Parlando
di nonno Nuti, con la mia tata Ines, lei, la vera e unica nipote del
Nuti, mi raccontava giorni orsono del Nuti come lei se lo ricordava.
Per me che l'ho conosciuto alle soglie degli 80 anni, era solo il mio
nonno Nuti che mi ha cresciuto. Ines se lo ricorda anche “giovane”:
“Di capelli rossi, basso e anche bruttino”. Da questi ricordi,
quelli della mia tata Ines, è venuto fuori questo racconto, frutto
in parte di fantasia....
“DA
GIUDITTA” LOCANDA IN FIRENZUOLA
Il
Nuti ha sempre fatto il calzolaio, iniziando dalla bottega del babbo,
lungo il corso principale di Firenzuola. Qualche scarpone per
contadini e montanari, ma anche scarpe fini da donna, quelle da
passeggio, da sfoggiare alla messa la domenica o per la festa di San
Giovanni patrono, come il giorno di mercato: ogni lunedì. Nuti che
si sposa nella primavera del 1900 con Giuditta, conosciuta in uno dei
suoi viaggi a Scarperia, la quale apre una locanda proprio all'inizio
del corso, incastonata dentro le storiche mura, appena passato Porta
Fiorentina. Mentre il Nuti non abbandona il mestiere di calzolaio,
anche se cerca di dare una mano in locanda. Diversi in tutto, come li
ricorda Ines la nipote: il Nuti piccolo, di capelli rossi e anche
brutto; Giuditta alta, bella e bionda come poche allora. È lei la
vera conduttrice della locanda.
Quando
di sera passi dalla locanda, Giuditta è in cucina o a servire al
banco. Il Nuti, anche se qualche volta porta a tavola o mesce
quartini di vino, è attratto verso sera dall'amico di turno a farsi
una partita a carte, per una partita che dura quasi sempre fino
all'orario di chiusura. Giuditta a lavorare e il Nuti alle carte, a
fare spesso il “quarto” quando per uno, quando per un altro:
tutti amici. Non si tira mai indietro. Addetto più a far gli onori
di casa che alla tavola. Passata l'ora di cena, la locanda funziona
da mescita e attira irresistibilmente tutta una assortita schiera di
amici più o meno dichiarati, i quali con la scusa della partita a
carte, vengono a farsi qualche gotto di vino, con quei pochi
spiccioli che si ritrovano in tasca a fine giornata. I più, amici
contradaioli, o bottegai vicini d'uscio, anche se qualcuno preferisce
andarsene a veglia nel Caffè di Piazza, come il farmacista e
l'impiegato delle poste.
Troppo
chiassosi quegli amici radunati sotto il lume a farsi qualche scozzo
a carte e diversi quartini equamente divisi e offerti da chi ne ha di
più, di “franchi” in tasca. E il Nuti a mescere e a gradire
sopratutto da amici come il lattaio, Tonino il maniscalco, Santino il
barrocciaio, Agnolo il barbiere di piazza e sopratutto l'amico di
infanzia di Ca' Buraccia, Bastiano il figliolo del Nanni, di mestiere
commesso viaggiatore. Non manca mai la sera, lui che fa la spola tra
Firenzuola, Scarperia e Firenze. Di regola gioca in coppia col Nuti,
mai di soldi. Non ne corrono in quegli anni. Quando è l'ora di
spegnere il lume, come sentenzia Giuditta sempre preventiva, il vino
ha smesso di scorrere e ha cominciato a fare i suoi effetti. Ognuno
raccatta il proprio sigaro, o la pipa col tabacco e se ne esce, a
cercare l'uscio di casa, alla tremula luce dei lampioni rimasti
accesi nelle cantonate. Il Nuti aiuta Giuditta a mettere le imposte
alle finestre e all'uscio di bottega, e mette la stanga spegnendo il
lume prima di salire le scale che portano al piano di sopra e a
letto.
Altra
solfa il lunedì, giorno di mercato. Giorno che comincia quando fuori
è ancora buio con l'arrivo dei primi barrocci dalle campagne vicine,
da Polventa, da Covigliano e dalle altre frazioni.
-
“Ma di cosa ti eri innamorata? È anche brutto.” - domanda una
volta Ines a sua nonna Giuditta.
-
“Brutto no! Forse piccolo, ma non brutto. È sempre stato un uomo
onesto, un bravo calzolaio, ricercato sopratutto per gli scarponi da
montagna.” -
Ed
è così che se li ricorda la nipote Ines quei lunedì, secondo i
racconti di nonna Giuditta, quando Corinna, la mamma, era ancora
piccola e non aveva l'età per andare a scuola. Lunedì, giorno di
mercato a Firenzuola, ma per tutta la valle del Santerno, che diventa
il giorno più importante per la locanda e anche per il Nuti,
impegnato, almeno sulla carta e nelle intenzioni, a ricevere ordini,
a ritirare scarpe da risuolare, e a consegnare il lavoro, sia di
calzolaio che di ciabattino, fatto nel corso della settimana.
Clienti, sopratutto quei montanari che non rinunciano a munirsi di
scarponi su misura, necessari sopratutto in inverno a percorrere i
sentieri scoscesi che portano a Firenzuola.
Giornata
intensa per la Locanda, a fare da mescita nel corso di tutta la
mattinata, quando il corso principale è tutto un fermento, tra i
banchi allineati al centro della strada e le botteghe che si aprono
sotto i loggiati che fanno da cornice al corso, iniziando proprio da
Porta Fiorentina e dalla locanda di Giuditta. Giuditta che, tra una
mescita e l'altra, prepara zuppa di pane, minestra di verdura,
stufato e polenta per i clienti che arriveranno tra mezzogiorno e
l'una, mentre accudisce anche alla piccola Corinna che di regola
gioca in un cantone con una bambola di pezza, la quale all'ora di
pranzo, va a rifinire con la sua bambola, dentro una bigoncia di
legno, lontano dai pericoli e dagli avventori. Intanto il Nuti tra un
cliente e l'altro, mentre consegna le riparazioni della settimana,
mentre prende le misure per qualche scarpone nuovo in vista
dell'inverno e incassa alcune decine di 'franchi' a saldo o in
acconto del lavoro da fare, non disdegna, mai, un gotto di vino
offerto in cambio di uno sconto sul lavoro appena incassato. Agli
amici soliti, i quali, ad inizio e a fine mattinata, si affacciano
per salutare Giuditta e il Nuti, ma sopratutto per farsi un bicchiere
d'avvio e uno da aperitivo, invocando la compagnia del Nuti... come
può il Nuti tirasi indietro? Non ci riesce neppure quando poi, anche
se non in ordine di tempo, arrivano i soliti commessi viaggiatori, i
procaccia a consegnare lesine, filati e chiodi ma anche l'amico
Bastiano.
-
“Quanti amici ha il tuo nonno Nuti! Passano tutti il lunedì a
chiamarlo... “Nuti andiamo a bere”... e lui non è buono a dire
di no a nessuno. Lo conoscono tutti dalle parti di Firenzuola. Grandi
amicizie quelle del Nuti” -
Amicizie
che mai è riuscito a rifarsi dopo guerra a San Miniato.
-
“E poi? come va a finire? Che fa dopo?” -
La
domanda della piccola Ines a nonna Giuditta.
-
“Non lo cercate il Nuti il lunedì sera, non ci arriva mai. Lo vedo
quando è fatto e non potrebbe aiutarmi nella locanda. 'Vai a letto'
gli dico. E lui non se lo fa dire due volte e non lo rivedi fino alla
mattina dopo, anche se non ha cenato. Anche i suoi amici lo sanno e
la sera del lunedì a Firenzuola nessuno cerca il Nuti, a carte si
gioca 'con il morto'.” -
Collezione di Giancarlo Pertici
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