di
Francesco Fiumalbi
Nella chiesa di San
Michele Arcangelo di Roffia, nella cappella attigua all'aula
principale, utilizzata come battistero, sono presenti cinque
iscrizioni dedicate ad altrettanti sacerdoti che prestarono il loro
servizio pastorale in quella parrocchia. Si tratta di personalità
che, al tempo in cui vissero, furono dei veri e propri punti di
riferimento per gli abitanti della comunità (dalla storia
millenaria) sorta nei pressi dell'Arno. L'epigrafe più antica è del
1650, mentre la più recente è del 1989.
La chiesa di San
Michele Arcangelo a Roffia
Foto di Francesco
Fiumalbi
EPIGRAFE n. 1:
D. O. M.
HORATIO ROPHIA NICOLAI
EQUITIS FILIO DOCTI CӔSAR IURIS
EXIMIO,
ET PONTIFICII QUASI, TRI. OPCLO, RELIG.MO CATHED.LIS
ECCLESE,
MINIATENSIS, CANICO, ET PAROCHIS S. MICHAELIS DE ROFF.A
PASTORI ADEO VIGILANTI
UT, FERE MORIENS, AD QUES, SIBI COMM
DOCNӔ
PBLO, SPU ETM INFORM EXTRMO, VELUTI INTECRMӔ
VITӔ,
MACR,FERRI, VOLVERIT. NE TANTO SACROR, CANINIUNIMI
MONIM.TA
DEENT, NICOLAUS, NEP. AMATMO, PATRUO IN ALTMO
IAM GLORIӔ, FASTIGIO,
PROROGATIS LATE IMAGINIB FULGE.NTI
HAEC
MŒSTME
POSUIT. OBIIT IV NON. MAII
MDCL ӔTA SUӔ AN. L
L'iscrizione è
dedicata alla memoria al sacerdote Orazio di Niccolò Roffia [San
Miniato, 1601 – 4 maggio 1650], dottore in legge come da tradizione
familiare, Giudice Delegato Apostolico, parroco della chiesa di
Roffia e Canonico della Cattedrale di San Miniato. Era figlio di
Niccolò [San Miniato, 1549-1607] e fratello di Filippo [1579-1620],
Antonio [1586-1644], Carlo [1590-1625], Francesco [1593-1663] e
Michele [1595-1648]. Oltre ad Orazio, furono sacerdoti anche
Francesco, Filippo e Carlo. Gli ultimi due furono anch'essi rettori
della chiesa di San Michele a Roffia. Orazio, assieme a tutti e
quattro gli altri fratelli, il 1 luglio 1622 fondò una “commenda”
dell'Ordine Equestre di Santo Stefano e, per questo, portava anche il
titolo di “cavaliere”. Attraverso molte operazioni finanziarie ed
immobiliari, aumentò notevolmente il patrimonio familiare che, alla
morte, lasciò ai nipoti (figli del fratello Antonio) Giovan
Francesco e Niccolò. Per volontà di quest'ultimo, nell'epigrafe
denominato “nipote amatissimo”, fu realizzata la lapide in
oggetto. [per ulteriori informazioni si veda A. Zappelli, La
famiglia Roffia nell'Ordine di Santo Stefano, in San Miniato e
l'Ordine di Santo Stefano, a cura di D. Marrara, Atti del
Convegno San Miniato 14 maggio 2004, Edizioni ETS, Pisa, 2004, pp.
44-46; cfr. R. Boldrini e I. Gagliardi, Roffia. Una famiglia tra
leggenda e realtà, Fondazione CRSM, Grafiche Leonardo, San
Miniato, 2006, pp 131-138; 234; 244-245 dove è riprodotta
l'iscrizione su carta utilizzata per dettare l'epigrafe marmorea,
conservata in Archivio Storico del Comune di San Miniato, Famiglia
Roffia, n. 687].
Ad Orazio Roffia apparteneva un'urna funeraria d'epoca romana, citata nel Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), Accademia di Berlino, Tomo XI, n. 1772a.
Ad Orazio Roffia apparteneva un'urna funeraria d'epoca romana, citata nel Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), Accademia di Berlino, Tomo XI, n. 1772a.
EPIGRAFE n. 2:
A
☧
Ω
VINCENTIO GIUNTI
QUNQUAGINTA AB HINC
ANNIS ROFFIӔ PAROCHO
MINIATENSIS CATHEDRALIS
HONORIS CANONICO
PRUDENTIA CONSILIO
DOCTRINA CHARITATE
INCLITO VIRO
SEMINARIUM CUI ISPE DIU
SCITE PRAEFUIT
EJUS OPERE INCLARUIT
INIBI AD ACCLESIASTICAM
VITAM
INFORMATE ALUMNOS
AD PHILOSOPHICAS AC
THEOLOGICAS SCIENTIAS
INSTITUIT
IN PAROECLӔ AC
DIOCESIS BONUM ET DECUS
STUDUIT ASSIDUE
MERITIS ELUCENS CUNCTIS
LACRYMATUS
SUPREMUM DIEM SENIO
CONFECTUS
EXPLEVIT IN DOMINO
IN NONAS JANUARII
MDCCCLV
FRANCUS M. EX MARCH.
ALLI-MACCARANI
EPUS. MINIAT.
IN AFFECTIONIS PIGNUS
ET OBSERVANTIӔ
HANC MEMORIAM
MOERENTISSIMUS POSUIT
L'iscrizione
è dedicata alla memoria del sacerdote Vincenzo Giunti [San Miniato,
1772 – 5 gennaio 1855], dottore in legge, parroco della chiesa di
San Michele Arcangelo di Roffia per circa mezzo secolo e Canonico
della Cattedrale di San Miniato. L'iscrizione fu realizzata per
volontà del Vescovo Francesco Maria Alli-Maccarani [San Miniato, 29
marzo 1810 – 10 aprile 1863]. Dal testo si apprende che il
sacerdote si dedicò alacremente alla formazione dei giovani
seminaristi, in particolare insegnando Filosofia e Teologia nel Seminario di San Miniato, di cui fu rettore.
Il
suo nome compare, nel 1829, nell'elenco dei soci fondatori della
Cassa di Risparmio di San Miniato e, nel 1838, nella “deputazione”
per l'erezione della statua del Granduca Leopoldo II, inaugurata nel
1843 nell'attuale Piazza Buonaparte [in proposito si veda
P. Nanni,
Profilo
storico della Cassa di Risparmio di San Miniato,
in A.A.V.V., Cassa
di Risparmio di San Miniato 1830-2005,
p. 62; Archivio Storico del Comune di San Miniato, Fondo Preunitario,
F4549 e il post BASETTONE
(seconda parte) – Canapone per San Miniato].
EPIGRAFE n. 3:
A
☧
Ω
AL SACERDOTE
VITTORIO SALVADORI
CHE
PER QUASI DUE LUSTRI
FU PARROCO ZELANTE DI
QUESTA CHIESA
LASCIANDO ESEMPI DI
VIRTU
IMPAREGGIABILI
ASCIUGO' LE LACRIME
DEL PUPILLO E DELLA
VEDOVA
FU CON DOTTI CONSIGLI
CONFORTO AD OGNUNO
NELLE SVENTURE
E CON PROPRIO
SACRIFIZIO BENEFICO'
FINANCO I NEMICI
STENDENDO LORO LA MANO
DEL PERDONO
RITORNO' LA PACE NELLE
FAMIGLIE
TENNE IN GRAN PREGIO
L'AMICIZIA
CON TUTTE LE FORZE
LE PROTESSE E LE
SOSTENNE
AVVALORATO DAI CONFORTI
DI NOTRA S. RELIGIONE
NEL MARTIRIO DI
STRAZIANTE MALATTIA
RASSEGNATO E SOFFERENTE
VOLO' AL BACIO DI DIO
LA SERA DEL 6 GIUGNO
1894
DI ETA' SUA ANNI 58
LA COMPAGNIA
A CONFORTO DEI PARENTI
E AMICI
Q. M. P.
L'iscrizione
fu posta a ricordo del sacerdote Vittorio Salvadori [San Miniato?,
1836 – 6 giugno 1894] il quale, per quasi dieci anni, fu parroco
nella chiesa di San Michele Arcangelo di Roffia. Descritto come un
sacerdote particolarmente amato dai suoi parrocchiani, al momento non
si hanno altre informazioni biografiche.
EPIGRAFE n. 4:
PERCHE' IL NOME ED IL
RICORDO
DI DON LIONELLO
BENVENUTI
MORTO PIEVANO DI CEVOLI
IL 1° DICEMBRE 1948
DAL 1921 AL 1944
PARROCO DI QUESTA CHIESA
RESTI VIVO ED
INDELEBILE
IL POPOLO DI ROFFIA
PER IL QUALE EGLI
PROFUSE
I TESORJ DELLA SUA
PATERNITA' SACERDOTALE
E CHE CONSIDERO' SUO
ANCHE NELL'ORA DOLOROSA
DELL'ABBANDONO
CON COMMOSSA
RICONOSCENZA
QUESTO MARMO POSE
IL 1° MARZO 1949
La lapide fu collocata
nel 1949 in memoria di Don Lionello Benvenuti [San Miniato, 2 giugno
1890 – Cevoli (Casciana Terme - Lari), 1 dicembre 1948], sacerdote
a Roffia per 23 anni. Ordinato nel 1914, fu cappellano militare
durante la Prima Guerra Mondiale nel 215° Reggimento Fanteria e nel
12° Bersaglieri. Dal 1921 fu coadiutore ed economo presso la
Parrocchia di Roffia, affiancando Don Augusto Mannelli, diventandone
rettore nel 1925. Passato il fronte della Seconda Guerra Mondiale fu
accusato di collaborazionismo con i tedeschi, in virtù della passata
simpatia verso il fascismo. Come si evince dal suo diario l'accusa
era priva di fondamento, ma il Comitato di Liberazione Nazionale
chiese ed ottenne che fosse allontanato dalla chiesa di Roffia. Per
questo motivo fu destinato alla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di
Cevoli, dove rimase fino alla morte. Fu anche Direttore del
settimanale cattolico “La Domenica” dal 1937, insegnante di
Lettere presso il Seminario Vescovile, docente di Religione
all'Istituto Magistrale e membro dell'Accademia degli Euteleti di San
Miniato. [In proposito R. Boldrini, Dizionario Biografico dei
Sanminiatesi (secc. X-XX), Comune di San Miniato, Pacini Editore,
Pisa, 2001, p. 36; G. Chelli, Nulla per sempre (ed in
particolar modo il racconto Il Priore, dove sono riportate
anche alcuni brani del diario di Don Lionello Benvenuti), Alessandro
Dominioni Editore, pp. 49-52].
EPIGRAFE n. 5:
A PERENNE RICORDO
DI DON UGO BROTINI
PARROCO DI QUESTA
PARROCCHIA DAL 1945 AL 1985
LA COMUNITA' CRISTIANA
DI ROFFIA
RICONOSCENTE Q. M. P.
NELL'ANNO DELLA SUA
MORTE 1989
“pregate
per me che pregherò per voi”
(DAL SUO DIARIO
SPIRITUALE)
L'iscrizione più
recente è dedicata alla memoria di Don Ugo Brotini [+1989] che guidò
la parrocchia per circa quarant'anni, dal 1945 al 1985. Durante
questo periodo si occupò della ricostruzione della chiesa e del
campanile – duramente colpiti dai cannoneggiamenti degli Alleati
durante il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale – e
guidò il popolo in anni di significativi cambiamenti sociali come la
fine della mezzadria, fino agli anni '60 del '900 largamente diffusa
anche a Roffia.
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