di Francesco Fiumalbi
PREMESSA
La Strage del Duomo di
San Miniato (22 luglio 1944) – in cui persero la vita 55 civili – ha
monopolizzato l’attenzione non solo degli studiosi e della storiografia, ma
anche della memoria cittadina. Durante i giorni del passaggio del fronte,
tuttavia, i momenti drammatici furono numerosi, basti ricordare che il numero
complessivo delle vittime civili sanminiatesi ascese a
247 unità.
In questo blog abbiamo
già visto episodi come il bombardamento della Stazione di San
Miniato (7 aprile 1944), l’incursione aerea a Ponte a Egola
(30 giugnno 1944) e
la strage di Valicandoli (20 luglio
1944). In questa
pagina è proposto un altro tragico episodio: la “Strage della Crocetta”,
avvenuta il 19 luglio 1944, in cui persero la vita cinque persone.
Foto di
Francesco Fiumalbi
LA STRAGE: LA TESTIMONIANZA DEL CAN. GALLI ANGELINI
Il Canonico Francesco
Maria Galli Angelini nel suo diario annotò:
«19
luglio. Celebro in Seminario. Alle ore 8 di mattina i tedeschi hanno fatto
saltae il campanile nuovo di San Pierino. Esso nel cadere ha abbattuto il
soffitto e la parete destra della chiesa stessa. Muoiono nel Popolo della
Crocetta, perché usciti dal proprio rifugio: Toni Luigi e Cino, Taddei Luigi ed
altra persona. Nella notte grande panico in Seminario, perché si temeva che i
tedeschi facessero saltare l’arco della vecchia Cappella. Sotto le logge molte
casse di esplosivi»
[Archivio dell'Accademia degli
Euteleti, Note di diario de Francesco
Maria Galli Angelini, ed. F. Mandorlini, Diaristica religiosa nella diocesi di San Miniato. La guerra vista in
parrocchia, in convento, in monastero, in Abbiamo fatto quello che dovevamo. Vescovi e clero nella provincia di
Pisa durante la Seconda guerra mondiale, a cura di S. Sodi e G. Fulvetti,
Edizioni ETS, Pisa, 2009, p. 176].
LA
STRAGE: LE VITTIME
Rispetto al racconto del Canonico
Galli Angelini, in realtà le vittime della strage furono cinque: quattro uomini
e una donna. La vittima più giovane si chiamava Giovanni
Taddei, figlio di Guido e Giulia Gazzarrini, aveva 19 anni e viveva nel “Popolo
della Crocetta”. Assieme a Giovanni Taddei morirono due suoi cugini, Luigi e
Natalina.
Natalina
Taddei era figlia di Angiolo e Ortimina Mandorlini, viveva a San Miniato,
aveva 25 anni ed era sposata con Gino Vedovi.
Luigi Taddei
era figlio di Taddei e Maria Ragionieri, abitante a San Miniato, di 36 anni d’età
e coniugato con Adele Toni.
Assieme a Luigi Taddei morì il suocero
Gino Toni
di Luigi e Pia Giorgi, che abitava a San Miniato ed aveva 45 anni. Rimase
ucciso anche suo padre Luigi Toni,
figlio di Gaspero e Luisa Taddei, di 74 anni d’età e coniugato con Enrichetta
Doni.
Purtroppo non è noto il luogo esatto dove
avvenne il drammatico episodio, ma dovrebbe trovarsi nella porzione occidentale
di San Miniato (nel “Popolo della Crocetta”), sul versante sud che guarda verso
la valle di Gargozzi.
Il gruppo di familiari, probabilmente
molto numeroso, fu colto da un cannoneggiamento fuori dal rifugio: per quale
motivo si trovavano all’aperto? Furono richiamati fuori da qualcosa? Erano già
fuori e non fecero in tempo ad entrare tutti nel rifugio non appena ebbe inizio
il cannoneggiamento? Al momento non è possibile rispondere a queste domande.
Rimane il fatto che si trovavano in uno dei fronti più caldi della Seconda
Guerra Mondiale, con i tedeschi impegnati a rallentare l’avanzata degli
Alleati, i quali, forti di un’aviazione e un’artiglieria nettamente superiori a
quella germanica, compensavano l’imprecisione delle armi con la quantità di
colpi sparati. Ancora una volta emerge tutta l’assurdità della guerra: molto
probabilmente le vittime ebbero la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato
al momento sbagliato, nel mezzo fra due eserciti che, fra mille preoccupazioni,
di certo non avevano come priorità la sicurezza dei civili inermi.
della
possibile traiettoria del cannoneggiamento
Foto di
Francesco Fiumalbi
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