sabato 28 maggio 2016

50 ANNI FA NASCEVA IL MUSEO DIOCESANO D'ARTE SACRA DI SAN MINIATO

di Francesco Fiumalbi

Il Museo Diocesano d'Arte Sacra compie 50 anni: annesso alla Cattedrale, venne inaugurato il 28 maggio del 1966 e fu la prima esposizione permanente a San Miniato. A distanza di mezzo secolo, ancora oggi, rappresenta uno scrigno che accoglie le testimonianze della devozione cristiana nella nostra terra, dal medioevo fino ai giorni nostri. Al suo interno è possibile ammirare opere d'arte provenienti dalle chiese dell'intera Diocesi, fra cui molti capolavori realizzati da artisti di indiscusso valore. Per citare alcuni nomi molto conosciuti: Lorenzo Monaco, Jacopo di Mino del Pellicciaio detto il “Maestro degli Ordini”, Cenni di Francesco di Ser Cenni, Neri di Bicci, Jacopo Chimenti detto “L'Empoli”, Lodovico Cardi detto “Il Cigoli”, Giovanni Bilivert, Giambattista Tiepolo, Camillo Sagrestani e molti altri. Fra le particolarità presenti nelle sale del Museo, i bacini ceramici originali provenienti dalla facciata della Cattedrale e alcune basi delle colonne della perduta Pieve di Barbinaia. Considerevole anche l'apparato dell'oreficeria sacra, per un totale di circa sessanta opere esposte, a fronte di catalogo complessivo di oltre cento unità. Nel 2012 la Regione Toscana ha riconosciuto al Museo Diocesano l'attestato di “Museo di Qualità”. Inoltre, dal 2014 il percorso artistico si è arricchito della suggestiva visita alla torre campanaria.


L'IDEA E LE SUE ORIGINI
L'idea di costituire una collezione permanente d'arte sacra fruibile dal grande pubblico, trovò origine nel dibattito culturale sanminiatese fin dagli anni '30 del secolo scorso. L'impulso decisivo, tuttavia, prese avvio solamente sul finire degli anni '50, in occasione della formazione del catalogo per la Mostra del Cigoli e del suo ambiente (Santa Chiara, 1959), quando si manifestò la necessità, ormai non più rinviabile, di conservare e valorizzare in maniera organica e strutturata il grande patrimonio storico-artistico della Diocesi di San Miniato. Questa fase preliminare, avviata nel 1957, trovò l'elemento propulsore nella figura di Francesco M. Galli Angelini – nella triplice veste di Canonico della Cattedrale, Ispettore Onorario della Soprintendenza e Presidente dell'Accademia degli Euteleti – il quale si impegnò alla fattibilità dell'operazione, contattando la Soprintendenza e il Ministero dei Lavori Pubblici. Un paio d'anni più tardi, nell'aprile-maggio 1959 vennero gettate le basi per l'accordo col Capitolo della Cattedrale che mise a disposizione le sacrestie annesse al Duomo, da destinare alle sale espositive.
Nacque così il Museo Diocesano d'Arte Sacra, grazie all'impulso dell'ambiente culturale sanminiatese, che incontrò il fattivo sostegno del Vescovo Mons. Felice Beccaro e del Capitolo dei Canonici. Determinanti contributi economici ed organizzativi per il suo compimento arrivarono dai ministeri della Pubblica Istruzione e dei Lavori Pubblici, dalla Cassa di Risparmio e dal Comune di San Miniato, dall'Ente Provinciale per il Turismo e dalla Provincia di Pisa.

IL COMITATO D'ONORE
Venne costituito un apposito Comitato d'Onore, presieduto dal Card. Ermenegildo Florit Arcivescovo di Firenze e composto da tutti i vescovi della Toscana, oltre che dai ministri Vittorio Gui (Pubblica Istruzione) e Giacomo Mancini (Lavori Pubblici), dall'On. Pietro Bucalossi (all'epoca Sindaco di Milano), Mario Salmi (Pres. del Consiglio Superiore delle Belle Arti), Piero Sampaolesi (Ist. Restauro dei Monumenti di Firenze), Nello Baldinotti (Sindaco di San Miniato), Silvano Vallini (Pres. CRSM) e da molte altre personalità del mondo della politica, della ricerca e delle istituzioni civili e religiose. Il Soprintendente Ubaldo Lumini, per l'occasione, riconobbe che «la Città tutta, dalle Autorità al cittadino, ha dimostrato in mille modi il suo favore all'iniziativa, con la consapevolezza cosciente che nuovo lustro si aggiunge oggi alla fama di S. Miniato, già ampia, e per la sua storia, e per i suoi monumenti, uniti alla incomparabile bellezza del paesaggio».

IL COMITATO ESECUTIVO
Ad affiancare quello del Soprintendente, invece, nel Comitato Esecutivo, i nomi di maggior rilievo nel panorama culturale sanminiatese del tempo. Su tutti l'infaticabile Dilvo Lotti, il cui contributo in termini di conoscenza, autorevolezza, ma anche di energia ed entusiasmo, risultò determinate per la costituzione del Museo. Nell'elenco ritroviamo i canonici Vasco Simoncini (Proposto della Cattedrale e Pres. dell'Opera del Duomo), Aldo Stacchini (Pres. della Commissione Diocesana d'Arte Sacra), Lelio Mannari (storico) ed Enrico Giannoni. Dalle istituzioni culturali Umberto Rondoni (Pro Loco S. Miniato), Antonio Gamucci (Accademia degli Euteleti) e molti altri. L'allestimento venne curato dall'arch. Sergio Aussant (Ispettore Soprintendenza) per la parte architettonica e da Ubaldo Lumini per quella espositiva. Le opere del catalogo furono selezionate da Licia Bertolini Campetti (Direttrice alle Gallerie di Pisa) e da Dilvo Lotti.

VALORIZZAZIONE, MA ANCHE CONSERVAZIONE
Negli anni il Museo non è stato solamente uno strumento di valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico al grande pubblico, ma anche il luogo della tutela e della conservazione. Molte opere, infatti, prima di essere collocate nelle sale espositive, furono sottoposte ad attento restauro. Ancora oggi, i capolavori, oltre ad essere custoditi in ambiente protetto e sorvegliato, fanno parte di un articolato programma di restauro che va avanti da cinquant'anni. Ad esempio, nel 2013, al termine di un lungo e complesso intervento, ha fatto ritorno la “Madonna della Cintola con i Santi Giovanni Battista, Tommaso e Bartolomeo” di Neri di Bicci, proveniente dalla Pieve di Corazzano.

[Gran parte delle informazioni contenute in questo post sono tratte dal Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, n. 38 del 1966, "Dedicato all'apertura del Museo Diocesano d'Arte Sacra di San Miniato"]

Il Museo Diocesano e la Torre campanaria
Foto di Francesco Fiumalbi

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