Ego Soldulo Presbiter rogatus…. Presbiter in hanc
paginam me testis supscripsi.
+ Ego Homulo Clericus rogatus…. ert Presbitero in anc pagina
me testi supscripsi.
…. oli Clerici …. testis.
Ego Osprandus Diaconus post tradita complevi &
dedi.
COMMENTO (a
cura di Francesco Fiumalbi)
Il
documento rappresenta la seconda attestazione documentaria relativa alla Pieve
di San Genesio, dopo l’atto
del 5 luglio 715, una sorta di “resoconto” dell’assise per dipanare la
controversia sorta fra le diocesi di Siena e di Arezzo.
Da
un punto di vista tipologico siamo di fronte ad una Cartula promissionis, ovvero ad un atto che contiene la “promessa”
fatta al Vescovo di Lucca Peredeo dal presbitero Ratpert del fu
Ansifridi, il primo pievano di San Genesio di cui è noto il nome.
Dall’atto
si apprende che, dopo la richiesta del sacerdote al presule lucchese, questi
era stato nominato “rettore” della chiesa di San Genesio, che viene qualificata
per la prima volta come “pieve”. Probabilmente era “pieve” già da prima, ma
questo è il primo documento che lo attesta.
Nulla
sappiamo del presbitero Ratpert, se non che promise di governare la chiesa a
lui affidata, secondo la disciplina canonica e di occuparsi dei divini offici,
tanto di giorno quanto di notte. Non solo, Ratpert compie anche un vero e
proprio giuramento di fedeltà al Vescovo Peredeo, tanto da promettere di non
agire contro il presule e di non avere rapporti con i suoi nemici (Et
nunquam contra te agere debeam, nec cum tuo inimico me adunare, aut consiliare
contra te presumam. Nec aliqua peculiari vel subtractione de quolibet res in
alio loco faciam). D’altra
parte, la pieve di San Genesio, posta in località Vico Wallari, era molto
distante dalla sede vescovile lucchese e si trovava in un’area di confine fra l’area
fiorentina e quella volterrana, dunque soggetta ad influenze e condizioni non
sempre controllabili da Lucca.
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