a
cura di Francesco Fiumalbi
Flavio Biondo
è stato uno storico ed umanista, nato a Forlì nel 1392 e morto a
Roma nel 1463. Dalla storiografia sembra che sia stato il primo a
coniare la parola “Medio Evo”, e il primo ad analizzare in
maniera puntuale, secondo criteri protoscientifici, gli antichi
monumenti dell'Antica Roma.
La
sua pubblicazione più significativa probabilmente è l'Italia
Illustrata, compilata tra
il 1458 e il 1468, e data alle stampe a Roma nel 1474. Conobbe molte
edizioni, spesso insieme all'altra sua opera importante, la Roma
ristaurata.
Si
tratta di un libro descrittivo, basato anche sui viaggi dello stesso
Biondo, suddiviso secondo quelle che all'epoca erano considerate le
18 regioni italiane, ricalcando l'antico schema augusteo. L’opera, pur
conoscendo una discreta fortuna negli ambienti eruditi italiani a
cavallo fra il ‘400 e il ‘500, fu poi soppiantata dalla
Descrittione di tutta
Italia di Leandro
Alberti, pubblicata nel 1550, e che, per struttura e organizzazione,
è fortemente debitrice del testo di Biondo.
Si tratta comunque di una delle primissime opere che cercarono di raccogliere, seppur da un punto di vista storico-geografico, le conoscenze sul territorio italiano che, è bene ricordarlo, all'epoca era suddiviso in tanti Stati e Staterelli. E questo aspetto programmatico, anche se otterrà alterni risultati specialmente per l'attendibilità e l'accuratezza dei contenuti, sarà molto utile per tutto il filone cartografico, che si svilupperà in maniera significativa proprio a partire dalla seconda metà del XVI secolo.
Si tratta comunque di una delle primissime opere che cercarono di raccogliere, seppur da un punto di vista storico-geografico, le conoscenze sul territorio italiano che, è bene ricordarlo, all'epoca era suddiviso in tanti Stati e Staterelli. E questo aspetto programmatico, anche se otterrà alterni risultati specialmente per l'attendibilità e l'accuratezza dei contenuti, sarà molto utile per tutto il filone cartografico, che si svilupperà in maniera significativa proprio a partire dalla seconda metà del XVI secolo.
Ed
ecco la frase che riguarda San Miniato, tratta da Flavio Biondo, Roma
ristaurata et Italia illustrata,
Venezia, appresso Domenico Giglio, 1558, p. 84v.
«[…]
ma volendo hora
descrivere il territorio di Fiorenza, che confina con Arezzo, con
Siena, con Pisa, e co Volterra, passeremo ne la valle, che è verso
mezzo dì, e che toglie il nome dal fiume Pesa, a man manca del
quale, presso dove si congiunge con Arno, e monte Lupo, e sopra è
Collina, e più sotto il suo fonte è Sambuca a man dritta, poi è
monte Iusto, Linario, e San Donato, e vien poi un'altro fiume
chiamato Elsa, c'ha a man manca Emporio, monte Rapolo, monte Partolo,
Barberio, e Castellina, & a man dritta è Saminiato, Gabascio,
Fioretino, e Certaldo patria di Giovan Boccaccio notißimo
p. la eccelletia de la lingua volgare, e presso al fonte poi è
Casolo...[…]»
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