domenica 11 dicembre 2016

LE ISCRIZIONI PRESENTI NELLA CHIESA DI SAN MICHELE A ROFFIA

di Francesco Fiumalbi

Nella chiesa di San Michele Arcangelo di Roffia, nella cappella attigua all'aula principale, utilizzata come battistero, sono presenti cinque iscrizioni dedicate ad altrettanti sacerdoti che prestarono il loro servizio pastorale in quella parrocchia. Si tratta di personalità che, al tempo in cui vissero, furono dei veri e propri punti di riferimento per gli abitanti della comunità (dalla storia millenaria) sorta nei pressi dell'Arno. L'epigrafe più antica è del 1650, mentre la più recente è del 1989.

La chiesa di San Michele Arcangelo a Roffia
Foto di Francesco Fiumalbi

EPIGRAFE n. 1:

D. O. M.
HORATIO ROPHIA NICOLAI EQUITIS FILIO DOCTI CӔSAR IURIS
EXIMIO, ET PONTIFICII QUASI, TRI. OPCLO, RELIG.MO CATHED.LIS
ECCLESE, MINIATENSIS, CANICO, ET PAROCHIS S. MICHAELIS DE ROFF.A
PASTORI ADEO VIGILANTI UT, FERE MORIENS, AD QUES, SIBI COMM
DOCNӔ PBLO, SPU ETM INFORM EXTRMO, VELUTI INTECRMӔ
VITӔ, MACR,FERRI, VOLVERIT. NE TANTO SACROR, CANINIUNIMI
MONIM.TA DEENT, NICOLAUS, NEP. AMATMO, PATRUO IN ALTMO
IAM GLORIӔ, FASTIGIO, PROROGATIS LATE IMAGINIB FULGE.NTI
HAEC MŒSTME POSUIT. OBIIT IV NON. MAII
MDCL ӔTA SUӔ AN. L

L'iscrizione è dedicata alla memoria al sacerdote Orazio di Niccolò Roffia [San Miniato, 1601 – 4 maggio 1650], dottore in legge come da tradizione familiare, Giudice Delegato Apostolico, parroco della chiesa di Roffia e Canonico della Cattedrale di San Miniato. Era figlio di Niccolò [San Miniato, 1549-1607] e fratello di Filippo [1579-1620], Antonio [1586-1644], Carlo [1590-1625], Francesco [1593-1663] e Michele [1595-1648]. Oltre ad Orazio, furono sacerdoti anche Francesco, Filippo e Carlo. Gli ultimi due furono anch'essi rettori della chiesa di San Michele a Roffia. Orazio, assieme a tutti e quattro gli altri fratelli, il 1 luglio 1622 fondò una “commenda” dell'Ordine Equestre di Santo Stefano e, per questo, portava anche il titolo di “cavaliere”. Attraverso molte operazioni finanziarie ed immobiliari, aumentò notevolmente il patrimonio familiare che, alla morte, lasciò ai nipoti (figli del fratello Antonio) Giovan Francesco e Niccolò. Per volontà di quest'ultimo, nell'epigrafe denominato “nipote amatissimo”, fu realizzata la lapide in oggetto. [per ulteriori informazioni si veda A. Zappelli, La famiglia Roffia nell'Ordine di Santo Stefano, in San Miniato e l'Ordine di Santo Stefano, a cura di D. Marrara, Atti del Convegno San Miniato 14 maggio 2004, Edizioni ETS, Pisa, 2004, pp. 44-46; cfr. R. Boldrini e I. Gagliardi, Roffia. Una famiglia tra leggenda e realtà, Fondazione CRSM, Grafiche Leonardo, San Miniato, 2006, pp 131-138; 234; 244-245 dove è riprodotta l'iscrizione su carta utilizzata per dettare l'epigrafe marmorea, conservata in Archivio Storico del Comune di San Miniato, Famiglia Roffia, n. 687].
Ad Orazio Roffia apparteneva un'urna funeraria d'epoca romana, citata nel Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), Accademia di Berlino, Tomo XI, n. 1772a.

EPIGRAFE n. 2:

A Ω
VINCENTIO GIUNTI
QUNQUAGINTA AB HINC ANNIS ROFFIӔ PAROCHO
MINIATENSIS CATHEDRALIS HONORIS CANONICO
PRUDENTIA CONSILIO DOCTRINA CHARITATE
INCLITO VIRO
SEMINARIUM CUI ISPE DIU SCITE PRAEFUIT
EJUS OPERE INCLARUIT
INIBI AD ACCLESIASTICAM VITAM
INFORMATE ALUMNOS
AD PHILOSOPHICAS AC THEOLOGICAS SCIENTIAS
INSTITUIT
IN PAROECLӔ AC DIOCESIS BONUM ET DECUS
STUDUIT ASSIDUE
MERITIS ELUCENS CUNCTIS LACRYMATUS
SUPREMUM DIEM SENIO CONFECTUS
EXPLEVIT IN DOMINO
IN NONAS JANUARII MDCCCLV
FRANCUS M. EX MARCH. ALLI-MACCARANI
EPUS. MINIAT.
IN AFFECTIONIS PIGNUS ET OBSERVANTIӔ
HANC MEMORIAM MOERENTISSIMUS POSUIT

L'iscrizione è dedicata alla memoria del sacerdote Vincenzo Giunti [San Miniato, 1772 – 5 gennaio 1855], dottore in legge, parroco della chiesa di San Michele Arcangelo di Roffia per circa mezzo secolo e Canonico della Cattedrale di San Miniato. L'iscrizione fu realizzata per volontà del Vescovo Francesco Maria Alli-Maccarani [San Miniato, 29 marzo 1810 – 10 aprile 1863]. Dal testo si apprende che il sacerdote si dedicò alacremente alla formazione dei giovani seminaristi, in particolare insegnando Filosofia e Teologia nel Seminario di San Miniato, di cui fu rettore. Il suo nome compare, nel 1829, nell'elenco dei soci fondatori della Cassa di Risparmio di San Miniato e, nel 1838, nella “deputazione” per l'erezione della statua del Granduca Leopoldo II, inaugurata nel 1843 nell'attuale Piazza Buonaparte [in proposito si veda P. Nanni, Profilo storico della Cassa di Risparmio di San Miniato, in A.A.V.V., Cassa di Risparmio di San Miniato 1830-2005, p. 62; Archivio Storico del Comune di San Miniato, Fondo Preunitario, F4549 e il post BASETTONE (seconda parte) – Canapone per San Miniato].

EPIGRAFE n. 3:

A Ω
AL SACERDOTE
VITTORIO SALVADORI
CHE
PER QUASI DUE LUSTRI
FU PARROCO ZELANTE DI QUESTA CHIESA
LASCIANDO ESEMPI DI VIRTU
IMPAREGGIABILI
ASCIUGO' LE LACRIME
DEL PUPILLO E DELLA VEDOVA
FU CON DOTTI CONSIGLI
CONFORTO AD OGNUNO NELLE SVENTURE
E CON PROPRIO SACRIFIZIO BENEFICO'
FINANCO I NEMICI
STENDENDO LORO LA MANO DEL PERDONO
RITORNO' LA PACE NELLE FAMIGLIE
TENNE IN GRAN PREGIO L'AMICIZIA
CON TUTTE LE FORZE
LE PROTESSE E LE SOSTENNE
AVVALORATO DAI CONFORTI
DI NOTRA S. RELIGIONE
NEL MARTIRIO DI STRAZIANTE MALATTIA
RASSEGNATO E SOFFERENTE
VOLO' AL BACIO DI DIO
LA SERA DEL 6 GIUGNO 1894
DI ETA' SUA ANNI 58
LA COMPAGNIA
A CONFORTO DEI PARENTI E AMICI
Q. M. P.

L'iscrizione fu posta a ricordo del sacerdote Vittorio Salvadori [San Miniato?, 1836 – 6 giugno 1894] il quale, per quasi dieci anni, fu parroco nella chiesa di San Michele Arcangelo di Roffia. Descritto come un sacerdote particolarmente amato dai suoi parrocchiani, al momento non si hanno altre informazioni biografiche.

EPIGRAFE n. 4:

PERCHE' IL NOME ED IL RICORDO
DI DON LIONELLO BENVENUTI
MORTO PIEVANO DI CEVOLI IL 1° DICEMBRE 1948
DAL 1921 AL 1944 PARROCO DI QUESTA CHIESA
RESTI VIVO ED INDELEBILE
IL POPOLO DI ROFFIA
PER IL QUALE EGLI PROFUSE
I TESORJ DELLA SUA PATERNITA' SACERDOTALE
E CHE CONSIDERO' SUO
ANCHE NELL'ORA DOLOROSA DELL'ABBANDONO
CON COMMOSSA RICONOSCENZA
QUESTO MARMO POSE
IL 1° MARZO 1949

La lapide fu collocata nel 1949 in memoria di Don Lionello Benvenuti [San Miniato, 2 giugno 1890 – Cevoli (Casciana Terme - Lari), 1 dicembre 1948], sacerdote a Roffia per 23 anni. Ordinato nel 1914, fu cappellano militare durante la Prima Guerra Mondiale nel 215° Reggimento Fanteria e nel 12° Bersaglieri. Dal 1921 fu coadiutore ed economo presso la Parrocchia di Roffia, affiancando Don Augusto Mannelli, diventandone rettore nel 1925. Passato il fronte della Seconda Guerra Mondiale fu accusato di collaborazionismo con i tedeschi, in virtù della passata simpatia verso il fascismo. Come si evince dal suo diario l'accusa era priva di fondamento, ma il Comitato di Liberazione Nazionale chiese ed ottenne che fosse allontanato dalla chiesa di Roffia. Per questo motivo fu destinato alla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Cevoli, dove rimase fino alla morte. Fu anche Direttore del settimanale cattolico “La Domenica” dal 1937, insegnante di Lettere presso il Seminario Vescovile, docente di Religione all'Istituto Magistrale e membro dell'Accademia degli Euteleti di San Miniato. [In proposito R. Boldrini, Dizionario Biografico dei Sanminiatesi (secc. X-XX), Comune di San Miniato, Pacini Editore, Pisa, 2001, p. 36; G. Chelli, Nulla per sempre (ed in particolar modo il racconto Il Priore, dove sono riportate anche alcuni brani del diario di Don Lionello Benvenuti), Alessandro Dominioni Editore, pp. 49-52].

EPIGRAFE n. 5:

A PERENNE RICORDO
DI DON UGO BROTINI
PARROCO DI QUESTA PARROCCHIA DAL 1945 AL 1985
LA COMUNITA' CRISTIANA DI ROFFIA
RICONOSCENTE Q. M. P.
NELL'ANNO DELLA SUA MORTE 1989
“pregate per me che pregherò per voi”
(DAL SUO DIARIO SPIRITUALE)

L'iscrizione più recente è dedicata alla memoria di Don Ugo Brotini [+1989] che guidò la parrocchia per circa quarant'anni, dal 1945 al 1985. Durante questo periodo si occupò della ricostruzione della chiesa e del campanile – duramente colpiti dai cannoneggiamenti degli Alleati durante il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale – e guidò il popolo in anni di significativi cambiamenti sociali come la fine della mezzadria, fino agli anni '60 del '900 largamente diffusa anche a Roffia.

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