a cura di Francesco
Fiumalbi
In
questa pagina è proposta la trascrizione del testo redatto da Pietro Santini
[1860-1921] in occasione della morte di Giuseppe Rondoni (San Miniato, 17 novembre 1853 – 16
novembre 1919) già
Direttore della Miscellanea Storica della Valdelsa e Presidente dell'Accademia
degli Euteleti, e senza dubbio una figura molto importante per i suoi
contributi sulla storia sanminiatese.
Il necrologio apparve in appendice al volume II
dell’anno 77 della rivista «Archivio Storico Italiano», curata
dall'allora Regia Deputazione di Storia Patria, uno dei periodici storici più
importanti del tempo, fondata da Gian Pietro Vieusseux nel 1842 e prodotta ancora oggi dalla casa editrice Leo S. Olschki. Questo particolare merita di
essere sottolineato per meglio comprendere l’alta considerazione tributata a
Giuseppe Rondoni dall'ambiente culturale di allora.
R. Deputazione di Storia Patria,
Firenze, 1921, frontespizio
Estratto da
P. Santini, Necrologia. Giuseppe Rondoni, in «Archivio Storico
Italiano», anno 77, vol. II (1919), R. Deputazione di Storia Patria, Firenze,
1921, pp. 288-293.
[288]
NECROLOGIA
GIUSEPPE RONDONI.
Giuseppe
Rondoni, assiduo e apprezzato collaboratore dell'Archivio, cessava di vivere il
19 novembre 1919 [* si tratta di un refuso, la data di morte è il 16 novembre
1919, n.d.r.]. Ci par di vederlo ancora, con l'occhio precocemente stanco, ma
con l'animo ancor vivace, felicitarsi di aver lasciato da poco il pubblico
insegnamento, non perché amasse staccarsi dai suoi diletti scolari, ma perché
anelava di dedicare nella quiete della casa gli ultimi suoi giorni
esclusivamente agli studii, nella speranza di avere dinanzi a sé tempo
sufficiente per completare alcuni lavori rimasti a mezzo e per ripresentarne
sotto nuova ed ampliata veste altri, pubblicati negli anni giovanili ed oggi
invecchiati di fronte al progresso degli studi critici; ma non gli è bastata la
vita per porre in atto l'accarezzato disegno.
Una
intera generazione di giovani, alcuni dei quali oggi uomini maturi, rimpiangono
in lui il maestro dotto ed amorevole, l'educatore efficacissimo, il propagatore
ed incitatore delle più eccelse virtù, che furono abito della sua vita
esemplare, quali la operosità indefessa [289] nel
lavoro, il sentimento rigoroso del dovere, la purezza degli affetti familiari,
il fervido amore della patria. All'apostolato di un simile maestro non potevano
mancare frutti copiosi: una schiera numerosa di scolari del Rondoni primeggia
oggi nelle discipline storiche e letterarie, nelle professioni libere, nelle
cariche pubbliche, nella vita politica; fra i più giovani non pochi hanno dato
prova di purissimo amor patrio, combattendo da prodi nella recente guerra e,
purtroppo, alcuni di loro hanno preceduto il maestro nella tomba, offrendo la
loro balda gioventù in olocausto all'Italia.
Come
è noto ad ognuno, poco dopo il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze
(giugno 1865), ebbe vita qui la Facoltà filosofica, filologica e storica
dell'Istituto di Studi superiori; ma, come avviene d'ogni nuova istituzione nel
suo periodo primordiale, gli atti della segreteria dei primi anni, disordinati
e manchevoli, andarono dispersi, sicché oggi non si conservano i registri
di
matricole degli scolari anteriori al 1875. Fra i giovani iscritti in questo anno
troviamo Giuseppe Rondoni; tuttavia egli doveva aver già frequentato da più di
un anno i corsi della Facoltà filosofica, perché si addottorò in Filosofia nel
1877. Eravamo allora nell'età aurea dell'Istituto superiore, il quale in pochi
anni, non pure emulò, ma sorpassò di gran lunga la fama dell'antico «Studio
fiorentino». Il ricchissimo materiale di ricerca e di consultazione delle
nostre biblioteche e dell'Archivio di Stato richiamava in Firenze un'eletta
brigata di giovani i quali, sotto la guida del Villari, del Bartoli, del
Trezza, del Comparetti, del Giuliani, del Conti, del Tocco, del Vitelli e di
altri professori, illustri non meno per meriti scientifici che per virtù ed
opere patriottiche, rafforzarono potentemente l'intelletto, [290] offrirono già da scolari i primi saggi di
proficui studi e poi, emulando i maestri, onorarono con la loro dottrina e con
i loro scritti la cattedra.
Subito
dopo ottenuta la laurea, il Rondoni andò ad insegnare Filosofia nel liceo
comunale di Velletri; ma vi rimase un solo anno, per ritornare ad iscriversi
nel nostro Istituto superiore. E la ragione fu questa: egli si era
precedentemente iscritto ai corsi di Filosofia non tanto per naturale
inclinazione, quanto per l'alta stima e l'affetto che lo legavano ad Augusto
Conti, suo compaesano; se non che, si sentiva attratto di preferenza agli studi
storici, nei quali aveva dato qualche promettente saggio ancor prima di
laurearsi. Ora, seguendo per altri due anni corsi complementari e di perfezionamento
e dedicandosi di preferenza alle discipline storiche, nel 1880 conseguì la laurea
in Lettere, avendo presentato una tesi di storia, alla quale gli esaminatori
assegnarono i pieni voti con lode, e ne deliberarono la pubblicazione fra gli
Atti dell'Istituto.
Nei
primi sette anni di insegnamento nelle scuole regie, il Rondoni resse le
cattedre di Lettere classiche nel ginnasio di Siena e di Storia e Geografia nei
Licei di Prato e di Siena. Fu questo un periodo di grande operosità didattica e
scientifica del giovane professore; talché, quando nel 1887 egli si presentò al
concorso per titoli, bandito per la cattedra di Storia e Geografia del Liceo Dante
di Firenze, superò facilmente gli altri concorrenti ed ebbe il posto, che ha
occupato fino al termine della sua lunga carriera d'insegnamento. Così, ritornato
nella prima e naturale sede dei suoi studi, potette con maggior facilità
attendere ad essi nelle ore che le assidue cure della scuola gli lasciavano
libere. Fu nell’Archivio compagno
nostro, desiderato e diligente: la [291] Società
Colombaria lo annoverò fra i suoi soci urbani, l'Accademia degli Euteleti di S.
Miniato lo scelse suo
Presidente,
il Consiglio provinciale scolastico ed il Consiglio del R. Educatorio di
Foligno lo vollero fra i loro membri. Si tennero onorate del nome e della
collaborazione di lui la «Pro cultura», la Società Dantesca italiana, la
Società per la Storia del Risorgimento Nazionale ed altre Accademie letterarie
e scientifiche. Nel 1907 la R. Deputazione Toscana di Storia Patria, che da più
anni aveva fra i suoi corrispondenti il Rondoni, lo nominava socio ordinario.
Nel dicembre del 1917, la Società Storica della Valdelsa invitava Giuseppe
Rondoni ad assumere la direzione della rivista.
Andrei
troppo in lungo se volessi dare l'elenco completo delle pubblicazioni del
nostro amico, avendone sott'occhio oltre centoventi, riflettenti gli argomenti
più vari, di storia, di letteratura, di pedagogia: mi limiterò ad un breve
cenno od ai titoli dei principali lavori, raggruppandoli per affinità di
materia.
Il
Rondoni considerò nei suoi primi scritti la storia della città che lo vide
nascere, S. Miniato al Tedesco; né in questo prediletto argomento si fermò ai
saggi giovanili, ma vi ritornò a più riprese nell'età matura. Ed il soggetto ne
valeva la pena, perché v'ha un periodo del Medio Evo, nel quale la storia di S.
Miniato oltrepassa i limiti dell'interesse puramente locale per abbracciare le
vicende, non pure della Toscana e dell'Italia, ma quelle della storia generale
d'Europa, quando cioè gli imperatori Tedeschi fecero di S. Miniato il centro
della loro amministrazione in Toscana. Nel 1886 videro la luce le Memorie storiche di S. Miniato di Tedesco;
e per una seconda edizione di questo lavoro, che è mancata alle stampe, il Rondoni
aveva ultimamente raccolto [292] molto altro
materiale. Alla storia di S. Miniato od a soggetti affini appartengono le
seguenti monografie: La Rocca di S.
Miniato al Tedesco e la morte di Pier delia Vigna; L'ultimo lembo della
Valdelsa e lo Statuto di una lega del contado fiorentino; Spigolature degli
atti del Potestà di S. Gimignano negli anni 1227-1270; Uno sguardo alla Rocca
ed alla Storia di S. Minialo al Tedesco; Arte e Storia nel Convento e Chiesa
dei SS. Jacopo e Lucia di S. Miniato al Tedesco: Un piccolo ed importante
Comune medievale Toscano: S. Miniato al Tedesco.
Indirizzati
pertanto i suoi studi sopra la storia italiana del Medio Evo, il Rondoni
rivolse anche la sua
attenzione
alle istituzioni dell'antico Comune di Firenze, ed in ispecie alla formazione
ed allo sviluppo degli Statuti di questa città. E ben noto che non si
conservano compilazioni dei Costituti fiorentini anteriori al sec. XIV, alla
distanza di circa un secolo e mezzo dai giuramenti dei Consoli, che furono i
primi Statuti della città libera. Il Rondoni (seguito poi in queste ricerche da
altri) si propose di raccogliere dalle serie degli Atti dell'Archivio
fiorentino di Stato anteriori al sec. XIV, ed in particolare dalla ricchissima
raccolta delle pergamene del Diplomatico, i più antichi frammenti dei Costituti
fiorentini. Fu questo il lavoro presentato come tesi di laurea in Lettere e
pubblicato fra gli Atti dell'Istituto Superiore. Altri soggetti di Storia
fiorentina il Rondoni trattò negli opuscoli: Il franco ed esperto cavaliere messer Barone dei Mangiadori;
Ordinamenti e vicende principali dell’antico Studio fiorentino; I giustiziati a
Firenze dal sec. XV al sec, XVIII.
La
ricchezza dei monumenti e dei documenti storici della Siena medievale non mancò
di attrarre l'attenzione e lo studio del Rondoni, non solo durante gli anni
della [293] sua residenza scolastica colà, ma
anche in tempi posteriori, quando rivisitò più volte quella bella città e, appunto
per ragione di studio, vi soggiornò. I suoi scritti senesi si iniziano con uno
studio letterario, le Laudi drammatiche
dei Disciplinati di Siena. Poi, come frutto di accurate ricerche
nell'Archivio di Stato senese, e specialmente nella celebre Serie dei Caleffi, pubblicò l'apprezzato studio Sena vetus, o il Comune di Siena dalle origini
alla battaglia di Monterperti. Ma il più importante, ed a lui più caro,
lavoro di cose senesi furono le Tradizioni
popolari e leggende di un Comune medievale e del suo contado. In seguito, in una conferenza, letta alla
Accademia dei Bozzi, presentò nuovo materiale sopra lo stesso argomento, sotto
il titolo: Leggende, novellieri e teatro
dell'antica Siena; ed anche negli ultimi anni della sua vita, fatte
ulteriori ricerche, ebbe in mente di riprendere a mano il lavoro. Altri suoi
opuscoli dell'istessa indole sono i seguenti: Appunti sopra alcune leggende popolari di Pisa, della Lunigiana e di S.
Miniato al Tedesco; Alcune fiabe dei contadini di S. Miniato al Tedesco in
Toscana.
Lo
scolaro prediletto di Augusto Conti, che fu portabandiera del battaglione
universitario sui campi di Curtatone e di Montanara, non avrebbe certo
trascurato nei suoi studi l'eroico periodo del nostro Risorgimento nazionale.
Fra le molte monografie sopra tal soggetto citeremo le seguenti: Un gran carattere: lettere e documenti del
Barone Bettino Ricasoli; Un cronista popolano dei tempi della dominazione
francese, in Toscana; Uomini e cose del Risorgimento nazionale italiano nel
carteggio di Q. P. Vieusseux; Due vecchi giornali del Risorgimento Nazionale
(La Vespa e lo Stenterello); La politica italiana nel 1861; Il giornale «Lo
Statuto», e la reazione nel [294] 1850-51 in Toscna; Giornali di Livorno nel
1848-49 (il Corriere Livornese, il Calambrone e L’Inferno); il Piovano Arlotto;
I giornali umoristici fiorentini del triennio glorioso; La voce del Popolo; Anti-Lampione,
giornale fiorentino del 1848; Archivio comunale di S. Miniato al Tedesco. Deliberazioni
municipali relative al Risorgimento Nazionale (1848-61); Stampa clandestina in
Firenze nel 1850-51; La Gazzetta dei Tribunali di Firenze e la reazione in
Toscana dal 1851 al 1853; Due supplementi di Giornali fiorentini del 1849 e
1859 - Ricordi di Niccolò Roffia, ecc.
Lasciamo
da parte le numerose recensioni e conferenze del Rondoni; e diamo invece i
titoli di alcuni scritti d'indole didattica e scolastica, cioè: Due parole di avviamento allo studio della
storia antica; Potenza educatrice dell'affetto nella letteratura e nella
scuola; Storia e Geografia storica nei nostri Licei; Compendio di Olografia storica
per uso delle Scuole classiche; Letture storiche con
particolare riguardo all’Italia;
Relazione al sindaco di Firenze per la scelta dei libri di testo nelle Scuole
elementari del Comune di Firenze; A proposito della riforma della Scuola Media;
Disegno di Storia del Medioevo, Moderna e Contemporanea.
Se
si considera che la maggior parte degli insegnanti di Liceo, anche fra i più
valorosi, se non lasciano, dopo i primi anni d'insegnamento, la cattedra
liceale per ascendere alla universitaria, abbandonano gli studi originali e le
pubblicazioni, perché il faticoso lavoro scolastico li assorbe quasi del tutto,
li stanca e li deprime, è tanto più apprezzabile la costanza del Rondoni nel
continuare i suoi studi, mentre le cure della scuola e della famiglia lo
tenevano occupato da mane a sera.
Vero
è che lo sforzo eccessivo doveva, purtroppo, lasciare [295]
prima del tempo la sua fibra, ch'era stata, nella gioventù e nella maturità,
sana e robusta; onde il compianto amico, caduto, si può dire, sulla breccia,
non ha avuto il conforto di poter godere, circondato dall'affetto dei suoi,
qualche lustro di meritato riposo, ch'egli sognava di trascorrere, non nell'inerzia
intellettuale, contraria alla sua natura, ma in mezzo ai suoi libri ed ai suoi
studi prediletti.
Firenze.
Pietro Santini.
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