di
Francesco Fiumalbi
In
questo post sono raccolte tutte le informazioni disponibili
riguardanti la piccola chiesetta di San Lorenzo a “Nocicchio”
(titolo completo SS. Lorenzo Martire e Andrea Apostolo),
che si trova a mezza costa, lungo uno dei percorsi che dalla pianura
si protendono verso l'abitato sanminiatese. Si tratta di una strada
molto antica, che metteva in comunicazione San Miniato con la
viabilità principale della fascia pedecollinare (la via
Pisana, ovvero l'attuale Strada
Statale n. 67 Tosco-Romagnola Est) per poi proseguire in direzione di
Roffia (attuale via Erti) e quindi verso uno dei porticcioli lungo
l'Arno. Una strada molto transitata (anche perché meno ripida di altre), e vicino alla quale andò costituendosi una piccola comunità che ebbe come riferimento la chiesa di San Lorenzo.
Foto
di Francesco Fiumalbi
L'ORIGINE
E LE PRIME ATTESTAZIONI
L'origine
della chiesa di San Lorenzo, così come di molti altri edifici
religiosi nel territorio sanminiatese, non è conosciuto. Dai
documenti attualmente a disposizione non è possibile stabilire le
vicende che portarono alla sua fondazione.
I
primi elenchi delle chiese suffraganee della Pieve di San Genesio,
compaiono nelle due bolle pontificie, inviate da Celestino
III nel 1195 (01)
e da Innocenzo III nel 1205 (02)
ai pievani Gregorio e Bonaccorso rispettivamente. In questi documenti
è indicata, per la prima volta, la Ecclesiam
Sancti Laurentii de Nocida.
Quindi, già alla fine del XII secolo, doveva essere presente la
chiesa a cui faceva capo anche piccolo insediamento lungo la strada,
Nocicchio,
e
un “popolo” più o meno sparso, costituito dagli abitanti della
zona circostante.
Nell'atto
formale della ben nota richiesta di traslazione del fonte battesimale
dalla pieve di San Genesio alla chiesa di Santa Maria del Castello di
San Miniato (oggi Cattedrale) datato 1236, compare il nome del primo
rettore della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio di cui si abbia
notizia. Si tratta del presbitero Guido che, al pari degli altri
intervenuti, portò la testimonianza circa la situazione di forte
decadenza in cui versava la pieve e, fra le altre cose, e dichiarò
di essere de Nocicchio et apud eadem moram e residentiam facio
(03).
Probabilmente era presente, oltre alla chiesa, anche una abitazione
annessa, o comunque in prossimità, atta ad ospitare la residenza del
sacerdote.
Pochi
anni dopo, il 17 aprile del 1243, il Capitolo dei Canonici della
Cattedrale di Lucca (da cui dipendeva anche il territorio
sanminiatese fino all'erezione della Diocesi nel 1622) confermò al
prete Ardovino il governo della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio,
ordinando contestualmente l'immissione al relativo beneficio (04).
Come avveniva spesso nelle chiese più piccole, collocate nelle aree
periferiche della Diocesi lucchese, era “il popolo curato” (oggi
si direbbe i “parrocchiani”, gli abitanti della parrocchia) ad
individuare ed eleggere il sacerdote. In questi casi si parla di
chiese cosiddette di “libera collazione”. Il Vescovo, o comunque
il Capitolo dei Canonici, a cui spettava comunque l'ultima parola,
poteva confermare o ribaltare la decisione del “popolo”. In
quest'ultimo caso poteva proporre egli stesso una rosa di candidati o
rimandare nuovamente la scelta ai parrocchiani. Oggi può sembrare
una pratica inconcepibile, ma all'epoca al governo della chiesa era
legato il “beneficio”, ovvero quell'insieme di beni e di rendite
che andavano a costituire il patrimonio della parrocchia, utile al
sostentamento del sacerdote ed a coprire le varie spese. Più era
grande questo patrimonio e più era facile individuare un prete
disposto ad insediarsi. Come vedremo in seguito la scarsità delle
rendite della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio provocherà non pochi
problemi. In ogni caso, il “beneficio” era frutto di secoli di
donazioni e di gestione, e in alcuni casi poteva raggiungere una
dimensione ed una articolazione davvero ragguardevoli. Era quindi un
aspetto molto delicato, da trattare con la massima attenzione. Il
“peso” del popolo curato nella scelta del sacerdote trova quindi
facile spiegazione perché, di fatto, quel “patrimonio” da
gestire lo avevano costituito i parrocchiani stessi. Parrocchiani che
non dovevano essere tantissimi, ma comunque abbastanza per essere
qualificati come “villa”
negli Statuti del
1337, insieme a Monteregiana, Poçço et Sancto Pietro,
quindi tutta la fascia pedecollinare nord-orientale ai piedi di San
Miniato (05).
Con
atto del 17 febbraio 1424, la chiesa di San Lorenzo a Nocicchio,
rimasta vacante per la morte di prete Orso, e vista l'impossibilità
di trovare un nuovo rettore per l'esiguità delle rendite, fu unita
pro tempore dal
Vescovo, con il consenso del Capitolo dei Canonici, alla chiesa di
Sant'Andrea de
Castro Cigoli,
oggi scomparsa, situata nei pressi di San Miniato. Nell'atto venne
specificato che l'unione avrebbe mantenuto la sua validità fintanto
che prete Jacopo di Ranieri sarebbe rimasto rettore della parrocchia
(06).
Pochi
anni dopo, nel 1446 il sacerdote Lazzaro di Bartolomeo da San
Miniato, rettore della chiesa di S. Lorenzo a Nocicchio, compare fra
i testimoni dell'atto, redatto presso il palazzo vescovile di Lucca,
con cui veniva proposto prete Marcovaldo di Ser Giorgio da San
Miniato al Vescovo Baldassarre Manni per la chiesa,
oggi scomparsa, dei SS. Jacopo e Filippo di Pancole. Lo stesso
Lazzaro di Bartolomeo che nel 1448 fu nominato rettore della chiesa
di Sant'Andrea a Reggiana o di Castro Cigoli situata nei pressi di
San Miniato (07).
Evidentemente, come risulta dalla visita pastorale del 1466, le due
chiese di San Lorenzo e di Sant'Andrea si trovarono nuovamente unite
come nel 1424, a seguito della morte del prete Orso, e come avverrà
in seguito.
Sezione
B, “Colline adiacenti alla Cittò”, foglio n. 5
Archivio
di Stato di Pisa, Catasto Terreni, Mappe, San Miniato, n. 6
Immagine
tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione
Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per
gentile disponibilità. Info
Crediti e Copyright
LE
VISITE PASTORALI DAL '400 E DEL '500
Mons.
Stefano Trenta, eletto da poco Vescovo di Lucca, si recò nel marzo
del 1450 in visita pastorale a San Miniato, in cui si trattenne per
circa una settimana. Di questa circostanza sono rimasti solo alcuni
atti e nessuno di questi è relativo alla chiesa di San Lorenzo (08).
Una nuova visita pastorale si tenne a pochi anni di distanza, nel
1466. Il visitatore apostolico, il frate domenicano Matteo da
Pontremoli, giunse alla ecclesie Sancti Laurentii de
Nocichio il 10 settembre, dopo
aver fatto tappa alle chiese di Santa Maria al Fortino, SS. Jacopo e
Lucia (San Domenico) e di San Biagio. Presso la chiesa di San Lorenzo
fu accolto dal prete Lazzaro di Bartolomeo che esibì l'atto di
nomina a rettore. La parrocchia godeva di un beneficio stimato in 32
staia di grano, 16 staia di biada, 12 barili di vino e un barile
medio di olio. La chiesa aveva due altari laterali: il primo era
dedicato a Sant'Antonio Abate, la cui cappellania era affidata al
sacerdote Domenico Masi (pur essendo privo del “titolo”) per un
valore di 12 staia di grano; il secondo era dedicato a Sant'Urbano ed
era tenuto dal chierico Jacopo di Antonio per un valore di 12 staia
di grano e di 12 barili di vino. Il prete Lazzaro di Bartolomeo fu
indicato come bonus pastor & satis ignarus
(09).
Un'altra
visita pastorale riguardante le chiese sanminiatesi avvenne nel 1575.
Gli atti della visita presentano diversi motivi di interesse, poiché
in tale occasione vennero impartite le nuove disposizioni emerse con
il Concilio di Trento (1545-1563) (10).
Il visitatore apostolico Mons. Giovanni Battista Castelli, già
Vescovo di Rimini, giunse alla chiesa di San Lorenzo a Nocicchio fu
accolto dal rettore Antonio Ricci da San Gimignano, che dichiarò di
non risiedere presso la chiesa. Furono impartite diverse indicazioni
in merito all'arredo liturgico, oltre alla costruzione di una nuova
recinzione all'attiguo cimitero. Furono registrati i due altari,
dedicati a Sant'Antonio (da usare per le celebrazioni vespertine) e a
Sant'Urbano che, insieme a quello principale, sarebbero dovuti essere
ricostruiti in pietra. Infine il visitatore dispose la privazione
dell'ufficio della parrocchia al sacerdote Antonio Ricci se entro un
mese non avesse provveduto a risiedere stabilmente presso la chiesa.
Una situazione analoga fu trovata dal visitatore anche nelle vicine
chiese di San Pietro alle Fonti e di Sant'Andrea di Castro Cigoli
(11).
vista
dalla strada che va da San Pietro alle Fonti a Pancole
Foto
di Francesco Fiumalbi
L'UNIONE
CON SAN PIETRO ALLE FONTI E SANT'ANDREA DI REGGIANA
I
sacerdoti di San Lorenzo a Nocicchio e di San Pietro alle Fonti,
disattesero le disposizioni fissate da Mons. Castelli durante la
visita e vennero allontanati dai rispettivi incarichi, lasciando le
due parrocchie vacanti. Nel dicembre 1578, con atto registrato nella
Cappella di San Regolo nella Cattedrale di Lucca, il Vescovo Mons.
Alessandro Guidiccioni “Il Vecchio”, ascoltata la supplica di
Pietro di Francesco Buonaparte e di Giovanni di Francesco Buonaparte,
rappresentanti rispettivamente dei popoli di San Lorenzo a Nocicchio
e di San Pietro alle Fonti, sancì l'unione ad
perpetuum delle
due chiese parrocchiali con quella di Sant'Andrea de
Castro Cigoli extra et prope terre Sancti Miniatis.
Come specificato nel documento, l'annessione fu possibile grazie al
fatto che le chiese distavano fra loro non più di un terzo di miglio
e contavano pochi parrocchiani, stimati in circa duecento anime
ciascuna. Le tre parrocchie, così unificate, furono affidate a prete
Francesco di Leonardo Ansaldi, già rettore di Sant'Andrea. Accertato
il fatto che non esistevano canoniche nei pressi delle tre chiese, fu
fatto obbligo al sacerdote di costruire una casa, entro tre anni, nei
pressi della chiesa di San Lorenzo a Nocicchio, che stava in
posizione centrale rispetto alle altre ed avrebbe offerto una
maggiore comodità negli spostamenti, in modo che non venisse
trascurata la cura d'anime. Il Vescovo fissò anche il censo annuo
consistente in due libbre di cera bianca, da corrispondere alla mensa
episcopale nel mese di settembre, in occasione della festività della
Santa Croce (12).
Da
questo momento in poi e fino al 1704 le tre chiese costituirono
un'unica entità parrocchiale. Di
pochi anni posteriore è invece la carta n. 655 delle Piante
di Popoli e Strade redatte
dai Capitani di Parte Guelfa, dal titolo Popolo
di S. Lorenzo Inocichio,
redatta fra il 1580 e il 1592 (13).
Questo documento è interessante in quanto mostra quelli che erano i
confini della parrocchia di San Lorenzo. A Nord, oltrepassava la
strada Pisana
(attuale Tosco Romagnola) e confinava con Santa Maria a Soffiano
(Ontraino), San Michele di Roffia e San Pietro alle Fonti, adiacente
anche per tutto il tratto orientale. Ad ovest e a Sud i confini erano
invece con Sant'Andrea a Reggiana.
DAL
'600 AL '700 E LA SCISSIONE DA SAN PIETRO ALLE FONTI
Il
28 ottobre 1619 la chiesa fu visitata dal Vescovo di Lucca Mons.
Alessandro Guidiccioni “Il Giovane”. Ad accoglierlo il rettore
Giulio Buonaparte, di sessant'anni d'età, che abitava all'interno
del centro abitato di San Miniato non essendo presente una canonica.
A Nocicchio il Vescovo stabilì che fosse costruita quanto prima la
canonica, richiamando quanto disposto nel 1578. Inoltre ordinò che a
San Lorenzo si conservasse il SS. Sacramento e che a tal proposito
fosse traslato il tabernacolo presente nella chiesa di Sant'Andrea.
Vennero inoltre registrate le due cappelle presenti, una dedicata a
Sant'Antonio, di patronato dei Buonamici e il cui rettore era Don
Pietro Conte, e l'altra a Sant'Urbano, il cui titolare era il nobile
Simone Rustici (14).
Nel
1649 la cura delle tre parrocchie riunite (San Lorenzo, San Pietro e
Sant'Andrea) venne affidata a prete Jacopo Gucci da San Miniato, il
quale perì l'11 gennaio del 1673. Essendo le tre chiese di patronato
e collazione del popolo, il successivo 16 gennaio si aprì un
complesso procedimento che portò all'indicazione del nome da
sottoporre all'approvazione del Vescovo. Presso la chiesa di San
Lorenzo a Nocicchio si radunarono, in un'unica assemblea, i
rappresentanti dei tre popoli: 24 persone da Sant'Andrea, 23 da San
Lorenzo e 20 da San Pietro. Presenti anche Giovanni Cini, Giudice del
Vicario di San Miniato, assieme a Bastiano Guarini che ricopriva la
carica di Cancelliere. L'assemblea individuò come nuovo rettore Don
Bonaventura Burrini, sacerdote di San Miniato, che fu confermato con
atto del 24 maggio 1673 (15).
Il
Vescovo di San Miniato Mons.
Carlo Maria Visdomini Cortigiani visitò la chiesa di San Lorenzo
a Nocicchio il 9 giugno del 1684, accolto dal sacerdote Bonaventura
Burrini. Dagli atti risulta che l'altare maggiore, al di sopra del
quale campeggiava l'immagine della Beata Vergine Maria, era
affiancato ai lati da due statue raffiguranti San Lorenzo e
Sant'Andrea. Inoltre la cappellania di San Pietro in Vincoli,
originariamente nella chiesa di Sant'Andrea e il cui rettore era
Camillo Benci, viene indicata all'interno della stessa chiesa di
Nocicchio, in cui figuravano, come nelle visite precedenti, quelle
dedicate a Sant'Antonio Abate e a Sant'Urbano (16).
Alla
fine del '600, venuta meno di fatto la chiesa di Sant'Andrea di
Castro Cigoli (la chiesa fu addirittura venduta e demolita) rimasero
solamente le due chiese di San Lorenzo a Nocicchio e di San Pietro
alle Fonti, unite assieme.
Il
13 agosto 1704 venne a mancare il sacerdote Bonaventura Burrini. Si
aprì un procedimento che alla fine vide la scissione della
parrocchia di San Pietro alle Fonti dalla chiesa ormai indicata come
dei SS. Lorenzo e Andrea di Nocicchio, essendo molto
accresciuti i fuochi e l'anime dei Popoli di dette Chiese.
Mons. Francesco Poggi, da poco Vescovo di San Miniato, con decreto
del 10 ottobre 1704 ordinò che venisse fatta la stima delle rendite
economiche delle chiese (17).
Dunque,
la cura di Sant'Andrea rimase unita alla vicina parrocchiale di San
Lorenzo a Nocicchio che, ancora oggi, porta il titolo dei SS.
Lorenzo Martire e Andrea Apostolo.
Il nuovo sacerdote chiamato a reggere la parrocchia nel 1705 fu
Raffaele Cardi Cigoli (18).
NOTE
E RIFERIMENTI
(01)
G. Lami, Charitonis
et Hippophili Hodoeporici pars prima,
in Deliciae eruditorum
seu veterum anekdoton opusculorum collectanea,
Tomo X, Firenze, 1741, pp. 164-173; J. P. Migne, Patrologie
Cursus Completus sive bibliotecha universalis, integra, uniformis,
commoda, aeconomica, omnium SS. Patrum, Doctorum scriptorumque
ecclesiasticorum
(Patrologia Latina), Vol. 206, n. CCV, coll. 1085-1086.
(02)
G. Lami, Charitonis
et Hippophili... Cit.,
pp. 175-176; J. P. Migne, Patrologie
Cursus... Cit.,
Vol. 217, n. CCXVII, coll. 149-152.
(03)
Archivio Arcivescovile di Lucca
(d'ora in poi AAL), †† F.91; G. Concioni, Le
vicende di una pieve nella cronologia dei suoi pievani. San Genesio
di Vico Wallari 715-1466, Accademia Lucchese di Scienze, Lettere
e Arti, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 2010, pp. 35-36.
(04)
AAL, Libro
segnato LL,
n. 19, c. 29v; cfr. G. Concioni, Le
vicende di una pieve... cit.,
p. 42.
(05)
F. Salvestrini (a cura di),
Statuti del Comune di San
Miniato al Tedesco (1337),
Comune di San Miniato, Edizioni ETS, Pisa, 1994, Libro V, rubr. 16
<17>, p. 423.
(06)
AAL, Libri
Antichi di Cancelleria,
n. 86, f. 104; cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli. Una chiesa scomparsa nel suburbio di San Miniato,
in «Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San
Miniato», n. 80, San Miniato, 2013, p. 416.
(07)
AAL, Sacre
Visite, n. 9, c. 256;
cfr. G. Concioni, Le
vicende di una pieve...
Cit., pp. 80, 90.
(08)
AAL, Sacre Visite,
n. 7, cc. 37r e 37v; G. Concioni, Le
vicende di una pieve...
Cit., pp. 64-65.
(09)
AAL, Sacre
Visite,
n. 9, c. 260; ed. G.
Concioni, Chiese,
clero e cura d'anime in Diocesi di Lucca nella visita pastorale del
domenicano Matteo da Pontremoli (1465-1467),
Vol. 2, Accademia Lucchese di Scienze, Lettere e Arti, Maria Pacini
Fazzi Editore, Lucca, 2012, pp. 123-124.
(10)
Seppur in maniera incompleta,
gli atti relativi alla visita di alcune chiese e conventi di San
Miniato sono stati pubblicati in E. Coturri, La
«visita» del visitatore apostolico Mons. Castelli alle Chiese ed ai
luoghi pii di San Miniato nell'anno 1575,
Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato,
n. 33, 1961, pp. 7-43.
(11)
AAL, Sacre
Visite, n. 26, cc.
247v-248r; cfr. .
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 417.
(12)
Archivio Curia Vescovile di San
Miniato, Acta
Beneficialia, n. 315,
fasc. 5. Le informazioni sono desunte dalla copia dell'atto,
realizzata nel 1704 per la separazione della chiesa di San Pietro
alle Fonti dalla chiesa dei SS. Lorenzo e Andrea di Nocicchio. E'
indicato come Copia
dell'atto contenuto nel libro delle Collazioni dei benefici del
Vescovato Lucchese iniziato nell'anno 1578 al foglio 120;
cfr. F. Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 418.
(13)
G. Pansini (a cura di), Piante
di Popoli e Strade, 2
voll., Archivio di Stato di Firenze, Olschki, 1989, volume II, C.
653.
(14)
ACVSM,
Visite
Pastorali,
n. 53, c. 160v; cfr. F.
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 419.
(15)
ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 305, f.
64; n. 307, f. 33; cfr. F.
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 420.
(16)
ACVSM, Visite
Pastorali, n. 61, cc.
554-556. La Cappella di San Pietro in Vincoli nel 1783 sarà
conferita al chierico Dario Santarnecchi (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 347, f.
3) e nel 1818 a Luigi Dani (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 362, f.
47). Anche l'altro altare, dedicato a San Leonardo, seppur non
rammentato negli atti della visita, fu traslato a Nocicchio. Nel 1728
fu nominato rettore Giovanni Battista Tellucci (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 327, f.
15), nel 1740 Domenico Agostini originario di Livorno (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 328, f.
11), nel 1750 Tommaso Fiamminghi (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 333, f.
8) e il cui giuspatronato fu ceduto a favore del sig. Pietro Nucci
(ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 356, f.
22) e nel 1815 a Francesco Salvi (ACVSM, Acta
Beneficialia, n. 360, f.
8); cfr. F.
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 420.
(17)
ACVSM, Acta
Beneficialia,
n. 315, f. 5; cfr.
F.
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
pp. 420-421.
(18)
ACVSM, Acta
Beneficialia,
n. 315, f. 23; F.
Fiumalbi, Sant'Andrea
di Castro Cigoli... Cit.,
p. 421.
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