di
Francesco Fiumalbi
Sabato 27 dicembre, a margine della
commemorazione nel 70° anno dal passaggio del fronte, “San Miniato
1944-2014”, il Sindaco Vittorio Gabbanini ha dato un annuncio
importante: il prossimo 25 aprile saranno tolte dalla facciata del
Municipio “le due lapidi della discordia”. Lo stesso Gabbanini,
aveva già anticipato l'intento nelle scorse settimane, dichiarando
di voler destinare i due marmi al costituendo Museo della Memoria,
che troverà spazio sotto i Loggiati di San Domenico. Adesso, si può
parlare di ufficialità, dal momento che c'è pure una data: il 25
aprile 2015.
Una decisione “storica”, quella
annunciata dal Sindaco. Storica perché, prima di tutto, si confronta
con la storia, quella storia consumata fra mille lacerazioni, quella
storia che sente, finalmente, la necessità di dover essere condivisa
da tutta la comunità sanminiatese. Storica perché non era mai
accaduto, a San Miniato, che un sindaco prendesse così le distanze
da una decisione di un suo immediato predecessore. Infatti, il
Sindaco Angelo Frosini (in carica per due mandati dal 1999 al 2004 e
poi dal 2004 al 2009) nel 2008, al termine di una inchiesta che aveva
accertato la responsabilità dell'esercito statunitense, aveva
affiancato alla prima epigrafe, ormai giudicata menzognera, un
secondo marmo che, invece, non raccontava la verità. O meglio, non
la raccontava fino in fondo. E ciò aveva provocato ulteriori
lacerazioni, rinfocolando quelle passate.
Il momento dell'annuncio del Sindaco Gabbanini
Video di Francesco Fiumalbi
Il prossimo 25 aprile, a San
Miniato, dunque sarà veramente una festa di Liberazione, in più di
un senso: la liberazione dal Nazi-Fascismo e la liberazione dalla
menzogna e dalle mezze verità. A 70 anni da quei tragici giorni del
luglio 1944, questa pare davvero essere la decisione più saggia,
quella che può consentire ad una comunità di guardare alla storia
per quella che veramente è stata, anche se dolorosa, drammatica,
anche se non è quella che ci hanno raccontato, anche se non è
quella che avremmo voluto che fosse. Posizionare una terza lapide
avrebbe significato scendere nel ridicolo, aggiungere una terza
macchia bianca sulla colorita facciata del Municipio. Ben venga,
quindi, la coraggiosa decisione che ormai era reclamata da più
parti. I marmi, come pare giusto, non saranno distrutti, ma
troveranno posto nel costituendo Museo della Memoria.
Foto di Francesco Fiumalbi
Foto di Francesco Fiumalbi
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