domenica 7 giugno 2015

ROMANELLO E VISINO BARBIERI PER CASO - Racconto di Giancarlo Pertici


di Giancarlo Pertici

ROMANELLO FIGLIO DEL GALLO E IL VISINO - BARBIERI PER CASO.
Ossia la vera storia della 'Barberia' di Piazza San Domenico

La domenica mattina, in attesa dell'uscita della messa - c'è quasi sempre una "messa che sta per uscire" la domenica mattina in quegli anni '50 - sembra quasi una cerimonia, una sorta di rito scaramantico quello che si celebra nella bottega di barbieri, quali sono "Romanello & il Visino", su quella Piazza che dopo il passaggio della guerra ha cambiato nome in Piazza del Popolo, anche se è conosciuta da tutti come Piazza San Domenico come pure la Chiesa, tenuta appunto dai frati domenicani fin dal 1300, mentre barba e capelli sono spesso un pretesto, piuttosto che un vero bisogno. Che sia un pretesto lo si nota dai convenuti, già molto più numerosi dei clienti, e dal fatto che chi si accomoda sulla poltrona libera di turno, lo fa più che altro per avere un posto a sedere, con frasi del tipo... - " dammi una controllata e una pareggiatina alle basette" - in risposta a domande, quali.. - "che vuoi che ti faccia?" - appena sussurrate di fronte a barba appena fatta e a capelli freschi di sciampo.

Ci sono quasi tutti, i più appassionati, tifosi o meno, ma anche amici e amici degli amici, venuti giusto per bischereggiare o per sapere l'ultima, o l'anteprima sulle convocazioni della sera appena avanti, della Squadra cittadina di calcio: il San Miniato.
Una specie, anche se qualcosa di più, di un Bar dello Sport. A San Miniato è l'essenza stessa dello Sport, se si tratta di calcio: crocevia e punto di incontro, talvolta talk-show che svaria dallo sport alla politica, anche deposito e magazzino, qualche volta anche ambulatorio, inusuale palcoscenico per chiunque mastichi di calcio, se riguarda la squadra del San Miniato. Bottega che apre negli anni '50. Due gli amici samminiatesi, il Visino e il figliolo del Gallo, che 'si mettono insieme', dopo aver appreso il mestiere da Angiolino di' Botti, di casato Brunelli, loro maestro e amico, nonché appassionato di calcio. La bottega proprio in piazza San Domenico, davanti alla fermata della 'Danti & Biagioni', piazza dove tutto arriva e da dove tutto riparte. È la localizzazione a farne la fortuna, ma anche lo spirito di franca collaborazione e di amicizia tra il Carli e il Telleschi, questi i cognomi dei barbieri, con compiti distinti ma non esclusivi. Il Carli che si limita più che altro a fare la barba, e il Telleschi i capelli, sopratutto se si tratta di giovani e di bambini.

E la domenica mattina, già ben prima delle 9, lo noti subito quel primo gruppetto di tifosi, davanti al Bar Cantini, in attesa dell'apertura della Barberia, mentre sbircia oltre 'I Chiostri di San Domenico' per capire se arriverà per primo il Visino o il Galletto, visto che per loro il Bar Cantini rappresenta la sosta obbligata per la colazione di ogni domenica mattina. Quindi apertura puntale, alle 9 o giù di lì, con già un rispettoso numero di clienti, che aumentano fino al 'tutto-esaurito' già attorno alla 10. Tra questi, primi fra tutti i giocatori, se si gioca in casa al 'Santa Maria al Fortino'. Formazioni che cambiano col passare degli anni, ma che restano, testimoni del trascorrere delle stagioni, incorniciate sotto forma di foto sulle pareti di quella particolare bottega, disposte tutte in circolo e in ordine temporale, come identiche restano le abitudini, quasi un cerimoniale di ogni domenica mattina.

Anche per chi è seduto nella saletta d'aspetto della "Danti e Biagioni", dirimpettaia di quella particolare bottega, quella discussione nel vivo unita al 'tutto esaurito', può sembrare uno spettacolo che si recita a soggetto, senza copione, come ogni domenica mattina, così legato unicamente alle espressioni degli occhi, alla gestualità, alle risate mute che si intuiscono dalle rughe degli occhi e dalla postura delle labbra e dallo scuotere della testa, ...come uno spettacolo di mimi... il Visino col rasoio a mezz'aria a sostenere la sua ragione... il Romanello che si allontana e si riavvicina, tanto che sembra impegnato in un balletto che lo fa girare quando da una parte, quando dall'altra allontanandosi dalla sedia, intento come è, macchinetta alla mano, a fare la sfumatura del 'paziente' di turno (paziente perché non ha furia, anche se Romanello tergiversa di altro). Per quelli che sono in attesa in quella saletta è spettacolo assicurato, neppure fuori programma. Potrebbero scommettere quanto può durare una barba o un taglio di capelli o una spuntatura di basette.

Dal vivo è un intrecciarsi di racconti, di aneddoti, di ricordi, anche di scommesse come di promesse, tutte mosse dalla passione per il calcio, alimentata ad arte da tutti, dilettanti o professionisti, nessuno escluso. La domenica mattina arrivano tutti o quasi, alla spicciolata. Non manca mai nessuno sopratutto se si gioca in casa, iniziando dai giocatori. Il dott. Braschi con la sua Renault Quattro e l'immancabile valigetta di medico condotto, prima che Presidente del San Miniato Calcio. Bibino, come da tutti è conosciuto Pierluigi Gallerini, di mestiere assicuratore. Piero Lotti, samminiatese doc, sempre per farmacie, assieme all'amico Amerigo Cheli per lunghi anni allenatore dei giovani. Beppe Poli macellaio di San Miniato Basso e Consigliere. Nocciolino, questo il soprannome del prezioso Uliviero Morelli: maresciallo di marina in pensione. Tifosi e passionisti, allenatori del passato, ex calciatori. Tutti a dire la propria, pronti ad ascoltare quando qualche protagonista racconta l'ultima o è testimone di qualche chicca che viene ripetuta ad arte ad ogni richiesta. Un po' come essere lì presenti quando tutto avviene, mentre cala il silenzio... e cresce l'attenzione. Difficile partecipare dal di fuori, qualcuno anche sull'uscio per non perdersi l'ultima...

- "Ecco Baracca" – fa Bighero. - "Ecco il 'picchiatorino' sempre pronto a dare agli stinchi anche se la palla 'un c'è più nei paraggi da un pezzo!" - Lo sa bene Bighero e ben se la ricorda anche Baracca quella partita a Massa Marittima, partita di ritorno del Campionato 59/60, quando il Tambellini si presenta negli spogliatoi Ospiti, a domandare a Bighero in su l'uscio – "Oh che non l'avete portato il n° 8?" - E Bighero, di rimando – "Picchiatorino!!??" - rivolgendosi a Baracca – "Cercano di te!!" - E giù risate e commenti a rammentare facce, espressioni, tutte diverse, a seconda dell'autore o dell'ospite di turno. Anno particolare e intenso, quello culminato con la Vittoria del Campionato del 1960, e il conseguente passaggio in 1° Categoria.

- " Ti ricordi Angiolino? Quando venne il Castelnuovo a giocare a San Miniato?" - fa Nocciolino. - "Eccome! Fui io a dare il benvenuto alla squadra. Un'ombrellata in testa al primo che scese dal pullman. 'E Uno!' dissi. Poi al mio posto, a strappare biglietti". - Erano venuti da Castelnuovo con la squadra dei ragazzi, dopo quello che era successo a Castelnuovo. - "Ci picchiarono ben bene in campo e fuori. - fa Bighero - addirittura Gano e qualcun altro dovette scappare attraversando l'acqua gelida del Serchio, era il mese di dicembre. Fu così che io bussai alla porta del loro spogliatoio chiedendo il permesso. 'Oh che non li avete portati i picchiatori? Oggi ne toccate tutti, anche i ragazzi' dissi. Si vinse facile per 1 a 0. In quella partita di ritorno Gano si vendicò strappando pellicce d'erba dal lato valle e ributtandole addosso ad ogni giocatore del Castelnuovo che passava nei paraggi." - Qualcuno a ricordare Ferruccio a fare il tifo sul Poggio, Cione a strillare 'troncategli le gambe', il Lillo pronto a recuperare i palloni finiti in 'Cappellina' e Cionce, cassetta di legno appesa al collo, a dispensare croccanti e mente, semi e noccioline, come fossero calmanti. Altri a riportare alla memoria la formazione tipo iniziando dal portiere Martini, sostituito nel finale di campionato da Malfatti, squadra rinforzata con l'arrivo di Cordelli, Morelli e Moriani, sotto la guida dell'allenatore Castaldi Mario conosciuto come 'Tizzone'.

Ma il lunedì sera, a bottega chiusa, passare su quella piazza fa un certo effetto sempre, prevale un angosciante senso di vuoto. È giorno di riposo e di chiusura ed è sempre così ogni lunedì, quella Piazza, a cui manca la luce anche se solo riflessa, il tramestio e il via vai verso quella bottega, come anche il brusio inconfondibile e il chiacchiericcio indistinto che normalmente la rendono vivida dal tardo pomeriggio, fino all'ora di cena. Altra cosa il giorno dopo, giorno di mercato, iniziando già in prima mattinata, a piazza gremita ogni dove, sopratutto da contadini e sensali in trattativa, che non disdegnano mai una messa a punto a barba e capelli. Giornata straordinaria che nel pomeriggio inizia alle 2 spaccate con la seduta d'allenamento attivamente partecipata da tifosi quali sono tutti i consiglieri dell'A.C. San Miniato e tra questi anche Carli e Telleschi per un'apertura di bottega sempre ritardata, anche se programmata. Ritardo che non scoraggia quanti vogliano discutere di calcio e della partita della domenica avanti. Quasi sempre il Dottor Braschi, il Bibino che ha l'ufficio davanti, Nocciolino oramai in pensione da anni, Beppe lo Zingoni, qualche volta il prof. Ermanno Barsotti, quasi sempre primo Angiolino di' Botti... tutti a traccheggiare in attesa che, finito l'allenamento, si soffermi l'allenatore per rispondere alle domande di rito. Immancabile Gimmy, ossia Bighero che di nome fa Gianfranco e di cognome Taddei, che di mestiere sembra fare solo il calciatore, anche se in compagnia di altre passioni: la caccia e la pesca.

Ore che scorrono e conducono immancabilmente all'ora clou di ogni giornata, quella che coincide col 'rientro dal lavoro', che inizia invariabilmente dalle 6 di ogni sera. È a quell'ora, che come per magia, quella piazza si riempie di gente, visibilmente in festa, dopo una giornata di lavoro. Tutti di ritorno da qualche parte, chi col pullman, chi col treno, ma per tutti a fare la spola è la 'Danti e Biagioni' che tiene il garage all'inizio di San Martino, con le sue corse programmate da Empoli, da Firenze, da Pontedera o dalla stazione dei treni. È come una fiumana che cresce e viene alimentata da ogni arrivo. Nessuno che se ne vada diretto a casa, non prima di aver tirato una specie di sospirone, come a prendere una boccata d'aria, e lo è realmente, sia in primavera sia in inverno, anche fosse solo per una sosta a chiacchiera con amici.

Dove? Basta scegliere! Qualcuno Sotto i Chiostri di San Domenico. Chi dal 'Cecconi' per un espresso che si rispetti. Qualche giovane nella saletta del Desideri, già Cantini. Dal Lami per un frappè o una granita, quando in estate una distesa di tavolini occupa ad arte tutto il marciapiede a ridosso del muretto che si affaccia sulla Valle di Cencione. In Barberia a chiacchierare di calcio e di politica. Qualcuno per un panino dal Ciulli in Piazzetta del Fondo o dal Brotini. Da 'Viva Gesù' per una foto tessera per l'abbonamento del treno. Dal Bellandi per un paio di scarpe da tennis. A fare scorta di tabacco o sigarette da 'Baldo', come è conosciuto il Tabacchi di Livio Guardini. Chi dal Lilly, chi dal Corri e chi anche dal Rossi ultimo Bar ad aver aperto su Piazza Grifoni. A volte pochi minuti, giusto per riprendere fiato. Per tutti un toccasana come un'esclamazione inespressa ma che significa 'Finalmente a casa!'. E così ogni sera, come sembrano voler dire le espressioni soddisfatte, i sorrisi non certo risparmiati, i saluti anche ostentati tra amici o semplici conoscenti, di quanti si ritrovano, a sera, di ritorno dal lavoro, nella amata San Miniato.

In Barberia si ride e si scherza. È a quell'ora, ma anche prima, che qualcuno, sempre gli stessi due giocatori, in piena autonomia, quasi fossero a casa, si specchiano pettinandosi e irrorandosi abbondantemente dell'ultima Colonia consigliata da Romanello o dal Visino, per un breve tragitto, proprio nelle vicinanze. Qualcuno mormora che si tratti di incontri galanti, che si annunciano sempre con risatine ed spallucce a suggerire che ci sia una vittima designata. Serate che si chiudono spesso con il Visino a dare la sugna ai palloni di cuoio vero, lui che li conserva in quel piccolo magazzino sul retro, pronti per la partita della domenica.
Ora che quella bottega non c'è più, chiusa oramai da anni, mi viene a mente solo quella foto affissa al Centro, quasi fosse il posto d'onore, a ritrarre la Formazione tipo, sottotitolata " Campionato 1° Categoria - 2° classificata anno 1965/66", a ricordare una mancata vittoria che scotta ancora oggi.



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