lunedì 17 marzo 2014

SAN MINIATO NELL'"ITALIA ILLUSTRATA" DI FLAVIO BIONDO

a cura di Francesco Fiumalbi

Flavio Biondo è stato uno storico ed umanista, nato a Forlì nel 1392 e morto a Roma nel 1463. Dalla storiografia sembra che sia stato il primo a coniare la parola “Medio Evo”, e il primo ad analizzare in maniera puntuale, secondo criteri protoscientifici, gli antichi monumenti dell'Antica Roma.
La sua pubblicazione più significativa probabilmente è l'Italia Illustrata, compilata tra il 1458 e il 1468, e data alle stampe a Roma nel 1474. Conobbe molte edizioni, spesso insieme all'altra sua opera importante, la Roma ristaurata.
Si tratta di un libro descrittivo, basato anche sui viaggi dello stesso Biondo, suddiviso secondo quelle che all'epoca erano considerate le 18 regioni italiane, ricalcando l'antico schema augusteo. L’opera, pur conoscendo una discreta fortuna negli ambienti eruditi italiani a cavallo fra il ‘400 e il ‘500, fu poi soppiantata dalla Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti, pubblicata nel 1550, e che, per struttura e organizzazione, è fortemente debitrice del testo di Biondo.
Si tratta comunque di una delle primissime opere che cercarono di raccogliere, seppur da un punto di vista storico-geografico, le conoscenze sul territorio italiano che, è bene ricordarlo, all'epoca era suddiviso in tanti Stati e Staterelli. E questo aspetto programmatico, anche se otterrà alterni risultati specialmente per l'attendibilità e l'accuratezza dei contenuti, sarà molto utile per tutto il filone cartografico, che si svilupperà in maniera significativa proprio a partire dalla seconda metà del XVI secolo.

F. Biondo, Roma ristaurata et Italia illustrata, Venezia, 1558, frontespizio.

Ed ecco la frase che riguarda San Miniato, tratta da Flavio Biondo, Roma ristaurata et Italia illustrata, Venezia, appresso Domenico Giglio, 1558, p. 84v.

«[…] ma volendo hora descrivere il territorio di Fiorenza, che confina con Arezzo, con Siena, con Pisa, e co Volterra, passeremo ne la valle, che è verso mezzo dì, e che toglie il nome dal fiume Pesa, a man manca del quale, presso dove si congiunge con Arno, e monte Lupo, e sopra è Collina, e più sotto il suo fonte è Sambuca a man dritta, poi è monte Iusto, Linario, e San Donato, e vien poi un'altro fiume chiamato Elsa, c'ha a man manca Emporio, monte Rapolo, monte Partolo, Barberio, e Castellina, & a man dritta è Saminiato, Gabascio, Fioretino, e Certaldo patria di Giovan Boccaccio notißimo p. la eccelletia de la lingua volgare, e presso al fonte poi è Casolo...[…]»


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