giovedì 8 settembre 2016

LA CONTESA SULLA LAPIDE DEDICATA A NAPOLEONE A SAN MINIATO NEL 1912

a cura di Francesco Fiumalbi

Sommario del post:
1_INTRODUZIONE
2_L'EPIGRAFE DEDICATA A NAPOLEONE IN VIA PAOLO MAIOLI
3_L'ARTICOLO DEL PROF. CAPPELLETTI SU «LA NAZIONE» – 3 marzo 1912
4_LA PROPOSTA DI CAPPELLETTI: UNA NUOVA EPIGRAFE – 5 marzo 1912
5_LA MISSIVA DELL'ISPETT. AI MONUMENTI ING. SALVADORI – 8 marzo 1912
6_LA DELIBERA DI GIUNTA: DECIDA IL CONSIGLIO – 13 marzo 1912
7_L'ARTICOLO DI TEODORO DE COLLE SU «LA NAZIONE» – 13 marzo 1912
8_LA SECONDA LETTERA DI MARIO SALVADORI AL COMUNE – 13 marzo 1912
9_L'ARTICOLO DI MARIO SALVADORI SU «LA NAZIONE» – 17 marzo 1912
10_LA DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE – 24 aprile 1912
11_UN VELO DI SILENZIO SULLA VICENDA

1_INTRODUZIONE
In questo post è proposta la ricostruzione di una curiosa vicenda tutta sanminiatese, inerente l'epigrafe celebrativa di Napoleone Bonaparte situata a San Miniato in via Paolo Maioli, nei pressi dell'odierna Piazza Buonaparte. Nel 1912 il contenuto dell'iscrizione fu duramente criticato e ritenuto completamente inesatto da due personalità del mondo culturale del tempo: il Prof. Licurgo Cappelletti [Piombino, 20 novembre 1842 – Firenze, 14 gennaio 1921] e Teodoro De Colle. Entrambi erano ottimi conoscitori di Napoleone: Licurgo Cappelletti aveva pubblicato il volume La leggenda napoleonica dalla Beresina a Sant'Elena (1813-1821), F.lli Bocca Editore, Torino, 1903; Teodono De Colle era l'autore del libro Genealogia della Famiglia Bonaparte, Tip. Cooperativa, Firenze, 1898.

Anche l'Ispettore ai Monumenti di San Miniato, l'Ing. Mario Salvadori, di fronte all'evidenza, non poté far altro che associarsi alle critiche mosse dai due studiosi e caldeggiare una rapida rettifica.
La questione approdò alla Giunta Municipale, prima di rimbalzare in Consiglio Comunale: una vera e propria “patata bollente” che nessuno voleva toccare: rimuovere o modificare il testo avrebbe significato smentire il lavoro di coloro che si erano adoperati per l'apposizione dell'epigrafe. E forse c'era anche il malcelato timore che un'eventuale rettifica avrebbe sminuito la “sanminiatesità” di Napoleone Bonaparte. Alla fine nessuno volle prendere una decisione e non venne deliberata alcuna modifica. E così quel testo, tanto criticato da Licurgo Cappelletti e da Teodoro De Colle, ancora oggi è lì al suo posto.

L'epigrafe dedicata a Napoleone Bonaparte
situata a San Miniato in via Paolo Maioli
Foto di Francesco Fiumalbi

2_L'EPIGRAFE DEDICATA A NAPOLEONE IN VIA PAOLO MAIOLI
L'iscrizione risale alla seconda metà dell'800, ma non è possibile al momento indicare l'anno con precisione, probabilmente durante il regno di Napoleone III. Al tempo della controversia (1912) l'attuale via Paolo Maioli portava il nome di via Pietro Bagnoli. Questo il testo:

NAPOLEONE PRIMO
QUI DOVE ALBERGO' FANCIULLO
PRESSO I SUOI CONSANGUINEI
TORNO' ADORNO DI ALLORI
A VISITARE IL CANONICO FILIPPO BUONAPARTE
TENNE IN QUESTA CASA
CONSIGLIO DI GUERRA
AL XXIX DI GIUGNO MDCCXCVII
A CIO' RICORDASSERO I POSTERI
NATA IN ITALIA
LA GENTILISSIMA STIRPE DEI BUONAPARTE

Appare del tutto evidente che l'obiettivo, il messaggio principale, insito nell'epigrafe sia che la stirpe di Napoleone fosse originaria dell'Italia e precisamente da San Miniato. L'aggettivo “gentilissima” è qui utilizzato come sinonimo di “nobilissima”. Questo particolare lascia ipotizzare che, al momento dello scoprimento della lapide, Napoleone III fosse ancora Imperatore di Francia (in carica fino al 1870, cioè fino alla disastrosa battaglia di Sedan). Certamente l'iscrizione era già presente nei primi anni '90 del XIX secol, come testimoniato da Giuseppe Rondoni nell'articoloUn cronista popolano dei tempi della dominazione francese in Toscana, in «Archivio Storico Italiano», Serie Quinta, Tomo X, Anno 1892, G. P. Viesseux, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze, 1892, p. 68. VAI AL POST >>>.
Licurgo Cappelletti, nel suo articolo del 3 marzo 1912 su «La Nazione» osservò come Napoleone, in realtà, a San Miniato non fosse mai venuto “da fanciullo”, ma solamente da Generale nel 1796 e non nel 1797 come risulterebbe dall'iscrizione. E poi il “consiglio di guerra”, da ritenersi un altro “errore madornale”. Successivamente intervenne anche Teodoro De Colle, riportando ulteriori dettagli e precisazioni. Ma andiamo con ordine.

La posizione dell'epigrafe dedicata a Napoleone Bonaparte
situata a San Miniato in via Paolo Maioli
Foto di Francesco Fiumalbi

3_L'ARTICOLO DEL PROF. CAPPELLETTI SU «LA NAZIONE» - 3 marzo 1912

Estratto da La Nazione del 3 marzo 1912, p. 5.

NAPOLEONE I° A SAN MINIATO

Nella via Pietro Bagnoli in San Miniato, e precisamente sulla facciata della casa, segnata col numero 4, leggesi l'epigrafe seguente:

Napoleone Primo
qui dove albergò fanciullo
presso 'i suoi consaguinei
tornò adorno di allori
a visitare il canonico Filippo Buonaparte
tenne in questa casa
Consiglio di guerra
al XXIX di giugno MDCCXCVII
a ciò ricordassero i posteri
nata in Italia
la gentilissima stirpe dei Buonaparte

Lasciamo da parte la forma assai brutta di quest'epigrafe (della quale s'ignora l'autore) e veniamo a parlare degli errori madornali, che essa contiene. Prima di tutto, Napoleone non albergò fanciullo in San Miniato: quando esso uscì di Corsica per la prima volta, accompagnato da suo padre, fu per andare nel Collegio Militare di Brienne, donde poi uscì per passare alla Scuola Militare di Parigi. Forse l'epigrafista credeva vera una tradizione, o meglio leggenda, nella quale dicevasi che Napoleone era stato da bambino presso lo zio, canonico Filippo Bonaparte. E questa leggenda (come mi ha fatto notare il mio egregio amico e collega, prof. Giuseppe Rondoni, samminiatese) può esser nata dal fatto che Carlo Bonaparte, padre di Napoleone, ed anche il fratello Giuseppe, si trattennero effettivamente da questo Canonico, come risulta dal libro del conte Colonna De Cesari-Rocca, intitolato: Le Nid de l'Aigle. Napoleon, sa patrie, son voyer, sa race etc. (Paris. Librairie Universelle, 1905), e dall'altro di J. B. Mareaggi: La genèse de Napoleon: sa formation intellectuelle et morale jusqu'au stège de Toulon (Paris, Perrin, 1902).

La surriferita epigrafe dice che Napoleone fu a San Miniato nel 1797: invece ci fu un anno avanti, cioè nel '96. E qui credo opportuno riportare testualmente ciò che dice lo Zobi nella sua Storia civile della Toscana (tom. III, pag. 188): «Ai 29 del mese di giugno del 1796, partì Napoleone da Livorno; e contemporaneamente la maggior parte della truppa, colà condottavisi, retrocesse per la via dell'Abetone al Po, mentre una frazione, traversata Lucca, s'impossessava di massa e Carrara, e taglieggiava i feudatari imperiali della Lunigiana, specialmente i Malaspina. Fermatosi il generale a pernottare nella città di San Miniato dal canonico Filippo Bonaparte, ultimo di suo stipite, che dicevasi congiunto per antica parentela con Napoleone, fu dal buon prete e dai Sanminiatesi onorato quanto lo comportava la piccolezza della terra». E poi, in una nota, lo Zobi soggiunge: «Il canonico Bonaparte propose all'ospite suo Napoleone di chiedere al Papa la canonizzazione di un frate Bonaventura della stessa casata, morto in concetto di santità a Bologna nel secolo XVII. Egli non volle ingerirsi di canonizzazioni, ma procurò che il granduca Ferdinando III conferisse al canonico Filippo una commenda di Santo Stefano, che assai soddisfece la semplice boria del buon prete». Nel giorno seguente, 30 giugno, il generale Bonaparte si recò a Firenze per salutare il Granduca: e poi partì per Bologna; «e nelle successive discese in Italia, mai più rivide Firenze».

Secondo l'epigrafe samminiatese il giovine generale in capo dell'esercito d'Italia tenne in San Miniato un consiglio di guerra. Anche questo è uno strafalcione dei più madornali. Se egli si trattenne colà sole 24 ore, come poteva adunarvi un consiglio di guerra? Certi abellimenti fantastici sono fatti apposta per imbrogliare il pubblico e falsare la storia. Lo Zobi dice che Napoleone «partì per Bologna e né mai più rivide Firenze». Però stando a ciò che dice il generale Alfonso La Marmora a pag. 184 del libro intitolato: Un episodio del risorgimento italiano, apparirebbe il contrario. Ecco le sue parole: «Napoleone I parlando nel 1813 col nostro Gino Capponi, e dimenticandosi probabilmente di aver dichiarato, pochi mesi prima, che la sua nobiltà cominciava soltanto a Montenotte, gli disse: Vous s'avez que mes ancetres etaient Seigneurs de San Miniato». E' vero che il La Marmora non ci dice dove il generale Bonaparte abbia veduto Gino Capponi, che allora era un giovinotto di 22 anni; ma probabilmente avrà creduto, per errore, che lo avesse veduto a Firenze. E poi, nel 1813, dopo il terribile disastro di Russia, e coll'Europa tutta quanta coalizzata contro di lui, l'Imperatore aveva ben altro da fare che occuparsi del suo albero genealogico!

Non sarebbe male che il Municipio di San Miniato facesse togliere dall'antica Casa Bonaparte quella spropositata epigrafe, e la facesse sostituire con un'altra più veritiera e meglio scritta.

LICURGO CAPPELLETTI

Napoleone Bonaparte Imperatore
Immagine tratta da H. L. Reed, Napoleon's young neighbor
Boston, 1907, p. 80.

4_LA PROPOSTA DI CAPPELLETTI: UNA NUOVA EPIGRAFE – 5 marzo 1912
Lo stesso giorno che uscì l'articolo su «La Nazione», Licurgo Cappelletti si preoccupò in qualche modo di avvisare il Comune di San Miniato e lo fece attraverso questa lettera, conservata presso l'Archivio Storico (ASCSM, Archivio Postunitario, F200 S040 UF49, Atti del Consiglio, anno 1912). Il professore evidentemente dava per scontato che l'articolo del giornale trovasse un'eco immediata in San Miniato e quindi inviò al Sindaco e alla Giunta anche un possibile “rimedio”, ovvero il testo per una nuova iscrizione, riportata di seguito.

Il Comm. Prof. Licurgo Cappelletti invia questa epigrafe in dono al Comune di San Miniato. Se incontrerà il gradimento della Giunta e del Sindaco, lo scrivente ne sarà lietissimo; in caso contrario senza pura venga pure abbruciata, e non se ne parli più.

Epigrafe
da collocarsi sulla facciata della casa n. 4 di via Pietro Bagnoli
--------------------------------
Napoleone Bonaparte
Generale in capo dell'esercito d'Italia
soggiornò in questa casa
dal XXIX al XXX giugno MDCCXCVI
Ospite del suo consanguineo
Canonico Filippo Bonaparte
--------------------------------
Il Municipio Sanminiatese
pose questo ricordo
a ciò sappiano i posteri
che da toscana illustre famiglia
trasse l'origine
il più gran Capitano dei tempo moderni

5_LA MISSIVA DELL'ISPETT. AI MONUMENTI ING. SALVADORI – 8 marzo 1912
L'8 marzo 1912, Mario Salvadori, in qualità di Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi d'Antichità di San Miniato, avendo letto l'articolo di Licurgo Cappelletti su «La Nazione», ma ignorando evidentemente la lettera che lo stesso professore aveva inviato al Comune di San Miniato, spedì al Sindaco una missiva, anch'essa conservata presso l'Archivio Storico del Comune di San Miniato (ASCSM, Archivio Postunitario, F200 S040 UF49, Atti del Consiglio, anno 1912).

REGIO ISPETTORATO
DEI
MONUMENTI E SCAVI D'ANTICHITÀ
S. MINIATO

S. Miniato, lì 8 marzo 1912
Prot. 334.

Oggetto: Iscrizione all'interno di Casa Gazzarrini in via Bagnoli ricordante Napoleone 1°

Credo opportuno rimettere alla S. V. Ill.ma il qui allegato n. 63 anno LIV del Giornale “La Nazione” (3 merzo 1912) e richiamandone l'attenzione sull'articolo del Prof. Licurgo Cappelletti, che vi è inserito, dal titolo Napoleone I a S. Miniato, e con preghiera di fare eseguire ricerche nello Archivio comunale per conoscere eventualmente se gli avvenimenti del tempo corrispondono alle indicazioni storiche riferite dalla iscrizione citata, pubblicamente apposta in via Bagnoli alla Casa Gazzarrini.
Con anticipati ringraziamenti
Il R. Ispettore
M. Salvadori

Napoleone e l'esercito francese valicano le Alpi nell'aprile 1796
Incisione di Jules David, pubblicata in E. M. S-Hilaire,
Storia popolare aneddotica e pittoresca di Napoleone
e della grande armataTorino, 1844, p. 82.

6_LA DELIBERA DI GIUNTA: DECIDA IL CONSIGLIO – 13 marzo 1912
Alla prima occasione utile, la Giunta Municipale di San Miniato prese atto della controversia sollevata dal Prof. Licurgo Cappelletti e della presa di posizione di Mario Salvadori. Tuttavia deliberò di portare la questione in Consiglio Comunale. Di seguito il testo della delibera (Archivio Storico del Comune di San Miniato, F200 S020 UF020, Deliberazioni della Giunta Municipale, Delibera n. 92 del 13 marzo 1912, p. 184).

Vista la proposta del Comm. Prof. Licurgo Cappelletti per una nuova epigrafe da mettersi in sostituzione di quella attuale a ricordo del soggiorno in questa Città di Napoleone Buonaparte.
Viste le informazioni favorevoli date dall'Ispettore dei monumenti con nota 8 marzo corrente.
LA GIUNTA
delibera di rimettere tale decisione al Consiglio previa verifica della deliberazione con cui fu autorizzata l'epigrafe attuale e presa pure consenso del proprietario dello stabile su cui è posta l'epigrafe esprimendo frattanto parere favorevole alla sostituzione di questa con quella scritta dal Prof. Cappelletti.

7_L'ARTICOLO DI DI TEODORO DE COLLE SU «LA NAZIONE» – 13 marzo 1912
All'intervento di Licurgo Cappelletti fece seguito, ancora sulle pagine de La Nazione, anche Teodoro de Colle, letterato fiorentino, autore di una Genealogia della famiglia Bonaparte, stampata in Firenze, presso la Tipografia Cooperativa, nell'anno 1898 e che stava preparando la stesura di una Storia della famiglia Buonaparte dalle origini ai nostri giorni, rimasta poi inedita.
Teodoro da Colle precisò alcune delle notizie riportate da Licurgo Cappelletti, salvo poi concordare circa la convenienza di formulare una nuova e corretta iscrizione.

Di seguito l'estratto da La Nazione del 13 marzo 1912, p. 2, con l'intervento di Teodoro de Colle.

NAPOLEONE I A SAN MINIATO
Riceviamo e pubblichiamo:
Ho letto l'articolo «Napoleone I a S. Miniato» comparso nella «Nazione» del 3 corrente e sono perfettamente d'accordo coll'autore dello stesso intorno la «spropositata» epigrafe che è apposta sulla casa dei Bonaparte in S. Miniato al n. 4 di via Bagnoli: io pure la copiai, assieme a molte altre esistenti nelle Chiese di detta città, allorché fui colà per ricerche di notizie e documenti a corredo della mia tuttora inedita «Storia della famiglia Buonaparte dalle origini ai nostri giorni».
E' infatti conforme a verità che Napoleone da fanciullo non fu mai a S. Miniato ed in vita sua vi si fermò solamente la notte 29-30 giugno 1796 di passaggio nel viaggio Livorno – Firenze, senza tenervi alcun Consiglio di guerra. Ma però nel citato articolo si dice che Napoleone uscì dalla Corsica per andare direttamente al Collegio militare di Brienne e che a S. Miniato fu, col padre Carlo, invece, Giuseppe Buonaparte, fratello di Napoleone. E questi fatti non essendo conformi al vero, credo non inutile rettificare.
L'avvocato Carlo Maria Bonaparte nell'agosto 1778 ottenne tre borse di studio destinate ai suoi figli Giuseppe, Napoleone ed Elisa; di quella a favore di Nopoleone non poteva però fare uso se non avesse prima provato la nobiltà della famiglia. Difatti Carlo Bonaparte si affrettò a raccogliere le prove della esistenza ad Ajaccio della famiglia, pel corso di circa due secoli e delle cariche occupate dai suoi antenati: provveduto di questi documenti, partì da Ajaccio a Livorno il 15 dicembre stesso anno assieme ai figli Giuseppe e Napoleone, e Giuseppe Fesch ed all'abate Vareso sottodiacono del vescovado di Autun. Sbarcando a Livorno si diresse ad Empoli dove fece la perosnale conoscenza dell'avvocato Giuseppe Bonaparte, il quale lo provvide di raccomandazione per il canonico Andrea Bonaparte, priore della Badia di San Martino a Sesto Fiorentino. Arrivato a Firenze, Carlo, allo scopo di essere libero di sé, accompagnò i due figli ed il giovane Fesch a Sesto, lasciandoli presso il detto canonico: ivi i tre fanciulli stettero circa una settimana, ed è tradizione, rimasta in quel paese, che fosse divertimento di Napoleone in quei pochi giorni, di fare esercizi militari a capo di una squadra di suoi coetanei nel cortile della Badia. Intanto l'avv. Carlo tornò ad Empoli ed assieme all'avv. Giuseppe, si recò a San Miniato per fare la conoscenza del canonico Filippo Bonaparte, il quale lo fornì di tutte quelle notizie, carte e documenti che gli potevano abbisognare per la provanza di nobiltà della comune famiglia. Il 28 dicembre assieme ai figli, al Fesch ed all'abate Vareso, Carlo partì definitivamente da Firenze per Livorno; il giorno dopo si imbarcò per Marsiglia proseguendo subito per Verdun dove giunse la sera del 31. E il giorno dopo (1 gennaio 1779) i suoi due figli fecero il loro ingresso in quel Seminario. Giuseppe stabilmente, per continuarvi gli studi, Napoleone soltanto in via provvisoria in attesa che suo padre, avuto il riconoscimento nobiliero, ottenesse il permesso di farlo ammettere nel Collegio di Brienne. La patente di nobiltà ebbe il 15 aprile e nove giorni dopo Napoleone poté entrare definitivamente nell'anzidetto Collegio. Dunque il Giuseppe Bonaparte che fu a San Miniato, non fu il fratello di Napoleone, ma quel Giuseppe che esercitò l'avvocatura ad Empoli e che con il suo testamento 6 febbraio 1780 lasciò erede universale il padre di Napoleone.
Diciott'anni più tardi il generale Napoleone Bonaparte dall'Emilia prese la via degli Appennini, corse a Pistoia dove giunse il 26 giugno 1796: il 27 fu a Livorno e ne partì il 29 giungendo la sera a S. Miniato dove restò soltanto la notte dal 28 al 29 per proseguire poi per Firenze. E fu la sera appunto del 28 che il canonico Filippo gli raccomandò caldamente la canonizzazione di frate Bonaventura da Firenze (al secolo Gian Genesio Bonaparte) cappuccino a Bologna dove morì nel 1593; ma il generale distratto da altre più gravi cure, non se ne occupò. Si ricordò però, conferendo col Granduca Ferdinando III della cortese accoglienza avuta a San Miniato dal reverendo Canonico Filippo Bonaparte e poté ottenere a di lui favore la croce di cavaliere dell'ordine di S. Stefano, la quale gli fu subito accordata col Rescritto 9 luglio 1796.
Ben giustamente adunque si può chiedere che l'Autorità Comunale di San Miniato faccia sostituire con altra più propria e veritiera la iscrizione di cui sorpa: come gli potrebbe chiedere che la città cessi una buona volta di chiamarsi San Miniato “al Tedesco”, ma riprenda quello antico e storico di San Miniato Alto Desco.
Firenze, 13 marzo 1912
TEODORO DE COLLE

8_LA SECONDA LETTERA DI MARIO SALVADORI AL COMUNE – 13 marzo 1912
Il 13 marzo 1912, ancora l'Ispettore Mario Salvadori inviò una nuova lettera al Sindaco di San Miniato, conservata nel medesimo fascicolo dell'Archivio Storico. In questa nuova missiva l'Ispettore rimarcava la necessità di “revisionare” la vecchia epigrafe sulla base dell'articolo di Licurgo Cappelletti.

REGIO ISPETTORATO
DEI
MONUMENTI E SCAVI D'ANTICHITÀ
S. MINIATO

S. Miniato, lì 13 marzo 1912
Prot. 335.

Oggetto: Iscrizione all'interno di Casa Gazzarrini in via Bagnoli ricordante Napoleone 1°

In relazione a quanto ebbi a scrivere alla S. V. Ill.ma con lettera 8 corrente n. 334 aggiungo a complemento che le notizie raccolte e ricerche praticate resulta essere senz'altro sbagliata la data della visita fatta in S. Miniato da Napoleone I°, riferita nella epigrafe di Casa Gazzarrini, in quanto egli fu in Toscana nell'anno 1796 e non nel 1797, come non è verosimile altrettanto che egli qui avesse consiglio di guerra e molto meno che abitasse da fanciullo presso il Canonico Buonaparte.
Tutto ciò dimostrerebbe opportuno la correzione invocata, o meglio la sostituzione della epigrafe suddetta.
Con ossequio.
Il R. Ispettore
M. Salvadori

9_L'ARTICOLO DI MARIO SALVADORI SU «LA NAZIONE» – 17 marzo 1912
Vista l'eco che stava assumendo la questione e consultatosi con il Prof. Giuseppe Rondoni, l'Ispettore ai Monumenti Mario Salvadori si preoccupò di intervenire personalmente con un breve articolo uscito su La Nazione del 18 marzo 1912, p. 2.

NAPOLEONE I A SAN MINIATO
S. MINIATO, 17. - Posso assicurarvi che anche il Regio Ispettore dei Monumenti cav. ufficiale ing. Mario Salvadori, si è rivolto all'on. Sindaco per ottenere la correzione e sostituzione della epigrafe che figura a ricordo di Napoleone I sulla facciata di casa Gazzarrini invia Bagnoli (città) e che contiene errate affermazioni, secondo è stato scritto anche su queste colonne ed in questi ultimi giorni dal prof. Licurgo Cappelletti e sig. Teodoro De Colle, e secondo è stato ritenuto dall'illustre nostro concittadino prof. Giuseppe Rondoni docente del vostro Liceo Dante.

10_LA DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE – 24 aprile 1912
La Giunta, come abbiamo visto in precedenza, aveva passato la “patata bollente” al Consiglio Comunale. Trascorso più di un mese dall'ultimo articolo di Mario Salvadori, l'assemblea consiliare poté finalmente affrontare il tema. Di seguito la trascrizione della delibera conservata in Archivio Storico del Comune di San Miniato, F200 S010 UF14, Deliberazioni del Consiglio Comunale, Deliberazione n. 56 del 24 aprile 1912, p. 72.

Udito il Signor Sindaco il quale comunica la proposta fatta dal Prof. Licurgo Cappelletti di modificare l'epigrafe posta all'esterno della casa Gazzarrini in via Pietro Bagnoli e ricordante Napoleone I°, nel senso di enunciare nella medesima fatti e avvenimenti da lui ritenuti più corrispondenti al vero, esprimendo in ciò il parere favorevole della Giunta Comunale.
Data lettura della nuova epigrafe proposta dal Prof. Cappelletti.
Uditi i Consiglieri Comm. Bachi Agostino e Avv. Conti Cav. Carlo Alberto, il primo dei quali dice come sarebbe favorevole alla modificazione quando si trattasse di cambiamento di date, non così essendo d'avviso per cambiamento di altre enunciazioni dell'epigrafe attuale perché difficilmente può accordarsi la loro veridicità, ed il consiglier Conti il quale dice circa la originarietà della famiglia Buonaparte, come egli ritenga debba dirsi Samminiatese anziché Toscana come dice il Prof. Cappelletti nella sua nuova epigrafe.
Ritenuti necessari maggiori schiarimenti in proposito della proposta dei detti due Consiglieri approvata da altri.
IL CONSIGLIO
Delibera di sospendere nell'adunanza odierna ogni risoluzione circa tale proposta e di rimetterla intanto alla Giunta con incarico di assumere schiarimenti al seguito delle osservazioni anzidette, procurandosi anche in proposito un parere scritto del nostro concittadino Sig. Prof. Giuseppe Rondoni persona assai competente in materia e riservandosi quindi dietro tali schiarimenti e parere, di deliberare sulla proposta stessa in altra adunanza.
Per alzata e seduta con voti unanimi.

11_UN VELO DI SILENZIO SULLA VICENDA
In pratica, il Consiglio rinviò la palla alla Giunta. Nel frattempo la polemica si era notevolmente assopita e l'attenzione rivolta ad altre questioni. Appare evidente come un'eventuale modifica avrebbe innescato ulteriori polemiche, col rischio di scadere nel ridicolo. Di fatto la Giunta non affrontò più la questione, che rimase sospesa. E, infatti, l'iscrizione che ancora oggi campeggia sull'abitazione in via Paolo Maioli è identica a quella del 1912.
A distanza di oltre un secolo, ormai la lapide può dirsi “storicizzata”, con i suoi errori e le sue contraddizioni. Una piccola lastra in marmo su cui si scontrarono storici e intellettuali del tempo, senza riuscire a scalfire la ritrosia dei consiglieri sanminiatesi, più attenti a salvarsi da una polemicuccia relativamente di poco conto che ad onorare la storia per quella che effettivamente è stata.


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