Estratto
da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con
notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 68-69.
[068]
TEATRI
In
una sala del palazzo del proposto, che poi fu del vescovo, dove eran
dipinte le armi di alquanti nobili sanminiatesi, che avevan formato
una società di dilettanti, si rappresentavano, nel secolo XVI, delle
piacevoli commedie, cui interveniva anche il clero; e questo fu il
primo teatro di S. Miniato. Nel 1609 il vescovo di Lucca ne mandò
proibizione ai canonici. Allora i [069]
dilettanti, d'accordo col comune, ridussero a teatro uno stanzone
terreno del palazzo medesimo, il quale sulla piazza del seminario
aveva l'ingresso, accanto alla scala, che al Duomo conduce. Solevano
assistere anche il vescovo e il vicario del granduca, perchè in quel
tempo non era il teatro, come oggi, quasi sempre scuola d'immoralità.
Anzi, nel 1642, sorta questione, chi dei due dovesse avere alla
rappresentazione la destra, rispose il granduca: l'abbia il vescovo.
In ultimo ne venne eretto appositamente uno, dove il presente si
trova, assai modesto, e appartenne ai Bonfanti. Sul vecchio teatro
cadente, a spese di privati e poi del municipio, l'architetto Pietro
Bernardini, nel 1869, inalzava quello che ora si vede. Esso non è
grande, ma pulito e gentile: ha quattro ordini di palchetti, che sono
in tutto una sessantina. Sonovi unite belle sale, di lettura, di
biliardo, di altri giuochi, da ballo. Divenutone solo padrone, il
municipio vendè ai privati i palchetti dei primi tre ordini, e
quelli del quarto ritenne. Erano qui le Stanze Civiche e altrove le
Operaie; esse si riunirono e formarono il circolo ricreativo
sanminiatese, al quale il comune, coll'obbligo di aprirlo almeno una
volta l'anno, concesse il teatro. I soci del Circolo hanno l'uso del
teatro stesso e delle unite sale coll'onere della manutenzione della
mobilia. Fu aperto al pubblico la prima volta l'11 novembre 1860
coll'opera Il Trovatore.
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