a
cura di Francesco Fiumalbi
Il
14 marzo 1716 veniva fondata la Compagnia della Misericordia, sotto il titolo di San Filippo Benizi, nella Cattedrale di San Miniato. In questo post proponiamo una breve storia dell'istituzione sanminiatese, oggi raccolta anche nell'ampio volume celebrativo Società di Misericordia di San Miniato [clicca qui per il video della presentazione]. Il testo proposto in questa pagina fu
redatto da Umberto Patella ed è contenuto nel volume dal titolo Le
Confraternite di Misericordia in Toscana. Cenni storici circa la loro
origine ed il loro sviluppo,
pubblicato a Siena nel 1926. Alcune pagine che, più o meno,
ripercorrono i primi due secoli dell'Arciconfraternita.
Un'altra
raccolta sintetica di informazioni a proposito della Misericordia
sanminiatese è contenuta in G. Piombanti, Guida
della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche
e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 101-103.
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AL TESTO ↗
Alcune
notizie riguardanti episodi e curiosità dell'Arciconfraternita, nel
periodo a cavallo fra gli anni '20 e gli anni '30 del '900, si
trovano anche qui su Smartarc: GALANTUOMINI
– PALAZZO ROFFIA SEDE DELLA MISERICORDIA DI SAN MINIATO
e LA
VERGINE RAPITA
di Giuseppe Chelli, oltre a IL
RE A SAN MINIATO
di Francesco Fiumalbi.
collocato
sopra la porta di accesso in via Augusto Conti
Foto
di Francesco Fiumalbi
Estratto
da U. Patella, Le
Confraternite di Misericordia in Toscana. Cenni storici circa la loro
origine ed il loro sviluppo,
Società Anonima Arti Grafiche S. Bernardino, Siena, 1926, pp.
257-261:
[257]
R.
Venerabile Arciconfraternita di Misericordia
di
S. MINIATO
Il
Pio Sodalizio è sorto dalla fusione della «Compagnia
dei Sette Dolori» con quella di «S. Filippo Benizi» detta della
Misericordia. Già in S. Miniato erano esercitate le opere di carità
dall'antichissima Compagnia di S. Pier Martire – fondata nella
prima metà del 1300 – da Messer Riccio Roffia, per l'assistenza
dei condannati a morte e dei signori poveri.
La
«Compagnia dei Sette Dolori» era stata istituita per lo zelo del
Sacerdote Paolo di Francesco Matteucci nel 1683 nella Cattedrale,
all'altare della Cappella dell'Addolorata, ove esiste [258]
tuttora
una pregevolissima tavola, raffigurante Gesù deposto dalla Croce
sulle ginocchia dell'Addolorata Madre, pittura attribuita a Francesco
di Agnolo Lanfranchi detto Spillo. Monsignor Michele Carlo
Visdomini-Cortigiani – Vescovo di S. Miniato – approvava l'anno
successivo i Capitoli o Costituzioni di detta Compagnia, composta
tanto di uomini che di donne, con un Priore per i primi ed un Priora
per le seconde, curando in più l'aggregazione della medesima
all'Ordine dei Servi di Maria il che avvenne con Breve del Generale
di quell'Ordine, P. Giulio Arrighetti, datato dal Convento della SS.
Annunziata in Firenze il 24 Luglio 1688. La N. D. Ortensia di Gio.
Batta. Goti, madre del Vescovo Cortigiani, donava alla Compagnia una
bellissima statua dell'Addolorata da portarsi in Processione nella 3a
Domenica di Settembre, la quale il 15 Settembre 1714 fu solennemente
incoronata da Monsignor Poggi e tuttora viene festeggiata.
L'altra
«Compagnia di S. Filippo Benizi», il Santo fiorentino, propagatore
dell'Ordine dei Serviti, fu fondata nella Cattedrale, con Decreto del
Vescovo Poggi, ex generale dei Servi di Maria, il 14 Marzo 1716.
L'erezione avvenne nella Cappella, dedicata al Santo, la quale
insieme alle sacre reliquie, ai ricchi paramenti e ad una dotazione
di 200 scudi toscani, la donò alla detta Compagnia facendole
obbligo, a norma di Statuto, di trasportare gli infermi all'Ospedale
ed i defunti alla sepoltura assegnandole il nome di «Compagnia della
Misericordia».
L'opera
del Vescovo Poggi, andò più oltre; animato da spirito evangelica
carità verso i poveri infermi, si adoperò, con instancabile
premura, affinché si costituisse in S. Miniato una vera e propria
Venerabile Arciconfraternita di Misericordia la quale «l'opera sua
potesse prestare, con trasferire i poveri infermi dalle loro dimore
al pio stabilimento, affinché potessero ritrovarvi la salute del
corpo e conforto dei sollievi che la religiorne di Cristo offre nelle
calamità». Volle altresì che l'attività del Sodalizio non si
limitasse soltanto alla pietosa assistenza per gli infermi, ma a
tutte le opere di carità che quei fratelli «stabilirono di
osservare inviolabilmente per loro ed in nome dei successori».
Costituitasi
così la nuova Confraternita, venne aggregata nella Chiesa Cattedrale
prendendo a Patrono S. Filippo Benizi; ne furono approvati i capitoli
che la dovevano disciplinare: e dallo stesso Vescovo fu aggregata
alla Venerabile Arciconfraternita di [259]
S.
Giovanni Decollato in Roma affinché gli ascritti potessero godere
delle tante indulgenze concesse dai Sommi Pontefici; nell'Archivio è
conservato il diploma di tale aggregazione. Negli anni 1750 e 1774
furono di nuovo ampliati e riformati i Capitoli per cura di Monsignor
Domenico Poltri, confermati poi nel 1781 da Monsignor Brunone Fazzi
Vescovo di S. Miniato.
In
forza del mot-proprio leopoldino del 21 Marzo 1785, venne soppressa,
ma, può dirsi, ai soli effetti civili, perché, sebbene
trasformatasi in Compagnia di Carità, seguitò a mantenere quasi la
stessa vita, benché privata di tutti i suoi vistosi beni immobili.
Da
Ferdinando III, con Rescritto della Segreteria del R. Diritto del 18
settembre 1791, venne ripristinata ed in parte reintegrata nei suoi
averi assumendo la denominazione di «Compagnia della Misericordia»,
sotto il titolo di S. Filippo Benizi e Maria Vergine dei Sette
Dolori.
Nell'anno
1833 il Vicario Capitolare della Diocesi di S. Miniato – Monsignor
Torello Pierazzi, postosi a capo di una Deputazione, composta dei
Signori Can. Giuseppe Piccardi, nob. Baldassare Ansaldi – in quel
tempo Gonfaloniere – Damiano Morali, Vincenzo Migliorati e Nicola
Vensi, la rinnovò quasi completamente, - mantenendole la protezione
di S. Filippo Benizi – e con Decreto del 20 Dicembre 1833, da lui
stesso emantao, ne furono approvati i nuovi Capitoli elevandola al
titolo di Arciconfraternita.
Il
Sodalizio dalla Cattedrale, alla quale era stato in sul primo
aggregato, si era trasferito, fino dal 23 maggio 1818, nella Chiesa
di S. Trinità, annessa al soppresso Convento delle Monache
Agostiniane, e che ebbe in donazione da Monsignor Pietro Fazzi il
quale, a sua volta, ne era venuto in possesso per concessione avuta
dalla Commissione – Causa Pia Regolare – per la ripristinazione
degli ordini monastici.
Tale
la storia di questa Istituzione nella sua origine e trasformazione
[Nota
1: Veggasi
monografia stampata in Firenze a forma di tavola sinottica nel 1858 a
cura di Rutilio Righi editore].
Mirabile
fu l'opera compiuta dai fratelli della Misericordia durante
l'epidemia colerica che funestò anche S. Miniato nel 1855 [260]
giungendo
al punto di istituire in uno dei chiostri del Convento di S.
Francesco, un lazzaretto spendendovi tutto il proprio patrimonio ed
incontrando anche dei debiti. In riconoscenza di un'opera così
valida ed altamente meritoria e dei tanti servizi prestati, il Comune
le donò una grande medaglia d'argento per pubblica benemerenza.
Lo
Statuto attuale ha ottenuta l'ultima approvazione con R. Decreto del
7 Novembre 1912.
Ha
la propria sede nell'antico e storico palazzo Roffia acquistato per
L. 79 mila, ove sono magnifiche sale affrescate, una bellissima sala
di medicazione, un apposito locale per ritrovo dei fratelli con
buffet, sala di lettura ed un teatro in muratura.
Officia
nella Chiesa della SS. Trinità, ora di sua proprietà; ga l'jus
patronati sulle Cappelle di S. Filippo Benizi e dell'Addolorata nella
Cattedrale e sull'Oratorio romanico – ogivale di S. Martino [sic!
Santa Maria, n.d.r.]
a Fortino.
Il
numero attuale dei fratelli è di 488, delle sorelle 252: non deve
destare sfavorevole impressione il numero esiguo degli ascritti,
giacché nel Comune stesso esistono ben sei Confraternite e cioè S.
Miniato Basso – Ponte a Egola – Scala – Montebicchieri –
Isola e Balconevisi le quali, ad eccezione di una, furono tutte
istituite da questo Sodalizio – come squadre succursali di pronto
soccorso – che poi si sono rese autonome.
Il
patrimonio consistente in titoli di rendita, censi e livelli risulta
dall'ultimo consuntivo del 1923 in L. 27,426.40: tale cifra p a
seconda della valutazione data ai vari cespiti ante bellum ed in essa
non è compreso il valore della Chiesa, Coro e Sagrestia della SS.
Trinità con le stanze annesse, il nuovo palazzo già Roffia – L.
79,000 – ed un pregevolissimo quadro del Ghirlandaio periziato
oltre 90/mila lire.
Le
sue opere di carità, alle quali provvede colla rendita del
patrimonio e colle quote sociali, consistono, nel trasporto gratuito
dei fratelli defunti al Cimitero e dei poveri delle Parrocchie di
Città e dell'Ospedale e a quelle degli estranei improntando servizi
a pagamento di 1a, 2a e 3a classe; provvede all'assistenza, facendo
nottate ai fratelli ed agli infermi poveri, servizio di malati e di
feriti per l'Ospedale, concedendo mute di letto, sussidi ai bisognosi
e cartelle dotali. – Legato Piccardi – ; attende infine il
servizio di pronto soccorso e di medicazione nell'ambulatorio, [261]
gratuitamente
per i poveri muniti di tessera del Comune, per gli altri dietro
tariffa a seconda dell'entità della medicatura.
Questa
Arciconfraternita, posta sotto l'Alto Patronato delle LL. Maestà il
Re e la Regina d'Italia, sorretta dalla munificenza del Comune,
costituita ed arricchita fin dal suo inizio dall'Autorità
Ecclesiastica ed oggi accolta con benevolenza dalla cittadinanza, si
presenta come la prima istituzione di beneficenza cittadina, il cui
avvenire sempre migliore è affidato all'attività del suo Presidente
Conte F. Ubaldini e del solerte e dotto Can. Cav. Don Francesco
Galli.
Foto di Francesco Fiumalbi
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