sabato 17 dicembre 2016

FERDINANDO PAOLETTI E L'ACCADEMIA DEL SEMINARIO A SAN MINIATO NEL '700

a cura di Francesco Fiumalbi

INTRODUZIONE
In questo post sono proposte alcune notizie in merito al sacerdote Ferdinando Paoletti [Bagno a Ripoli, 23 dicembre 1717 – 1 dicembre 1801] che per alcuni anni fu a San Miniato. Nell'introduzione al volume San Miniato nel Settecento (Pacini Editore, Pisa, 2003, pp. 11-12), Paolo Morelli rileva come al Vescovo di San Miniato Giuseppe Suarez de la Concha si debba anche la nomina a rettore del seminario di quel Ferdinando Paoletti che divenuto poi pievano di Villamagna, in diocesi di Firenze, si dedicherà come Landeschi a studi di agronomia. E' una figura interessantissima per lo studio del pensiero scientifico e socio-economico del tempo. Per certi aspetti anticipò proprio Giovan Battista Landeschi, ma non è questa la sede per parlare della sua attenzione al mondo agricolo o sociale del tempo.

A SAN MINIATO
Ferdinando Paoletti venne chiamato dal Vescovo Suarez della Concha nei primi anni '40 del '700 con il ruolo di “rettore” del Seminario Vescovile e vi rimase fino al 1746. Gli successe Rinaldo Lanini che veniva da Ronta, vicino Borgo San Lorenzo [«Novelle Letterarie», Tomo XII, Stamperia della SS. Annunziata, Firenze, 1751, n. 28, 9 luglio 1751, coll. 434-435]. Il Seminario di San Miniato, lo ricordiamo, era stato fondato da Mons. Angelo Pichi (Vescovo dal 1648 al 1653), ingrandito da Mons. Michel Carlo Visdomini Cortigiani (Vescovo dal 1683 al 1703) e infine ampliato e rinnovato in forme monumentali da Mons. Francesco Poggi (Vescovo dal 1703 al 1719).

Per avere qualche dettaglio in più sulla vita di Ferdinando Paoletti di seguito è proprosto il testo R. Nobili, Elogio del sacerdote Fernando Paoletti pievano di Villa-magna, in «Il Nuovo Giornale dei Letterati», n. V, Pisa, 1803, pp. 9-10:

Da Gio. Battista Paoletti di civil famiglia di industriosi possessori oriundi di Sesto, luogo centrale della Comunità, e Podesteria di tal nome presso Firenze, nacque nel luogo detto alla Croce distante circa quattro miglia dalla Capitale per la strada Aretina il dì 23 Dicembre 1717 Ferdinando Paoletti, che dati prematuri saggi di un genio elevato, e non comune fu dal Padre affidato alla cura del celebre Dott. Giuseppe Maria Brocchi Rettore del Seminario Arcivescovile Fiorentino, che educollo con tal predilezione, e riguardi, che giunto sollecitamente al termine degli studj, e presentasegli la congiuntura di spedire un Maestro di Belle Lettere col carico di dirigere un Collegio a Palermo, non esitò un momento a destinarvi il nostro Abate Ferdinando, che ambizioso di gloria, e di onore si diresse immediatamente a quella volta per la via di Livorno.
Era già ivi pronto alla partenza un legno sul quale caricò i pochi suoi affetti con la sua prediletta strettissima collezione di libri, quando assalito da una fierissima malattia biliosa gli convenne rimanervi a curarsi, vedendo col massimo dei dolori trafugarsi e perdersi la libreria già imbarcata, che non gli fu più possibile di rinvenire.
Sdegnato perciò con il mare, cui attribuiva tanta sciagura, determinò di preferire uno stabilimento, che venivagli offerto nella Città di S. Miniato, ove si occupò con indefesso zelo nella direzione di quel Seminario Vescovile, in cui insegnava ancora le Belle Lettere. Nell’anno 1746 fu chiamato alla Cura della Pievanìa di s. Donnino a Villamagna distante sei miglia da Firenze verso Levante, e ne accettò volentieri l'incarico, perché vide che avrebbe potuto più comodamente spaziarsi il suo genio negli studj ameni, che preferiva ad ogni altra occupazione.

Il Seminario Vescovile di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

L'ACCADEMIA IN SEMINARIO
Nel suo compito alla guida del Seminario, profuse il suo impegno alla preparazione, non solo morale e spirituale, ma anche culturale dei giovani seminaristi. Il suo programma educativo e scolastico – non senza l'appoggio del Vescovo – nel 1744 si concretizzò con l'istituzione di una “accademia”, individuata come strumento di formazione e crescita dei ragazzi. Di questa accademia troviamo una interessantissima lettera inviata dallo stesso Ferdinando Paoletti a Giovanni Lami, curatore delle «Novelle Letterarie», dove non esitò a pubblicarla. Il testo completo è proposto più avanti.

L'accademia, una volta al mese, offriva momenti di confronto, di condivisione, di discussione ed era il luogo dove alcune tematiche potevano essere trattate con maggiore facilità e libertà, al di fuori dei rigidi schemi imposti dall'istituto seminariale. Giovanni Lami a commento della lettera pubblicata sulle «Novelle Letterarie», si complimentò con il rettore del Seminario per una tal iniziativa, dal momento che ai futuri sacerdoti era necessario molto altro, che qualche lambruccio di Teologia Morale, perché sieno a portata d'istruire i popoli, come conviene.
Come afferma lo stesso Ferdinando Paoletti, l'idea di fondare una simile accademia era nata per dar qualche lustro a questo Seminario, che in simil sorta di letterari esercizi può considerarsi al momento molto oscuro. E poi per infondere negli studenti spirito di osservazione e capacità critica, per distinguere il millantamento e la ciarlaneria dalla vera e soda scienza, che invece stimano i valent'uomini. Infine come momento di educazione “al bello”, ovvero per promuovere nella studiosa gioventù il buon gusto, e l'avanzamento delle lettere.

Gli argomenti affrontati erano molto vari: Filosofia, Storia, Letteratura ma anche questioni storico-teologiche (come i Magi e la Stella Cometa, a cui seguì anche una vivace polemica contro lo stesso Paoletti). Non mancavano tematiche legate all'Astronomia (il moto perpetuo dei corpi), alla Geologia (terremoti) e alla Medicina (come il funzionamento del corpo umano attraverso il cuore e la circolazione sanguigna, la cui dissertazione fu curata dal dott. Ranieri Gamucci, medico di origine sanminiatese che ritroviamo in varie località della Toscana, fra cui ad Anghiari). E che dire poi della dissertazione del dott. Buonaparte (probabilmente Ranieri Simone, medico e titolare di una cattedra presso l'Università di Pisa, morto nel 1761), che trattò il tema sopra le voglie delle donne.
Di tutto questo siamo a conoscenza grazie al testo pubblicato nelle «Novelle Letterarie», Tomo VI, Stamperia della SS. Annunziata, Firenze, 1745, n. 30, 23 luglio 1745, coll. 468-471, proposto di seguito:

[468] SANMINIATO
Il Signor Ferdinando Paoletti che molta lode esercita l'uffizio di Rettore del Seminario di Sanminiato, mi ha scritto una Lettera, la quale sembrami degna d'essere inserita in queste novelle, ed è la seguente:

Ho osservato in alcune date delle Novelle letterarie, che V.S. da notizia di varie Accademie nuovamente erette da alcuni Prelati nel Regno di Napoli. Io per questo mi son mosso a darle avviso d'una simile Accademia da me istituita fin dall'anno decorso in questo Seminario; acciocché, sebbene io non la stimi punto paragonabile con le notate nelle Novelle Letterarie, pure V.S. se le parrà bene, dia notizia ancora di questa. Io mi muovo a pregarla di ciò, prima per dar qualche lustro a questo Seminario, che in simil sorta di letterari esercizi può considerarsi almeno al presente [469] molto oscuro; poi perché si sappia dagli ignoranti impostori, specialmente, che tali cose non sono se non degne di lode, che tali veramente la stimano i valent'uomini, e quei, che son dotati di una vera e soda scienza, opposta totalmente a quella, che può dirsi comodamente, millantamento, e ciarlaneria; e perché si vede, che io con ciò promuovo nella studiosa gioventù il buon gusto, e l'avanzamento delle lettere. Questo congresso adunque si aduna una volta il mese colla recita di una dissertazione, e qualche volta ancora di qualche componimento Poetico, quale non ho giudicato bene promettere molto frequentemente, per non far perdere la gioventù dietro a simili studi, che sono per lo più di poco, o di niuno vantaggio. La materia per le dissertazioni è totalmente libera; sicché ci se ne leggono delle Teologiche, delle Filosofiche, delle Storiche, sì in genere di Storia Ecclesiastica, come profana. In genere di Storia Ecclesiastica si è trattato criticamente de i Magi adoratori di Cristo, e della Stella, che servì loro di scorta. Questa dissertazione mosse alcuni Frati a lacerarmi fieramente, perché non avevo seguitato le opinioni volgari, e vi fu chi mi trattò di poco pio. Si è trattato ancora de' i supposti prodigi, [470] che da alcuni impostori discorsi seguiti nella nascita del Redentore; e questo non mi cagionò contro alcuna diceria, non so come, forse perché dopo le taccie datemi, come sopra, sferzai da diritto, e da rovescio, quei buon'uomini in un altro congresso, in cui trattai del vero, e buon metodo di studiare, e del fine principale, che si dee proporre ognuno, che studia. In altre materie, si è trattato della Teologia degli Egiziani: dell'origine de i Templi de i Gentili; dell'origine, e fondazione di Roma. Sopra le voglie delle donne lesse una bellissima dissertazione il Sig. Dottore Buonaparte Lettore di Pisa; e il Signor Dottore Ranieri Gamucci una anch'egli ne lesse molto bella, in cui mostrò, che la vita del corpo umano consiste nella circolazione del sangue; e gli piacque nello stesso tempo di farci vedere l'anatomia del cuore. Si è trattato ancora dell'Attrazione, del Voto, del perpetuo moto de i corpi, del Tremoto. E qui piacemi farle note ancora, che questo Monsig. Vescovo ha introdotto in questo suo Seminario la lezione di Filosofia Neutoniana, dove prima non ce ne era di alcuna sorte.

Sin qui il Signor Paoletti, col quale, siccome col suo degno Prelato, mi rallegro di cuore, vedendo il zelo, che nutrono per [471] l'avanzamento de' buoni studi negli Ecclesiastici, a' quali è necessario molto altro, che qualche lambruccio di Teologia Morale, perché sieno a portata d'istruire i popoli, come conviene.

«Novelle Letterarie», Tomo VI,
Stamperia della SS. Annunziata, Firenze, 1745
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