ARCHIVIO
DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
1147,
7 febbraio – Eugenio III a San Genesio, Bolla ai Camaldolesi
In questa pagina sono proposti la trascrizione e il commento della Bolla rilasciata da Pala Eugenio III all'Abbazia di San Salvatore di Camaldoli il giorno 7 febbraio 1147 presso il borgo di San Genesio, nel territorio sanminiatese.
In questa pagina sono proposti la trascrizione e il commento della Bolla rilasciata da Pala Eugenio III all'Abbazia di San Salvatore di Camaldoli il giorno 7 febbraio 1147 presso il borgo di San Genesio, nel territorio sanminiatese.
Foto
di Francesco Fiumalbi
LE DUE COPIE AUTENTICHE
Il
documento, da cui è tratta la trascrizione proposta in
questa pagina, è conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze,
Diplomatico, Camaldoli, San Salvatore, 1146, 7 febbraio. CLICCA
QUI PER LA CONSULTAZIONE ON-LINE ↗ da cui è tratta l'edizione di L. Schiaparelli e F. Baldasseroni, in Regesto di Camaldoli, Vol. II, «Regesta Chartarum Italiae», Istituto Storico Italiano, Istituto Storico Prussiano, Ermanno Loescher & C, Roma, 1909, p. 115.
Una
copia è conservata presso l'Archivio di Stato di Pisa e proveniente
dalla chiesa di San Michele in Borgo a Pisa, da cui è tratta
l'edizione di G. B. Mittarelli in Annales Camaldulensis Ordinis
S. Benedicti, Volume III, Venezia, 1758, Appendice, n.
CCLXXXI, pp. 433-435.
SPOGLIO
Copia
autentica d'una Bolla di P. Eugenio III che contiene i vari Privilegi
concessi all'Eremo di S. Salvatore di Camaldoli, a cui conferma il
possesso di tutti i beni e di tutti i monasteri qui nominati,
sottoposti al medesimo, lo esenta dalla giurisdizione episcopale e lo
dichiara protetto dalla S. Sede. Dato presso S. Genesio
[regesto
Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Tomo 52, Camaldoli,
inventario 1913, 119, c. 205v(206v)]
COMMENTO
di Francesco Fiumalbi
Il
documento proposto in questa pagina presenta due motivi di interesse
per il territorio sanminiatese.
PAPA
EUGENIO III A SAN GENESIO. Il primo aspetto è la redazione del
documento a San Genesio da parte di Papa
Eugenio III [Calci, 1080 circa – Tivoli, 8 luglio 1153, Papa
dal 1145]. Dunque il 7 febbraio 1147 il Pontefice, di origine pisana,
si trovava nel territorio sanminiatese e precisamente nel borgo di
San Genesio. Era presente anche la corte papale, come si rileva dai
testimoni o comunque da coloro che controfirmarono il testo della
bolla. Nel
medesimo giorno, Eugenio III concesse un privilegio al Monastero di
San Pietro di Luco di Mugello. Anche questo documento è conservato
presso l'Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Luco di Mugello,
S. Pietro (monache camaldolesi) 1146 febbraio 7. CLICCA
QUI PER LA CONSULTAZIONE ON-LINE ↗
Inoltre, dal testo della Bolla di Celestino III del 24 aprile 1195 [TRASCRIZIONE e COMMENTO] sappiamo che Eugenio III, con ogni probabilità, rilasciò un provvedimento a conferma dell'ordinamento canonicale, delle proprietà e dei vari privilegi di cui doveva godere la Pieve di San Genesio.
SAN GENESIO - "TAPPA" SULLA VIA FRANCIGENA/ROMEA
Il Pontefice proveniva da Viterbo [2 gennaio a San Flaviano (Montefiascone, VT), 13 gennaio Marturi (Poggibonsi, SI), 15 gennaio Vico (Vico d'Elsa?)] e si stava recando in Francia: il 20 aprile 1147 celebrò la Pasqua a Parigi e incoronò Luigi VII a Saint Denis. Il 2 maggio successivo, assistette alla partenza dei francesi per la Seconda Crociata. Il Papa fece ritorno nell'autunno del 1148: il 18 novembre di quell'anno è attestato a Pisa, il 22 novembre a San Gimignano. Probabilmente transitò di nuovo da San Genesio [J. P. Migne, Patrologia Latina, n. 180, cc. 1187-1378]. A tal proposito è interessante notare che dalla Toscana per raggiungere Parigi, nel XII secolo, occorressero circa due mesi e mezzo.
Inoltre, dal testo della Bolla di Celestino III del 24 aprile 1195 [TRASCRIZIONE e COMMENTO] sappiamo che Eugenio III, con ogni probabilità, rilasciò un provvedimento a conferma dell'ordinamento canonicale, delle proprietà e dei vari privilegi di cui doveva godere la Pieve di San Genesio.
SAN GENESIO - "TAPPA" SULLA VIA FRANCIGENA/ROMEA
Il Pontefice proveniva da Viterbo [2 gennaio a San Flaviano (Montefiascone, VT), 13 gennaio Marturi (Poggibonsi, SI), 15 gennaio Vico (Vico d'Elsa?)] e si stava recando in Francia: il 20 aprile 1147 celebrò la Pasqua a Parigi e incoronò Luigi VII a Saint Denis. Il 2 maggio successivo, assistette alla partenza dei francesi per la Seconda Crociata. Il Papa fece ritorno nell'autunno del 1148: il 18 novembre di quell'anno è attestato a Pisa, il 22 novembre a San Gimignano. Probabilmente transitò di nuovo da San Genesio [J. P. Migne, Patrologia Latina, n. 180, cc. 1187-1378]. A tal proposito è interessante notare che dalla Toscana per raggiungere Parigi, nel XII secolo, occorressero circa due mesi e mezzo.
Dunque
questo documento rappresenta un'ulteriore conferma del ruolo del borgo di San Genesio, quale “stazione”, luogo di sosta, lungo
una delle direttrici stradali più importanti del tempo, utilizzata da quanti intendevano recarsi Oltralpe, oppure dirigersi verso Roma. Si tratta di quella direttrice che
oggi è conosciuta con il nome di Via Francigena o di Strada Romea a seconda del punto di vista. E a San Genesio dovevano essere presenti strutture e organizzazione tali da poter ospitare le personalità più importanti del tempo (regnanti, imperatori e pontefici) con i relativi seguiti, composti anche da decine di persone.
L'OSPEDALE
DI SAN LAZZARO.
Il secondo aspetto d'interesse riguarda l'ospedale di San Lazzaro
(presso l'odierno centro abitato di Ponte a Elsa) indicato nel
documento fra i vari possedimenti che vengono riconosciuti e
confermati da Papa Eugenio III alla congregazione benedettina
camaldolese. L'istituzione assistenziale, sorta nei pressi del Borgo
di San Genesio (indicata testualmente iuxta
burgum S. Genesii)
era stata donata all'abbazia di San Salvatore di Camaldoli nel 1127
da due uomini, Beltramus
del
fu Ruberti
e
Scherius del
fu Gutheroçi.
Di queste persone, della fondazione dell'ospedale e dei motivi per
cui avvenne il passaggio ai Camaldolesi, allo stato attuale degli
studi, non sono noti altri dettagli. In proposito si veda la
TRASCRIZIONE
e il COMMENTO
al documento proposta in questo blog.
L'ospedale
di San Lazzaro rimarrà ufficialmente attivo fino al 1784, quando fu
unito alle strutture sanminiatesi della SS. Annunziata e dei SS.
Cosma e Damiano (ospedale dei Poveri Padri Pellegrini), di San Nicola
di Bari e di Santa Maria della Scala, per formare un'unica grande
istituzione, che prenderà il nome di “Spedali Riuniti”.
Foto
di Francesco Fiumalbi
TRASCRIZIONE
Trascrizione
da L. Schiaparelli e F. Baldasseroni, Regesto di Camaldoli,
Vol. II, «Regesta Chartarum Italiae», Istituto Storico Italiano,
Istituto Storico Prussiano, Ermanno Loescher & C, Roma, 1909, p.
115.
n.
1037 – San Genesio, 7 Febbraio 1147
Eugenius
papa Agoni priori Cam. eiusque fratribus. Predecessorum suorum
Honorii et Innocentii vestigiis inherens statuit ut Cam. heremus in
sui status et religionis vigore consistat.Quecunque bona quascunque
possessiones mon. possidet aut in futurum poterit adipisci firma et
illibata permaneant. In quibus hec propriis duxit exprimenda
vocabulis. In episcopatu Aretino : eccl. S. Donati q. Fons Bonus d.
cum hospitali et omnibus suis bonis; in ipsa civ. mon. S. Petri
Piculi et eccl. S. Michabelis ; mon. Silve Munde; mon. S. Marie in
Agnano; mon. S. Petri in Rota; mon. S. Salvatoris Berardingorum ;
mon. S. Quirici in Rosa; Curtem Luponis cum eccl.; heremum Fieri;
mon. S. Viriani; mon. S. Bartholomei in Anglari cum castro et
pertinentiis suis; plebem S. Marie de
Miciano
cum capellis et ceteris pertinentiis ; castrum Montoni cum
pertinentiis; villam de Monthione q. mon. emit ab abb. S. Flore et
eccl. eiusdem ville; villam de Modiona q. mon. emit ab Henrico prep.
et reliquis canonici sicut in cartulis continetur et eccl. eiusdem
ville cum decimatione; decimationes ville Agne; eccl. Eiusdem ville
et decimationes de Larniano. In episcopatu Fesulano: mon. S. Marie
in Poplena. In episcopatu Castellano: mon. de Deciano; mon. S.
Sepulcri cum toto burgo. In episcopatu Fiorentino : mon. S. Petri in
Luco ; mon. S. Salvatoris iuxta civ. In episcopatu Lucano: mon. S.
Petri in Puteolis cum capella burgi Porcarie et capella castri; mon.
S. Salvatoris in Cantiniano; hospitale iuxta burgum S. Genesii.
In episcopatu Vulterrano : mon. S. Insti prope civ.; mon. S. Petri in
Cerreto; mon. S. Marie in Puliciano; mon. S. Petri in Fontiano. In
episcopatu Pisano: mon. S. Stephani in Cintoria; mon. S. Savini in
Montione; in ipsa civ. mon. S. Michahelis; mon. S. Fridiani; mon. S.
Qenonis, salvo iure R. E. In episcopatu Clusino: mon. S. Petri in
Vivo Montis Amiati quemadmodum a papa Celestino diffinitum est. In
Sardinie insula: mon. S. Trinitatis in Saccaria, eccl. S. Eugenie in
Samanar, eccl. S. Michalielis et S. Laurentii in Vanari, eccl. S.
Marie et S. lohannis
in
Altasar, eccl. S. Marie in Contra, eccl. S. lohannis et S. Symeonis
in Salvenero, eccl. S. Niccholai in Trulla, eccl. S. Petri in Scano,
eccl. S. Pauli in Cotroniano, eccl. S. Petri in Heolin. In marchia
Camerina: mon. S. Georgii, mon. S. Martini in Accole cum eccL q. d.
Heremite. In Gallata: mon. S. Marie in Insula; heremum Faioli. In
episcopatu Populìensi: eccl. S. Paterniani in Fetracciano. In
episcopatu Faventino: mon. S. Ypoliti iuxta civ. In episcopatu
Ravennate: mon. S. Apollinaris in Classe. In episcopatu Bononiensi:
mon. S. Michahelis, mon. S. Christine; in ipsa civ. eccl. S. Damiani.
Item in episcopatu Aretino: eccl. S. Savini in Clio, eccl. de
Castilione, item mon. de Morrona. Hec omnia cum omnibus ad ipsa mon.
pertinentibus statuit tamquam corpus unum sub uno capite, idest sub
priore Cam. heremi, temporibus perpetuis permanere.
[segue
dal documento edito da Mittarelli, Annales...]
et illius discipline observatione persistere. Sub illo, inquam
priore, qui ab ispius congregationis abbatibus sive prioribus, &
ab heremitis regulariter electus Domino fuerit. Porro congregationem
ipsam ita sub apostolica sedis tutela perpetuo consovendam
decernimus, ut nulli episcoporum dacultas sit aliquod ex hiis
monasteriis absque prioris conniventia, vel apostolice sedis licentia
excommunicare, vel a divinis officiis interdicere. Fratribus autem
Camaldulensis heremi licentia sit, a quo maluerint catholico episcopo
consecrationum & ordinationum sacramenta suscipare. Decernimus
ego, ut nulli hominum & c. Si qua igitur & c. Cunctis autem &
c.
[elenco
dei sottoscrittori da Mittarelli, Annales...]
Ego
Eugenius catholice ecclesie episcopus ss.
† Ego
Guido presb. card. tit. Sancti Grisogoni ss.
† Ego
Oddo diac. card. Sancti Georgii ad Velum aur. ss.
† Ego
Albericus Hostiensis episcopis ss.
† Ego
Guido presb. card. tit. Sanctorum Laurentii & Damasi ss.
† Ego
Johannes diac. card. Sancri Adriani
† Ego
Hugo presb. tit. in Lucina ss.
† Ego
Julius presb. card. tit. Sancti Marcelli ss.
† Ego
Jordanus presb. card. Tit. Sancte Susanne ss.
† Ego
Ego Theodevvinus Sacte Rufine episcopus ss.
† Ego
Humbaldus presb. card. Sanctorum Jo. & Pauli ss.
† Ego
Octavianus diac. card. Sancti Nicholai in Carcere Tulliano
† Ego
Imarus Tuschulanus episcopus ss.
† Ego
Guido presb. card. tit. Pastoris ss.
† Ego
Johannes diac. card. Sancte Marie nove ss.
† Ego
Guido diac. card. Sancte Marie in porticu ss.
† Ego
Jacintus diac. card. Sancte Marie in Cosmydyn
Datum
apud Sanctum Genesium, per manum Guidonis S. R. E. diac.
card, et canc, VII id. febr., ind. X, incarnationis Dominice anno
MCXLVI, pontificatus vero domni Eugenii III pape anno secundo.
ALTRE
EDIZIONI
G.
B. Mittarelli, Annales Camaldulensis
Ordinis S. Benedicti, Volume III,
Venezia, 1758, Appendice,
n. CCLXXXI, pp. 433-435.
J.
P. Migne, Patrologia Latina,
n. 180, cc. 1187-1190.
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