E'
difficile trovare in Italia esempi di Greek Revival, ovvero
architetture in stile Neogreco. In Europa, specialmente in
Inghilterra e in Germania, la riproposizione di modelli
architettonici dell'antica Grecia ha avuto ben altre fortune.
Tale fenomeno si spiega abbastanza facilmente. L'Italia, a differenza degli
altri paesi, ha conosciuto ben due stagioni di revival: la prima
viene chiamata Rinascimento, e si fonda sulla riscoperta e rielaborazione dell'opera
di Vitruvio e degli elementi desunti dalle rovine romane; la seconda è il Neoclassicismo e,
ancora una volta, il modello di riferimento è l'architettura di
Roma, massimo paradigma degli antichi fasti italici.
Tuttavia
gli esempi di edifici in stile Neogreco italiani non mancano, anche se poco conosciuti e spesso
collocati in posizioni marginali. E' il caso della Cappella Votiva ai
Caduti della “Grande Guerra” del 1915-18, situata lungo la strada
che conduce a Montecalvoli, frazione di Santa Maria a Monte.
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Foto di Francesco Fiumalbi
L'utilizzo
del cosiddetto “stile greco” per architetture celebrative e
commemorative trova il suo massimo esempio nel cosiddetto "Wahlalla" di Leo von Klenze. Tale monumento, situato nei pressi di Ratisbona (Germania), richiama la tradizione nordica del tempio dove si riunivano gli eroi
della guerra che, trasportati dalle Valchirie,
continuavano la missione di combattimento al servizio di Odino.
L'esempio di Montecalvoli ha in comune col Wahlalla soltanto lo
spirito celebrativo, non certo le forme architettoniche, che si
rifanno ad un piccolo tempio prostilo, cioè con il colonnato
soltanto sul prospetto frontale. Anche l'ordine trabeato è diverso,
infatti si tratta di uno stile ionico, contraddistinto da quattro
colonne sottili, scanalate e rastremate, sormontate da capitelli con
volute, filologicamente sublimi. L'intercolunnio fra gli elementi
centrali è più ampio, in modo da consentire l'ingresso, attraverso
tre scalini, che costituiscono la crepidoma.
La trabeazione, secondo la tradizione, è composta da architrave,
fregio (continuo) e cornice, sormontata da un timpano con al suo
interno un elemento decorativo in bronzo, un elmetto circoscritto in
una corona di alloro. Il fregio, prosegue anche sui fronti laterali, costituendone la cornice, per poi rigirare verso il basso e concludere l'edificio anche verticalmente.
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
L'edificio
fu costruito nel 1928, nel decennale della vittoria della Prima
Guerra Mondiale, per volontà di Angelo Puccini, in onore dei
Montecalvolesi caduti per la Patria. Fu restaurato
dall'Amministrazione Comunale di Santa Maria Monte nel 2000, grazie
al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. Nel
2001 fu collocata l'epigrafe commemorativa, che riconosce il piccolo
monumento anche come luogo di riflessione e ricordo per le vittime
militari e civili del secondo conflitto mondiale.
La
cappella vera e propria si trova idealmente dentro la cella. Si
tratta di un ambiente a pianta ottagonale iscritto nella forma
quadrangolare esterna. Il semplice altare è posizionato sulla parete
di fondo che, come le altre superfici, presenta un alto basamento
bicromo. La copertura esterna è a capanna, ma internamente
l'ambiente è coronato da una volta a padiglione ottagonale. Al posto
della lanterna, un lucernario a piramide, che filtra la luce, e
illumina idealmente la memoria dei caduti.
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Foto di Francesco Fiumalbi
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Particolare dei Capitelli
Particolare dei Capitelli
Foto di Francesco Fiumalbi
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale, capitello
Foto di Francesco Fiumalbi
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Foto di Francesco Fiumalbi
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale, Interno
Foto di Francesco Fiumalbi
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i Caduti della Prima Guerra Mondiale
Lucernario
piramidale esterno
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