lunedì 9 aprile 2012

CHI STERPA QUE’ SEMENZAI FA DANNO PIUCCHE’ AD UN COMUNE, ALLA PATRIA INTERA (Per il ritorno del Liceo a San Miniato)

di Francesco Fiumalbi

[Avvertenza: il post è stato redatto originariamente il 9 aprile 2012 in previsione dell'apertura della mostra "San Miniato Città-Scuola" e non tiene conto delle ultime vicende che hanno visto la chiusura anche della sede presso l'Interporto di San Donato per problemi legati all'edificio - ottobre 2016].

Questo post vuole essere, né più né meno, un contributo alla riflessione per le vicende legate alla ricostruzione (o costruzione ex-novo) del Liceo Scientifico “G. Marconi” di San Miniato. Una riflessione che vuole affiancarsi alle altre iniziative promosse da varie Associazioni sanminiatesi e che si concretizzeranno in una mostra.

Come ben sappiamo, l’edificio che dagli anni ’50 ospitava il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi” di San Miniato, è stato dichiarato inagibile nel giugno del 2008. La sede della scuola è stata trasferita, “provvisoriamente”, in un moderno edificio presso il nuovo interporto ferroviario di San Donato.
Sempre nel 2008, dopo pochi mesi, veniva firmato un protocollo di intesa, tra il Comune di San Miniato e la Provincia di Pisa affinché, ciascun ente per le proprie competenze, si impegnasse alla ricostruzione dell’edificio sanminiatese e al ritorno “sul colle” del Liceo.
Da qui la Provincia aveva organizzato una gara per l’affidamento dell’incarico per l’elaborazione dello Studio di Fattibilità alla ricostruzione in situ dell’edificio scolastico. Il termine della gara era stato fissato nella data del 12 luglio 2010, e dopo la valutazione delle offerte pervenute, è risultata vincitrice l’Associazione Temporanea di Professionisti con capogruppo l’arch. Mauro Bacelle. Gli atti sono consultabili sul sito internet della Provincia di Pisa. Nel frattempo, la situazione si è  aggravata con la quasi certa chiusura della sezione del Liceo Socio Psico Pedagogico “G. Carducci”, e con la proposta di formare una sezione di Liceo Linguistico non andata a buon fine.

Il vecchio edificio che ha ospitato il Liceo Scientifico fino al 2008
Foto di Francesco Fiumalbi

Come è emerso anche dalla seduta della Consulta Territoriale dello scorso 27 marzo 2012, per il ritorno del Liceo a San Miniato sembrano esserci problemi di natura tecnica e di natura politica. Da una parte la difficoltà di rispettare i parametri urbanistici per la nuova scuola a fronte dell’area a disposizione, e dall’altra una differenza di vedute tra altri comuni limitrofi, come riportato anche in un recente articolo de “Il Tirreno”. L’oggetto del contendere, infatti, sembra essere dovuto allo stanziamento della Regione Toscana di un cospicuo fondo per la formazione scolastica, destinato a soddisfare le esigenze, in materia di edilizia, presentate da più comuni congiuntamente. In virtù di possibili accordi con i comuni limitrofi, la Provincia sembra aver lasciato la decisione alla costituenda “Unione dei Comuni del Valdarno Inferiore”, dove, oltre a San Miniato, sono presenti, anche le amministrazioni di Montopoli, Castelfranco e Santa Croce.
Il Sindaco del Comune di Montopoli, Alessandra Vivaldi, ha auspicato un ricollocamento del Liceo “G. Marconi” nei pressi della stazione ferroviaria di San Miniato Basso, come riportato dalle colonne de “Il Tirreno” lo scorso 29 febbraio. Anche Osvaldo Ciaponi e Umberto Marvogli, sindaci rispettivamente di Santa Croce sull’Arno e di Castelfranco di Sotto, ribadiscono il concetto: il Liceo può stare nel Comune di San Miniato ma in una posizione più accessibile e baricentrica, come dichiarato a “Il Tirreno” del 1 marzo 2012.

La storia sembra ripetersi!!
Occorre andare indietro di ben 160 anni, quando nel 1852, il Comune di San Miniato, a seguito dell’emanazione della legge granducale del 30 giugno 1852, creò un’apposita commissione per riordinare le scuole sanminiatesi, ed in particolare per trasformare le vecchie “Scuole Regie” in un vero e proprio Liceo. Per l’operazione, sarebbero occorse 4000 lire in più, rispetto alla consueta spesa annua per l’istruzione (all’epoca lo stipendio dei docenti era a carico della Comunità) (1).
A tal fine, il Gonfaloniere del Comune di San Miniato, inviò una missiva ai gonfalonieri delle comunità limitrofe, affinché potessero contribuire alle spese, essendo l’istituzione di un Liceo a San Miniato, vantaggiosa anche per le popolazioni dei di Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Fucecchio, Montaione, Santa Croce sull’Arno e Palaia. I comuni interpellati si rifiutarono di aderire, cosicché l’aggravio di spesa fu sostenuto dal solo Comune di San Miniato, cercando anche vari espedienti (2).
La situazione, tuttavia, non era affatto semplice. I problemi di natura economica, perdurarono negli anni, anche al passaggio dal Granducato di Toscana al Regno d’Italia (nel mezzo la non felice parentesi di Giosué Carducci al Ginnasio sanminiatese). Nel 1867 il consigliere Soldani fu incaricato di redigere un rapporto sulle scuole sanminiatesi, formulando anche nuove proposte. Dalla discussione nel Consiglio Comunale del 19 novembre 1866 emerse che le scuole ginnasiali avevano maturato una buona affluenza, al contrario, invece, del Liceo. Per questo motivo Sodani propose di abolire la sezione del Liceo.

Il vecchio ingresso del Liceo Scientifico di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Ai banchi dell’allora Consiglio Comunale, sedeva un certo Augusto Conti. Quest’ultimo si disse profondamente contrariato e alla fine costrinse il Sodani a correggersi: non soppressione, ma solo sospensione provvisoria (3). Fu così stilata la programmazione scolastica sanminiatese, approvata dal Prefetto nel gennaio del 1867, e in vigore dal settembre successivo (4): il Liceo di San Miniato fu “sospeso”.
Nel 1871, Augusto Conti scrisse un articolo per il periodico “Gioventù”, dal titolo Ricordi del proposto Giuseppe Conti e miei e opere di Amalia Duprè nella cattedrale di San Miniato. E qui parlò anche del Liceo sanminiatese.
“Da calligrafia e da scoletta fino a matematica e filosofica, prosperava un Istituto lassù, meritatamente famoso, che aveva titolo di Scuole Regie, perché le elezioni si facevano con rescritto sovrano, e agli stipendi cooperava l’erario per concordato tra Ferdinando (si trattava del Granduca Ferdinando IV, n.d.r.) e la Santa Sede, la quale del patrimonio ecclesiastico, purché alla istruzione si provvedesse e alla beneficenza, sanava le fatte alienazioni. Dai paesi vicini concorrevano molti alunni, e anche da Firenze o da Livorno, tenuti a collegio dai Rettori Marchi e Gattai, o in altre case a dozzina discretissima e come in famiglia; sicché magistrati e uomini famosi, come il Salvagnoli, vi furono educati, perché, se luogo havvi adatto a istituti d’istruzione per purità d’aria, per vaghezza di colli aprichi, per bellezza d’idioma, per quiete d’animo, per gentile natura e consuetudine degli abitatori, e per antiche tradizioni quello è fermamente. (…) Morì a tempo il Proposto (si tratta del sacerdote Giuseppe Conti, morto il 5 novembre del 1865 (5)), e a lui non toccò il dolore di vedere le scuole superiori, già sì fiorenti, abolite. Vi ha luoghi destinati a germogliare ingegni, e chi sterpa que’semenzaj, fa danno, piucché ad un Comune, alla Patria intera, benché oggi, che si procede per astrazioni vanissime, paiono lamenti da terrazzano. Dicano i savj per qual cagione in Val Bisenzio, a mezz’erta da un monte che chiamano la Calvana, in un mucchietto di sei o sette case, in Savignano, si legga sopra una casa di contadino questa iscrizione: Qui è nato Lorenzo Bartolini, statuario, CCCXVIII anni dopo Bartolommeo della Porta pittore? O per qual cagione in Busseto, cittaduzza presso il Po, nacquero maestri di cappella ottimi, e istituirono posti di studj; sicché il Verdi, contadino, a sentir le opere loro, e godendo i loro lasciti poi, diventò il gran romanziere della melodia? O per qual altra cagione, se non per benignità e ampiezza di cielo, e per impulso d’istituti e d’esempj, la piccola San Miniato dette uomini non comuni all’Italia?
Confesso che quando i desiderj e i tentativi di ricuperare Liceo e Collegio non sempre riuscissero vani, mi parrebbe di morire più consolato.”.

Queste le parole di Augusto Conti, riprese poi anche da Augusto Alfani in Della vita e delle opere di Augusto Conti, Alfani e Venturi Editori, Firenze, 1906, pp. 11-13.
E’ davvero divertente, permettetemi, constatare che anche il Conti riconosca che le azioni volte al ripristino del Liceo di San Miniato potrebbero esser prese per lamenti da terrazzano, cioè di colui che è arroccato nel suo castello, fermo nella sua posizione.
La parole proposte da Augusto Conti, ci sembrano oggi un qualcosa di anacronistico, ma non completamente sbagliato. Anche perché, se da una parte paragonare Busseto o Savignano a San Miniato non è propriamente corretto, è altrettanto vero che il luogo ha una notevole influenza sulla formazione delle persone. Per luogo non va inteso certo il panorama, non la purità d’aria, non la vaghezza di colli aprichi, non la bellezza d’idioma, non la quiete d’animo, e nemmeno la gentile natura e consuetudine degli abitatori. E allora com’è si lega l’istruzione e, più in generale la formazione di una persona, con il luogo in cui essa matura?
Lasciando un attimo da parte la psicologia ambientale (è indubbio che l’ambiente più salubre non può essere una zona ferroviaria o industriale!), vorrei proporre una riflessione più ampia, in parte già formulata da quanti sono intervenuti durante la seduta della Consulta del 27 marzo.
Ogni luogo, per conformazione fisica, e per le vicende storiche ad essa legate, presenta una  propria vocazione. La pianura è storicamente votata alla produzione, agricola prima e industriale poi, e al trasporto delle merci e dei prodotti, via acqua e via terra. Questo da epoca antica. La collina sanminiatese, invece, almeno dal IX secolo (cioè da 1200 anni!) è stato il luogo di concentrazione della popolazione in ambito urbano. Qui si sono sviluppati i ceti dirigenti che per secoli hanno controllato politicamente ed economicamente un vasto territorio, da Montaione all’Arno. La presenza di una classe economicamente abbiente ha permesso dapprima la nascita dell’istituzione comunale di San Miniato (la prima del medio Valdarno Inferiore già nel XII secolo) e la necessità di avere strutture istituzionali per la formazione del ceto dominante, con la costituzione di una scuola, documentata già alla metà del ‘300!
San Miniato ha mantenuto questa vocazione all’istruzione e alla formazione dei ceti dirigenti nei secoli. Basta pensare alla costituzione del Seminario alla fine del ‘600, alla nascita di accademie come quella degli Affidati, poi rinominata in Rinati e infine in Euteleti, dalla quale prenderà corpo l’iniziativa che porterà all’apertura della Cassa di Risparmio di San Miniato.
Nato formalmente per aggirare la soppressione ottocentesca degli enti ecclesiastici, un altro importantissimo centro legato all’istruzione è il Conservatorio di Santa Chiara, oggi Fondazione, la cui collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa per l’orientamento formativo dei ragazzi più meritevoli, fa di San Miniato un luogo “strategico”.
Insomma, se ogni luogo ha una sua vocazione, quella di San Miniato non può che essere quella socio-culturale (anche abitativa, turistica, etc; sicuramente non industriale!). E’ l’humus culturale, sviluppatosi nei secoli, che fa di San Miniato un sistema urbano complesso, una sorta di mosaico in cui le tessere dell’istruzione e della formazione, sono ben disposte, ed anzi rappresentato parte integrante, fondamentale, della vita sanminiatese.

Il vecchio edificio che ha ospitato il Liceo Scientifico fino al 2008
Foto di Francesco Fiumalbi

Qualcuno potrebbe legittimamente obiettare chiedendo: avere il Liceo Scientifico in cima alla collina o all’inizio della salita, ad una manciata di chilometri, cosa cambia?
Cambia molto. Prima di tutto, ricostruire il Liceo laddove è stato per decenni, sarebbe come voler sottolineare e confermare il ruolo culturale del centro urbano di San Miniato, che per le dinamiche insediative, produttive, e della mobilità contemporanee sta rischiando seriamente di soccombere.
Ma diciamola tutta. Alla fine degli anni ’80, fu scelta quale sede del “polo scolastico” comprensoriale, l’area di Poggio di Cecio, e lì fu costruita la nuova sede dell’Istituto Tecnico Commerciale “C. Cattaneo”. Sono stati spesi diversi miliardi delle vecchie lire e tanti altri euro sono stati stanziati dalla Provincia di Pisa per completare la struttura dell’auditorium e di altre funzionalità accessorie. Decidere oggi di spostare definitivamente il Liceo Scientifico significa spostare l’intero polo scolastico. Se anche l’ITC negli anni dovrà raggiungere il Liceo, necessiterà quindi di una nuova sede, e l’intera comunità dovrà farsi carico di un’ulteriore grande spesa. Col rischio poi, vista anche l’attuale congiuntura economica, che non se ne faccia di niente, lasciando la situazione come è oggi, con una scuola in pianura e l’altra in collina. Ciò comporterebbe, come accade oggi, l’impossibilità fisica di sviluppare sinergie fra i due istituti, che sembra siano destinati ad avere un’unica presidenza nel giro di pochi anni.
La scuola di pianura dovrà essere dotata di un auditorium, ma che senso ha un nuovo auditorium se ce n’è già uno, quasi completo, all’interno dell’ITC? E perché i laboratori di cui dovrebbe dotarsi il nuovo Liceo non potrebbero essere utilizzati anche dai “tecnici”? Per non parlare della necessità di avere una palestra.
Come se non bastasse, avere due scuole, anche separate da pochi chilometri, obbligherà gli amministratori provinciali a prevedere un doppio piano dei trasporti scolastici. Due scuole, due piani di trasporto, doppie linee, più autobus, più costi.
E’ questa l’efficienza che sempre più viene richiesta alla pubblica amministrazione?

Ritornano quindi le parole di Augusto Conti:
CHI STERPA QUE’ SEMENZAI FA DANNO PIUCCHE’ AD UN COMUNE, ALLA PATRIA INTERA!


NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Archivio di Stato di Firenze (ASF), Prefettura, f. 80, anno 1856, affare 111, art. 16, estratto del consiglio comunale di San Miniato del 30 agosto 1852, in Boldrini Gabriella, Scuola e società a San Miniato dal dominio napoleonico all’Unità d’Italia, Tesi di Laurea presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Magistero, Istituto di Pedagogia, AA. 1983-84, pp. 111-112.
(2) Ibidem.
(3) ASF, Prefettura, f. 102, in Boldrini, Op. Cit., p. 132.
(4) Ibidem, p. 133.
(5) Boldrini Roberto, Dizionario Biografico dei Sanminiatesi (secoli X-XX), Comune di San Miniato, Pacini editore, Pisa, 2001, p. 92.

4 commenti:

  1. Concordo su trasporti e auditorium. Ma che ci sia stata in passato una "sinergia" tra i due istituti o che ci possa essere, mi pare un'utopia. Mai varcato le soglie dell'ITC da studente del Liceo

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    1. Hai ragione Elia che la sinergia fra le due scuole, per adesso non si è mai attuata, almeno non in maniera continuativa! (ci sono e ci sono stati comunque alcuni episodi significativi, alcuni anche molto positivi!).
      Come ho scritto, ma temo di non aver sottolineato abbastanza la cosa, fra un anno o due, molto probabilmente le due scuole avranno lo stesso preside. Normativa alla mano, ci vuole un preside almeno ogni 600 studenti, e il Liceo (Marconi+Carducci) quest'anno ne ha 601. Un po' pochini per pensare di mantenere un ufficio di presidenza per entrambe le scuole. E se così sarà, la "sinergia" verrà molto più naturale, e sarà sicuramente incentivata se le scuole saranno l'una accanto all'altra, cioè come lo sono state fino al 2008. Utopia? Forse in futuro, sarà semplicemente una necessità!

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  2. al di là di tutte le sinergie è vergognoso vedere una struttura decadere in quel modo...ad oggi potrebbe essere ripresa con un minimo di esborso, ma tra qualche anno quanti soldi in più occorreranno? non sarà più un adeguamento ma una demolizione con nuova costruzione...e poi san miniato ha semre "campato" con banche e scuole, togliendo le seconde si porta a morire definitivamente....

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    1. Trovo giusto precisare che durante l'assemblea della Consulta Territoriale, è emerso che il problema dell'attuale edificio è, da una parte il movimento franoso del versante settentrionale e dall'altra le verifiche strutturali (qualcuno ha parlato di prove sclerometriche, ma non abbiamo documenti ufficiali in proposito). Se così è, l'attuale edificio non potrà essere adeguato, ma solo demolito e ricostruito, sia che ritorni ad ospitare il Liceo, sia che diventi qualsiasi altra cosa.
      Infatti nel Disciplinare di Gara predisposto dalla provincia si parla di "Costruzione nuova sede Liceo Scientifico" per uno stanziamento complessivo (per il completamento del polo scolastico, quindi per un intervento più ampio) di 14 mln di euro.
      Disciplinare di Gara

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