In questa
pagina è proposto un interessante testo di Claudio Biscarini, inerente un particolare della cosiddetta “Battaglia di Calenzano”, che si
tenne nei pressi della chiesa di Santa Lucia il giorno 23 luglio 1944. Una vera
e propria piccola battaglia che vide fronteggiarsi uomini dell’esercito tedesco
in ritirata e le avanguardie alleate, ormai alle porte di San
Miniato, dove fecero ingresso il giorno successivo, ovvero il 24 luglio.
Il testo
originariamente è stato pubblicato sul sito www.dellastoriadempoli.it dell’amico Carlo Pagliai e
riproposto su Smartac per gentile disponibilità.
Foto di
Francesco Fiumalbi
di Claudio Biscarini
La
battaglia di Calenzano (loc. di San Miniato, ndr),
combattuta il 23 luglio 1944 tra parte della G Company, II Battalion, 349rd US Infantry Regiment della 88th US Infantry Division Blue Devils, e
elementi del Panzergrenadierregiment 8. della 3. Panzergrenadierdivision, secondo
alcuni testimoni, vide in azione anche degli StuG III tedeschi in supporto
della fanteria [01].
Questo
lo sapevamo già, ma non eravamo a conoscenza di quale reparto si trattasse, di
quali problemi affrontò e del fatto che secondo le fonti tedesche, in realtà,
nessun cannone d’assalto prese parte al combattimento. Ora, grazie all'amico
Daniele Guglielmi, possiamo colmare questa lacuna.
Lo Sturmgeschütz III era un cannone d’assalto
tra i più noti nella Wehrmacht. Scambiato spesso dai
civili per un carro armato, in realtà era parte dell’artiglieria di una
divisione. Si trattava di una elaborazione dal Panzer III, era armato con un cannone StuK
L724 da 7,5 cm e una MG 34, pesava 19,6 tonnellate, aveva un equipaggio di 4
elementi e poteva viaggiare su strada a 30 Km/h per 155 di autonomia. La
corazzatura frontale era di 80 mm.
Il 10 giugno 1944, 20 nuovi StuG III furono
assegnati alla Panzer-Abteilung 103 della 3. Panzergrenadierdivision in sostituzione di quelli perduti
durante la ritirata da Anzio. Dieci giorni dopo, a causa anche della
impreparazione degli equipaggi, molti di questi mezzi erano già perduti. Il 22
giugno, su una forza di 37 StuG III, il reparto poteva schierarne in
combattimento solo sette. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, alcune
compagnie del Panzergrenadierregiment 8., appoggiate da un plotone di
cannoni d’assalto, iniziarono la battaglia per Monteguidi, Mensano. Il 2 luglio
1944, solo otto cannoni d’assalto erano operativi. Il 13 luglio, al pomeriggio,
la 1. Sturmgeschütz-Kompanie, agli ordini dell’Oberleutnant [2] Schwäpenheuer, contrastava il passo degli americani nella zona di
Barbialla.
Arriviamo al 23 luglio 1944. Un volume che
narra la storia della Panzer-Abteilung 103., dice: Al mattino, nella zona di S. Miniato, il
Grenadier–Regiment 8 venne costretto a eliminare una penetrazione alleata
senza il supporto dei cannoni d’assalto, perché non essi furono in grado di
bypassare una demolizione sulla strada.
Probabilmente si trattava di mezzi della 1. Kompanie che
avevano combattuto a Marcialla ma nessuno di essi riuscì ad entrare in
combattimento a Calenzano. Se ci fossero riusciti, forse il destino dei Blue Devils asserragliati nella canonica e
dei genitori di don Bartolo Sirio Ristori, sarebbe stato tragico. Questo fatto
smentirebbe Bill Halprin che citò un paio di colpi sparati da un
semovente da 88 a distanza ravvicinata.
A proposito dei giorni di guerra a San
Miniato. Già in nostri interventi su questo argomento, servendoci di documenti
coevi della 14. Armee tedesca competente per territorio,
avevamo detto che il 16 e il 22 luglio 1944 erano stati emanati due ordini di
sfollamento da parte delle autorità germaniche. Ora, una conferma importante ci
viene da due poderosi volumi curati dal maestro Mario Catastini di Fucecchio il
quale, con un lavoro decisamente meritevole e certosino, ha raccolto nel corso
degli anni un numero notevole di testimonianze e racconti che narrano la guerra
nel Fucecchiese. In questi racconti, che il maestro Catastini ha anche
integrato con alcuni documenti dell’Archivio Comunale, si citano più volte gli
ordini di sfollamento del 16 e del 22 luglio 1944 emessi anche per il
territorio di San Miniato. Tanto per sgomberare il campo da diverse
interpretazioni.
Claudio Biscarini
NOTE E
RIFERIMENTI:
[1] Il tenente William Halprin uno degli uomini coinvolti nel
combattimento, in una testimonianza che mi mandò anni or sono e che inserimmo
nel volume Arno-Stellung, mi citò un
semovente da 88 mm che avrebbe sparato due colpi da distanza
ravvicinata che passarono
attraverso la canonica ed esplosero all’esterno.
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