venerdì 15 giugno 2012

IL FARO NON DEVE ESSERE ACCESO

di Francesco Fiumalbi

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Giovedì 14 giugno 2012, è stato scritto un nuovo capitolo sulla questione del “Faro”. A distanza di oltre un anno dalla seduta del 28 aprile 2011, il Consiglio Comunale di San Miniato ha trattato nuovamente il tema. L’assise si è svolta in forma “aperta”, e i cittadini hanno potuto prendere parte al dibattito. Di seguito proponiamo una sintesi della discussione.

Il faro custodito dalla Pro Loco di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Il primo intervento è stato del Consigliere Roberto Ferraro, Capogruppo del “Popolo della Libertà”, che ha introdotto l’ordine del giorno: “Ricollocazione Faro Votivo sulla Torre di Federico II a San Miniato”. Ha affermato che le posizioni espresse negli ultimi anni sono figlie della controversa delibera del 1965, che di fatto chiuse la questione. A distanza di molti anni, si è costituito un Comitato, composto da valevoli cittadini, affinché il faro possa tornare a illuminare dall'alto della Rocca.

Subito è passata la parola al Sig. Mario Rossi “Maglietta”, il quale ha ricordato le motivazioni per cui si è costituito il Comitato, e ha chiesto di superare le posizioni espresse in passato. Ha affermato che il faro non sarebbe da associare al Fascismo, bensì alla volontà e alla dignità di quelle associazioni (Misericordia, Orfani e Vedove di Guerra, Reduci e Combattenti), che a suo tempo si adoperarono per l’acquisto e il posizionamento. Ricorda che nei primi anni ’60, l’allora Sindaco Bruno Falaschi (Sindaco dal ’46 al ’51, dal ’54 al ’56, e dal ’60 al ’64) era favorevole al suo ricollocamento sul rocchetto più alto della torre, ma che durante il mandato di Nello Baldinotti (dal 1964 al 1975) la questione del faro fu archiviata, nonostante a tale scopo la popolazione avesse raccolto 450.000 lire, una cifra pingue per l’epoca. Oggi il faro potrebbe essere, oltre che un monumento alla memoria dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, anche un ottimo punto di riferimento in termini turistici.

A seguire l’intervento della Sig.ra Nicoletta Corsi, Presidente della Pro Loco di San Miniato, associazione che detiene e conserva materialmente il faro che fu donato all’Ass. Reduci e Combattenti, dall’allora Repubblica Federale Tedesca. Ha convenuto che il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, poteva essere l’occasione più adatta per ricollocare il proiettore, che fu installato in memoria delle vittime della Prima Guerra Mondiale, guerra che di fatto completò l’unificazione nazionale. Ha chiesto, pertanto, che la questione venga ridiscussa, e che possa essere valutata la proposta di riposizionamento.

La Consigliera Laura Cavallini, di “Sinistra Ecologia e Libertà”, ha sostenuto che il faro non possa essere riposizionato perché simbolo del sentimento di un’epoca che vedeva nella guerra un qualcosa di positivo e necessario. A livello di richiamo turistico, potrebbe essere addirittura controproducente. Ha chiesto pertanto di trovare una soluzione condivisa, affinché il faro possa essere ricollocato in un luogo più idoneo.

E’ intervenuto il Sig. Francesco Bertini, visibilmente emozionato, chiedendo di non parlare di Fascismo, perché se il faro non fu ricollocato negli anni ’60 è soltanto per una questione personale fra l’allora Assessore Benito Baldini e l’ex Consigliere della Democrazia Cristiana Fernando Salvadori. Ha chiesto rispetto per questa proposta, che merita di essere valutata con la massima attenzione.

Il Municipio di San Miniato in occasione del Consiglio Comunale aperto
Foto di Francesco Fiumalbi

Il sig. Giuseppe Chelli ha ricordato che il faro fu acquistato tramite una lotteria nazionale promossa anche dalla Misericordia di San Miniato, la quale acquistò la sede di Palazzo Roffia con parte del ricavato. Ha inoltre affermato che le argomentazioni contrarie sono prive di fondamento, di fronte alla dignità di quelle persone che negli anni ’20, grazie alla lotteria, riuscirono a fare molte cose importanti. Il faro deve stare in Rocca, altrove perderebbe di significato.

La Consigliera Laura Cavallini, replicando a quanti erano intervenuti fino a quel momento, ha sostenuto la legittimità della posizione contraria al ricollocamento.

Il Consigliere Simone Giglioli, Capogruppo del “Partito Democratico” ha presentato una mozione contraria al ricollocamento del Faro, ricordando che fu inaugurato il 24 maggio del 1928, data simbolo della Prima Guerra Mondiale e che fu attivo soltanto per 13 anni. Essendo questo periodo troppo esiguo di fronte alla pluricentenaria storia della Rocca, il faro non può essere considerato un simbolo cittadino e quindi non può essere ricollocato nella sua posizione originaria. L’argomentazione secondo cui il proiettore potrebbe essere un richiamo turistico, è da considerarsi controproducente perché sminuirebbe l’aspetto “votivo”. I due aspetti, “turistico” e “votivo” non sono compatibili fra loro, pertanto ha affermato che è giusto pensare ad una collocazione dignitosa, che potrebbe essere individuata presso il Sacrario di Santa Maria al Fortino, oppure presso il Cimitero Comunale. A tal proposito, ha citato un articolo apparso sulla Nazione dell’agosto del 1963, in cui veniva elogiata l’iniziativa, promossa dal cav. Pio Volpini già Consigliere della Democrazia Cristiana, di collocare il faro presso il Cimitero di San Miniato.
Ha ricordato che nel 1965, anche l’Associazione Combattenti e Reduci non era unanimemente d’accordo sulla questione, in quanto la sezione pontaegolese prese le distanze da qualsivoglia iniziativa in tal senso.
Ha poi affermato che la posizione contraria, non deve intendersi una ripetizione “pappagallesca” delle scelte delle passate amministrazioni, ma frutto della mancanza di adeguate motivazioni. Ha ricordato che il faro, pur non essendo stato promosso direttamente dal Partito Nazionale Fascista, fu “usato” da questo nei modi e nei termini della retorica propria del Ventennio.

Ha replicato Mario Rossi, affermando che la sezione pontaegolese dell’Associazione Combattenti e Reduci non era d’accordo per una questione campanilistica, avendo il desiderio di innalzare un proprio monumento nella frazione, che sarebbe costato molto. Il non voler contribuire al Faro sanminiatese fu una scelta dettata dalla necessità di non disperdere risorse a scapito del monumento pontaegolese.
A chi sostiene la non rispondenza estetica del proiettore luminoso inviato dall’allora Repubblica Federale Tedesca, ha risposto che questo può essere sostituito con una macchina più confacente, ed esteticamente migliore. Il faro non può essere chiuso in una chiesa, né tanto meno essere posizionato al cimitero, in quanto perderebbe il suo significato originario.

Il faro custodito dalla Pro Loco di San Miniato, acceso durante le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia
Foto di Francesco Fiumalbi

Ha preso la parola il Consigliere Carlo Corsi del “Popolo delle Libertà”, dichiarandosi contento per la documentazione storica che è stata proposta all’assemblea. Ha affermato che i Caduti della Prima Guerra Mondiale hanno pieno diritto di essere commemorati, dal momento che non sono passati nemmeno cento anni dal loro sacrificio per l’Italia. Ha definito ideologico l’intervento del Consigliere Giglioli. Nelle firme raccolte dal Comitato ci sono quelle di persone che si riconoscono in tutte le posizioni politiche, senza distinzioni, perché vedono nel dispositivo luminoso un simbolo sanminiatese che merita di essere ripristinato, a fronte anche delle “perdite” degli ultimi anni.

E’ intervenuto il Consigliere Filippo Malatesti del “Partito Democratico” affermando che il proiettore non farebbe risaltare la Torre di Federico II, anzi, in termini “fotografici”, potrebbe addirittura disturbare la fruizione visiva del monumento. Non sarebbe il faro a servizio della Rocca, ma viceversa, e questo non è assolutamente concepibile. Sono altri i modi per valorizzare San Miniato e i suoi monumenti.

Roberto Ferraro, Capogruppo del “Popolo delle Libertà”, afferma invece che i monumenti alla memoria storica sono un’importante attrazione turistica, come ad esempio lo è l’Altare della Patria. Le motivazioni della posizione contraria sono insignificanti e, replicando al Consigliere Giglioli, ha affermato che il faro col Fascismo non ha niente a che fare.
Fino a quel momento è stata citata numerose volte la delibera del 1965, ma non sono state presentate le lettere, datate 1961, che l’allora Sindaco Bruno Falaschi spedì all’Officina Galileo di La Spezia, e poi alla S.M.A. di Reggio Emilia, chiedendo preventivi per un nuovo faro rotante a tre luci, esattamente come quello andato distrutto nel 1944.
Il proiettore che si vorrebbe riposizionare, come quello originario, dovrebbe essere acceso solo in occasione delle feste nazionali e da un’ora dopo il tramonto fino alla mezzanotte. Nel 1965, il cambio di opinione da parte dell’Amministrazione Comunale, fu dovuta solo ed esclusivamente a divergenze di carattere personale.

Il Sig. Bruno Tamburini ha preso la parola, ricordando che i sanminiatesi andavano fieri del faro perché valorizzava davvero la Città, che negli anni ha perso molti simboli ed istituzioni. Incita il Comitato a non darsi per vinto e a continuare con pazienza nella sua missione, anche di fronte alla politica che ha tracciato la strada contraria al ricollocamento.

A sostegno del Sig. Bruno Tamburini è intervenuto nuovamente il sig. Francesco Bertini, ricordando che San Miniato faceva parte delle 100 Città d’Italia, ma che attualmente non è più così.

Ha preso la parola l’Assessore Giacomo Gozzini che, limitatamente all’aspetto turistico, ha affermato che il faro non aggiungerebbe niente a San Miniato. La discussione, pur essendo stata interessante, non ha trovato però rispondenza in quelle che sono le richieste da parte delle associazioni che si occupano di turismo nel nostro territorio. Giusto parlarne, ma non in termini turistici.

Il Consigliere Giglioli, sottolineando la correttezza delle parole dell’Ass. Gozzini, ha affermato che il faro non può certo essere visto come la soluzione a tutti i problemi di San Miniato. La tesi secondo la quale la mancata ricollocazione negli anni ’60 sia da attribuirsi al solo contrasto personale non può rispondere a realtà. E’ necessaria una sistemazione idonea, diversa da quella proposta dal Comitato, che è libero di muoversi come ritiene più giusto.

E’ intervenuto il Consigliere Michele Altini del “Popolo delle Libertà” dichiarando che quando le motivazioni non sono sufficienti, basta pronunciare la parola “Fascismo”. Ha chiesto al Sindaco Vittorio Gabbanini di avere il coraggio di una scelta che rispecchia la volontà di centinaia di cittadini sanminiatesi, che hanno firmato la petizione promossa dal Comitato. Il faro è da intendersi come un simbolo e un valore aggiunte per San Miniato.

Il faro della Rocca, disegno di Mario Caponi
Foto di Francesco Fiumalbi

Il Sindaco Vittorio Gabbanini ha preso la parola, dicendosi positivamente colpito dal dibattito, sia per la documentazione storica che è emersa, sia per l’emozione con cui molti cittadini sono intervenuti, che dimostra il forte attaccamento alla Città. Ha ribadito che la grandezza di San Miniato non può misurarsi dalla presenza o meno del faro, ma da altri indicatori come il bilancio positivo delle presenze turistiche e la sede dei Corsi di Orientamento della Scuola Normale Superiore di Pisa.
La necessità di trovare una collocazione adeguata al proiettore luminoso deve essere valutata. Implica un’accurata riflessione collettiva. La proposta di sistemare il faro sulla cima della Torre di Federico II non può essere accolta, ma parlandone tutti assieme è possibile trovare una soluzione condivisa, pur partendo da posizioni molto distanti.

L’intervento del Sindaco conclude la discussione. Il Consiglio Comunale passa alla votazione della mozione presentata dal Consigliere Giglioli, sostanzialmente contraria al riposizionamento del faro sulla Torre, che viene approvata con voto favorevole del Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà. Contrario il voto del Popolo della Libertà, assenti i consiglieri di UDC e Comunisti Italiani.

La questione tuttavia non sembra essersi conclusa. Dal Comitato fanno sapere che porteranno avanti la proposta.

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7 commenti:

  1. E' stata votata a maggioranza anche una mozione che stabilisce che il faro votivo non possa essere ricollocato sulla rocca al fine di commemorare le vittime delle guerre, ma che sarebbe più opportuno trovare una sistemazione più idonea.

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    1. Filippo, non ho fatto in tempo a scrivere per bene il testo della mozione. Potresti inviarmi il contenuto esatto, così da riportarlo integralmente? Grazie

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  2. Questa è una cosa scandalosa..in un momento dove c'è bisogno di qualsiasi cosa pur di attrarre persone a San Miniato si discute di aria fritta mentre gli altri prendono decisioni..svegliatevi gente! Continuate a dibattere e a litigare mentre il faro è lì che prende polvere..è proprio vero eh,ai san miniatesi piace solo parlare ma le cose semplici proprio non riesconoa farle!

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  3. Il faro consuma corrente elettrica, esteticamente è orrendo e sopra la rocca veramente di dubbio gusto.
    I problemi in questo momento sono ben altri, concentratevi sulle cose serie
    Che sia simbolo fascista o no, quell'oggetto è fondamentalmente brutto.
    Sicuramente ha un valore storico, esponetelo ben protetto dove volete, ma non lo abbinate a delle opere d'arte quali la rocca o S.Maria del fortino, ne rovinereste la visione.

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  4. Ma che il faro potrebbe essere visibile dalla superstrada (soprattutto la sera) e attirare gente che non conosce il paese l'avete tenuto presente oppure ci garba solo la politica?

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  5. Una ragione ha da essere: perchè tutti i no vengono da sinistra? A San Miniato, come a Pisa o Firenze. A Roma poi non ne parliamo! Siamo in mezzo al Valdarno,alla Val d'Era, alla Val d'Elsa e alla Valdinievole che tutte insieme fanno un oceano di milioni di luci, molte, tante, tantissime inutili o superflue. Ebbene alla Caterina dà fastidio il consumo di un faro! Alza gli occhi: oggi la Torre è malamente illuminata da ben 12 riflettori. Che ci rimetti a spengerne 11? Questa sinistra non si salverà, è destinata al suicidio.Che si decidesse! Andate in rocca in piena notte: in mezzo a tutta la luminara, sentirete come cantano...i grilli(ni)!

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  6. Sig. GianBurrasKa, mi pare di capire che lei sia favorevole al faro. Se posso permettermi di darle un consiglio, credo che non faccia un bel servizio alla sua causa trattando la cosa come uno scontro politico.
    Invito gentilmente tutti i commentatori ad argomentare le proprie posizioni nei limiti del buon senso e del confronto costruttivo.

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