di Francesco Fiumalbi
Nell’intervento precedente abbiamo ripercorso le vicende legate al faro che era collocato sulla cima della “Rocca”. Avevamo raccolto alcune testimonianze e analizzato le posizioni politiche maturate storicamente sull’argomento.
E’ notizia di questi giorni che Mario Rossi “Maglietta” ha aperto una raccolta di firme affinché il faro votivo torni a brillare, dopo 67 anni, sulla cima della Torre di Federico II.
Complici, si fa per dire, le celebrazioni in onore del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, la cittadinanza ha avuto l’occasione di vedere acceso, seppur per una sera, il faro tricolore. Il modello mostrato, custodito dalla Pro Loco di San Miniato, è quello donato negli anni ’50 dall’allora governo della Germania Ovest, a titolo di risarcimento per il simbolo che l’esercito tedesco aveva distrutto durante la ritirata, nel luglio 1944.
Il faro “tricolore”
Pro Loco di San Miniato
Video di Francesco Fiumalbi
La popolazione sanminiatese, la sera del 17 marzo 2011, si è avvicinata con interesse a questo “strano marchingegno”, che da una vetrina illuminava a tre colori la Piazzetta del Fondo. Anche la stessa collocazione temporanea ha riservato un piccolo retroscena. Si apprende dai giornali, in particolare dall’articolo di Carlo Baroni su “La Nazione”, del 16 marzo scorso, che il faro sarebbe dovuto essere acceso, con l’appoggio dell’Amministrazione Comunale, davanti al Municipio o al Bastione. Poi, sarebbe stata scelta una diversa sistemazione per non riaccendere vecchie questioni proprio nel giorno in cui tutta l’Italia celebrava il 150° Anniversario dell’Unità.
Tutti i presenti, chi più chi meno, si sono avvicinati per vedere il faro. Il sentimento comune è stato sicuramente di curiosità, almeno in prima battuta. Immediatamente sono sorti commenti e opinioni.
La domanda, da oltre mezzo secolo, è sempre la stessa: faro SI o faro NO?
Al di là delle questioni di natura storico-politica che ultimamente sembrano molto sfumate, il tema del faro fa molto parlare. Ma non perché simbolo della retorica fascista, bensì perché sarebbe un elemento “nuovo” nel panorama sanminiatese notturno.
Ormai sono rimasti in pochi che possono raccontare di aver visto il faro originario e una ricollocazione in “Rocca” è vista come una vera e propria novità da quasi tutta la popolazione.
In particolare ci si chiede per quale scopo e con quali modalità dovrebbe avvenire.
La commemorazione delle vittime di tutte le guerre è senz’altro un argomento sempre attuale, senza dimenticare che la luce potrebbe tradursi in un potente richiamo per turisti e visitatori, specialmente in occasione di eventi e manifestazioni.
Pro Loco di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
Il faro custodito dalla Pro Loco di San Miniato, come abbiamo visto, è tricolore e, se da una parte è un simbolo nazionale, dall’altra vi sono anche molte perplessità di natura cromatica. Il faro originario aveva una luce bianca (o gialla) ed era davvero molto potente: si hanno testimonianze di avvistamenti perfino dalla Valdicecina! Fra i favorevoli, in molti concordano che sarebbe sufficiente una potenza più piccola, capace comunque di proiettare il fascio di luce a non più di una decina di chilometri, più o meno come quello mostrato alla popolazione. Il faro “tedesco” avrebbe anche un problema di alimentazione elettrica, in particolare necessiterebbe di un trasformatore ed un nuovo faro comporterebbe un esborso economico più sostanzioso. Una possibilità avanzata sarebbe quella di utilizzare lo strumento già a disposizione, montando il trasformatore necessario e sostituendo le mascherine colorate con altre trasparenti, in modo da ottenere un effetto luminoso più ordinario per un faro.
C’è anche un problema normativo, con particolare riferimento all’inquinamento luminoso, che però sembrerebbe superabile con una deroga speciale, la stessa che permetterebbe di affrontare positivamente eventuali perplessità da parte degli enti preposti all’aviazione civile e militare. Non dimentichiamo che il faro sarebbe collocato sul punto più alto al centro di un vasto territorio ed implicherebbe un cambiamento sostanziale nel paesaggio notturno di un ampio comprensorio.
Pro Loco di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
La possibilità del ricollocamento si farebbe quindi molto concreta, tuttavia abbiamo visto anche quali sono le difficoltà da superare per l’iter burocratico e per l’eventuale installazione.
In questa pagina potete esprimere la vostra opinione!
Potete commentare questo post oppure partecipare al nuovo sondaggio in alto a destra di questa pagina. In particolare si chiede se siete favorevoli al ricollocamento e, in caso di risposta affermativa, di indicare la formula che ritenete migliore: se sia da preferire l’utilizzo del faro tricolore così com’è, oppure se ne vada acquistato uno nuovo o adattato il vecchio, e le modalità della sua accensione, ogni sera oppure solo in particolari occasioni come eventi e manifestazioni.
Mentre il sondaggio di questa pagina ha come unico scopo quello di misurare il parere e le sensazioni della popolazione, la petizione promossa da Mario Rossi sarà presentata all’Amministrazione Comunale.
Mio nonno fece un modello in scala della rocca con tanto di faro funzionante.. non sarebbe male vedere come sarebbe quello vero.
RispondiEliminasarei curioso di vedere un brillante luminescente sulla rocca! io sono per il si!
RispondiEliminaMia madre è nata a S.Miniato nel 1932 e vi abita ancora.Per quello che riguarda il faro mi racconta che si ricorda di quando era giovane e sulla rocca era posizionato. Premetto che, pur essendo cresciuta in una famiglia comunista ed essendolo tuttora,è favorevole al riposizionamento del faro. Le sue testuali parole sono state:"Non mi importa chi lo abbia messo a suo tempo e perchè, era bello a vedersi e mi piacerebbe rivederlo".
RispondiEliminaSaluti
D'accordissimo con il riposizionamento del faro sulla Rocca ma aggiungerei che la Bandiera tricolore sventoli perenne e non solo per manifestazioni/celebrazioni e poi aggiungerei ed è tanto che chiedo, che sia messo un pennone adiacente al monumento situato in piazza xx settembre per far l'alza bandiera nei giorni che vengono commemorati i nostri caduti, cioè il 4 novembre.
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