di Francesco Fiumalbi
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Dopo aver analizzato il contesto storico della Toscana di inizio ‘800 e del conseguente nuovo impulso verso la grande scultura celebrativa, ci occuperemo più in dettaglio della statua di Leopoldo II, detto Canapone, collocata in Piazza Buonaparte a San Miniato. Parleremo in particolare del motivo per cui fu eretta, di Pietro Bagnoli che si adoperò per la sua realizzazione e dello scultore Luigi Pampaloni autore della statua.
Come detto anche nella prima parte, la statua del “Canapone” è da annoverare, sicuramente, fra le cose più care ai sanminiatesi. Il motivo di tale affezione è da ricercarsi nel suo essere parte integrante, da quasi due secoli, della vita cittadina. La statua è, infatti, il baricentro di Piazza Buonaparte, crocevia obbligato per chi intende recarsi nella parte orientale di San Miniato.
Statua di Leopoldo II, San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
Il motivo per il quale fu deciso, nel 1838, di erigere una statua al Granduca Leopoldo II, allora sempre vivente, ci viene brevemente riassunto da Giuseppe Rondoni:
“(…) Samminiato (…) avvenuta la restaurazione, sotto il governo del Granduca Leopoldo II ebbe la Cassa di Risparmio, ed il Tribunale Collegiale di Prima Istanza, colla Sottoprefettura, nella quale occasione fu innalzata una statua, opera del Pampaloni, in onore di quel sovrano, ed il Prof. Pietro Bagnoli, di lui maestro, tenne un discorso di circostanza fra il sommovimento e gli applausi di una moltitudine riconoscente accorsa da tutto il contado a festeggiare l’evento graditissimo.” (1)
Anche Giuseppe Piombanti ci narra dell’erezione della statua:
“Vinto Napoleone, Ferdinando III acclamatissimo, ai 17 settembre 1814, ritornava in Toscana e poneva mano animoso alle opere di restaurazione (…). Fece quanto poté il buon Ferdinando a fine di procurar lavoro e pane alle popolazioni afflitte (…). << Leopoldo II, prosegue Cantù, succedutogli nel 1824 con pari bontà, favoriva quel vivere amichevole, quella cittadinanza riposata, che della Toscana faceva un’Arcadia. Intanto le belle arti, la gentilezza, il clima, la favella continuavano ad attirarvi i forestieri; studiosi l’università di Pisa, cui s’inviavano professori d’ogni paese; capitali il ferro dell’Elba, l’acido borico dei lagoni, e la libertà di commercio; si estesero le scuole normali, di mutuo insegnamento, di sordimuti; presto s’introdussero asili infantili, casse di risparmio… >>. E San Miniato ebbe la sua nel 1830, affiliata a quella di Firenze. Otto anni dopo Leopoldo concedevagli il Tribunale civile e correzionale, e poi la Sotto-Prefettura. Per dimostrargli la loro gratitudine, i sanmminiatesi, nei giorni 6 e 7 Agosto 1843, dinanzi al Tribunale medesimo, in mezzo a feste solenni e lietissime, cui tutti presero parte, scoprirono la sua statua, da Luigi Pampaloni egregiamente scolpita, e il prof. Bagnoli, vecchio maestro di quel granduca, pronunziando un magnifico discorso di circostanza, suscitava gli applausi di quella moltitudine riconoscente e commossa. A quella piazza fu dato il nome Leopolda, cassato malamente dopo il 1859 per darle quello di Buonaparte, poiché i benefizi ricevuti non si rinnegano mai.” (2)
Statua di Leopoldo II, San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
Come accennato nella prima parte, Leopoldo II viene rappresentato anche a San Miniato, come un sovrano togato, che impersonifica l’ideale antico e quella dignità che lo legittima a governare la Toscana. Nella mano sinistra tiene un rotolo chiuso, alla maniera delle statue romane, mentre nella destra stringe un altro plico, stavolta aperto e leggermente srotolato, lasciando leggere la scritta:
Motuproprio
de II agosto 1838
Con il motuproprio del 2 agosto 1838, Leopoldo II aveva riformato profondamente l’organizzazione della giustizia nel Granducato di Toscana.
Venne istituita la Corte Regia, costituita dal giudice d’appello civile e criminale, con giurisdizione per l’intero Granducato, e con sede a Firenze. Furono abolite le ruote, e furono istituiti i cosiddetti tribunali collegiali di prima istanza, civili e criminali, nelle città di Firenze, Livorno, Pisa, Siena, Arezzo, Grosseto, Pistoia, San Miniato, Montepulciano, e di Rocca San Casciano.
Venne anche riveduta la giurisdizione dei vicari, dei commissari regi, dei direttori di atti criminali e dei podestà. L’amministrazione della giustizia civile era affidata ai vicari regi, ai giudici civili di Firenze, Arezzo, Livorno, Pisa, Siena e Pistoia e ai podestà, che erano al grado più basso della gerarchia, ai tribunali di prima istanza, alla corte regia e alla consulta come corte di cassazione (3).
Statua di Leopoldo II, San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
Nei brani di Rondoni e di Piombanti viene citato il fautore, il promotore, dell’erezione della statua del Granduca Leopoldo II di Lorena: Pietro Bagnoli.
Canonico, già poeta di corte presso il Granduca Ferdinando III e precettore di Leopoldo II (4), Pietro Bagnoli fu una figura chiave affinché San Miniato fosse dotata di quelle istituzioni che fecero della Città, il punto di riferimento per un vasto comprensorio, che andava da Empoli a Pontedera. Pietro Bagnoli fu il vero anello di congiunzione privilegiato, tra il Granduca e San Miniato, unione ancor più confermata con l’erezione della statua e con l’intitolazione dell’allora Piazza San Sebastiano in Piazza Leopolda (5).
La statua fu collocata esattamente davanti alla sede del Tribunale Collegiale di Prima Istanza, che fu insediato in quello che era il palazzo di un ramo della famiglia Buonaparte ormai estinta. La statua, almeno inizialmente, doveva essere sistemata con un orientamento opposto rispetto all’attuale; doveva, cioè, guardare verso nord con alle spalle il tribunale. Fu poi girata di 180 gradi, sembra ai primi del ‘900, nell’attuale posizione, cioè rivolta verso il palazzo ex-Buonaparte (6). La pregevole ringhiera, disegnata da Giuseppe Vannini, fu fusa a Follonica (7)
Statua di Leopoldo II, San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
Generalmente, il Granduca, anche per gli altri monumenti in suo onore, non poteva agire in prima persona, ma lasciava che se ne occupassero persone a lui molto vicine, proprio come il sanminiatese Pietro Bagnoli. Nel 1838, per l’erezione della statua, il Bagnoli riuscì a formare una deputazione, il cui organigramma è conservato presso l’Archivio Storico del Comune di San Miniato (8):
Deputazione
della Società per erigere la Statua a S. A. I. e R. Leopoldo II.
1. Presidente Sig. Prof. Pietro Bagnoli
2. Vicepresidente Can. Giuseppe Conti
3. Segretario Sig. Dot. Enrico Bonfanti
Deputati
4. Sig. Vincenzo Migliorati
5. Sig. Can. Mons. Alli Maccarani
6. Sig. Leopoldo Bertacchi
7. Sig. Damiano Morali
8. Sig. Dario Mercati
9. Sig. Cav. Michele Mannini
10. Sig. Dot. Giuseppe Berni
11. Sig. Dot. Federigo Salvadori
12. Sig. Prof. Zanobi Lottini
13. Sig. Can. Vincenzo Giunti
14. Sig. Francesco (Niccolò cancellato, n.d.r.) Mori
Statua di Leopoldo II “Canapone”
San Miniato, Piazza Buonaparte
Foto di Francesco Fiumalbi
La deputazione, presieduta dal Can. Pietro Bagnoli, decise di affidare l’incarico della realizzazione della statua allo scultore neoclassico Luigi Pampaloni.
Il celebre scultore fiorentino nacque a Firenze nel 1791 e si formò artisticamente come allievo di Lorenzo Bartolini presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Col Bartolini lavorò a Palazzo Pitti per Maria Anna, detta Elisa, Bonaparte-Baciocchi, sorella di Napoleone e Duchessa di Toscana dal 1809 (9). Nel 1826 Luigi Pampaloni, realizzò la Fontana delle Naiadi, in Piazza Farinata degli Uberti a Empoli, meglio nota come “Fontana dei Leoni” in collaborazione con Ottavio Giovannozzi che scolpì i possenti felini (10).
Luigi Pampaloni e Ottavio Giovannozzi
Fontana delle Naiadi, Empoli, Piazza Farinata degli Uberti
Foto di Francesco Fiumalbi
Sempre nel 1826 realizzò l’opera che lo consacrò come sculture di livello internazionale, ovvero il cosiddetto “Putto Orante” per il nobile polacco Franciszeck Potocki, opera copiata innumerevoli volte (11). Ricevuto l’incarico di realizzare le statue di Arnolfo di Cambio e di Filippo Brunelleschi per il nuovo Palazzo dei Canonici, la carriera di Pampaloni ebbe una svolta decisiva nel 1827 quando grazie all’ammirazione di Bertel Thorvaldsen, soprannominato il “Fidia danese”, presso il Granduca fu nominato Professore all’Accademia di Belle Arti di Firenze (12). Consacrato ufficialmente, Luigi Pampaloni si dedicò, fra il 1832 e il 1833 alla statua di Pietro Leopoldo in Piazza Santa Caterina (Piazza Martiri della Libertà) a Pisa (13). Tra le sue opere maggiori figura la statua di Leonardo Da Vinci, realizzata fra il 1837 e il 1839 per il Loggiato degli Uffizi.
Nel 1867, ormai sculture di grande fama, Pampaloni fu incaricato di realizzare i quattro Evangelisti per l'interno e i due angeli in terracotta per la scalinata del Santuario del SS. Crocifisso di San Miniato (14).
Epigrafe commemorativa di Luigi Pampaloni
Firenze, via dei Ginori
Foto di Francesco Fiumalbi
Ed è proprio alla corte granducale che il Canonico Pietro Bagnoli ebbe modo di conoscere e di apprezzare l’abilità di Luigi Pampaloni, tanto da ritenerlo lo scultore adatto per effigiare il Granduca ancora vivente, nella “sua” San Miniato.
Nella prossima parte proporremo il “contratto” stipulato per l’erezione della statua di Leopoldo II “Canapone” in Piazza Buonaparte a San Miniato.
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NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Rondoni Giuseppe, Memorie Storiche di San Miniato al Tedesco con documenti inediti e le notizie degl’Illustri Samminiatesi, 1° Edizione Tipografia Ristori, 1876, Atesa Editrice, rist. anastatica, Bologna 1980, pag. 198
(2) Piombanti Giuseppe, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tipografia Ristori, San Miniato, 1894, pagg. 43-44, in Matteoli Anna (a cura di), Guida storico-artistica di San Miniato, Bollettino dell'Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975.
(4) Boldrini Roberto, Dizionario Biografico dei Sanminiatesi (secoli X-XX), Comune di San Miniato, Pacini Editore, Pisa, 2001, pag. 27.
(5) Piombanti, Op. Cit., pag. 44.
(6) Particolare emerso durante un colloquio con Don Luciano Marrucci.
(7) Renzoni Stefano, La ristrutturazione della Cattedrale tra Ottocento e Novecento, in La Cattedrale di San Miniato, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2004, pag. 211.
(8) Archivio Storico del Comune di San Miniato, Fondo Preunitario, F4549
(9) Per il profilo biografico completo di Luigi Pampaloni si veda Missirini Melchior e Antonini Lorenzo, Memorie sulla vita e sui lavori dell'insigne scultore Fiorentino Luigi Pampaloni, Tip. A. Salani, Firenze, 1882.
(11) Item Giulia, Profilo biografico di Luigi Pampaloni (1791-1847): dagli esordi della committenza bonapartiana alla sua ultima opera a Canino, in Biblioteca e Società, fascicolo 3, settembre 2006, Biblioteca Consortile di Viterbo.
(12) Marconi Elena, La statua di Leopoldo II in San Miniato ed altri monumenti di Luigi Pampaloni, in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 75, 2008, pagg. 129-130.
(14) Simoncini Vasco, Il Crocifisso di Castelvecchio nella storia e nella vita di San Miniato, Edizioni del Cerro, Pisa, 1992, pag. 71.
Non so se ho visto bene, ma mi pare che manchino i dati essenziali e biografici del Bagnoli e di Leopoldo II. Ti suggerirei anche di prendere in considerazione la citazione che Carducci fa di Pietro Bagnoli come autore del Cadmo.
RispondiEliminaPietro Bagnoli ha già il suo spazio in 2 post appositamente dedicati, nei quali è ben evidenziato lo stretto rapporto con il Granduca!
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