Se
potessi avere mille lire al mese
La
radio sempre accesa durante il giorno, manda sopratutto canzonette.
Ogni tanto le ultime notizie che passano distrattamente...nessuno che
le ascolti in quella casa. Altre le priorità, a gustare fino in
fondo il piacevole sapore della fine della guerra e del Fascismo. E,
in sottofondo, la voce di Gilberto Mazzi - "...Se potessi avere
mille lire al mese.." - canzonetta uscita con lo scoppio delle
ostilità, ora colonna sonora di quella prima estate dopo la guerra,
con le macerie ancora ad imbrattare strade e piazze, ma con, in giro,
tanta voglia di ricominciare.
-
"Corinna, hai controllato alla Posta quanto abbiamo da parte?
Dovrebbero essere almeno tredicimila lire." -
-
"Sì Giuseppe! ...di poco sopra, con gli interessi." -
-
"Ci siamo goduti ben poco in questi anni, principiando dalla
campagna d'Africa..." - Il 'maresciallo', come da tutti è
conosciuto, in quegli anni non si è tirato mai indietro, pur di
mettere da parte. Corinna ben lo sa. Anche lei ha dato del suo,
sopportando la suocera e mettendo alla 'Posta' quasi tutta la paga
doppia di quei sei anni in Tripolitania.
-
"Quella casa, quella davanti l'appalto..." - Lo sguardo
perso nel vuoto, il maresciallo, che non ha mai nascosto di ambire a
quella casa e a quell'orto, tutto a pomatta, a volte pare assentarsi
e sognare. - "Mi ci vedo. Appena mi congedo, mi dedico
interamente a quell'orto." -
-
"Quanto ci vorrà di muratore?" - ...Corinna, che mai si
nasconde dietro ai problemi, è sempre pronta a seguire progetti e
fantasie, lei che ben conosce quella casa, lì a due passi dalla
canonica, la casa dello zio prete, dove, tutti di famiglia, stanno
dopo lo scoppio della guerra.
-
"All'ultimo piano c'è Tetta col marito e con Dina, la figlia,
per una pigione assicurata e nessun lavoro da fare. Ma se facciamo i
lavori giusti, possono venir fuori almeno due quartieri, e altre due
pigioni. Ho già parlato col Campani, il muratore. È lui, che
conosce questa casa, l'unico che può fare quei lavori. I soldi
avanzeranno. Possiamo tenerli alla Posta, in buoni fruttiferi."
-
-
"Dalla Tripolitania abbiamo riportato tutti quei mobili in
bambù..." - È Corinna. È lei che è chiamata a occuparsi in
quella casa, da sempre, di arredi - "...vanno bene per la grande
sala, così luminosa con quella veranda affacciata sulla valle.
Mancano solo i tappeti..." -
Il
maresciallo sorride soddisfatto, per l'affare della casa, oramai
concluso, dopo l'accordo sul prezzo. - "Resta solo da fissare il
notaio." - Pare quasi che dica "I documenti del catasto ci
sono" mentre ostenta in sicurezza, stretti in pugno, dei ritagli
di giornale, per un sogno, per quel sogno che sta per realizzarsi.
-
"Se potessi avere mille lire al mese..." - continua ad
intromettersi in progetti e a suggerirne altri. Corinna vorrebbe dire
la sua, ma aspetta che sia il 'maresciallo' il primo a proporre...
non vuole correre il rischio di fargli perdere il filo con un - "dove
eravamo rimasti? Cosa ti volevo dire" - e si propone di tacere.
-
"Stavi per suggerire qualcosa? Mi sembrava." -
-
"No! Fallo tu Giuseppe. Dai tuoi gli occhi... deve essere una
cosa veramente importante. " -
-
"Solo qualche volta, raramente, siamo andati a fare i bagni al
mare, col trammino fino al Calambrone, allo stabilimento dell'Arma,
accanto alle colonie, quelle per i 'Balilla' e per le 'Piccole
Italiane'... Ora stanno costruendo sulla spiaggia delle piccole
casette di legno, le affittano, potremmo anche andarci per..." -
Calambrone,
lì a due passi da Livorno. Nome che evoca tanti ricordi, legati al
loro viaggio di nozze... anni venti...
-
"Ti ricordi quei due giorni? Appena un sabato e una domenica. Il
nostro viaggio di nozze, a Shangai, da Zio Edoardo... i bagni
Pancaldi, vicino al porto" -
Corinna
ben ricorda, anche se sono passati così tanti anni.
-
"Ti ricordi cosa ti disse lo zio?" -
-
"Impossibile dimenticarlo" - come potrebbe Giuseppe?
-
"un vero livornese sempre allegro, sempre pronto a giocare con
la vita. Mi prese a braccetto e mi portò sul terrazzino di casa, di
quella casa popolare, e col gesto di invitarmi ad ammirare il
panorama visibile, mi disse: Chiudi gli occhi! Tutto quello che vedi,
è mio" -
-
"Mamma è arrivato il dottore per l'iniezione a babbo." -
La figlia Ines è lei che fa strada, annunciandosi, fino in camera
del babbo, anche se interrompe quella conversazione tra il babbo e la
mamma.
Da
quando è stato rimpatriato, dopo due anni di prigionia in Germania,
con un treno ospedale, il 'Maresciallo' passa le sue giornate tra
poltrona e letto. Il tumore contratto in quel campo di prigionia è
oramai in stato avanzato e non permette altro.
La
figlia ventenne, appena diplomata, ben conosce quel 'gioco' in atto
da tempo tra babbo e mamma. - "Di cosa stavate parlando te e
babbo?" -
-
"I soliti nostri progetti... sogni... e di quelle tredicimila
lire finite da tempo... Questa canzone 'Se potessi avere mille lire
al mese' riesce sempre a strappare un sorriso a babbo, nonostante gli
spasimi di dolore." -
Pochi
i rimedi, tranne un po' di morfina. Dosi leggere. Giuseppe vuole
essere sempre lucido per non perdere neppure un attimo di quei
giorni. Corinna, moglie fedele che lo ha seguito ogni dove, anche
nelle colonie, lo segue tra ricordi, progetti e sogni. È tutto
quello che rimane loro.
Passano
giornate intere a ricordare quando sulla fine degli anni 30,
comprarono quella casa, dei lavori fatti e di quelli da fare,
dell'orto mai lavorato. Ogni giorno comunque diverso, sempre intenso.
Lo fanno come se ogni cosa fosse da fare, ripercorrendo dettagli,
cambiando qualche particolare, tramutando mobili da una stanza
all'altra. Parlano di quelle tredicimila lire di avanti guerra, che
oramai hanno preso il volo. In parte usati per la casa, gli altri
volatilizzati dall'inflazione.
È
il momento dell'iniezione: due al giorno. Non c'è altro contro il
dolore e null'altro da fare, se non attendere. Ben lo sa Corinna.
-
"Ha comunque un grande spirito il maresciallo" - commenta
il dottore. - "Quest'anno ha detto che va a prendere i bagni a
Calambrone, come prima della guerra. Ripasso domani, stessa ora."
-
...se
potessi avere mille lire al mese...
-
"Corinna vieni? Hai fatto col dottore?" -
-
"Vengo subito Giuseppe. Do le uova al dottore e vengo." -
-
"C'è bisogno anche di un altro gabinetto. Domani passa il
Campani." - Non bada a spese Giuseppe quando si tratta della
casa, della sua casa.
-
"Bisogna rimediare anche una camera per Eda. quella figliola di
Musolino che a luglio sposa. Le basta poco. Il letto e un comò ce
l'hanno. Per il canterale ci pensa Livia, la mamma. Non possiamo
negarglielo, noi che abbiamo posto. Sono così brava gente. Onesti e
grandi lavoratori." -
Corinna
annuisce, mentre volge lo sguardo verso quei panni tesi al piano
sopra. È la Eda che ha appena fatto il bucato, come ogni mese,
oramai da un anno da quando la sua casa è tutta in quella camera
semibuia all'ultimo piano.
Le "Mille lire"
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