a
cura di Francesco Fiumalbi
L'IMPERO
–
Nei giorni immediatamente successivi alla conquista dell'Etiopia, il
9 maggio 1936 alle ore 22,30 della sera, Benito Mussolini si affacciò
dal balcone di Palazzo Venezia. Con tono solenne e la massima
retorica, annunciò la costituzione dell'“impero”:
«Ufficiali!
Sottufficiali! Gregari di tutte le Forze Armate dello Stato, in
Africa e in Italia! Camicie nere della rivoluzione! Italiani e
italiane in patria e nel mondo! Ascoltate! [...]
L’Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché
porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del
Littorio romano, perché questa è la meta verso la quale durante
quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e
disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane».
LA
CELEBRAZIONE –
Come
era già avvenuto in altre occasioni, tutte le amministrazioni locali
si adoperarono per celebrare la costituzione dell'impero che avrebbe
dovuto fare da preludio a nuove e più grandi aspirazioni. Un modo
per esaltare un tale traguardo fu quello di metter mano ai nomi delle
piazze e delle strade, riprendendo una consuetudine più antica e
largamente diffusa a partire dell'Unità d'Italia.
Anche
a San Miniato il Podestà Giuseppe Pellicini, con delibera del 25
febbraio 1937, si impegnò a celebrare la costituzione dell'impero,
rinominando Piazza Gioacchino Taddei (già Piazza San Domenico) in
Piazza dell'Impero e via San Francesco in viale 9 Maggio, a ricordo
del giorno della proclamazione. Dunque cancellò due indicazioni
toponomastiche esistenti (una storica, l'altra un po' meno),
sovrapponendo quelle “fasciste”.
Foto
di Francesco Fiumalbi
LA
DELIBERA –
Di
seguito il testo contenuto in Archivio Storico del Comune di San
Miniato, F200 S022 UF32, Deliberazioni
del Podestà 1934-1940,
Delibera n. 25 del 25 febbraio 1937:
L'anno
Millenovecentotrentasette, addì venticinque del mese di Febbraio,
anno XV°, in una sala del civico palazzo di S. Miniato.
IL
PODESTA'
per
l'Amministrazione di questo Comune, Avv. Giuseppe PELLICINI,
assistito ad ogni effetto di legge dal Segretario Capo del Comune
Cav. Michele Castiglioni:
Affinché
anche questa Città abbia denominazione di vie che commemorano la
fondazione dell'Impero Fascista e il Caduto per la Revoluzione,
Umberto Pontanari morto il 15 maggio 1921;
DELIBERA
di
sostituire la denominazione di Piazza “Gioacchino Taddei” con
“Piazza dell'Impero”, la via dei “Ciccioni” con “Viale
Umberto Pontanari” e la “Via S. Francesco” con “Viale 9
Maggio”.
Foto di Francesco Fiumalbi
LA
DAMNATIO MEMORIAE –
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, nonostante le morti e le
distruzioni provocate dal conflitto e dal ventennio di governo
fascista, l'Italia ripartì con nuovi o rinnovati valori: la “Pace”,
la “Liberazione”, la “Repubblica”, la “Democrazia”,
l'“Antifascismo”, il “Lavoro”, etc. Questi valori andarono a
sostituire, se non proprio a cancellare, quelli su cui si era fondata
l'epoca precedente. Ciò avvenne in tutti campi della vita
socio-culturale e quindi anche nella toponomastica stradale. Si
trattò di una vera e propria operazione di “damnatio
memoriae”
che investì tutti gli elementi e le denominazioni che avessero
potuto rimandare al periodo fascista e alla monarchia.
Con
comunicazione all'Ufficio di Stato Civile del 2 agosto 1945, il
Sindaco Concilio Salvadori informava che la Giunta Municipale aveva
provveduto ad alcune modifiche alla toponomastica stradale, con
deliberazione n. 18 del 11 ottobre 1944 (cioè a due mesi e mezzo
dalla Liberazione di San Miniato, quando l'Italia era ancora divisa
in due dalla guerra). Alla “Piazza dell'Impero” veniva sostituita
la denominazione di “Piazza del Popolo”, mentre a “viale 9
Maggio” quella di “viale Don Minzoni”.
Dunque
fu proprio una sostituzione di valori: dall'Impero al Popolo e da un
giorno glorioso per il vecchio regime a Don
Giovanni Minzoni,
un sacerdote, lo ricordiamo, morto a seguito di un agguato squadrista
di cui fu vittima per aver manifestato la propria contrarierà al
fascismo. La
stessa sorte toccherà a Piazza
Arnaldo Mussolini, denominata Piazza Giuseppe Mazzini,
e a viale
Umberto Pontanari, ribattezzato viale Giacomo Matteotti.
Foto di Francesco Fiumalbi
Di
seguito il testo del documento, conservato presso l'Archivio Storico
Comunale e riprodotto nel volume
San
Miniato durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Documenti e
cronache,
Amministrazione Comunale San Miniato, Biblioteca Comunale San
Miniato, Giardini Editori, Pisa, 1986, p. 259:
2
Agosto 1945
Denominazione
delle
Vie e Piazze Comunali
All'Ufficio
di Stato Civile
SEDE
Comunico
a codesto Ufficio che con deliberazione n. 18 in data 11/10/1944,
venne provveduto alla modifica delle seguenti denominazioni di alcune
Vie e Piazze del Comune:
1
= Via 23 Marzo posta in Parrocchia di San Miniato Basso, prenderà il
nome di Via Giuseppe Mazzini
[in
realtà a Mazzini sarà intitolata la piazzetta adiacente al
Municipio, n.d.r.]
2
= Via 1° Febbraio posta in Parrocchia di Stibbio, prenderà il nome
Bruno Buozzi.
3
= Via 9 Maggio posta in Parrocchia di S. Stefano, prenderà il nome
di via Don Minzoni.
4
= Via 28 Ottobre posta in Parrocchia di Ponte a Egola, prenderà il
nome di via Corrado Pannocchia.
5
= Via Pò posta in Parrocchia di Ponte a Egola, prenderà il nome di
via 1° maggio.
6
= Viale U. Pontanari posto in Parrocchia di S. Stefano, prenderà il
nome di Viale Giacomo Matteotti.
7
= Piazza dell'Impero posta in Parrocchia di S. Iacopo e Lucia,
prenderà il nome di Piazza del Popolo.
8
= Piazza A. Mussolini posta in Parrocchia della Cattedrale, prenderà
il nome di Piazza Beccaria
(in
realtà verrà intitolata a Giuseppe Mazzini, n.d.r.]
Comunico
inoltre che con successiva deliberazione n. 41 in data 7/4/1945 venne
provveduto anche alla modifica di Via nuova, posta in Parrocchia di
Ponte a Egola, che prenderà il nome di Via Antonio Gramsci.
Le
suddette deliberazoni si trovano in corso di Superiore approvazione
presso la R. Prefettura di Pisa.
IL
SINDACO
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
Quello che risulta veramente strano è il fatto che dopo tutti cambiamenti dei nomi delle strade e l'eliminazione di tutti i simboli del passato regime, non sia stata eliminata a quel tempo la cittadinanza onoraria al capo del fascismo.
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