lunedì 18 febbraio 2019

ISVP-034 IL CROCIFISSO DI SANT’ANDREA DI DILVO LOTTI

a cura di Francesco Fiumalbi

SCHEDA SINTETICA
Oggetto: Crocifisso
Luogo: San Miniato, via Angiolo Del Bravo angolo via Pietro Rondoni
Tipologia: Ceramica dipinta e smaltata
Tipologia immagine: Ceramica dipinta e smaltata
Soggetto: Gesù Crocifisso, Christo Triumphans
Altri soggetti: Madonna, San Giovanni Apostolo, San Genesio, San Miniato
Autore: Dilvo Lotti
Epigrafe: NO
Indulgenza: NO
Periodo: 1956-1957 circa
Riferimenti: Nessuno
Id: APSM-ISVP-034

Il Crocifisso di Sant’Andrea, Dilvo Lotti
Foto di Francesco Fiumalbi

All’intersezione fra via Pietro Rondoni e via Angiolo del Bravo, a due passi da Piazza Buonaparte, in “contrada Sant’Andrea”, si trova una delle opere più affascinanti di Dilvo Lotti, protagonista della vita artistica e culturale di San Miniato del XX secolo.
Si tratta di un grande Crocifisso realizzato con 32 formelle di ceramica dipinta e smaltata. Andando da San Francesco verso Piazza Buonaparte è impossibile non vederlo, poiché si trova sospeso sul muro di un’abitazione in posizione pressoché perpendicolare rispetto alla strada.
L’occasione per la realizzazione di quest’opera fu la ricostruzione dell’edificio, che era andato pressoché distrutto nel luglio del 1944, dalle mine posizionate dai militari germanici che volevano rallentare l’avanzata degli statunitensi. Durante la ricostruzione fu deciso di allargare l’incrocio in modo da favorire la circolazione veicolare. Per compensare la perdita di superficie dell'abitazione, allora di proprietà del sig. Primo Vitali, fu concessa la sopraelevazione dell'edificio originario, che fu eseguita dall'impresa edile di Nello Brotini su progetto di Varo Tinghi. Ne risultò una parete molto alta, completamente cieca, che si prestava perfettamente all’inserimento di un’opera d’arte. In un secondo momento, lì fu collocato anche collocato ciò che rimaneva della statua di Maria Maddalena d’Austria, un tempo situata in Piazza del Seminario e distrutta dalla furia giacobina nel 1799.

Il Crocifisso di Sant’Andrea, Dilvo Lotti
Foto di Francesco Fiumalbi

Da un punto di vista temporale, l’opera si colloca nella seconda metà degli anni ’50 del ‘900, fra il 1956 e il 1957, in un periodo di fervente attività di Dilvo Lotti a San Miniato: nei medesimi anni realizzò l’Allegoria del Buon Governo per la sala della Cassa di Risparmio di San Miniato a Palazzo Formichini, l’Ultima Cena per il refettorio del Seminario Vescovile, le pitture murali nel salone del Circolo Cheli, la Sacra Famiglia in ceramica all’intersezione fra via Rondoni e via Mangiadori.

Il materiale utilizzato, la ceramica dipinta e smaltata, è rivelatrice sia della poliedricità artistica di Dilvo Lotti, sia della sua praticità: trattandosi di un’opera destinata a stare all’aperto, occorreva un materiale durabile, facilmente pulibile, che non si deteriorasse nel tempo. Ed oggi, a distanza di oltre 60 anni dalla sua realizzazione, possiamo riconoscere la felicità di tale scelta. Senza dimenticare il fondale in laterizio facciavista, la cui opacità risalta ancora di più i colori e la brillantezza della ceramica.

Da un punto di vista iconografico, la figura del Crocifisso si colloca nella categoria del Christo Triumphans: Gesù è raffigurato vivo sullo strumento di morte, la croce, proprio perché è resuscitato ed ha vinto la morte. L’inserimento dell’ampia tunica manicata ricorda in qualche modo il Volto Santo di Lucca, o il Crocifisso di Santa Croce sull’Arno, ma le analogie con l’opera lucchese terminano qui. La tunica, infatti, è bianca, candida, simbolo di purezza ed è impreziosita dalla decorazione sul collo e sulle estremità delle braccia e delle gambe. A differenza del Christo Triumphans, la testa non ha la corona regale, in oro, bensì è avvolta dalla corona di spine. E poi si nota lo squarcio della veste: la ferita prodotta dalla lancia di Longino, il soldato che avrebbe verificato l’avvenuta morte di Gesù.
La forma del crocifisso è mistilinea e ricorda esempi medievali molto conosciuti, su tutti il Crocifisso di San Damiano.

Il Crocifisso di Sant’Andrea, Dilvo Lotti
Foto di Francesco Fiumalbi

Nella porzione superiore, la figura del Cristo è sovrastata dalla scritta INRI su cui cala la mano di Dio che indica la discesa dello Spirito Santo, rappresentato dal classico tipo iconografico della colomba. Alle estremità dei due bracci della Croce sono collocati i dolenti: a sinistra la Madonna, a destra San Giovanni Apostolo ed Evangelista. In basso, ai fianchi di Gesù compaiono i Santi protettori della città: a sinistra San Genesio con la maschera da mimo, a destra San Miniato con la testa staccata dal busto.
Ai piedi della Croce, le tre formelle inferiori, contengono la raffigurazione della Città di San Miniato, vista dal classico scorcio panoramico che si può scorgere a sud, dalle colline di Scacciapuce o di Marzana.

BIBLIOGRAFIA
Dilvo Lotti. Un maestro della pittura, a cura di L. Macchi, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2007, p. 52; Dilvo Lotti. L’arte e la fede, a cura di L. Macchi, Diocesi di San Miniato, Fondazione CRSM, Edizioni ETS, Pisa, 2008, pp. 29-30, 67.

Il Crocifisso di Sant’Andrea, Dilvo Lotti
Particolare con la raffigurazione della Città di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

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