GF1843-17/20_LEZIONE
DI PIETRO BAGNOLI ALL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Questa pagina fa parte del regesto
inerente le notizie sanminiatesi contenute nella Gazzetta di Firenze
dell'anno 1843.
Estratto
dalla
Gazzetta di Firenze
n. 120 del 7 ottobre 1843, p. 3:
Firenze
6 Ottobre.
L'I.
e R. Accademia della Crusca tenne l'annuale sua pubblica Adunanza
l'ultimo Martedì del caduto Settembre.
Esordiva
l'Accademico Cav. Prof. Pietro Bagnoli con una dotta Lezione, di cui
fu principale argomento la somiglianza dell'epico Magistero tra
Virgilio e il Tasso. Ma poiché nel paragone di due Scrittori di età
assai distanti l'uno dall'altro fa d'uopo muoversi per confronti di
relazioni simili dei tempi in cui vissero, avvisò quindi il
Chiarissimo Accademico di esporre alla emnte degli uditori il secolo
d'Augusto e quello che sorto per Leone X ebbe splendore continuo dopo
la morte ancora di lui. E qui ne apparve non meno squisita la
dottrina che fino il criterio dell'Oratore, il quale con evidenti
confronti seppe ravvicinarli. Pari egli mostrò la necessità delle
sorti politiche, e pari i pregj dell'eleganza, della civiltà, della
magnificenza nelle Arti e della floridezza delle Lettere giunte in
ambedue le età all'apice della perfezione. Veramente Aurei Secoli
furono dette quelli per la nostra Italia, nei quali posato il valore
della guerra e il fremito delle armi, non le mancò la gloria che
viene dagl'Ingegni. E tra gli altri apparvero mirabili Virgilio e
Torquato. L'uno traendo dalle grazie Catulliane l'indole dei tempi,
ma facendosi a modello precipuo quel sommo e antico Padre d'ogni
letteratura, Omero, divenne egli stesso Scrittore originale e
Maestro. L'altro scaldandosi per l'epica magniloquenza il poema del
Poliziano per le Giostre di Giuliano de' Medici, seppe egli pure
alzarsi a Maestro nell'Epopea.
L'Eneide
e la Gerusalemme, conchiudeva dopo ciò il chiarissimo Accademico,
venute all'Italia per simili contingenze, sono i più nobili,
regolari e perfetti poemi che nelle universali Lettere esistano; gli
disse Magisteri al mondo intero, poemi della civiltà antica e
moderna. Parlò infine delle fortune dei sue Autori, l'una lieta,
tristissima l'altra come ognun sa; a riparare la quale pur sarebbe
bastato a quell'anima generosa una fronda d'alloro colta in
Campidoglio.
Compiutasi
dall'Accademico Professor Bagnoli la sua prosa in mezzo agli applausi
generali dell'Udienza, toccò al Segretario Professor Valeriani la
volta del leggere. [...]
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