a
cura di Francesco Fiumalbi
PREMESSA
Spesso
capita di fare delle piccole grandi scoperte quasi per caso o tramite
l'impulso di una persona amica. Stavolta il merito va attribuito
all'infaticabile Giuseppe “Beppe” Chelli, il quale mi ha
informato circa il legame fra San Miniato e la famiglia Spadolini.
Sì, proprio gli Spadolini a cui appartenne Giovanni
Spadolini,
già Presidente del Consiglio dei Ministri, più volte Ministro,
nonché Presidente del Senato. Vale la pena di ricordare anche i
fratelli, Pierluigi
(architetto e designer molto noto) e Paolo Emilio (medico).
Al
termine di una complessa ricerca on-line, e con l'aiuto della nostra
efficientissima Biblioteca Comunale, mi sono ritrovato fra le mani un
interessante libriccino dal titolo: Treia
San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini,
pubblicato per cura di Giovanni Spadolini e della Fondazione Nuova
Antologia, dato alle stampe nel 1986. Da qui sono tratte le
informazioni contenute in questo post.
LUIGI
SPADOLINI ED ENRICHETTA GALLI
I fratelli Giovanni, Pierluigi e Paolo Emilio erano figli di Guido Spadolini, pittore molto appressato, a cui tra l'altro, proprio in questi giorni, il Comune di Firenze sta tributando una mostra presso l'Archivio Storico. Guido, nato nel 1889 (assieme ai due fratelli Igino, classe 1887, e a Lolì, di quattro anni più giovane), era figlio di Luigi Spadolini. E qui comincia la nostra storia.
Luigi
Spadolini nacque a Treia, in provincia di Macerata, il 7 settembre
1861. Amante della musica, ed esperto suonatore di violino, nella
cittadina natale ebbe modo di compiere studi di agraria, presso la
locale Società
d'Agricoltura e d'Industria,
poi Comizio
Agrario di Macerata,
fondata nel 1843. Poco più che ventenne, fu chiamato a prestare la
propria opera presso la proprietà dei Conti Rasponi dalle Teste, che
avevano acquistato il castello di Barbialla (Comune di Montaione) e
l'annessa tenuta in Valdegola.
Ed è proprio qui, nel cuore della
campagna toscana, che Luigi Spadolini conobbe una giovane ragazza
sanminiatese. Si chiamava Enrichetta Galli, era nata nel 1865, e nel
1887 divenne sua moglie. Dunque, riavvolgendo il filo di questa
storia, Enrichetta Galli fu la nonna di Giovanni Spadolini.
Il
padre di Enrichetta Galli, Igino, era farmacista in San Miniato ed
aveva “bottega” proprio di faccia all'edificio dove abitò Giosué
Carducci durante la sua parentesi all'ombra della Rocca. Quindi si
trovava fra Piazza Grifoni e la chiesa della Nunziatina, lungo il
fronte nord dell'attuale via Carducci. Il banco della farmacia è
entrato a far parte della collezione della Fondazione
Spadolini Nuova Antologia:
la tradizione familiare narrava che proprio su quel ripiano il
giovane Carducci avesse abbozzato alcune delle sue celebri “Rime”
sanminiatesi.
Probabilmente Enrichetta Galli era
parente del Canonico Francesco Maria Galli Angelini (San Miniato,
1882-1957). Su questo aspetto cercheremo di approfondire.
LE
VEDUTE SANMINIATESI IN CASA SPADOLINI
Luigi Spadolini e la moglie
Enrichetta Galli presero casa a Firenze, e precisamente acquistarono
una abitazione lungo l'attuale via Cavour. Sul finire del secolo,
affidarono la decorazione della sala principale al pittore fiorentino
Giovanni Panti. Attualmente l'immobile appartiene alla Fondazione
Spadolini Nuova Antologia, contiene parte della prestigiosa
biblioteca, ed è in corso di restauro per poter essere aperto al
pubblico.
La stanza in questione, di forma
rettangolare, è situata al primo piano della residenza, con
dimensioni di circa 8,5 per 5,5 metri. Giovanni Panti decorò la
superficie del soffitto con un elegante riquadratura, costituita da
motivi geometrici e floreali tipici del tardo Ottocento. Al centro,
dentro un'ellisse, si trovano tre putti, a celebrare la nascita dei
tre figli della coppia (Igino, Guido e Lolì). Ai margini,
all'interno del riquadro più ampio, trovano spazio dieci medaglioni
raffiguranti i luoghi peculiari della vita di Luigi Spadolini ed
Enrichetta Galli. Non si tratta di opere particolarmente raffinare,
ed è difficile capire se il pittore Panti si fosse dovuto recare
direttamente nei luoghi indicati dalla coppia, oppure se avesse
potuto disporre di immagini fotografiche.
Questo l'apparato iconografico dei
medaglioni:
1. Treia, Porta Palestro
2. Treia, Piazza Umberto
3. Treia, Chiesa degli Zoccolanti
4. Treia, Antico Ospedale
5. Treia, Torretta di Broglio
6. Macerata, Comizio Agrario
7. Barbialla
8. San Miniato
9. San Miniato
10. Firenze, Villa Spadolini a
Rimbiana
La veduta del castello di Barbialla
mostra un complesso di edifici raccolti attorno alla caratteristica
torre che, ancora oggi, svetta e domina la media Valdegola.
Rappresenta, forse, una delle prime testimonianze iconografie del
castello.
Immagine
tratta da G. Spadolini, Treia
San Miniato Marche
Toscana in un soffitto di casa Spadolini, Fondazione
Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 19
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
La prima veduta dedicata a San
Miniato sembra rappresentare il fronte orientale della città, come
potrebbe essere osservato grosso modo da Pian delle Fornaci. La Rocca
appare quasi sproporzionata. Alla sinistra si notano le sagome del
campanile del Duomo e il Santuario del SS. Crocifisso. Alla destra,
invece, fa capolino un campanile cuspidato che per posizione dovrebbe
appartenere alla chiesa di San Francesco, anche se molto diverso
nelle forme.
Immagine tratta da G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini, Fondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 21
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
La seconda veduta sanminiatese,
invece, rappresenta la città sul fronte occidentale, con il punto di vista fissato nella zona delle Colline. Sulla sinistra
trova spazio un'ampia costruzione che sembra essere il convento
domenicano annesso alla chiesa dei SS. Jacopo e Lucia. Alla destra si
stagliano gli allungati profili della Rocca e del campanile della
Cattedrale.
Immagine tratta da G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini, Fondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 23
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.
BIBLIOGRAFIA
G.
Spadolini, Treia
San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini,
Fondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986.
Da una notizia da nulla hai tirato fuori un lavoro bellissimo, originale e interessantissimo.Il muro che si vede nella foto est penso sia quello di cinta dell'orto dei frati domenicani di cui ora rimangono frammenti. Complimenti!
RispondiEliminaBeppe, per me, la notizia che ha fatto partire non era una notizia da nulla.. ERA LA GHIANDA LA GHIANDA DA CUI è VENUTA LA QUERCE!
EliminaOttimo lavoro! Ti rimane da verificare da evidenziare il legame di casa Scorzoso, in via Pietro Bagnoli con la con la famiglia Spadolini. Anna Ciampini continua a dire che la casa, distrutta dalle mine tedesche ( e poi riedeficata ) appartenne alla famiglia Spadolini. Probabilmente lasciata in eredità dalla nonna di Giovanni e, mi pare di capire, che il giovane nipote passasse periodi di vacanze in quella abitazione.Parla con Anna!
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