domenica 21 novembre 2010

IL LABIRINTO DEL DUOMO NUOVI FILONI DI RICERCA (TERZA PARTE)


di Francesco Fiumalbi

3 - LA VIA FRANCIGENA E GERUSALEMME
  
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Le due precedenti ipotesi, formulate nella seconda parte delle nuove ricerche, non tengono conto di quanto già supposto nei primi due articoli. Come detto, possono risultare fantasiose, ma è utile tenere presenti anche altre strade, da poter imboccare qualora la via principale risulti bruscamente interrotta. Per il momento non lo è.

Il labirinto del Duomo di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Nell’articolo “Il labirinto del Duomo di San Miniato, è stato detto che il labirinto, come era stato chiamato, potrebbe essere un elemento di riconoscimento al centro del nodo stradale fra la via Francigena e la via Quinctia. Era stato ipotizzato che questo bassorilievo marmoreo facesse parte di un sistema più ampio ed era stata proposta come collocazione originaria la riscoperta Pieve di San Genesio, in località Vico Wallari, fra La Scala e Ponte a Elsa.
Cosa potrebbe cambiare se invece di “labirinto” si parlasse di “Triplice Cinta”?
Innanzitutto, è bene precisare, che spesso l’immagine del Labirinto è stata accostata a quella della Triplice Cinta, e in alcuni casi risultano persino coincidere, sia come schemi planimetrici che come percorso iniziatico (1).
L’ipotesi già enunciata non cade affatto, bensì si arricchisce di nuovi particolari. Il suddetto manufatto potrebbe indicare una cosa molto importante: il simbolo della Città Santa, Gerusalemme.
La città santa alle tre religioni monoteiste, all’epoca delle Crociate era difesa da tre ordini di mura.

Hartmann Schedel, Hierosolima (Gerusalemme), 1493
Immagine tratta da www.wikipedia.org

Parte dell’iconografia relativa a Gerusalemme è rivolta al riconoscere le 12 porte, 4 per ogni cerchia muraria, che contraddistinguevano la città. Come precedentemente detto, spesso il simbolo della Triplice Cinta è accompagnato da quattro bracci. Questi starebbero ad indicare appunto le porte e i percorsi per arrivare al centro (2). Tale circostanza, però, non può dirsi per il nostro bassorilievo.
Dando per buona l’originaria collocazione presso la Pieve di San Genesio, caposaldo del sistema viario della Francigena, ci si pone la questione se il bassorilievo non sia legato ai Cavalieri Templari. Il suddetto ordine, oltre a garantire la difesa dei pellegrini in Terra Santa, si occupava della protezione e della cura anche di coloro che intraprendevano viaggi verso le destinazioni di Roma e Santiago di Compostela. Lungo la via Francigena si erano sviluppati mansioni e commanderie templari (3). Il simbolo della Triplice Cinta è legato a doppio filo con i suddetti cavalieri: innanzitutto per la probabile stilizzazione della città di Gerusalemme e, in secondo luogo, per alcuni disegni graffiti rinvenuti nella torre del castello di Chinon (4), in Francia, e che sono stati attribuiti a membri dell’Ordine che lì sarebbero stati rinchiusi fra il 1307 e il 1309 a seguito dell’ordine di arresto da parte di Filippo IV “il Bello” (5). 
E’ possibile che a San Genesio vi fosse un centro templare? Il nome Genesio, pare derivi da Dionisio o Dionigi, ovvero il francese Denis. Gli storici si stanno tutt’ora interrogando sul legame fra i Templari e la chiesa parigina di Saint Denis, la cui costruzione, pare abbia usufruito di un contributo, economico e stilistico, fondamentale proprio dai suddetti Cavalieri (6).

Duomo di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Questa ipotesi non sarebbe da escludere. Secondo questa interpretazione la sede dell’Ordine Templare sarebbe poi stata trasferita presso la chiesa di Santa Maria, oggi chiesa Cattedrale dedicata ai Santi Maria Assunta e Genesio, con la distruzione del borgo, avvenuta nel 1248. Ricordiamo che San Miniato, e prima ancora San Genesio, dipendeva dalla Diocesi di Lucca, in cui vi è documentata la presenza dei Templari. E proprio vicino al Duomo di Lucca, dove si trova il labirinto già indicato nell’articolo precedente, si trovano esempi di Triplice Cinta, in particolare sulla seduta di un edificio nella piazza della Cattedrale.


(…continua…)

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NOTE BIBLIOGRAFICHE
1) Uberi Marisa e Coluzzi Giulio, I luoghi delle Triplici Cinte in Italia, Eremon Edizioni, Aprilia, 2008.
2) Ibidem.
3) http://www.angolohermes.com/approfondimenti/templari/templari.html
4) Uberti e Coluzzi, Op. Cit.
5) http://it.wikipedia.org/wiki/Cavalieri_templari#La_Caduta_e_la_soppressione
6) http://www.ricerchetemplari.it/l'economia.htm

2 commenti:

  1. Interessante ipotesi. Chissà che non c'entri qualcosa anche quel "Tau" sulla Chiesa di Santo Stefano, attribuito alla Compagnia di Altopascio tuttora esistente.
    http://www.toscanaoggi.it/notizia_3.php?IDCategoria=208&IDNotizia=11619

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  2. Le ipotesi sono molte e sarebbe sbagliato non considerarle tutte. Quel labirinto, o triplice cinta che dir si voglia, rappresenta un mistero. Indegheremo anche l'ipotesi che conduce alla Compagnia del Tau, anche se mi lascia affascinato da una parte, ma perplesso dall'altra. Vedremo.

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