giovedì 15 gennaio 2015

ADDSM - COMMENTO - 1401, 4 LUGLIO - DIPLOMA DI ROBERTO DI WITTELSBACH AL COMUNE DI FIRENZE

a cura di Francesco Fiumalbi


ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
1401, 4 luglio – Diploma di Roberto, elettore del Palatinato e Re di Germania alla Città di Firenze

In questa pagina è proposto il commento al diploma di Roberto Wittelsbach al Comune di Firenze, datato 4 luglio 1401 e che presenta alcuni spunti interessanti per San Miniato e il suo territorio. Al momento non è stato possibile individuare la collocazione archivistica esatta.

SPOGLIO: Privilegio concesso da Roberto Imperatore ai Fiorentini, col quale li dichiara Vicari Imperiali, e li sottopone Pistoia, e altre città, e luoghi. Anno 1401, Edit. in lib. Liter. Flor.

COMMENTO [Francesco Fiumalbi]. Il documento proposto in questa pagina è il diploma rilasciato al Comune di Firenze da Roberto Wittelsbach, Elettore del Palatinato e Re di Germania, Imperatore de facto, anche se formalmente non fu mai incoronato e riconosciuto ufficialmente. Proprio all'interno delle sue ambizioni deve essere ricercato il contesto in cui venne compilato tale atto. Roberto, infatti, nel 1401 fece la sua discesa in Italia, volta ad assicurarsi l'adesione delle città centro-settentrionali per ottenere l'ambita corona imperale. Il suo rivale era Venceslao di Lussemburgo, già Re di Germania, poi destituito. Questi aveva concesso il titolo di “Duca di Milano” a Gian Galeazzo Visconti che dunque rappresentava il suo maggior alleato sul suolo italiano. Roberto concentrò i propri sforzi proprio contro i Visconti e, per far ciò, si assicurò l'appoggio di Venezia e di Firenze. Ed è in questo contesto che si inserì l'attività diplomatica che condusse a questo diploma.
Roberto attribuì agli amministratori del Comune di Firenze il titolo di “Vicari Imperiali”, ovvero di coloro che fanno le veci dell'Impero in assenza del regnante. La cosa può apparire abbastanza insolita, considerando che storicamente i Fiorentini hanno avuto sempre un atteggiamento di forte contrasto con l'autorità imperiale. Tuttavia sia Roberto che i Fiorentini avevano un comune nemico, ovvero Gian Galeazzo Visconti. E da questa situazione cercarono di trarne il massimo beneficio che si concretizzò nel vedere riconosciuto formalmente il vasto dominio che Firenze aveva messo insieme nel corso del '300.
Il dominio fiorentino comprendeva allora, oltre al suo antico contado, i territori delle città di Arezzo, Volterra e Pistoia, l'Alta Val Tiberina, la parte mediana del Valdarno Inferiore (Fucecchio, Santa Croce, Castelfranco, Santa Maria a Monte), la Valdelsa (Certaldo, Poggibonsi, Colle e San Gimignano) e il distretto di San Miniato che, nell'elenco dei territori sottoposti, viene citato subito dopo alle tre principali città.
Queste le parole utilizzate: “Terra S. Miniati Florent. cum omni antiquo suo comitatu, atq. districtu, & specialiter cum Communi, & Castro Collis lungae terrae”.
Innanzitutto occorre rilevare l'appellativo “Florent”, ovvero “Fiorentino”, e non già “Tedesco”, così come decretato dagli accordi della sottomissione, conseguentemente all'assedio del 1369-70. Inoltre dalle parole sembra che sia riconosciuto il fatto che San Miniato avesse un antico “comitato” o “distretto”, cosa che avviene solamente per le città di Arezzo, Volterra e Pistoia, ma non per gli altri centri. Anche Colle e San Gimignano avevano un proprio territorio d'influenza, ma, stando al documento, questo non viene riconosciuto loro. Tale circostanza potrebbe dipendere dal fatto che l'annessione del territorio sanminiatese era relativamente recente (circa 30 anni prima) rispetto agli altri. E proprio a questo potrebbe essere collegata la specificazione del “Comune di Colle Lungo”. Almeno due erano i centri che portavano quel nome: uno in Valdelsa (oggi nel Comune di Castelfiorentino) e l'altro in Valdichiecina (oggi nel Comune di Palaia). Proprio quest'ultimo era stato più volte controllato dai Pisani, che saranno sottomessi a Firenze solamente nel 1406. Questo particolare di Colle Lungo potrebbe in qualche modo indicare che quella piccola comunità, nonostante fosse stata contesa, dovesse essere attribuita a Firenze. Tuttavia, in mancanza di altri riscontri, questa è da considerarsi solamente come un'ipotesi.
Infine, ultima curiosità legata a questo documento, è la presenza, all'interno della rappresentanza fiorentina che aveva raggiunto Roberto presso Magonza, del notaio pubblico Petri Serperi indicato come de S. Miniato Florent, ovvero di San Miniato.

La parte orientale di San Miniato vista dalla Rocca
Foto di Francesco Fiumalbi


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