di Francesco Fiumalbi
Di solito su questo blog non si parla di
attualità, ma di storia. Tuttavia quello che è accaduto l'8 aprile 2015 è un
episodio che ha un valore storico non di poco conto e, per questo, merita di
essere trattato.
Il Sindaco Vittorio Gabbanini,
lo scorso 27 dicembre, a margine della commemorazione nel 70° anno dal
passaggio del fronte, “San Miniato 1944-2014”, lo aveva annunciato: il prossimo 25 aprile saranno tolte dalla facciata del
Municipio “le due lapidi della discordia”. Lo aveva detto e lo ha fatto, anzi
con un paio di settimane abbondanti d'anticipo. Ci si aspettava una vera e
propria “cerimonia”, che però è stata smentita dai fatti. E' stata una cosa un
po' in sordina. Lo sapevano in pochi e ad assistere alle operazioni di
rimozione erano presenti solo alcuni curiosi e qualche giornalista ben informato.
Una decisione, quella di anticipare, forse intrapresa per evitare che si
costituissero movimenti di protesta organizzati.
La storia è nota a tutti ed è stata
sancita anche da una apposito Decreto del Tribunale Militare di La Spezia,
datato 20 aprile 2002. Con tale provvedimento fu archiviata la pratica contro
“Ignoti Militari Tedeschi” che, di fatto, pendeva fin dal Dopoguerra. La
mattina del 22 luglio 1944, infatti, durante un duro cannoneggiamento
dell'artiglieria alleata, un proiettile penetrò all'interno della Cattedrale di
San Miniato, provocando la morte di oltre 50 persone. Nell'immediato,
un'apposita commissione d'indagine comunale, appoggiandosi per le conclusioni
al giudice del Tribunale di Firenze Carlo Giannattasio, attribuì la responsabilità
all'esercito tedesco. Tuttavia ci fu chi, fin da subito, non accettò le
conclusioni della commissione, come il Canonico Enrico Giannoni, autore di un
pungente articolo pubblicato su “Il Mattino” nel 1954, all'indomani dallo
scoprimento della prima lapide che, perentoriamente, rimarcava la versione del
“gelido eccidio nazista”. Furono due ricerche storiche, a distanza di
molti decenni da quella tragica mattina, a restituire vigore alla tesi
dell'errore americano. La prima quella di Paolo Paoletti, autore del libro “1944 SAN MINIATO. Tutta la verità sulla
strage” (Mursia, 2000) e la seconda di Claudio Biscarini e Giuliano
Lastraioli, autori de “La Prova. Un documento risolutivo
sulla strage nel Duomo di San Miniato” (FM Edizioni, 2001). Da
queste prese avvio un nuovo capitolo di questa storia. Ormai chiarita la
responsabilità americana, sancita anche dal procedimento di archiviazione del
Tribunale di La Spezia, ebbe inizio un vivacissimo dibattito cittadino, tutto
sanminiatese, che ha portato all'apposizione della seconda lapide nel 2008, e,
infine, alla rimozione di tutte e due.
La
facciata del Municipio “spogliata” delle due lapidi
Foto di
Giuseppe Chelli
Fin qui i fatti. Adesso vorrei esprimere alcune
considerazioni personali.
Checché se ne dica, la disputa oggigiorno non
verte più, ormai, se a compiere la strage siano stati i tedeschi o gli
americani. La questione è passata allo stabilire di quante sfaccettature si componga la verità. Per
farla breve, alla fine si è arrivati alla teorizzazione di tre verità: quella
politica, quella storica e quella processuale.
Nel caso della “Strage del Duomo”, seppur faticosamente
e a distanza di molti anni, le ultime due “verità” coincidono. La prima no.
Perché, come ricordava il Prof.
Paoletti per Smartarc, chi viene dopo è figlio di chi c'era prima.
Quindi c'è una consistente “parte”, storicamente “schierata”, che ha fatto
prevalere la difesa della posizione alla difesa della verità. E lo fa ancora
oggi, di fronte alla rimozione delle due lapidi, sbandierando lo spauracchio
della “perdita” di Memoria.
Il discorso non farebbe una piega, di per sé, se
non fosse che una certa “memoria” non coincide con la “verità”. Come
giustamente ha osservato Giuseppe Chelli in più occasioni, delle ormai due
ex-lapidi, una era menzognera e l'altra non raccontava la verità. Dunque di
quale “memoria” si parla? Di quella che più ci piace? Di quella che ci fa
comodo?
La Memoria deve per forza coincidere con la
Verità. Altrimenti è un sogno, pur bello e appagante, oppure è un incubo.
Giustissimo, invece, mantenere la Memoria della pseudo-memoria (si perdoni il
gioco di parole), ovvero ricordare ciò che è stato il dibattito e le due lapidi
che da esso ne scaturirono. E con questo anche del tentativo, quasi riuscito, di costituire
una memoria diversa dalla verità, camuffando o nascondendo le prove che
avrebbero potuto condurre alle verità stessa. Perché è proprio questo che fa più male. Ammettere che "qualcuno" sapesse, come appare ormai evidente dalle ricerche storiche. E quindi ben venga la
collocazione delle iscrizioni all'interno del costituendo Museo della Memoria,
affinché non ci si scordi di quello che è stato. Ma non di quello che è stato il
22 luglio 1944: per quello c'è l'epigrafe in Duomo, il monumento in piazza e la
via dedicata alle Vittime, varie opere d'arte e la manifestazione del “Dramma”.
Bensì di quello che è avvenuto dopo, fra il 1944 e il 2014! E' questa la
Memoria che le due lapidi continueranno a farsi portatrici all'interno del
museo.
E allora, questo 25 aprile, oltre a ricordare e
festeggiare nuovamente la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, possiamo
finalmente festeggiare anche la liberazione della comunità sanminiatese dalla
dittatura del pensiero. La Verità è una sola. Se ce ne sono diverse, prima o
poi, tenderanno a coincidere. E' solo questione di tempo. Che piaccia oppure no.
«Gli
uomini sono fondamentalmente motivati a perseguire la verità; essi hanno una
natura scientifica che vuole individuare la realtà delle situazioni e non vuole
cercare rifugio nell'inganno o nelle mezze verità» D. Mearns
Tutti i
post su Smartarc relativi alla Strage del Duomo, sulle lapidi e sul dibattito
storico:
15
MINUTI CON PAOLO PAOLETTI [12 giugno 2011]
CLAUDIO
BISCARINI: SAN MINIATO 22 LUGLIO 1944 [18 luglio 2012]
GIUSEPPE
CHELLI – UNA VITTIMA DELLA MEMORIA [19 luglio 2012]
IL
VIDEO DI GIUSEPPE CHELLI IN OCCASIONE DEL 69° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DEL
DUOMO [21 luglio 2013]
GIORGIO
GIOLLI – 22 LUGLIO 1944 – VIA CRUCIS DI GUERRA [22 luglio 2013]
COL.
MASSIMO CIONCI – CONSIDERAZIONI TECNICHE RELATIVE ALLE CAUSE DELLA STRAGE
AVVENUTA NEL 1944 NEL DUOMO DI SAN MINIATO [8 giugno 2014]
GIUSEPPE
CHELLI – LA STRAGE DEL DUOMO DI SAN MINIATO – CONTINUA L’ARRAMPICATA SUGLI
SPECCHI? [18 luglio 2014]
P.
PAOLETTI E F. GUIDOTTI – DAL “GELIDO ECCIDIO NAZISTA” ALL’INUTILE CRIMINE DI
GUERRA AMERICANO [24 luglio 2014]
L’ULTIMO
INCONSOLABILE – UN PIZZINO DAL BARGELLO DI EMPOLI (avv. GIULIANO LASTRAIOLI)
[9 ottobre 2014]
ANNUNCIO
DEL SINDACO: IL 25 APRILE 2015 VIA LE LAPIDI DELLA DISCORDIA [28
dicembre 2014]
La tesi che la memoria, come frettolosamente pensano molti della sinistra, sia quella delle lapidi e la loro rimozione voglia dire oltraggiare la memoria stessa, ha fatto bene ad evidenziarla Francesco che quella memoria lì non combacia con la verità. Meglio scordarla. Va invece ricordata la memoria racchiusa nella storia delle lapidi ove si trova la verità che i marmi non hanno raccontato
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