domenica 15 febbraio 2015

LE VEDUTE SANMINIATESI DI CASA SPADOLINI A FIRENZE

a cura di Francesco Fiumalbi

PREMESSA
Spesso capita di fare delle piccole grandi scoperte quasi per caso o tramite l'impulso di una persona amica. Stavolta il merito va attribuito all'infaticabile Giuseppe “Beppe” Chelli, il quale mi ha informato circa il legame fra San Miniato e la famiglia Spadolini. Sì, proprio gli Spadolini a cui appartenne Giovanni Spadolini, già Presidente del Consiglio dei Ministri, più volte Ministro, nonché Presidente del Senato. Vale la pena di ricordare anche i fratelli, Pierluigi (architetto e designer molto noto) e Paolo Emilio (medico).
Al termine di una complessa ricerca on-line, e con l'aiuto della nostra efficientissima Biblioteca Comunale, mi sono ritrovato fra le mani un interessante libriccino dal titolo: Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini, pubblicato per cura di Giovanni Spadolini e della Fondazione Nuova Antologia, dato alle stampe nel 1986. Da qui sono tratte le informazioni contenute in questo post.

LUIGI SPADOLINI ED ENRICHETTA GALLI
I fratelli Giovanni, Pierluigi e Paolo Emilio erano figli di Guido Spadolini, pittore molto appressato, a cui tra l'altro, proprio in questi giorni, il Comune di Firenze sta tributando una mostra presso l'Archivio Storico. Guido, nato nel 1889 (assieme ai due fratelli Igino, classe 1887, e a Lolì, di quattro anni più giovane), era figlio di Luigi Spadolini. E qui comincia la nostra storia.
Luigi Spadolini nacque a Treia, in provincia di Macerata, il 7 settembre 1861. Amante della musica, ed esperto suonatore di violino, nella cittadina natale ebbe modo di compiere studi di agraria, presso la locale Società d'Agricoltura e d'Industria, poi Comizio Agrario di Macerata, fondata nel 1843. Poco più che ventenne, fu chiamato a prestare la propria opera presso la proprietà dei Conti Rasponi dalle Teste, che avevano acquistato il castello di Barbialla (Comune di Montaione) e l'annessa tenuta in Valdegola.
Ed è proprio qui, nel cuore della campagna toscana, che Luigi Spadolini conobbe una giovane ragazza sanminiatese. Si chiamava Enrichetta Galli, era nata nel 1865, e nel 1887 divenne sua moglie. Dunque, riavvolgendo il filo di questa storia, Enrichetta Galli fu la nonna di Giovanni Spadolini.
Il padre di Enrichetta Galli, Igino, era farmacista in San Miniato ed aveva “bottega” proprio di faccia all'edificio dove abitò Giosué Carducci durante la sua parentesi all'ombra della Rocca. Quindi si trovava fra Piazza Grifoni e la chiesa della Nunziatina, lungo il fronte nord dell'attuale via Carducci. Il banco della farmacia è entrato a far parte della collezione della Fondazione Spadolini Nuova Antologia: la tradizione familiare narrava che proprio su quel ripiano il giovane Carducci avesse abbozzato alcune delle sue celebri “Rime” sanminiatesi.
Probabilmente Enrichetta Galli era parente del Canonico Francesco Maria Galli Angelini (San Miniato, 1882-1957). Su questo aspetto cercheremo di approfondire.

LE VEDUTE SANMINIATESI IN CASA SPADOLINI
Luigi Spadolini e la moglie Enrichetta Galli presero casa a Firenze, e precisamente acquistarono una abitazione lungo l'attuale via Cavour. Sul finire del secolo, affidarono la decorazione della sala principale al pittore fiorentino Giovanni Panti. Attualmente l'immobile appartiene alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, contiene parte della prestigiosa biblioteca, ed è in corso di restauro per poter essere aperto al pubblico.
La stanza in questione, di forma rettangolare, è situata al primo piano della residenza, con dimensioni di circa 8,5 per 5,5 metri. Giovanni Panti decorò la superficie del soffitto con un elegante riquadratura, costituita da motivi geometrici e floreali tipici del tardo Ottocento. Al centro, dentro un'ellisse, si trovano tre putti, a celebrare la nascita dei tre figli della coppia (Igino, Guido e Lolì). Ai margini, all'interno del riquadro più ampio, trovano spazio dieci medaglioni raffiguranti i luoghi peculiari della vita di Luigi Spadolini ed Enrichetta Galli. Non si tratta di opere particolarmente raffinare, ed è difficile capire se il pittore Panti si fosse dovuto recare direttamente nei luoghi indicati dalla coppia, oppure se avesse potuto disporre di immagini fotografiche.
Questo l'apparato iconografico dei medaglioni:
1. Treia, Porta Palestro
2. Treia, Piazza Umberto
3. Treia, Chiesa degli Zoccolanti
4. Treia, Antico Ospedale
5. Treia, Torretta di Broglio
6. Macerata, Comizio Agrario
7. Barbialla
8. San Miniato
9. San Miniato
10. Firenze, Villa Spadolini a Rimbiana

La veduta del castello di Barbialla mostra un complesso di edifici raccolti attorno alla caratteristica torre che, ancora oggi, svetta e domina la media Valdegola. Rappresenta, forse, una delle prime testimonianze iconografie del castello.

G. Panti, Barbialla, pittura nel salone di casa Spadolini a Firenze
Immagine tratta da G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa SpadoliniFondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 19
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.

La prima veduta dedicata a San Miniato sembra rappresentare il fronte orientale della città, come potrebbe essere osservato grosso modo da Pian delle Fornaci. La Rocca appare quasi sproporzionata. Alla sinistra si notano le sagome del campanile del Duomo e il Santuario del SS. Crocifisso. Alla destra, invece, fa capolino un campanile cuspidato che per posizione dovrebbe appartenere alla chiesa di San Francesco, anche se molto diverso nelle forme.

G. Panti, S. Miniato, pittura nel salone di casa Spadolini a Firenze
Immagine tratta da G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa SpadoliniFondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 21
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.

La seconda veduta sanminiatese, invece, rappresenta la città sul fronte occidentale, con il punto di vista fissato nella zona delle Colline. Sulla sinistra trova spazio un'ampia costruzione che sembra essere il convento domenicano annesso alla chiesa dei SS. Jacopo e Lucia. Alla destra si stagliano gli allungati profili della Rocca e del campanile della Cattedrale.

G. Panti, S. Miniato, pittura nel salone di casa Spadolini a Firenze
Immagine tratta da G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa SpadoliniFondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986, p. 23
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 comma 1-bis della Legge 22 aprile 1941, n. 633.

BIBLIOGRAFIA
G. Spadolini, Treia San Miniato Marche Toscana in un soffitto di casa Spadolini, Fondazione Nuova Antologia, Firenze, 1986.

3 commenti:

  1. Da una notizia da nulla hai tirato fuori un lavoro bellissimo, originale e interessantissimo.Il muro che si vede nella foto est penso sia quello di cinta dell'orto dei frati domenicani di cui ora rimangono frammenti. Complimenti!

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    1. Beppe, per me, la notizia che ha fatto partire non era una notizia da nulla.. ERA LA GHIANDA LA GHIANDA DA CUI è VENUTA LA QUERCE!

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  2. Ottimo lavoro! Ti rimane da verificare da evidenziare il legame di casa Scorzoso, in via Pietro Bagnoli con la con la famiglia Spadolini. Anna Ciampini continua a dire che la casa, distrutta dalle mine tedesche ( e poi riedeficata ) appartenne alla famiglia Spadolini. Probabilmente lasciata in eredità dalla nonna di Giovanni e, mi pare di capire, che il giovane nipote passasse periodi di vacanze in quella abitazione.Parla con Anna!

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