lunedì 9 maggio 2016

ALESSANDRO FEI A SAN MINIATO

a cura di Francesco Fiumalbi

INTRODUZIONE
In questa pagina è proposto il testo dedicato al pittore fiorentino Alessandro Fei conosciuto anche come Alessandro “del Barbiere” [Firenze, 1538 o 1543 – 7 dicembre 1592] contenuto ne Il Riposo di Raffaello Borghini. Oscurato dai giganti del tempo, praticamente sconosciuto al pubblico dei non specialisti, Alessandro Fei fu comunque un importante artista fiorentino attivo nella seconda metà del XVI secolo. In Toscana lavorò praticamente ovunque, specialmente a Firenze, ma anche a Roma e perfino a Messina e in Francia. Importantissima la sua collaborazione col Vasari.

«Venne ancora fra noi in questi tempi il rinomatissimo Alessandro Fei, detto altrimenti il barbiere, il quale ebbe per patria Firenze, e fu uno de' primi pittori del suo tempo. Nacque l'anno 1538, ed ebbe per maestri, i più grandi uomini che allora vi fossero»
[G. Grosso Cacopardo in Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX ornate di ritratti, 1821 a p. 71]

IL RIPOSO DI RAFFAELLO BORGHINI
Tornando a Il Riposo di Raffaello Borghini, è una sorta di trattato a forma di dialogo, composto nel 1584 e costituito da quattro volumi. Trae il proprio nome dalla Villa “Il Riposo” appartenuta a Bernardo Vecchietti nei pressi di Ponte a Ema, in cui si immagina fosse avvenuto il dialogo. Da un punto di vista della letteratura non ha avuto molta fortuna, ma per la storia dell'arte è considerato una piccola miniera di informazioni riguardanti la vita e le opere di molti artisti del tempo. Fra questi troviamo Alessandro Fei, del quale Il Riposo costituisce la fonte primaria per ricostruirne la biografia e l'attività artistica.

A SAN MINIATO NEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO
UN'OPERA PERDUTA?
Secondo il Borghini, Alessandro Fei fu attivo anche a San Miniato ed in particolare nel Convento di San Francesco. Qui avrebbe realizzato un affresco con la figura di San Francesco d'Assisi sopra il mondo. Stando al testo, quella di San Miniato sarebbe la sua seconda opera realizzata in completa autonomia e potrebbe collocarsi fra il 1560 e il 1570. Tuttavia, allo stato attuale degli studi, l'affresco sembra essere perduto: non sappiamo se distrutto, rovinato o semplicemente coperto sotto una ridipintura successiva. In tutta la letteratura storico-artistica sanminiatese non se ne trova traccia. L'unico indizio a disposizione è relativo alla posizione: doveva essere nel convento, e non nella chiesa, poiché il Borghini nel descrivere la collocazione di altre sue opere specifica quando si trovano nel luogo di culto vero e proprio. Un piccolo mistero che per il momento non trova soluzione.

San Miniato, Convento di San Francesco
Foto di Francesco Fiumalbi

Estratto da R. Borghini, Il Riposo, appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1784, Libro IV, pp. 632-635:

«[632] [e ritorniamo a' maestri principali] Fra' quali Alessandro di Vincentio Fei detto del Barbiere si esercita con molta sua laude. Egli hebbe i primi principi del disegno da Ridolfo del Ghirlandai, essendo dimorato in casa sua alquanto tempo, poscia apprese à maneggiare i colori da Pier Francia, & ultimamente lavorò appresso à Tommaso da San Friano. La prima opera che facesse Alessandro di sua inventione fu una tavola della historia di Santa Caterina, quando è sposata da Giesu Christo con altre figure, la quale si vede nella Compagnia di Santa Caterina dietro alla Nuntiata. Lavorò poi à San Miniato al Tedesco nel convento de' frati Zoccolanti un San Francesco sopra una palla figurata per lo mondo à fresco. Una tavola di sua mano è nella Chiesa di Vicchio in Mugello rappresentante il Rosaio [633] della gloriosa Vergine; un’altra di detto misterio ne è in Peccioli nella chiesa de’ frati di San Domenico. A Chiusure, in quel di Siena, nella Pieve de’ frati di Montuliveto ha dipinto una facciata d’un Cristo di chiaro oscuro, entrovi il Giudicio Universale et in una cappellina, che è nel mezo Cristo in atto di giudicare e sopra la porta di detta Pieve un Cristo morto. In Chianti, nella chiesa di Brolio, per li Ricasoli ha lavorato tre cappelle a fresco, nella prima è la Vergine col figliuolo in collo et altre figure, nella seconda alcuni dottori della chiesa che disputano e nella terza alcune sante per sodisfacimento de’ padroni. In Valdelsa nella pieve di San Brancazio fece una tavola non molto grande, in cui è figurata la Reina de’ Cieli con alcuni Santi. Nel monasterio delle monache di Lapo fuor di Firenze è di suo una tavola dimostrante nella parte bassa la Madonna col figliuolo et alcuni Santi e nella parte più alta Dio Padre in mezo al Paradiso. A Messina in tre volte ha mandato molte sue opere: la prima fu una tavola per la chiesa grande, in cui aveva dipinto la Nostradonna con Giesù, due angeli et alcuni santi; la seconda un quadro di tre braccia della adorazione de’ Magi e la terza dodici istorie di San Giovambatista a olio in tela, che sono state poste nella chiesa de’ Fiorentini, i quali avevan mandato a Firenze a farle fare. Dipinse poscia due quadri, nell’uno ritrasse Antonio del Bene in abito di Gonfaloniere con un paggio a lato, [634] che tiene in mano uno stendardo dell’insegna della città e nell’altro fece una Firenze e questi furono mandati in Francia. In Pistoia è di sua mano lavorata a fresco una cappella nella Madonna della Umiltà, dove sono undici istorie della vita della gloriosa Vergine e nella tavola a olio è una Nunziata et il Paradiso con angeli e con Dio Padre e parimente è fatta da lui in detta città la tavola dell’Assunta con gli apostoli posta nella Madonna del Letto. A Vernio nella badia per lo Signor Pierantonio de’ Bardi ha fatto una tavola della Concezzione con molte figure e vi è ritratto di naturale ginocchioni tutto armato esso Signor Pierantonio. In Firenze sono di sua mano queste opere: una tavola nella Compagnia di Santa Brigida entrovi un Cristo in croce con quattro Santi; in San Niccoló oltr’Arno n’una cappella fatta con suo disegno la tavola, in cui è effigiata la Vergine, che riceve l’angelico saluto. In San Brancazio la tavola dell’istoria di San Bastiano; nel monasterio della Crocetta in testa dell’orto n’una cappella dipinta a fresco la Resurrezzione di Cristo con molte figure in variate attitudini; in Santa Croce alla Cappella de’ Corsi la tavola, in cui si vede Cristo alla colonna con molte figure benissimo accomodate et una prospettiva fatta con arte grandissima et è divero quest’opera degna di considerazione per esser bene osservata in ogni parte e la migliore, che abbia fatto Alessandro. Nella medesima chiesa alcuni quadri a oilo posti [635] a una colonna con istorie della Madonna e l’ornamento col padiglione et angeli a fresco, che sono sopra la Nunziata di Donatello. Ha nel suo scrittoio il Serenissimo Gran Duca Francesco un quadro fatto da lui a concorrenza con gli altri pittori, in cui si veggono tutti i modi del lavorare de gli orefici contrafatti molto vivamente. Un altro suo quadretto di figure piccole dimostranti la stagione del verno si trova nello scrittoio del Cavaliere Gaddi, al quale ha fatto ancora molte altre pitture in certi fregi nella sua casa nuova del giardino. Nel mio scrittoio sono di sua mano due quadri di bellissime prospettive, i quali io gli feci fare per accompagnare certi quadri di Francesco Salviati e mi dipinse etiandio il palco della detta stanza, dove sono le nove muse, l’istoria di Zeusi quando prese le belle parti di più fanciulle a Crotone per figurarne la sua nominata Venere e molte grottesche.»

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