a
cura di Francesco Fiumalbi
[il post è stato modificato in data 24 aprile 2017 - 1° Aggiornamento]
Indice del post:
INTRODUZIONE
UMBERTO PONTANARI
LA LAPIDE COMMEMORATIVA
L'INTITOLAZIONE DEL VIALE PONTANARI
VIALE GIACOMO MATTEOTTI E LA
DAMNATIO MEMORIAE
INTRODUZIONE
Anche
a San Miniato il fascismo fece largo utilizzo della toponomastica
stradale per veicolare i propri valori e commemorare le personalità
più rappresentative. Ad esempio si veda il post IN
PILLOLE [018] PIAZZA MUSSOLINI A SAN MINIATO.
A dire il vero questo espediente non fu un'invenzione fascista, ma
ebbe inizio molto tempo prima e trovò larga diffusione nel primo
cinquantennio dopo l'Unità d'Italia. In questo post sono raccolte le
informazioni relative a Umberto Pontanari, alla commemorazione legata
alla sua morte e alla “damnatio memoriae” seguita alla caduta del
fascismo.
Ad Umberto Pontanari venne dedicata
la strada sanminiatese che dal “Riposo” conduce in Piazza
Buonaparte, sotto al Convento di San Francesco e che
anticamente veniva chiamata via Sant'Andrea.
L'attuale viale Giacomo Matteotti
già Viale Umberto Pontanari
Foto di Francesco Fiumalbi
UMBERTO
PONTANARI
Nato a Montaione il 4 giugno 1882,
Umberto Pontanari era sposato e padre di due figli. Reduce dalla
Prima Guerra Mondiale, aderì al fascismo prendendo parte alle azioni
squadriste nel territorio sanminiatese e nei comuni limitrofi.
Durante una di queste operazioni, vista la richiesta di intervento
urgente proveniente da Isola, una camionetta di squadristi si
precipitò da San Miniato verso la pianura. Nel viaggio la camionetta che trasportava gli squadristi si ribaltò, avendo preso una
curva a forte velocità nei pressi del cimitero di San Lorenzo a La
Scala. Vi
furono una quindicina di feriti e un morto: Umberto Pontanari. Tutto
questo accadeva nella notte fra il 14 e il 15 maggio 1921.
Dei funerali che seguirono, si trova riscontro sul quindicinale d'ispirazione cattolica «La
Vedetta», anno III, n. 21 del 22 maggio 1921:
Solenni onoranze funebri
al fascista
UMBERTO PONTANARI
Sabato a notte, all'ospedale, dove era stato ricoverato d'urgenza dalla Misericordia, in seguito ad incidente automobilistico accaduto nella vicina frazione la Scala, cessava di vivere il fascista Umberto Pontanari.
Ai funerali, che ebbero luogo il 17 c.m. a cura del locale fascio, intervennero i fasci di combattimento di Empoli, Fucecchio, Montopoli, S. Croce sull'Arno, Ponte a Egola, Vinci, Cerreto Guidi, le Associazioni cittadine, fra le quali notammo l'Ass. Nazionale dei Combattenti, l'Unione Politica Nazionale, le Scuole Tecniche pareggiate, le Scuole Elementari, l'Unione Magistrale, Società dei Reduci e Fratellanza Militare, Società Operaia, Arc. di Misericordia, Circolo Giovanile Cattolico «Augusto Conti», Società Cattolica «Fides», Società Sportiva «Voluntas», Comizio Agrario, Unione Sarti, Gioco del Pallone, Cassa di Risparmio, altre associazioni di fuori come l'Unione Politica di Castelfranco, il Circolo Cattolico di Balconevisi col suo magnifico gonfalone bianco ecc. Il corteo funebre interminabile, cui prestarono servizio d'onore le premiate filarmoniche di S. Miniato e Scala, dopo la benedizione di rito data alla salma in Cattedrale dal Can. Anziano Cosimo Martini, parroco dell'estinto, con l'intervento dei Cappellani corali al completo, passò fra due fitte ali di popolo commosso per tutte le vie della città imbandierata a lutto mentre da tutte le finestre si gettavano fiori sul feretro, portato a spalla in cassa nuda da squadre di fascisti, e tutte le campane mandavano al cuore di tutti la loro voce di pianto.
Innumerevoli le corone fra le quali quella della famiglia (dono del fascio), quella dei fascisti, dell'Unione Politica, dei Combattenti, delle donne cittadine, delle Sigg. Turini-Rigatti, della Banda Cittadina, del Fascio di Ponte a Egola ecc. Giunto il corteo al Conservatorio di S. Chiara dove uno stuolo di educande ricoprirono il feretro ancora di fiori, l'Avv. Pierazzi pronunziò un breve ma sentito discorso funebre destando in tutti fremiti di commozione, quindi scioltosi il corteo, il feretro proseguì per il cimitero sul carro di prima classe offerto dalla nostra Ven. Arc. di Misericordia che aveva curato anche il trasporto della salma.
I più vecchi dicevano che mai la nostra città vide un trasporto funebre così imponente.
Alla famiglia desolatissima, ai parenti tutti le nostre vivissime condoglianze.
Il fascio locale ha inviato alla Misericordia la seguente lettera di ringraziamento.
Ill.mo Signor Conte
Ci preghiamo di partecipare al Consiglio ed ai suoi fratelli tutti i vivissimi ringraziamenti che la Commissione Esecutiva di questo Fascio fa a nome della Famiglia del defunto fascista UMBERTO PONTANARI, e di tutti i fascisti, alla R. Arc. di Misericordia, di cui V.S. degnamente ne è Presidente, per quanto è stato fatto per rendere più solenni gli onori funebri da tributarsi alla prima vittima di questo Fascio di Combattimento.
S. Miniato 19 Maggio 1921
p. La Commissione Esecutiva
Alemanno Vannini
Il
14 maggio 1922, ad un anno esatto di distanza, sulla prima pagina del
quindicinale sanminiatese «La
Voce Fascista», il segretario del fascio sanminiatese Giulio Giani
dedicò un ampio editoriale alla memoria del defunto. Come in ogni
documento o fonte storica, sono parole da leggere tenendo presente il
clima e la retorica del tempo.
Nell'anniversario
della morte, i fascisti di S. Miniato uniti in una fede ed in una
volontà rinnovano il fraterno alalà al fascista UMBERTO PONTANARI
Se
ai fascisti fosse lecito piangere i loro morti, oggi il Fascio di S.
Miniato si dovrebbe raccogliere al completo in un religioso silenzio
ad eternare nella solitudine un immenso dolore.
Oggi
un anno si compie, dacché alle sue balde squadre manca all'appello
un uomo, cui un fato crudele troncò l'esistenza, mentre sul camion
combattuto, giulivo e cantando si recava a compiere l'alta missione
di fascista, che egli aveva fin dall'inizio compresa.
Chi
di noi, non si sente oppresso dal triste ricordo del 14 maggio 1921?
Chi
di noi, ritornando indietro col pensiero non vede ancora il fratello
Umberto Pontanari, dinanzi alla sede del Fascio, disciplinato e
pronto a tutto, sempre giulivo, più giulivo quando sapeva che un
pericolo era imminente?
Egli,
figlio del popolo, operaio e lavoratore, era l'espressione viva che
anche fra il popolo nella tempesta che ne aveva sconvolto quasi
totalmente le coscienze, ardeva ancora un fuoco d'amore, una lampada
votiva ma ancora da esso accesa sull'ara della Patria.
Anziano
più di altri, ma forse più giovane di affetti e di amore, Umberto
Pontanari, non curante se pericoli sovrastavano, ad onte che una
consorte e due teneri figli ogni sera trepidassero in casa per lui,
era stato uno dei primi fascisti; lo era diventato così come tutti,
per un istintivo impulso che proveniva da un petto generoso da un
innato amore alla Patria immortale.
La
morte? Io non la curo, egli mi diceva durante una spedizione. Occorre
piuttosto vincere la nostra santa battaglia, occorre debellare i
sobillatori del diritto, della pace, della giustizia, gli
svalorizzatori della nostra vittoria. Se mai morissi, egli
continuava, credo che la Provvidenza non abbandonerebbe mia moglie ed
i miei bambini: e ritornato in isquadra con una fierezza sua
particolare e con un lampo negli occhi intonava nella notte: «La
nostra Patria è l'Italia bella».
Sono
frasi queste che io non ho mai dimenticato, sono fatti questi che
nessuno deve dimenticare: che ogni fascista ed anche ogni avversario
deve seriamente meditare.
Sono
tutto un poema di fede, di amore, di bontà, di entusiasmo; inutile
tessere un elogio più lungo.
Quando
lo rividi freddo, irrigidito nella morte adagiato su un letto di
fiori, avvolto nel tricolore coi gagliardetti nuovissimi che gli
facevano guardia d'onore, ripensai a queste sue frasi, mi venne meno
la forza: ma con me piangeva tutto uno stuolo di forti e baldi reduci
della trincea.
E
pensavo alla bellezza ideale del miracolo che il Fascismo aveva
compiuto, e pensavo anche allora che il Fascismo è una fede
incrollabile, una fede che ha dei martiri, e dei martiri puri,
meravigliosi, immortali.
Indietro
o profanatori delle tombe dei nostri eroi! chi avversa il Fascismo
non ha né cuore, né anima, né patria, né sentimento.
***
Oggi
un anno è passato. - Quest'oggi le nostre squadre si recheranno in
silenzio nel lugubre cimitero. - Sarà cerimonia austera e solenne:
sarà pellegrinaggio devoto di meditazione e di raccoglimento.
Non
oggi corografia e rettorica; cerimonia intima, quasi familiare, dei
fratelli ancora vivi, che recano il saluto al fratello che più non
è.
E
quale il saluto fascista? L'ho detto in principio: a noi non è dato
di piangere: ma, o Umberto Pontanari, tutta la falange sorella, è
ancora compagine salda, è ancora compagine forte, ha ancora una
incrollabile fede.
Immobile
e militarmente irrigiditi innanzi alla tua tomba gli squadristi
sanminiatesi, questo ti diranno col loro pensiero:
«Per
l'onore all'Italia per cui fosti fascista, per l'onore all'Italia per
cui tu moristi, tutti i compagni di fede, ed i vecchi ed i giovani,
oggi ti giurano di continuare l'opera iniziata, coll'intendimento di
raggiungere completa vittoria, fino a che morte non ci conduca
nell'eterno regno da cui oggi Tu benedici i 500.000 italiani, in cui
s'è di nuovo incarnato lo spirito dei morti del Grappa e del Piave».
IL
SEGRE. POLITICO
del
Fascio Sanminiatese
Via Samminiatese incrocio con via
Erti
nei pressi del Cimitero di San
Lorenzo a La Scala
luogo dell'incidente dove perse la
vita Umberto Pontanari
Foto di Francesco Fiumalbi
LA
LAPIDE COMMEMORATIVA
Alcuni mesi dopo, il 27 agosto 1922
venne organizzata presso La Scala un'ampia adunanza di tutti i
“fasci” locali, ovvero di tutte le diramazioni di cui si
componeva l'organizzazione del partito fascista nella zona.
Nell'occasione venne inaugurata la “sede rionale” (in pratica la
casa del fascio) all'estremità sud-occidentale dell'attuale Piazza
Trieste e scoperta una lapide commemorativa, dedicata ad Umberto
Pontanari, nel luogo ove accadde l'incidente. Di seguito l'annuncio
su «La Voce Fascista» del 20 agosto 1922, p. 2:
Domenica
27 corr. verrà inaugurata nella vicina frazione di “Scala” la
sede del “Circolo Fascista”.
Nel
contempo verrà anche scoperta la lapide che ricorda il Fascista
Umberto Pontanari, fatalmente caduto la sera del 14 maggio 1921.
Indico
perciò anche per quel giorno l'Adunanza Generale di tutti i fascisti
di tutti i nuclei e di tutte le squadre, secondo le modalità che
verranno posteriormente indicate.
Invito
nel contempo a nome del Direttorio tutti i fasci del Circondario, a
recarsi per quel giorno con baldanza di squadre e di fiamme, nella
sud.a località, onde accrescere l'importanza della simpatica
cerimonia.
Di questo episodio venne pubblicato
un resoconto su «La Voce Fascista» del 3 settembre 1922, p. 3:
La
magnifica Adunata di Domenica 27 u.s. a “La Scala”
Come
già annunziammo nel numero scorso, Domenica, fra uno splendore di
sole e di tricolore fu inaugurata la sede Rionale de «La Scala» e
fu scoperta la lapide che ricorda il luogo ove cadde il nostro
concittadino U. Pontanari.
Il
paese era magnificamente addobbato, grazie alla fede ed alla volontà
dei fascisti di quella località, che nessuna fatica si rispiarmarono
per rendere più solenne la cerimonia.
Intervennero
alla cerimonia le rappresentanze di una quindicina di Fasci dei
dintorni: a rendere più solenne e maestoso il rito contribuirono
anche la famiglia del defunto Umberto Pontanari e quella del Gen.
Moriani che ancor reca il lutto per la barbara uccisione del figlio
fascista trucidato a Livorno.
Il
Fascio di S. Miniato era presente al completo con fanfara.
Alle
ore 18 precise, formatosi il corteo e giunto questo in faccia alla
pietra ricordo, prese la parola il Segretario Politico del Fascio di
S. Miniato (Giulio
Giani, n.d.r.)
il quale con commossa parola ricordò il caduto compagno di fede ed
ordinò lo scoprimento della lapide, mentre irrigiditi salutarono i
fascisti e squillarono le note di «Giovinezza».
Presentò
quindi gli altri oratori e scusò l'assenza del Marchese Perrone e
dell'avv. Pierazzi.
Ricompostosi
il corteo, sul Piazzale del paese tennero due riuscitissimi comizi il
Sig. Ettore Casadei Segretario Regionale delle Avanguardie, ed il
carissimo amico e compagno Ing. Marzi di Certaldo, il quale inaugurò
il bel vessillo del Circolo Fascista.
Ambedue
gli oratori riscossero unanime il plauso dell'immensa popolazione
adunatasi.
Durante
tutta la ceriminia prestò lodevolissimo servizio la Filarmonica
della Scala.
La lapide dopo alcuni decenni di oblio è stata ritrovata nel 2017, dissepolta dal giardino di Palazzo Roffia (sede della Misericordia di San Miniato) dove era stata gettata.
L'iscrizione riporta le seguenti parole:
La lapide dopo alcuni decenni di oblio è stata ritrovata nel 2017, dissepolta dal giardino di Palazzo Roffia (sede della Misericordia di San Miniato) dove era stata gettata.
L'iscrizione riporta le seguenti parole:
MARTIRE FASCISTA
UMBERTO PONTANARI
CADUTO A LA SCALA
SAN MINIATO
IL 14 MAGGIO 1921
Piazza
Trieste a La Scala, dove aveva sede la casa del fascio
Foto di Francesco Fiumalbi
IN
S. MARIA AL FORTINO ED ALTRI RICONOSCIMENTI
Il
6 novembre 1932 il Re Vittorio Emanuele III giunse a San Miniato. Fra
le varie cerimonie, presenziò all'inaugurazione del Sacrario
di
Santa Maria al Fortino, quale Cappella Votiva, dedicata ai Caduti
della Prima Guerra Mondiale e ai “martiri” della rivoluzione
fascista. Fra i corpi sepolti in Santa Maria al Fortino vi fu anche
quello di Umberto Pontanari, che lì si trova ancora oggi.
Nel
dicembre 1933 Umberto Pontanari fu iscritto ad
onorem
al Comitato Pisano della Società Dante Alighieri. Questo il testo
riportato nel settimanale «Il Ponte di Pisa» del 9-10 dicembre
1933, p. 3:
Soci
perpetui della Dante Alighieri. — Al Comitato Pisano è pervenuta
la gradita inscrizione a socio perpetuo del Sig. Cav. Giovanni
Caniato di Navacchio.
Il
Comitato, oltre la inscrizione del Comm. Avv. Lecci, ha provveduto
pure a quella ad honorem del Martire fascista di S. Miniato Umberto
Pontanari.
Lastra tombale di Umberto Pontanari
presso il Sacrario di Santa Maria al
Fortino
Foto di Francesco Fiumalbi
L'INTITOLAZIONE
DEL VIALE PONTANARI
Con
delibera del 25 febbraio 1937, per volere dell'allora Podestà Giuseppe
Pellicini, la strada sanminiatese anticamente denominata via
Sant'Andrea
e poi via
Ciccioni,
fu ribattezzata “viale Umberto Pontanari”. Di seguito il testo
contenuto in Archivio Storico del Comune di San Miniato, F200 S022
UF32, Deliberazioni
del Podestà 1934-1940,
Delibera n. 25 del 25 febbraio 1937:
L'anno
Millenovecentotrentasette, addì venticinque del mese di Febbraio,
anno XV°, in una sala del civico palazzo di S. Miniato.
IL
PODESTA'
per
l'Amministrazione di questo Comune, Avv. Giuseppe PELLICINI,
assistito ad ogni effetto di legge dal Segretario Capo del Comune
Cav. Michele Castiglioni:
Affinché
anche questa Città abbia denominazione di vie che commemorano la
fondazione dell'Impero Fascista e il Caduto per la Revoluzione,
Umberto Pontanari morto il 15 maggio 1921;
DELIBERA
di
sostituire la denominazione di Piazza “Gioacchino Taddei” con
“Piazza dell'Impero”, la via dei “Ciccioni” con “Viale
Umberto Pontanari” e la “Via S. Francesco” con “Viale 9
Maggio”.
VIALE
GIACOMO MATTEOTTI E LA DAMNATIO MEMORIAE
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, nonostante le morti e le distruzioni provocate dal conflitto e dal ventennio di
governo fascista, l'Italia ripartì con nuovi o rinnovati valori: la “Pace”,
la “Liberazione”, la “Repubblica”, la “Democrazia”, l'“Antifascismo”, il “Lavoro”, etc.
Questi valori fondativi andarono a sostituire, se non proprio a
cancellare, quelli su cui si era fondata l'epoca precedente. E
questo avvenne in tutti campi della vita socio-culturale e quindi
anche nella toponomastica stradale. Ad esempio Piazza dell'Impero non
tornò a chiamarsi Piazza Gioacchino Taddei, ma venne ribattezzata
Piazza del Popolo; la piazzetta antistante il Municipio, che fin dal
1933 aveva il nome di Piazza Arnaldo Mussolini, venne reintitolata a
Giuseppe Mazzini. Ed ancora, la vecchia Piazza del Seminario, da
Piazza Vittorio Emanuele III venne chiamata Piazza della Repubblica.
Si trattò di una vera e propria operazione di “damnatio
memoriae”
che investì tutti gli elementi e le denominazioni che avessero
potuto rimandare al periodo fascista e alla monarchia.
Della nuova denominazione del Viale Umberto Pontanari in Viale Giacomo Matteotti si ha notizia dalla comunicazione del Sindaco Concilio Salvadori del 2 agosto 1945 all'Ufficio di Stato Civile. Il Documento è conservato presso l'Archivio Storico Comunale e pubblicato nel volume San Miniato durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Documenti e cronache, Amministrazione Comunale San Miniato, Biblioteca Comunale San Miniato, Giardini Editori, Pisa, 1986, p. 259.
Della nuova denominazione del Viale Umberto Pontanari in Viale Giacomo Matteotti si ha notizia dalla comunicazione del Sindaco Concilio Salvadori del 2 agosto 1945 all'Ufficio di Stato Civile. Il Documento è conservato presso l'Archivio Storico Comunale e pubblicato nel volume San Miniato durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). Documenti e cronache, Amministrazione Comunale San Miniato, Biblioteca Comunale San Miniato, Giardini Editori, Pisa, 1986, p. 259.
L'attuale viale Giacomo Matteotti
già Viale Umberto Pontanari
Foto di Francesco Fiumalbi
E così, anche per Umberto Pontanari scattò la cancellazione dal pantheon della memoria collettiva. Nel lessico del ventennio, era stato celebrato come un “martire” della rivoluzione fascista, forzando di parecchio il significato di quel termine. Come abbiamo visto in precedenza, in realtà Pontanari rimase vittima di un incidente stradale e non di un'offesa alla sua persona in quanto fascista o squadrista.
In ogni caso, per contrapporre un “martire” ad un altro “martire”, la strada venne ribattezzata viale Giacomo Matteotti, come ancora oggi si chiama. Da una persona morta mentre operava in nome del fascismo, ad una personalità assassinata proprio per la sua attività contro il regime fascista.
In ogni caso, per contrapporre un “martire” ad un altro “martire”, la strada venne ribattezzata viale Giacomo Matteotti, come ancora oggi si chiama. Da una persona morta mentre operava in nome del fascismo, ad una personalità assassinata proprio per la sua attività contro il regime fascista.
Lo ricordiamo, Giacomo Matteotti fu
segretario del Partito Socialista Unitario (formazione politica nata
dalla scissione del PSI), rapito ed assassinato il 10 giugno 1924 da
una squadra di fascisti per le contestazioni mosse rispetto ai brogli
avvenuti nella tornata elettorale di quell'anno e per alcuni episodi
di corruzione che vedevano coinvolto il governo.
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