di
Ilaria Borgioli, Fabio Giantini e Francesco Fiumalbi
Quando
l'Amministrazione Comunale di San Miniato presentò, nel giugno del
2012, l'idea di costituire una sorta di processo partecipativo per la
ridefinizione dello spazio di Piazza del Popolo abbiamo deciso di
contribuire al dibattito. Siamo tre ragazzi che hanno da terminare, o
hanno finito da poco, il proprio percorso di studi universitari, e
abbiamo visto nel tema della sistemazione della Piazza un'occasione
per confrontarci con il mondo reale, misurandoci con la complessità
di un tema progettuale in un centro storico. Abbiamo elaborato una
proposta libera, nelle intenzioni, da schemi preconcetti e da
interessi sottaciuti. Quello che abbiamo fatto è pensare soltanto al
meglio per quel luogo, che non è una semplice piazza, ma anche il
cuore sociale di San Miniato.
Siamo consapevoli dei
nostri limiti e della nostra inesperienza, ma abbiamo entusiasmo e
voglia di contribuire a migliorare lo spazio che quotidianamente
viviamo. Proponiamo qualcosa che potrà anche non piacere, che
susciterà emozioni diverse, che presenta anche elementi di
criticità. Non vogliamo imporre niente a nessuno, soltanto animare
il dibattito.
LA
PIAZZA E'
Spesso per dare una
definizione incisiva di una cosa, si ricorre a precisare cosa non è:
la piazza non è soltanto un parcheggio, non è soltanto un'aiuola, e
non è soltanto commercio. La piazza è occasione di incontro, è
opportunità, è il luogo in cui un centro urbano si apre, si
confronta con se stesso, dove accoglie i visitatori e celebra le
proprie manifestazioni, laiche o religiose che siano. A cascata viene
tutto il resto, come ad esempio il commercio, che in una piazza è
più avvantaggiato, perché in una piazza rallentiamo il passo,
sostiamo, ci guardiamo attorno (non è un caso che i moderni centri
commerciali tentino di riprodurre quelle dinamiche e quelle
situazioni spaziali proprie della piazza, con alterni risultati).
La piazza è anche uno
spazio che per sua natura ha una geometria, più o meno regolare,
delimitata dagli edifici che vi si affacciano, con le abitazioni, le
botteghe, i servizi pubblici e la chiesa. E' fatta di relazioni,
aggrega spazi diversi, con varie funzioni, collega percorsi che
provengono dalle estremità del centro urbano. E tutto questo in un
luogo, uno solo, con tante dinamiche e necessità al suo interno,
impossibili da separare, ma da considerare insieme,
contemporaneamente, nella complessità spaziale e sociale che
contraddistingue una città nel nostro tempo.
PIAZZA
DEL POPOLO E'
Piazza del Popolo è il
cuore della vita di San Miniato, il principale polo sociale, nei
pressi del quale sono collocate più densamente le attività
commerciali. Vi si affaccia una delle chiese più belle e suggestive,
con l'ex convento che rappresenta il contenitore delle attività
culturali del centro urbano (la biblioteca, l'Ufficio Cultura, la
Fondazione Centro Studi sul Tardo Medioevo, lo spazio del Frantoio e,
forse, in futuro, molto altro...). Nella piazza sono collocati
l'Ufficio Informazioni Turistiche, con la sede della Fondazione San
Miniato Promozione, la sede delle associazioni Pro Loco e Tartufai
delle Colline Sanminiatesi, e l'importante servizio offerto dalla
Farmacia. Nelle immediate vicinanze troviamo un'edicola, tre bar,
negozio alimentari, un negozio di vestiti, due ristoranti. Le
attività che si affacciano sulla piazza sono molteplici e sono per
lo più concentrate sul lato occidentale, con dieci potenziali
affacci, rispetto ai quattro del lato opposto.In Piazza del Popolo si
svolgono attività legate alle più importanti manifestazioni
sanminiatesi come la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco, la
Notte Nera, la Luna è Azzurra, il concerto di fine anno. Senza
dimenticare altri eventi come il Carnevale, il mercatino
dell'antiquariato/artigianato, manifestazioni religiose e molto
altro.
COME
DOVREBBE ESSERE PIAZZA DEL POPOLO
Piazza del Popolo
dovrebbe essere un unico grande spazio flessibile, adattabile alle
varie esigenze che si manifestano durante tutto l'anno, ma anche nel
quotidiano della singola giornata o nell'arco della settimana. Uno
spazio che abbia la capacità di rinnovarsi e reinventarsi
continuamente, e che abbia la forza di accogliere i cambiamenti della
Città nel tempo. Per fare un esempio su tutti, la ridefinizione del
sistema dei trasporti veicolari, auspicato da più parti, che
potrebbe portare in un futuro più o meno prossimo, alla
parziale/completa pedonalizzazione di ampie porzioni urbane, in modo
da costituire l'ossatura portante del sistema delle piazze ed in
particolare creare nuove relazioni con il polo della cultura,
rappresentato dai “Chiostri”, con enormi potenzialità ancora per
la gran parte inespresse. Quindi la piazza deve potersi chiudere
all'occorrenza, oppure estendersi fino ad inglobare in sé anche gli
altri spazi circostanti.
La piazza dovrebbe
poter consentire un adeguato e decoroso affaccio per le attività
commerciali, dovrebbe creare opportunità di sosta e di incontro,
generare spazi per varie attività, anche di tipo ludico.
LA
STRUTTURA DELLA PIAZZA
Da un punto di vista
spaziale, la piazza è costituita da uno spazio oblungo,
caratterizzato da due terminazioni contrapposte: da una parte la
facciata della chiesa, dall'altra un edificio ad uso abitativo, che è
anche l'unico fabbricato effettivamente concepito per un dialogo
compositivo con la piazza. Entrambi gli edifici presentano la
caratteristica di essere mutuati rispetto al piano stradale da rampe
di gradini. Sono due elementi peculiari, da sottolineare, che offrono
opportunità e spazi di relazione, costituendo una sorta di seduta e
quindi promuovendo la sosta e momenti di incontro fra le persone.
La piazza presenta due
direzioni di flussi: uno con orientamento est-ovest, l'altro
nord-sud. Il primo, fra Piazza Grifoni e Piazzetta del Fondo, allo
stato attuale del sistema dei percorsi, costituisce un elemento
irrinunciabile che non può essere omesso, interrotto o deviato, se
non occasionalmente e per periodi limitati nel tempo. L'altro, fra
Piazza del Popolo e la zona denominata “San Martino” o
“Faognana”, è più leggero in termini di consistenza dei flussi,
non può essere terminato, ma può essere deviato. Infine il percorso
esclusivamente pedonale, il cosiddetto Vicolo di Faognana, che offre
il collegamento fra Piazza del Popolo e la Piazza San Pio da
Pietralcina, attualmente parcheggio, dove un tempo sorgeva il Teatro
“G. Verdi”, distrutto con la Seconda Guerra Mondiale e mai
ricostruito.
Infine il cosiddetto
Vicolo dell'Inferno, un percorso semipedonale che aggira il
fabbricato che si affaccia sul lato nord, delimitato da un'area ad
uso giardino, e che può offrire interessanti opportunità per i
flussi di traffico o per la sosta. Si tratta di un terreno che un
tempo ospitava un'abitazione, distrutta durante la guerra e non
ricostruita.
LA
PIAZZA, LA SOSTA E IL SISTEMA DEI FLUSSI VEICOLARI
Attualmente la piazza è
una rotatoria, con al centro circa 20 stalli per la sosta degli
autoveicoli. In altre parole è quasi esclusivamente un parcheggio.
La opportunità sociali, economiche, ricreative, della piazza sono
fortemente compromesse dalla presenza invasiva delle autovetture, che
occupano il cuore dello spazio, organizzato secondo le logiche della
viabilità automobilistica. Riportare le persone al centro dello
spazio, farle riappropriare della piazza, impone l'allontanamento
delle autovetture, che potrebbero diventare elementi marginali ed
esclusivamente dinamici. In altre parole eliminare la sosta delle
auto dalla piazza, pur mantenendo lo spazio per la circolazione. I
tempi di percorrenza dai vicini grandi parcheggi della Valle di
Cencione (Ascensore) e di Piazza Dante Alighieri (Piazzale), sono di
3 e 4 minuti rispettivamente, un tempo sostenibile per chi ha
necessita di sostare per lunghi periodi a San Miniato (nelle grandi
città, i piani della mobilità considerano 10 minuti il tempo
sostenibile per raggiungere i cosiddetti “poli attrattori” o
“magneti”). Il parcheggio di Piazza San Pio da Pietralcina
potrebbe offrire la possibilità della sosta breve, possibilmente
gratuita, con tempo regolato da disco orario o da altri sistemi, in
modo da consentire la possibilità di sbrigare veloci commissioni
(andare in farmacia, acquistare il giornale, prendere un caffè,
scaricare piccola merce, e altro). Un'ulteriore opportunità potrebbe
avvenire in futuro, sviluppando un collegamento diretto (attraverso
una scala mobile o altri sistemi più o meno meccanizzati) fra il
Parcheggio della Valle di Cencione e il Vicolo dell'Inferno, magari
sfruttando il piano terreno del fabbricato ex-bagni pubblici.
Non disponendo di
scenari certi sul futuro riassetto della mobilità veicolare (la
cosiddetta strada di gronda si fa? non si fa? quando si farà?)
risulta davvero difficile pensare di rivoluzionare con la piazza il
sistema dei flussi (con particolare riferimento alla rete dei sensi
unici, allo stato attuale è forse la sistemazione migliore
possibile).
La nuova piazza potrà
intaccare l'organizzazione dei flussi soltanto localmente, ma dovrà,
al tempo stesso, consentire massime opportunità nei futuri piani di
riorganizzazione sistemica del traffico veicolare e offrire
temporanee chiusure e deviazioni.
LA NUOVA PIAZZA DEL POPOLO E IL POPOLO DELLA NUOVA PIAZZA
La proposta progettuale
che siamo a presentare prende spunto dalle opportunità e dai limiti
fisici e sistemici dello spazio, che abbiamo descritto nei paragrafi
precedenti. L'idea è quella di unire le due testate della piazza e
definire uno spazio unitario, complesso, impermeabile ai flussi
automobilistici, che possa accogliere ed esprimere la comunità
sanminiatese che vi si riconosce e vi si rappresenta. Una proposta
che richiede la rinuncia ad alcuni interessi particolari (come il
parcheggiare l'auto in piazza), a vantaggio della centralità
dell'interesse della comunità, che è quello di avere una piazza
ottimale per tutte quelle esigenze e necessità che abbiamo esposto.
Gli elementi specifici
sono le scalinate, quella della chiesa da restaurare e mantenere,
l'altra da ridefinire, sottolineare, da rigenerare. Nel mezzo uno
spazio aperto, adattabile alla complessità, polifunzionale,
polirelazionale, che si concretizza con una pavimentazione
leggermente rialzata, scandita da un ritmo generato dalla
composizione materica (mutuata dallo schema compositivo della
facciata della chiesa) e in cui si inseriscono alcune sedute, che
all'occorrenza possono essere rimosse. La scalinata a nord potrebbe
diventare un luogo di aggregazione, da rimodellare come un'ideale
tribuna, da cui dominare e osservare la piazza nella sua interezza e
le attività che si svolgono al suo interno.
I flussi veicolari
sarebbero ridotti ai margini, le auto avrebbero un ruolo
esclusivamente dinamico, senza interferire con l'area aperta
pedonale. Al fine di creare uno spazio maggiormente unitario, con una
forte identità spaziale, compositiva e relazionale, la proposta che
più incide sul tessuto urbano è quella di utilizzare il terreno
adiacente al Vicolo dell'Inferno come spazio per la nuova viabilità.
In questo modo la piazza diventa un unico grande spazio, con le auto
che transiterebbero sul retro dell'edificio a nord.
Durante le ore
notturne, la definizione spaziale sarebbe sottolineata attraverso
un'illuminazione discreta, in modo da risaltare gli elementi
compositivi.
Elaborare un progetto
significa fare delle scelte. Una di queste riguarda il pozzo-cisterna
che era presente fino agli anni '40 del secolo scorso. A differenza
di altri esempi toscani (il pozzo di San Gimignano o quello di
Pienza) quello sanminiatese non è un elemento medievale, e fu
realizzato in tempi relativamente recenti (seconda metà dell'800)
per far fronte al contingente problema dell'approvvigionamento idrico
degli abitanti. Una volta risolta la problematica con la costruzione
dell'acquedotto pubblico, le molte cisterne sanminiatesi sono cadute
inevitabilmente in disuso. Alcune hanno mantenuto un aspetto evidente
anche in superficie, altre sono state interrate. E' il caso della
cisterna di Piazza del Popolo, compositivamente avulsa dal contesto
spaziale, il cui pozzo è stato eliminato per far posto al
parcheggio. E' evidente che non ha avuto, nel tempo, la forza di
caratterizzare l'identità della piazza (altrimenti sarebbe rimasto!)
e può essere ascritto all'elenco degli elementi che sono comparsi
per un'esigenza e scomparsi una volta che la necessità è venuta
meno. Pertanto, la proposta riguardo a tale elemento, è quella di
stratificare la cisterna all'interno della piazza, senza prevedere la
ricostruzione del pozzo in superficie. Siamo consapevoli che si
tratta di una scelta progettuale discutibile, ma al tempo stesso
legittima e filologicamente fondata. Inoltre il pozzo, ricostruito
seppur privato della funzionalità, costituirebbe un inutile ostacolo
alla flessibilità funzionale del complessivo spazio della piazza.
Bravi.
RispondiEliminaAggiungo solo che, secondo me, per definire ancor meglio lo spazio unitario tra le due testate della piazza, potreste pensare ad un attraversamento rialzato (allo stesso livello della pavimentazione della piazza) per il traffico veicolare davanti la chiesa (similmente a quello che c'è a Sovigliana).
Facendo così valorizzereste di più l'idea di spazio unitario in cui i flussi veicolari sarebbero ridotti ai margini e dovrebbero "inchinarsi", riducendo in modo notevole la velocità, allo spazio della piazza.
Filippo, giusta osservazione!
EliminaLa pavimentazione è stata disegnata per far risaltare le aree pedonali rispetto a quelle per il traffico delle automobili. Ciò premesso, nulla vieta di fare pietra (o cemento, o laterizio, il materiale può essere scelto diversamente) ovunque. Anzi, almeno sul davanti della chiesa sarebbe auspicabile.
Sull'ipotesi dello "scalino", l'esempio di Sovigliana credo non sia "esportabile" in centro storico. A Sovigliana la strada è ben distante dalle costruzioni, ma in quel punto avere una soglia può ingenerare carichi dinamici che vanno a "stressare" le fondazioni degli edifici (passaci oggi passaci domani, qualcuno potrebbe lamentare dei problemi). Forse è meglio rimanere a livello.
La vostra proposta è molto interessante e, certamente, la parte descrittiva valorizza appieno il progetto.
RispondiEliminaSono d'accordo nel non inserire il "pozzo/cisterna" che spezzerebbe lo spazio ampio che si viene a creare fra le due scalinate.
Sarebbe auspicabile che quest'idea di massima "apertura" venisse recepita dall' amministrazione. Bene anche le note legate alla viabilità.