lunedì 23 dicembre 2013

IN PILLOLE [021] - NATALE A SAN MINIATO NEL 1307

a cura di Francesco Fiumalbi
Ancora una notizia curiosa tratta dal Diario di Giovanni di Lemmo da Comugnori il notaio e cronista sanminiatese, originario di Comugnori (località al confine con il Comune di Montopoli), autore di una cronaca che abbraccia i primi due decenni del '300.

In occasione del Natale, il 25 dicembre del 1307, una compagnia formata da uomini di Santa Croce sull'Arno aveva organizzato uno spettacolo di svago attraverso giochi e divertimenti. A quel tempo la comunità santacrocese era sottoposta al governo di Lucca, la cui giurisdizione interessava anche la regolamentazione di manifestazioni di questo tipo. E, a quanto pare, sembra che le regole lucchesi fossero più restrittive rispetto a quelle dei territori vicini, come quello di San Miniato.

Colpita dal precetto di non esibirsi, la compagnia non volle rinunciare alla festa. Attraversato l'Arno, probabilmente dal porto presso la chiesa di San Vito, la compagnia giunse al borgo di Santa Gonda dalla Strata de Santa Cruce (Statuti, IV, 106 <111>), che corrisponde per buona parte con l'attuale via Giuseppe Montanelli a La Catena. Giunsero quindi nei pressi dell'abbazia dedicata a Santa Gioconda, dove esisteva almeno dal XII secolo una comunità di monaci benedettini appartenenti alla Congregazione Camaldolese. Intorno al complesso abbaziale doveva trovarsi un nucleo abitato, indicato nel '300 come un vero e proprio “borgo”, probabilmente abbastanza ampio, tenuto conto dell'epoca.

Gli uomini santacrocesi pensarono bene di portarsi dietro un bel toro. Non sappiamo come erano entrati in possesso dell'animale, che fu condotto a San Miniato e offerto ai Signori Dodici, probabilmente a titolo di ringraziamento per aver permesso loro l'esibizione. L'assemblea dei Dodici era la più alta istituzione collegiale del Comune.
Il giorno successivo, il bovino fu condotto nuovamente a Santa Gonda dove, coperto da un panno di colore rosso con un leone bianco (ovvero l'emblema del Comune di San Miniato), fu venduto. Parte del ricavato andò proprio alla compagnia, che dopo, probabilmente, se ne tornò a Santa Croce sull'Arno.

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Di seguito le parole usate da Giovanni di Lemmo da Comugnori nel suo Diario per descrivere l'episodio:

«[…] § Quedam societas hominum de Sancta Cruce Vallis Arni venerunt in Paschate nativitatis Domini, que fuit die lune XXV decembris, ad ludendum et iocandum apud Sanctam Condam in districtu Sancti Miniatis quia preceptum fuit eis ut (non) luderent in Sancta Cruce a Comuni Lucano, et propter ea venerunt ad ludendum ibi. Et habeant unum torum quem duxerunt ad Sanctum Miniatem, et fuerunt (largiti a) domini[s] Duodecim et Comuni. Et postea (sequenti die predicti mensis) pro Comuni Sancti Miniatis induerunt dictum torum de panno (rubeo cum leonibus albis) antagliatis (et inverunt) ad Sanctam Condam et vendiderunt dictum torum. Et fuerunt largiti eis etiam libras vitingi denariorum in popolinis. (Et predicta fuerunt) sub anno MCCCVIII, indictione sexta [...]».

Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario (1299-1319), edizione a cura di Vieri Mazzoni, Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Documenti di Storia Italiana, Serie II, Volume XIV, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008, cc. 13v-14r, p. 17.

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