a
cura di Francesco Fiumalbi
Indice del post:
INTRODUZIONE
L'ISCRIZIONE SULLA CHIESA DELLA SS.
TRINITA'
I NOMI DEI CONFRATELLI CADUTI
LE DELIBERAZIONI DEL MAGISTRATO
DELLA MISERICORDIA
L'INAUGURAZIONE E IL DISCORSO DI
EGISTO ELMI
INTRODUZIONE
In questo post sono proposte le
informazioni relative all'epigrafe commemorativa collocata nel 1920
sulla chiesa della SS. Trinità in via Pietro Rondoni (proprio
accanto alle scuole) e in cui sono scolpiti i nomi dei confratelli
della Misericordia di San Miniato che persero la vita durante la
Prima Guerra Mondiale.
In
tutto il territorio sanminiatese, a partire dal 1919, furono eretti
monumenti, creati parchi e viali della Rimembranza e installate
numerose epigrafi commemorative dedicate alla memoria di quei soldati
che morirono durante la “Grande Guerra” e che nell'intero Comune
di San Miniato furono quasi 500. [VAI
AL POST: I CADUTI SANMINIATESI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ↗]
In particolare, le epigrafi
commemorative ebbero una maggiore diffusione in quanto elementi di
più rapida ed economica realizzazione. D'altra parte la costituzione
di un parco o di un viale della Rimembranza o l'erezione di un vero e
proprio monumento richiedevano risorse e impegno che non tutte le
comunità erano in grado sostenere. Quasi tutti i “popoli”,
idealmente coincidenti con le singole unità parrocchiali, si
adoperarono per fissare sul marmo la memoria dei propri congiunti che
non fecero ritorno a casa. Inoltre, specialmente nelle borgate più
piccole non vi erano luoghi o edifici pubblici. Quindi la “memoria”
venne affidata alle pareti delle chiese che al tempo erano senz'altro
gli unici luoghi, presenti in tutto il territorio, in cui le comunità
si raccoglievano e in cui si sentivano rappresentate.
L'epigrafe commemorativa
San Miniato, via Pietro Rondoni
facciata della Chiesa della SS.
Trinità
Foto di Francesco Fiumalbi
L'ISCRIZIONE
SULLA CHIESA DELLA SS. TRINITA'
Un
caso del tutto particolare è costituito dall'epigrafe inaugurata il
13 settembre 1920 sulla parete esterna della chiesa della SS. Trinità
a San Miniato: tale edificio religioso non è a servizio di un'unità
parrocchiale, bensì della Venerabile Arciconfraternita di
Misericordia di San Miniato che in quegli anni aveva sede proprio nei
locali adiacenti alla chiesa. Fu solamente a partire dal 1923,
infatti, che la sede della Misericordia fu spostata presso Palazzo
Roffia, pur mantenendo l'officiatura della chiesa [VEDI
IL POST: GENTILUOMINI – PALAZZO ROFFIA SEDE DELLA MISERICORDIA DI
SAN MINIATO ↗].
Questo il testo dell'epigrafe:
A
☧
Ω
I NOMI DEI VALOROSI
CONFRATELLI
CHE PER LA LIBERTA' E
LA GIUSTIZIA
NEL SACRO NOME D'ITALIA
IMMOLARONO LA GIOVENTU'
LA VITA
NELLA GUERRA MONDIALE
L'ARCICONFRATERNITA DI
MISERICORDIA
VOLLE QUI ETERNATI
GENERALE PAOLO MAIOLI
CAPORALE GIUSEPPE
BAGLIONI
SOLDATO UGO BRUCCI
CAPORALE FRANCESCO
BENVENUTI
SOLDATO RAINALDO
GAZZARRINI
I
NOMI DEI CONFRATELLI CADUTI
Sull'epigrafe troviamo cinque nomi
di “confratelli”, cioè iscritti e aderenti all'Arciconfraternita
di Misericordia di San Miniato.
Per primo è collocato il Generale
Paolo Maioli, dal 1917 Presidente Onorario della Misericordia, la
cui figura è stata già trattata nei post IL
GENERALE PAOLO MAIOLI ↗
e PAOLO
MAIOLI – DOCUMENTI E TESTIMONIANZE↗. Gli altri sono elencati
in ordine alfabetico.
Il
secondo nome è quello del Caporale Giuseppe Baglioni [vedi
voce del DBDSM – BAGLIONI GIUSEPPE ↗], certamente originario
di San Miniato, ma forse trasferito altrove. Troviamo poi il Soldato
Ugo Brucci, morto ventiquattrenne per malattia presso un ospedale
militare e la cui salma fece rientro a San Miniato solamente nel 1924
[vedi
voce del DBDSM – BRUCCI UGO ↗].
Il
quarto nome è quello di Francesco Benvenuti, che abbiamo già
incontrato nel post UMBERTO
BONGI E FRANCESCO BENVENUTI - DUE CADUTI SANMINIATESI DURANTE LA
PRIMA GUERRA MONDIALE ↗. Infine il nome di Rainaldo Gazzarrini
[vedi
voce del DBDSM – GAZZARRINI RAINALDO ↗].
Facciata della Chiesa della SS.
Trinità
San Miniato, via Pietro Rondoni
Foto
di Francesco Fiumalbi
LE
DELIBERAZIONI DEL MAGISTRATO DELLA MISERICORDIA
Presso
l'Archivio della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San
Miniato, sono state individuate alcune deliberazioni del Magistrato
relative proprio alla realizzazione e all'inaugurazione
dell'epigrafe. A presiedere la Misericordia c'era il Conte Federigo
Ubaldini della Carda e la proposta venne avanzata dal Consigliere
Corrado Casalini che ricopriva anche il ruolo di Residente, cioè il
membro “anziano” del Consiglio. [Archivio
della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato,
Protocolli
delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato,
1914-1925].
Adunanza
del 30 luglio 1920
XII.
Proposta per una lapide commemorativa dei Fratelli caduti in guerra
Il
Residente Casalini propone che nella facciata della Chiesa della
nostra Arciconfraternita sia apposta una lapide commemorativa dei
nostri Fratelli caduti in guerra, come già fu posta altra lapide in
ricordo dei benemeriti che si distinsero nell'Epidemia colerica del
1855. Il Magistrato facendo plauso alla proposta del Residente Sign.
Casalini, delibera che tale proposta sia inserita nell'Ordine del
Giorno della futura Adunanza del Consiglio già stabilita, come sopra
al n. VII, per il 5 Agosto p.v., e di appoggiarla moralmente per
l'attuazione, essendo essa un tributo di affetto e di riconoscenza a
coloro che pugnando fecero olocausto della loro vista per la Patria.
Adunanza
del 5 agosto 1920
II.
Lapide commemorativa dei Fratelli caduti in guerra
Il
Presidente riferisce la nobile proposta del Consigliere Casalini di
apporre una lapide sulla Facciata della Chiesa della nostra
Arciconfraternita in ricordo dei prodi confratelli caduti in guerra e
IL
CONSIGLIO
facendo
plauso alla proposta stessa, ad unanimità di voti approva
l'apposizione della lapide stessa da effettuarsi in uno dei tre
giorni delle feste solennissime che avranno luogo nel prossimo
Settembre in onore del SS. Crocifisso
[Festività dell'Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre,
n.d.r.]
Adunanza
del 12 agosto 1920
III.
Lapide commemorativa dei Fratelli Caduti in guerra
Il
Magistrato, in ordine alla Deliberazione del Consiglio del dì 5
Agosto 1920, dà incarico al suo Presidente ed al Provveditore di
provvedere all'esecuzione della lapide commemorativa dei nostri
Ascritti caduti in guerra e di procurare la composizione della
iscrizione opportuna che dovrà precedere i nomi dei caduti, con
avvertenza che solamente coloro che al giorno della morte trovavansi
inscritti nei Ruoli di questo Pio Sodalizio, dovranno essersi
scritti.
Adunanza
del 4 settembre 1920
I.
Lapide commemorativa dei Fratelli Caduti in guerra
Viste
le precedenti Deliberazioni Magistrale e Consiliare con le quali
venne stabilito di apporre una lapide in marmo nella facciata della
Chiesa di quest'Arciconfraternita in ricordo degli Ascritti Defunti
in guerra,
Con
voti unanimi il Magistrato delibera:
I.
Di stanziare la somma preventivata in £ 150.
II.
Di scoprire la lapide nella data del dì 13 Settembre corrente alle
ore 17 invitando le Autorità Cittadine, le Famiglie dei caduti, le
Misericordie e Affiliazioni del Comune coi Vessilli che si dovranno
riunire in Piazza Vittorio Emanuele (Piazza
della Repubblica o del Seminario, n.d.r.) per
recarsi quindi in corteggio alla sede della Misericordia.
III.
Invitare un Oratore per il discorso commemorativo.
IV.
Pubblicare relativo manifesto ed incaricare i giovani della Guardia
per l'esecuzione.
L'INAUGURAZIONE
E IL DISCORSO DI EGISTO ELMI
Della
cerimonia di scoprimento è rimasta memoria in due articoli
pubblicati su «La
Vedetta»,
settimanale sanminiatese di ispirazione cattolico-popolare.
Il primo testo non è altro che l'annuncio, la notizia dello
scoprimento della lapide. Il secondo brano, invece, offre il
resoconto della cerimonia svoltasi il 13 settembre 1920 e riporta il
discorso pronunciato dall'allora Sindaco di San Miniato, il Cav.
Egisto Elmi.
Estratto
da «La Vedetta», anno II, n. 36 del 12 settembre 1920, p. 2:
Scoprimento
di una lapide
Lunedì
13 corr. alle ore 17 sulla facciata della Chiesa della Misericordia,
sarà scoperta a cura dell'Arciconfraternita una lapide in memoria
dei fratelli caduti in guerra.
Un
illustre oratore commemorerà i morti.
Per
iniziativa dei Giovani della Squadra di P.S. [Pronto
Soccorso, n.d.r.] alla
lapide sarà apposta una palma di bronzo con lo stemma della
Arciconfraternita.
Estratto da «La Vedetta», anno II,
n. 37 del 19 settembre 1920, p. 3:
[…]
Nel
pomeriggio, presenti le Autorità Cittadine, le Arciconfraternite del
Comune, le Associazioni paesane, sulla facciata della Chiesa
dell'Arciconfraternita è stata inaugurata una lapide commemorativa
sulla quale sono stati scolpiti i nomi dei «fratelli» caduti in
guerra.
Il
Presidente della Misericordia Conte Ubaldini ha detto brevi parole di
circostanza.
La
lapide è stata scoperta ed il Sindaco cav. Elmi ha letto questo
discorso:
«Cittadini,
il
velario è caduto ed ha scoperto il ricordo che l'affetto del popolo
di S. Miniato, ha voluto imprimere per tramandare la memoria di
coloro che soffrirono e s'immolarono per noi; che seppero dare il
loro sangue senza tradire il dovere, senza tradire la coscienza e
negli ultimi aneliti ebbero la sicura visione di quel premio che
avanza i desideri, sentirono per guadagnare la luce senz'ombra, la
verità senz'errore, la vita senza la morte.
Serenamente
vissero con noi lavorando, e nell'immane tragedia il triste fato li
colpì, nella loro ineffabile dolcezza silenzioso e lante come neve
immacolata le loro anime lasciarono nei gelidi sudari le mortali
spoglie e nell'azzurro profondo si congiunsero a tante anime buone,
in mezzo a noi soffersero ed amarono.
Se
questa terra non hanno potuto godere il premio del grande sacrificio
e la loro vita si chiuse come un dramma su cui pesa gravemente il
fato ineluttabile.
L'ordine
mesto di questa solenne cerimonia imponga silenzio e rispetto, la
cittadinanza saluti quest martiri del dovere, ed il pensiero di tutti
ricorra pietoso alle madri che per tanto tempo ed invano attesero il
ritorno dei cari, alle spose che contarono i ritmi stanchi dei loro
cuori minati, che chiesero alle immagini sacre aiuto e protezione,
che non ebbero più lacrime, ma portarono nei volti i segni di averne
sparse tante, che videro nel fosco delle notti mutarsi d'un tratto di
vite liete e sorridenti in un eterno funerale, ai figli innocenti e
buoni a cui la carità della cittadinanza supplisce alla loro
esistenza.
Ma
l'onda di dolore immenso sotto cui gemono tante creature è dolore di
tutti, né possiamo diminuirne la intensità.
Guerre,
malattie sterminatrici, inondazioni, carestia, terremoti tutto ha
concorso a colpire il nostro paese che deve ritornare alle feconde
gare della pace propugnatore quale è sempre stato di libertà e di
giustizia nel mondo, tutto sembra scatenarsi contro di noi per
abbreviarci la nostra esistenza dolorante, ma in alto è una stella
che irraggia quale meteora luminosa il nostro destino, per essere
veduta non ha bisogno di nessun strumento d'ottica, il nostro sguardo
la scorge nella sua vivida luce, si affissa in quella e sembra a un
tratto che cielo e terra abbiano esaurite tutte le loro forze
sconvolgitrici perché queste improvvisamente si placano, la notte
viene illuminata, le nubi si squarciano e per quelle aperture il
nostro sguardo si spinge senza limiti, intravede orizzonti
sconosciuti e accanto al nostro infinito dolore che ci brucia e
consumo questa fiaccola risplende.
Siete
Voi morti che stasera onoriamo che insieme agli altri alimentate
questa face, che risplendete nella nostra stella luminosa, siete voi
che in un regno di eternità date il riso ai nostri bambini, coraggio
alle spose abbandonate, preghiere alle madri, voi che infondete nuove
speranze alla inclemenza dei tempi e delle fortune, sono le vostre
voci ispiratrici di egregi cose, sono le vostre tombe che danno a noi
il raggio vitale della libertà.
Si
alla vostr amemoria ed ai vostri sepolcri, sorrida la morbida carezza
del sole, profusi vi odorino i fiori, lieve vi spiri il vento di
primavera, mite lavacro sia la rugiada e la pioggia, balsamo gl'inni
di ringraziamento, di preghiera e di pace sia all'animo vostro
benedetto, che nella morte trovarono la vita e si spensero come
tremole stelle del mattino non per precipitare nelle tenebre, ma per
svanire nello sconfinato azzurro del nostro cielo, in una gloria di
luce».
Alla
fine, l'indovinato discorso è stato applaudito.
Il
Can.co Chelli ha rievocato i morti della sua parrocchia ed ha dette
belle parole stimmatizzando i falsi pionieri della libertà. [...]
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