lunedì 26 marzo 2012

“MADONNA IN TRONO CON BAMBINO CIRCONDATA DALLE VIRTU’ CARDINALI E TEOLOGALI” (terza parte)

di Alessio Guardini e Francesco Fiumalbi

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- Madonna in Trono con Bambino circondata dalle Virtù Cardinali e Teologali (seconda parte)

Nei primi due post abbiamo parlato dell’affresco “Madonna in trono con bambino circondata dalle Virtù Cardinali e Teologali”, con particolare riferimento al contesto storico, agli artisti che vi lavorarono e al valore religioso e civico che quest’opera propone. In questo post tratteremo nel dettaglio le figure relative alle virtù.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

Il gesto dell’allattamento, abbiamo visto, richiama inevitabilmente la figura del governante, con il latte che si farebbe simbolo del buon governo, che solo un buon amministratore (la figura del vicario nel nostro caso) può offrire ai suoi neonati, ovvero alla comunità che egli è chiamato a governare. E per questo dovrebbe sacrificarsi alla ragion pubblica, per il suo popolo, esattamente come una madre nei confronti del proprio figlio.
Per adempiere a tale missione, al governante vengono in aiuto le Virtù. Sono qualità contraddistinte da valore, eccellenza, perfezione d’essere, e a cui è possibile pervenire, nella loro accezione cristiana, attraverso una relazione viva con Dio (1). Le Virtù si suddividono in Cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) e in Teologali (Fede, Speranza e Carità (2). Nell’affresco sono rappresentate attraverso figure alate, dotate di aureola ottagonale arricchita, forse con interventi successivi, da corone oggi lievemente avvertibili.
Le Virtù Cardinali sono note almeno a partire dall’antica Grecia. Ad esempio Platone, nel “dialogo” La Repubblica, indica le quattro virtù (3), che, molti secoli più tardi, da Sant’Ambrogio verranno chiamate “Cardinali” (4). Sono denominate anche come “Virtù umane principali” e riguardano essenzialmente l'uomo. Le Virtù Teologali, invece, sono quelle che rendono l'uomo capace di vivere in relazione con Dio; vivificano le Virtù Cardinali, dalle quali differiscono perché non possono essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Prudenza
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

La Prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo” (5). Da un punto di vista strettamente biblico la prudenza evoca essenzialmente il dono della sapienza, cioè la capacità di interpretare ogni cosa alla luce di Dio, il quale istruisce sulle decisioni da prendere. Secondo questa accezione, la sapienza, infatti, è costituita da due aspetti: la conoscenza e la saggezza, quest’ultima sinonimo, appunto, della prudenza. Nell’affresco la Prudenza è rappresentata dall’angelo che indica con la mano destra lo specchio che tiene nella sinistra, essendo un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà (Sapienza 7,25-26). Quasi nascosta dietro alla figura alata, si trova un uomo dalla lunga barba. Si tratta di un elemento figurativo conforme all’iconografia propria di questa virtù, esattamente come nell’omologa figura dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova (6). Infatti la Prudenza presuppone il guardare avanti, ma anche indietro; necessita di uno spirito giovane e maturo insieme; è dotata della sensibilità maschile e femminile (7).

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Giustizia
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

“La Giustizia, è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. (…) La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l’armonia che promuove l’equità nei confronti delle persone e del bene comune” (8). La figura alata che rappresenta la Giustizia stringe una lunga spada nella mano destra, mentre nella sinistra tiene una bilancia. Quest’ultimo elemento deriva dall’idea di equilibrio, di equità, che a questa virtù spetta mantenere o ristabilire. La spada è un elemento associato alla giustizia fin dall’antica Roma, come valore da difendere “a spada tratta”, corroborato in epoca medioevale dall’avvento del “penale”, una sorta di contro-altare per una Giustizia da ristabilire (9).

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Fortezza
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

 “La Fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della Fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte e di affrontare la prova e le persecuzioni (10). La Fortezza è rappresentata da una figura angelica che è predisposta a difendersi. Nella mano destra stringe una mazza flangiata, ovvero un particolare tipo di arma utilizzata nella mischia. Tiene lo scudo con la sinistra e l’elmo in testa e per questo è pronta anche ad affrontare un corpo a corpo.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della temperanza
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

“La Temperanza è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati” (11). Nell’affresco in questione è rappresentata dalla figura alata che versa l’acqua dall’ampolla che tiene nella mano destra in quella stretta nella sinistra e che contiene vino, che così viene “temperato” (12).

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Fede
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

“La Fede è innanzi tutto una adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato” (13). “Con la Fede l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente” (14). Nell’affresco in questione la fede è rappresentata dalla figura alata che sostiene una croce a due mani. Il riferimento è alle parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Speranza
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione
“La speranza è l’attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio; è anche il timore di offendere l’amore di Dio e di provocare il castigo” (15). Per il nostro affresco, interessante è la prima parte della definizione: la visione di Dio. Questa virtù è rappresentata, infatti, come una figura alata con le mani giunte in segno di preghiera e devozione, con il viso rivolto verso una specie di formella, o medaglione, contenete l’immagine del volto di Cristo.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare della Carità
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

“La Carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio” (16). Questa definizione è perfettamente in linea con quanto affermato da Gesù: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti” (Mt 22,37-38). Nell’affresco troviamo la Carità come una figura alata che tiene nella mano destra proprio un cuore. Con la sinistra, invece, tiene un rotulo dispiegato dove sta scritto (17):

Chi in questo mondo meco ci governa
Ornar di fama il fo da queste donne,
e poi per premio li do vita eterna”

La metrica di questa terzina è di tipo “dantesco”, cioè costituita da versi endecasillabi in rima alternata. Il riferimento ovviamente è ai governanti. Chi governerà meco, quindi con la carità, con l’amore per Dio e per il prossimo, sarà ornato dalle Virtù, le donne, ed avrà come ricompensa la vita eterna.

Nel prossimo ed ultimo post, parleremo del sonetto e della figura del vicario Guicciardini.

Si ringrazia il Comune di San Miniato, in particolare la Segreteria del Sindaco, l’Uff. Stampa e l’Uff. Cultura per la disponibilità.
Si ringraziano Luca Macchi e Don Luciano Niccolai per gli importanti suggerimenti e Federico Mandorlini per le fotografie.

NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Leon-Dufour Xavier, Dizionario di Teologia Biblica, Marietti, Genova, 1976 rist. 2003, pag. 1381.
(2) 1 Corinzi 13,12-13
(3) Adorno Francesco, Introduzione a Platone, Laterza, Bari 1989, pag. 84.
(4) Krabinger Johann Georg (a cura di), Opere morali 1: I Doveri, note e traduzione a cura di Banterle Gabriele, Biblioteca Ambrosiana, Collana Tutte le Opere di Sant’Ambrogio, Città Nuova, Milano, 1977, pag. 11.
(5) Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1992, art. 1806, pag. 459.
(6) Pisani Giuliano, Il programma della Cappella degli Scrovegni, in Tomei Alessandro, Giotto e il Trecento. “Il più sovrano Maestro stato in dipintura”, Skira, Milano, 2009, pagg. 113-127.
(7) Tale interpretazione è stata formulata da Don Luciano Niccolai durante un incontro in preparazione dell’evento “Conversazione sull’affresco: Madonna in trono con Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali” presso il Municipio di San Miniato, organizzato dal gruppo Smartarc in collaborazione con il Comune di San Miniato – Assessorato alla Cultura, il 14 luglio 2011.
(8) Catechismo…, art. 1807, pag. 460.
(9) Sbriccoli Mario, La benda della Giustizia: iconografia, diritto e leggi penali dal medioevo all'età moderna, in Sbriccoli Mario e altri, Ordo iuris : storia e forme dell'esperienza giuridica, Milano, Giuffrè, 2003, p. 41-95.
(10) Catechismo…, art. 1808, pag. 460.
(11) Catechismo…, art. 1809, pag. 460.
(12) Cerri Roberto (a cura di), Palazzo Comunale, Sistema Museale San Miniato, Nova Stampa Arti Grafiche, Signa, 2009, pag. 11.
(13) Catechismo…, art. 150, pag. 52-53.
(14) Catechismo..., art. 1814, pag. 462.
(15) Catechismo…, art. 2090, pag. 521.
(16) Catechismo…, art. 18252, pag. 464.
(17) Piombanti Giuseppe, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tipografia Massimo Ristori, San Miniato, 1894, rist. anastatica, Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975, pag. 143.

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