sabato 23 settembre 2017

LA LETTERA DEL VESCOVO GIUBBI DEL 27 AGOSTO 1944 - LA STRAGE E LO STRAZIO PERSONALE

di Giuseppe Chelli e Francesco Fiumalbi
Articolo originariamente pubblicato su "La Domenica" del 23 luglio 2017 (supplemento a "Toscana Oggi")

A fine agosto 1944 gli eserciti americano e tedesco si fronteggiavano sull'Arno. Il territorio sanminiatese era sotto il controllo statunitense: gli Alleati erano arrivati il 24 luglio e i combattimenti si erano spostati in pianura, per stabilizzarsi lungo le rive del fiume che fu oltrepassato solamente il 1 settembre. La popolazione era stremata da due mesi di guerra: oltre 200 vittime civili nel solo Comune di San Miniato – fra cui le 55 della strage del Duomo – centinaia di feriti, migliaia di sfollati, generi alimentari e medicinali introvabili.

E' in questo contesto che si inserisce la lettera del Vescovo Ugo Giubbi al Card. Elia Dalla Costa Arcivescovo di Firenze. Si tratta di un documento rimasto finora inedito, ma di grande valore poiché rende testimonianza del clima durante il passaggio della guerra, la difficilissima situazione delle parrocchie nella Diocesi di San Miniato, ma anche il dramma personale dello stesso Mons. Giubbi, che turbò il suo spirito fino alla morte.

Il Vescovo sanminiatese fu vittima di una gravissima volgata diffamatoria: fu accusato di complicità con i tedeschi nell’eccidio del Duomo di San Miniato, avvenuto il 22 luglio 1944. Nella lettera riferisce anche di questo drammatico episodio, che invece fu causato da un colpo di artiglieria statunitense. Già nel 1945, il Giudice Giannattasio – chiamato a redigere le conclusioni dell'inchiesta promossa dall'Amministrazione Comunale – aveva chiarito che «Le autorità religiose, che si sostituirono alla autorità civili mancanti, dettero alla popolazione ogni assistenza spirituale e materiale, comunicando ai cittadini gli ordini che il comando germanico trasmetteva verbalmente. Mons. Vescovo non si trovò presente nella Cattedrale nel momento più doloroso, perché si era recato a celebrare la Messa nella cappella del rifugio, ma era stato fino a poco tempo prima fra i fedeli a pronunciare parole di incoraggiamento, ed incitare alla preghiera e appena possibile, ritornò nella Cattedrale, ove altri sacerdoti impartivano l'assoluzione ai morenti e davano soccorso ai feriti. L'opera che il Clero di S. Miniato svolse in quei tristissimi giorni è superiore ad ogni elogio».

L'animo del Vescovo invece è turbato per la consapevolezza di essere stato, seppur indirettamente, «strumento di questo eccidio per aver impartito ordini che mi furono fatti impartire per la salvezza della popolazione e che se fossero stati eseguiti subito con fede e disciplina, io penso, sarebbero riusciti allo scopo». Questo è il passaggio chiave della lettera.

Per comprendere il significato delle parole di Mons. Giubbi, occorre ricordare che alla metà di luglio 1944 la 14° Armata tedesca venne disposta sulla linea dell'Arno e scattò l'ordine di evacuazione della popolazione. Proprio in quei giorni i tedeschi avevano iniziato a minare le abitazioni sanminiatesi, dovevano tenere sotto controllo un ampio territorio e fronteggiare, oltre agli Alleati, anche bande di partigiani. Desideravano avere campo libero, non tanto per l'incolumità dei civili, quanto per la sicurezza e la gestione dei propri soldati che agivano in reparti ridotti e avevano subito alcune aggressioni. Lo stesso Vescovo, interrogato il 1 ottobre 1944 dalla Commissione d’Inchiesta, riferì che «La sera del 18 luglio all’imbrunire, venne in Episcopio un soldato tedesco... ad avvertire che bisognava sgomberare.... Lo feci riflettere... che la popolazione era molta, l’ora era tarda e che era un voler mandar via alla cieca le persone e un volerle mettere in pericolo...».

Nelle parole del Vescovo c’è il rammarico per non aver dato seguito all’ordine di evacuazione del 18 luglio, ma di aver fatto rispettare quello del 22 luglio: radunare la popolazione in piazza dell'Impero e in piazza del Duomo, per poi farla entrare in San Domenico e in Cattedrale, dove di lì a poco sarebbe avvenuta la strage. La frase deve essere letta in questo modo: se gli ordini di evacuazione del 18 fossero stati eseguiti “subito con fede e disciplina, io penso, sarebbero riusciti allo scopo”. Ma chi poteva immaginare quello che sarebbe accaduto, che un colpo d'artiglieria americana sarebbe penetrato nella Cattedrale?

Dunque nella lettera ricostruisce con lucidità l’evoluzione degli avvenimenti precedenti la strage, le difficoltà incontrate dalle indagini, ma esprime anche il suo grande dolore. Il suo animo non è turbato dalla calunnia, che pur cominciava a circolare e che sopportò con la serenità dell’innocente, ma proprio dall’essere stato un protagonista determinante di quel giorno, «che non si potrà dimenticare giammai e che, credo, mi abbia tolto per sempre il sorrido dal cuore e dal volto».

Pur cercando di operare al meglio per la sua gente, di fronte allo strazio personale per essersi ritrovato, suo malgrado, coinvolto in una vicenda drammatica di tali proporzioni, ecco la decisione di abbracciare la Croce e di offrire a Cristo le proprie sofferenze, come scrisse nel diario personale il 25 settembre 1944: «Io voglio lasciare tutto nelle mani di Gesù. Sopportare questa menomazione del mio nome [...] per sconto dei miei peccati e non lasciarmi distrarre da ciò che è il mio dovere, sia personale: ricercare Gesù, fino a farne veramente la mia vita, sia di ufficio: curare, meglio che non abbia fatto fin qui, la diocesi [...]. Gesù penserà a me! Io cercherò di amare Lui. E le sofferenze le offro a Gesù, per le anime, per la diocesi, per sconto dei miei peccati». E con la lettera si comprendono meglio anche le parole pronunciate dal Card. Dalla Costa per ricordare Mons. Giubbi ad un mese dalla morte nel 1946: «Uomo semplice e retto e ricco di timor di Dio, mentre non conobbe che il dovere, in tutto e sempre guidato da quella fede che fu il sole illuminatore della sua vita, coronata dall'amaro assenzio della tribolazione e dalla preziosa morte dei giusti. Sia in pace e benedizione la sua memoria». (da Il segreto del vescovo Giubbi: pastore della diocesi di San Miniato dal 1928 al 1946, a cura di Mons. Fausto Tardelli, Diocesi di San Miniato, Supplemento al n. 33 di Toscana Oggi del 24/09/2006)

Inoltre, dal testo della lettera, si apprende anche lo stato materiale delle parrocchie della Diocesi: la Cattedrale gravemente danneggiata, così come il Seminario e l'Episcopio. Le chiese di Roffia e San Pierino praticamente distrutte, oltre all'uccisione del parroco di Montopoli.

La Cattedrale di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Di seguito il testo integrale della Lettera, conservata presso l'Archivio Arcivescovile di Firenze, Fondo della Cancelleria Vescovile, Sezione 3 Corrispondenza degli Arcivescovi, anno 1944, busta n. 24.:

S. Miniato, 27.VIII.'44
Eminenza,
mi approfitto di P. Simi che torna a Firenze (è la prima occasione che mi si presenta) per dirvi sua pure, in succinto, alcune notizie di S. Miniato e del gravissimo fatto del 22 luglio. Per la prima parte del fatto vi rimetto una copia di una dichiarazione che mi fu chiesta. In seguito alla battaglia varie cannonate caddero in Cattedrale ed una (se fosse una cannonata o un ordigno esplosivo, come si dice, soltanto un esperto in materia, neutrale e coscienzioso, può stabilire) vi produsse la strage di una 80na di persone: circa 30-35 morte sul colpo o dopo poco e altre decedute in seguito alle ferite, tutte non lievi, e non potute curare per insufficienza di mezzi. Creda, Eminenza, che fu una giornata indescrivibile, che non si potrà dimenticare giammai e che, credo, mi abbia tolto per sempre il sorrido dal cuore e dal volto. Il Signore permise che io fossi, assolutamente ignaro di quanto sarebbe avvenuto, (altre battaglie erano avvenute sopra la città e la popolazione era stata lasciata nei propri rifugi) indirettamente strumento di questo eccidio, per avere impartito ordini che mi vennero fatti impartire “per la salvezza della popolazione” e che, se fossero stati eseguiti subito con fede e disciplina, io penso, sarebbero riusciti allo scopo. Ma basta di questo e che il Signore accolga lo strazio dei feriti, la morte di tanti poveretti, e il dolore dei rimasti, per un ritorno dei fedeli a Dio! Guai a noi se tanto dolore e questo comune gastigo, non raggiungesse l'effetto di bene che Dio ne vuol trarre.
La Cattedrale è stata nuovamente e gravemente colpita. Delle Chiese Parrocchiali di città, una sola, per ora, è salva; le altre tutte più o meno segnate. Quella di S. Stefano, la più sciupata, si può dire semidistrutta. Il Seminario e il Palazzo Vescovile hanno subito danni gravi. Nella Diocesi (per quello che ho potuto sapere) quasi tutte le Chiese e le canoniche bersagliate. Alcune del tutto distrutte (2) ed altre 4 o 5 semi-rovinate, fra le quali (per 3/4 crollata col campanile e la casa canonica) quella che V. Em. Inaugurò due anni orsono, a S. Pierino. Di molte di queste furono minati i campanili, i quali portarono con sé il crollo della chiesa. Per ora, un solo Parroco, morto per una cannonata. Ma non ho affatto notizie di una 30na di parrocchie che si trovano al di là dell'Arno.
Qui ci troviamo in una condizione sempre più difficile per lo stillicidio continuo di cannonate che pretendono di colpire militari e postazioni americane e colpiscono civili e case di abitazione.
E di là dall'Arno è la stessa cosa (non è difficile indovinarlo) per i colpi che partono di qua.
E tutto questo: cui bono? Cui bono? Se almeno portasse al miglioramento dei popoli! Mentre il Comunismo e l'irreligiosità, e l'odio hanno cominciato a serpeggiare e far breccia nelle anime e nei cuori, stanchi ed esasperati, ma molto: illusi. Che il Signore ci usi misericordia e che noi possiamo meritarcela!
Ho saputo qualche cosa di Firenze città, poco o nulla della V. Diocesi, sempre ancora sotto questo rullo distruttore, ma quello che ho saputo, mi basta per poter indovinare il Vostro Dolore e l'animo Vostro straziato. Quindi mi scuso se Vi ho tediato con i miei sfoghi.
Vi chiedo una preghiera per me, per la mia Diocesi, per i miei Preti, perché siano all'altezza della loro missione specialmente in questo momento.
E anch'io ho pregato e pregherò per Voi e le Vostre intenzioni, mentre, baciandovi la S. Porpora, mi confermo Vostro in G. C.
+ Ugo Giubbi
Scusatemi la fretta, con la quale ho dovuto scrivere questa lettera.

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lunedì 18 settembre 2017

LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

a cura di Francesco Fiumalbi

INTRODUZIONE In questo post parleremo dell'epigrafe dedicata ai Caduti della Prima Guerra Mondiale che si trova collocata sul fronte laterale della ex-chiesa della Crocetta, che si affaccia su via Giosuè Carducci a San Miniato.

STORIOGRAFIA L'iscrizione si trova fra quelle censite da Anna Matteoli nel Corpus delle iscrizioni sanminiatesi e fra le Lepidi e monumenti celebrativi in San Miniato (seconda parte) catalogati da Manuela Parentini e Delio Fiordispina in «Bollettino dell'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato», n. 80, 2013, pp. 471-473.

La chiesa della Crocetta
Foto di Francesco Fiumalbi

L'EPIGRAFE E I RESTAURI Fu collocata e inaugurata il 25 settembre 1921, a seguito del “ripristino” della chiesa della Crocetta, che era servita come lazzeretto e magazzino militare. La chiesa fu rinnovata completamente nell'apparato decorativo, per volontà del parroco Almachide Profeti e con l'intervento pittorico del Can. Francesco Maria Galli Angelini. Tale sistemazione è poi andata perduta nei decenni successivi, per cui oggi non è più apprezzabile.

LA CERIMONIA La cerimonia si svolse in due momenti: al mattino la celebrazione di ribenedizione dell'edificio religioso, alla presenza del Vescovo Mons. Carlo Falcini, e la sera lo scoprimento dell'epigrafe, con ricevimento e messa in suffragio dei caduti e l'intervento dell'ex cappellano militare Can. Genesio Chelli.

L'epigrafe sulla chiesa della Crocetta
Foto di Francesco Fiumalbi

IL TESTO Di seguito il testo dell'iscrizione. Cliccando sui nominativi è possibile accedere alla pagina dedicata a ciascuno con le relative note biografiche disponibili.

I NOMI DEI VALOROSI DEL POPOLO DELLA CROCETTA
CHE NELLA IV. GUERRA PER L'INDIPENDENZA
GLORIOSAMENTE MORIRONO
PERCHE' I VIVI RAFFERMASSERO LA FEDE
DISCIPLINASSERO I VOLERI AGGUERRISSERO LE FORZE
PER L'AVVENIRE GIURATO DELLA PATRIA ITALIANA
--------------
BADALASSI ROBERTO 9 SETT. 15
VITALI GIULIO 28 OTT. 15
CASTALDI LUIGI 11 NOV. 15
GAZZARRINI AUGUSTO 12 NOV. 15
GAZZARRINI EMILIO 13 DIC. 15
GIGLIOLI GIOVANNI 27 GENN. 16
NACCI VIRGILIO 15 APR. 16
MARCHI MARIO 21 MAGG. 16
BADALASSI GIUSEPPE 1 LUGL. 16
CAMPIGLI DIONISIO 5 AGOS. 16
BAGNOLI VIRGILIO 11 NOV. 16
ULIVIERI SILVIO 8 MARZ. 17
CIAMPINI GIUSEPPE 20 AGOS. 17
GHERARDINI REMIGIO 24 OTT. 17
SCARSELLI SANTI 24 OTT. 17
OSTINATI ULTIMO 17 NOV. 17
TELLESCHI PIETRO 17 NOV. 17
GIORGI ADRIANO 29 NOV. 17
BUGGIANI VITTORIO 12 DIC. 17
MORELLI GABBRIELLO 4 FEBB. 18
FRESCHI DARIO 8 MARZ. 18
GIGLIOLI LUIGI 12 APR. 18
SANTINI PIETRO 20 AG.18
ROSSI LUIGI 24 SETT. 18
BASSI AMADIO 30 SETT. 18
VITALI NELLO 3 NOV. 18
TURBINI GUIDO 4 NOV. 18
FIUMALBI PRIMO 18 NOV, 18
TONI FAUSTINO 19 DIC. 18

MCMXXI

LA NOTIZIA SUI PERIODICI DEL TEMPO Della cerimonia troviamo ampia rassegna sulla stampa del tempo, proposta di seguito.

Estratto da «La Vedetta», Anno III, n. 37, 18 settembre 1921, p. 3:

Ven. Compagnia della Crocetta
Domenica 25 corrente sarà solennemente riaperto al culto l'altica Chiesa della nostra Venerabile Compagnia.
Dopo essere stata per oltre cinque anni adibita ad uso di lazzaretto e di magazzino militare durante l'immane guerra europea, ora restaurata e riccamente decorata viene a portare un nuovo contributo all'arte sacra cittadina.
Rivivrà così nell'animo dei fedeli la costante tradizione locale che si ricollega ai tempi dei quali in essa si raccoglievano i devoti Samminiatesi a pregare per la liberazione della Terra Santa dal giogo mussulmano e per versare le loro elemosine onde riscattare gli schiavi dai Turchi per lo zelo dei Monaci Trinitari dai quali la Chiesa e la Compagnia trassero l'appellativo “della Crocetta”.
In tale occasione sulla parete esterna della Chiesa sarà scoperta una lapide commemorativa con i nomi dei trentuno valorosi della Parrocchia, caduti per la Patria.
La cerimonia si svolgerà nel modo seguente:
MATTINA – Ore 10,30 – Solenne benedizione della Chiesa fatta da S.E. Illma e Revma Mons. CARLO FALCINI, nostro Vescovo, Ore 11 – Messa solenne cantata, con assistenza di S.E. Mons. Vescovo. Sarà eseguita la Messa a due voci pari Monstra le esse Matrem del M. Ferro, dalla “Schola cantorum” samminiatese. Ore 12 – Dedicazione di un'altare a Maria SS.ma sotto il titolo della Mercede, supplica e benedizione.
SERA – Ore 16 – Ricevimento delle Autorità ed Associazioni cittadine. Ore 16,30 – Scoprimento della lapide commemorativa con discorso dell'Ill.mo e Revmo Signor Can.co GENESIO CHELLI, ex-Cappellano Militare. Ore 17 – Funzione espiatoria in suffragio dei Caduti, Miserere e Tentum ergo in musica, eseguiti dalla Schola Cantorum, Benedizione Eucaristica.
S. Miniato, dalla Sede della Vener. Comp. Li 14 Settembre 1921
IL CONSIGLIO DELLA COMPAGNIA

Estratto da «La Vedetta», Anno III, n. 38, 25 settembre 1921, p. 2:

Importanti e artistici restauri
La Chiesa della Crocetta in S. Miniato costruita circa la metà del '400 dalla compagnia della SS.ma Annunziata che ebbe origine nel 1349 per somministrare i beni del Monastero delle Domenicane della SS.ma Annunziata (oggi Chiesa delle Carceri) dopo che esse vennero tutte a morire per la terribile pestilenza dell'anno precedente.
La Chiesa della Crocetta fu aperta al Culto nel 1503.
Ridotta in cattive condizioni dal tempo e dai militari che l'occuparono è ora stata restaurata a cura del Sac. Almachide Profeti, che volle affidata la direzione dei lavori al Canco Francesco M. Galli, Commissario Diocesano per la Conservazione dei monumenti sacri. Il detto Canonico non solo ha diretto i lavori ed ha fatti i disegni delle decorazioni secondo lo stile del basso quattrocento, ma ha anche di sua mano restaurati, e quasi salvati dalla completa rovina i quadri ed i dipinti della Chiesa, e cioè due mirabili figure rappresentanti il Salvatore e la Vergine che possono attribuirsi a Matteo Rosselli, i ritratti dei dodici apostoli, a grandezza naturale, di buona scuola fiorentina del XVI secolo e le pitture dei due altari laterali.
L'Altare di destra con una tela di mirabile fattura dei primitivi del cinquecento, presenta i Santi Giovanni di Matha, Niccola da Tolentino e le Sante Caterina d'Alessandria ed Agnese. Questa pittura completamente deperita per le ingiurie del tempo e degli uomini, aperta in più luoghi ed anche mancante di alcune sue parti, è stata dal Canco Galli restaurata ed integrata con intelletto di amore e con mirabile opera di monastica pazienza, di modo che si è potuto salvare dalla totale rovina. L'altro Altare dedicato all'Angelo Custode ha pure una bella tela attribuita a Cosimo Ulivelli, pittura molto deteriorata ma oggi quasi tornata a nuovo per i bene intesi restauri eseguiti dallo stesso Canonico Galli.
In una parola questa Chiesa è divenuta quasi una galleria di Arte Sacra del XVI e XVII Secolo ed è una delle Chiese che meritano di essere visitate dall'intelligente viaggiatore.

Estratto da «La Vedetta», Anno III, n. 39, 9 ottobre 1921, p. 3:

L'inaugurazione della Chiesa della Crocetta
Domenica mattina, 25 settembre, ha avuto luogo la solenne riconciliazione della detta chiesa, secondo le cerimonie prescritte dal Pontificale Romano. S. E. Mons. Carlo Falcini, nostro Vescovo, assistito dai Canonici della Cattedrale, in pontificalibus ha compiuta la lunga e bellissima cerimonia davanti ad una folla enorme di fedeli, accorsi a vedere questa funzione che avviene sì raramente. Terminata la benedizione è stata cantata la solenne Messa dal Rev.mo Can. Dott. Francesco M. Galli, autore dei restauri, con l'assistenza del prelodato Monsignor Vescovo, che dopo il Vangelo ha benamente illustrato il significato della cerimonia compiutasi. Fu eseguita la Messa a due voci pari Monstra te esse Matron del maestro Ferro, della Schola Cantorum Samminiatese celebrandosi la festa della Madonna della Mercede, la di cui antica statua fu ricollocata nell'urna dell'altare in cornu epistolae.
Nella sera si svolse poi la cerimonia dello scoprimento di una lapide commemorativa con i nomi dei trentuno valorosi della Parrocchia, caduti per la Patria, ed apposta alla parete esterna della chiesa. Davanti alle autorità ecclesiastiche, civili e militari ed alle numerose associazioni cittadine intervenute, niuna eccettuata, disse alcune parole di circostanza il sac. Profeti, Vicario Spirituale della Parrocchia ed ideatore della festa religiosa e civile; lesse le adesioni, fra le quali quelle degli onorevoli Martini e Brunelli, quindi presentò l'oratore ufficiale Rev.mo Can. Cav. Genesio Chelli ex-Cappellano militare e decorato al valore. Il Can. Chelli con parole facile e prenetrante, con entusiasmo giovanile, commemorò i valorosi caduti, commosse l'uditorio e fu più volte interrotto da calorosi applausi, specialmente quando disse che la nostra Italia sempre e dovunque grande, deve ritemprarsi nei sacri nomi di famiglia, religione e patria, per giungere alla vera pacificazione degli animi ed al completo godimento della vittoria che costò il sacrificio di tante nobili vite.
Dopo il discorso, le autorità e le Associazioni presero posto in apposite bancate entro la chiesa restaurata, ed esposto il Santissimo Sacramento furono cantati un solenne Miserere ed il Tantum ergo in musica, magnificamente eseguiti dalla predetta Schola Cantorum, e fu impartita la benedizione eucaristica dal Rev. Can.co Galli.
Della magnifica riuscita della festa civile e religiosa, che ha lasciato negli animi di tutti il più grato ricordo, tutto il merito è del sac. A. Profeti che la ideò e la condusse a termine, del Can. Galli che disinteressatamente ha per circa un anno lavorato al restauro dei dipinti e della Ven. Compagnia della Crocetta che concorse alle ingenti spese.

DBDSM - FIUMALBI PRIMO

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FIUMALBI PRIMO
Primo Fiumalbi di Giuseppe (San Miniato, 11 febbraio 1899 - Loc. Imprecisata, 28 novembre 1918), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Soldato inquadrato nella 1° Reggimento Genio. Morì per malattia mentre si trovava all'ospedale da campo n. 224.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 341.

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FRESCHI DARIO
Dario Freschi di Paolo (San Miniato, 10 novembre 1897 - 11 marzo 1918), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Soldato inquadrato nella 67° Reggimento Fanteria. Morì per malattia mentre si trovava in congedo a San Miniato.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 357.

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LUIGI ROSSI
Luigi Rossi di Sabatino (San Miniato, 27 settembre 1896 - Albania, 24 settembre 1918), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Guardia, nell'XI Battaglione della Regia Guardia di Finanza. Morì per malattia mentre si trovava in Albania.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 718.

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OSTINATI ULTIMO
Ultimo Ostinati di Filippo (San Miniato, 17 luglio 1891 - Loc. Imprecisata, 9 novembre 1917), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Soldato inquadrato nella 714° Compagnia Mitraglieri. Morì mentre si trovava in prigionia.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 602.

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In questa pagina è proposto l'Indice Alfabetico del Dizionario Biografico Digitale di San Miniato alla LETTERA "O"  
N.B. Per facilitare la ricerca, tra parentesi sono indicati gli anni in cui hanno notizie "sanminiatesi".

OSTINATI, ULTIMO. [1891-1917]

DBDSM - MORELLI GABBRIELLO

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MORELLI GABBRIELLO
Gabbriello Morelli (San Miniato, ? - Loc. Imprecisata, 4 febbraio 1918), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale dove perse la vita.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Il suo nome non è indicato nell'Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926.

DBDSM - MARCHI MARIO

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MARCHI MARIO
Mario Marchi di Luigi (San Miniato, 24 dicembre 1896 - Altopiano di Asiago, 21 maggio 1916), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Soldato inquadrato nel 205° Reggimento Fanteria. Rimase disperso durante operazioni di combattimento.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 497.

DBDSM - NACCI VIRGILIO


NACCI VIRGILIO
Virgilio Nacci (San Miniato, ? - Loc. Imprecisata, 15 aprile 1916), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, dove morì per cause non specificate.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Il suo nome non compare nell'Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926.

domenica 17 settembre 2017

DBDSM - GIORGI ADRIANO

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GIORGI ADRIANO
Adriano Giorgi di Giovacchino (Montaione, 8 marzo 1882 - Loc. Imprecisata,  28 novembre 1917), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come soldato inquadrato nel 5° Reggimento Alpini. Morì a seguito di ferite riportate in combattimento mentre si trovava in prigionia.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 398.

DBDSM - GIGLIOLI LUIGI

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GIGLIOLI LUIGI
Luigi Giglioli di Cesare (San Miniato, 27 aprile 1886 - 12 aprile 1918), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come soldato inquadrato nel 11° Reggimento Fanteria. Morì per malattia mentre si trovava in congedo a San Miniato.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 395.

DBDSM - GIGLIOLI GIOVANNI

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GIGLIOLI GIOVANNI
Giovanni Giglioli di Luigi (San Miniato, 15 ottobre 1894 - Loc. Imprecisata, 27 gennaio 1916), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come soldato inquadrato nel 9° Reggimento Bersaglieri. Morì per ferite riportate in combattimento nell'ospedale di guerra n. 11.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIII, Toscana I, Ministero della Guerra, 1926, p. 395.

DBDSM - GHERARDINI REMIGIO

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GHERARDINI REMIGIO
Gherardini Remigio di Angelo (Palaia, 6 gennaio 1890 - Loc. Imprecisata, 24 ottobre 1917), abitante a San Miniato nella Parrocchia della Nunziatina. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Caporale inquadrato nel 106° Batteria Bombardieri. Morì in combattimento.
Il suo nome è indicato nell'elenco dei Caduti riportato nell'epigrafe collocata sulla facciata dell'ex-chiesa della Crocetta. In proposito si veda: LA LAPIDE DEI CADUTI ALLA CROCETTA

FONTI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Albo d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18, Vol. XXIV, Toscana II, Ministero della Guerra, 1926, p. 312.

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