domenica 18 settembre 2011

IL FORO DELLA CHIESA DELLA "CROCETTA"

di Francesco Fiumalbi

La piccola chiesa detta della “Crocetta” ha un foro. Si trova nel suo fronte principale, lungo via Giosuè Carducci, appena fuori della distrutta Porta di Ser Ridolfo, proprio davanti all’ex Monastero della SS. Annunziata, meglio conosciuto come “La Nunziatina”.
La chiesa della “Crocetta” fu costruita fra il 1660 e il 1668 dalla Compagnia dell’Annunziata (1). Tale “associazione laicale”, istituita probabilmente dopo la peste del 1348 (2), si era già adoperata per la costruzione della chiesa della SS. Annunziata a partire dal 1383. Nel 1522 la Compagnia donò l'edificio agli Eremitani di Lecceto osservanti la regola di Sant’Agostino, tuttavia mantenendo la propria sede in un oratorio adiacente alla chiesa. La situazione perdurò fino alle controversie degli inizi del XVII secolo, quando la Compagnia si staccò definitivamente dal convento costruendo l'edificio che ancora oggi fronteggia la Nunziatina, anch'esso dedicato alla SS. Annunziata (3). La Compagnia poi fu soppressa nel 1784 a seguito delle riformagioni Leopoldine (4).

La chiesa della Crocetta
Foto di Francesco Fiumalbi

La chiesa della Crocetta si affaccia, col fianco settentrionale, sull’attuale via Giosuè Carducci, dalla quale è possibile accedere all’interno attraverso due porte. Al centro del prospetto troviamo il nostro foro, praticato su una pietra abbastanza grande nelle dimensioni. Si tratta di un blocco di pietra serena, che essendo molto sensibile agli sbalzi di temperatura tende a “esfoliarsi”, cioè a perdere pezzi secondo piani paralleli, consumandosi sempre di più.
Molti di voi lo avranno certamente notato, ma in tantissimi si saranno fatti “distrarre” dalla lapide bianca, posta al di sopra, che cattura inevitabilmente l’attenzione del passante. Non è un elemento che risalta agli occhi. Va saputo cercare. A differenza degli altri elementi presenti in questa porzione di muro, come le due buche pontaie, i due paracarro in pietra, l’epigrafe e la cornice in mattoni disposti di taglio a sottolineare il piano di calpestio interno, il nostro “foro” non trova una spiegazione immediata, evidente.


Il “buco” della Crocetta
Foto di Francesco Fiumalbi


Notiamo che la pietra, seppur gravemente danneggiata, doveva ospitare un’iscrizione. Abbiamo rintracciato due frasi che, seppur leggermente diverse, indicano il medesimo significato. Probabilmente si tratta di una diversa traduzione dal latino all’italiano.

ELEMOSINE PER REDIMERE GLI STIAVI DAI TURCHI – 1664
Samuels (5)

ELEMOSINE PER LA REDENZIONE DEGLI STIAVI – 1644
Piombanti (6)

Secondo Rossano Nistri, il testo sarebbe stato un'altro ancora:
[ELEM]OSINE P. RISCATTAR / LI STIAVI DA' TURCHI

Non sappiamo quale sia corretta. Vista la costruzione della chiesa fra il 1660 e il 1668 sembrerebbe più plausibile la prima datazione, tuttavia non dobbiamo escludere che la pietra non sia un elemento di riuso e quindi precedentemente databile, anche perché nel 1641 avvenne qualcosa di interessante.
Per quale motivo si raccoglievano a San Miniato le elemosine per riscattare gli schiavi cristiani dai turchi musulmani?

Il “buco” della Crocetta
Foto di Francesco Fiumalbi

Il 9 febbraio 1641 i membri della Compagnia dell’Annunziata chiesero di entrare a far parte alla Compagnia del Riscatto di Roma per la liberazione degli schiavi dai “mori”. L’unione fu sancita l’11 aprile 1645, e da quel momento il nome variò in Compagnia del Riscatto (7).
Tale istituzione romana, faceva capo all’Ordine della Santissima Trinità che aveva come nome completo “Ordine della Santissima Trinità e redenzione degli schiavi” (8). Secondo la tradizione, infatti, il fondatore Giovanni De Matha, originario della Provenza, nel giorno della sua prima celebrazione della Santa Messa solenne, il 28 gennaio 1193, ebbe la visione di Cristo Redentore tra uno schiavo bianco e uno moro. Tale immagine fu riprodotta nel 1210 attraverso un mosaico cosmatesco, tutt’ora esistente, sul portale dell'antico convento di San Tommaso in Formis sul Celio a Roma (9).
I membri della nuova Compagnia del Riscatto sanminiatese, come i confratelli romani, erano riconoscibili da una cappa nera con cintura bianca, contraddistinta da una croce a due colori, rosso e celeste, sulla spalla bianca. Esattamente come i frati “trinitari”, chiamati, appunto, crocettini (10). Per questo motivo la chiesa della Compagnia prese il nome di “Crocetta”.


NOTE BIBLIOGRAFICHE:
(1) Piombanti Giuseppe, Guida storico-artistica della città di San Miniato al Tedesco, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, ristampa anastatica in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975, San Miniato, pag. 71.
(2) Tognetti Livio, Il convento dei SS. Jacopo e Lucia di San Miniato nel racconto del primo libro della Cronaca, in Centi, Morelli, Tognetti, SS. Jacopo e Lucia: una chiesa, un convento. Contributi per la storia della presenza dei Domenicani in San Miniato, Accademia degli Euteleti, Palagini, San Miniato, 1995, pag. 140.
(3) Tognetti, Op. Cit., pagg. 142-143
(4) Piombanti, Op. Cit., pag. 71.
(5) Salmuels Olga, Due ore a San Miniato, Accademia Degli Euteleti, Palagini, San Miniato, 1987, pag. 6.
(6) Piombanti, Op. Cit., pag. 72.
(7) ASCSM, n. 443, Compagnia dell’Annunziata, Deliberazioni, in Tognetti, Op. Cit., pag. 143
(10) Piombanti, Op. Cit., pag. 72.

2 commenti:

  1. Mi stupisce che non esista una foto delle iscrizione, scattata poche diecine d'anni fa. Io stesso ricordo di averla letta distintamente anni fa.
    Penso e spero che tu possa ritornare sull'argomento. Le etichette in calce chiedono degli sviluppi. Luciano.

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  2. Quando ero bambino, primi anni '50 del secolo scorso, l'iscrizione era ancora quasi tutta leggibile (e lo è rimasta almeno fino alla metà degli anni '60, quando la leggevo ogni mattina passandoci davanti per andare all'istituto magistrale. Secondo la mia memoria - la quale, più si va in là e più diventa simile a un colapaste, dunque prendetela per quel che vale - c'era scritto [elem]OSINE P RISCATTAR / LI STIAVI DA' TURCHI. Il che corrisponderebbe con quanto si riesce ancora a decifrare: RISCATT nel rigo superiore, URCH in quello inferiore.
    Buon lavoro!

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