Estratto
da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con
notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 123-125.
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SANTA
CATERINA
L'epoca
della fondazione della chiesa di S. Caterina vergine e martire non è
nota, ma sembra assai antica. Gli eremitani di S. Agostino della
congregazione di Lecceto, presso Siena, ebbero dapprima un piccolo
convento a Gello di Corniano, che dopo il mille, abbandonarono, per
venire alla parrocchia di S. Martino a Castiglione, a S. Miniato più
vicino. Dalle scorrerie militare anche qui molestati, a S. Caterina,
nel secolo XIII si rifugiarono, dove fabbricarono il convento,
ingrandirono la chiesa, e trasportarono la parrocchia, sempre
ritenendo il possesso dei conventi di Gello e di Castiglione. Nel
1338 il comune assegnò loro un annuo sussidio di lire
centocinquanta. Questa chiesa parrocchiale venne ampliata e ornata,
come al [124]
presente
si vede, nel secolo XVII coll'aiuto di benefattori, e particolarmente
della nobil famiglia Migliorati, della quale anche parlano le
iscrizioni latine, che sulla sua facciata e dentro la chiesa stessa
si leggono. Il granduca Pietro Leopoldo, perché i religiosi eran
pochi, e non potevano a cagione delle limitate rendite crescer di
numero, nel 1774 li soppresse. Parte del convento e delle rendite
assegnò al vicino spedale dei trovatelli, come dicemmo, e parte ad
uso di canonica e al mantenimento del curato, sacerdote secolare.
Nove anni dopo, soppressero la parrocchia di Pancole, come pure
abbiam detto; di questa crebbe allora la popolazione e venne
dichiarata parrocchia inamovibile. Bella è la sua posizione, e la
canonica ha vedute incantevoli. La popolazione che le appartiene in
parte è dentro, e in parte fuori dalla città. Questa chiesa a S.
Caterina vergine e martire è dedicata, e al gran dottor S. Agostino,
i cui figli per meglio di cinque secoli la uffiziarono. Non è
grande, ma ben tenuta e linda, e contiene cinque altari in pietra,
più una cappella interna. Il primo a destra, entrando, è sacro a S.
Niccola da Tolentino, intorno al quale alcuni santi agostiniani son
dipinti. Il secondo è dedicato al SS. Crocifisso, e vi si vedono S.
Agostino e S. Tommaso da Villanova. Eresse l'altar maggiore la
famiglia Migliorati, nel cui quadro Simone Pignoni fiorentino colorì
lo sposalizione di S. Caterina [125]
col
bambino Gesù. Segue la cappella interna, fatta da Persio Migliorati,
a S. Michele Arcangiolo e all'Angiolo Custode dedicata, che contiene
le reliquie del martire S. Bonifazio, e venne dal fondatore destinata
a sepoltura della famiglia sua. Sull'altare che viene sta la Divina
Pastora con S. Luigi Gonzaga e S. Stanislao Kotska, e sopra l'ultimo
S. Giuseppe coll'Annunciazione nel quadro. Ai lati dell'altar
maggiore sono dipinti alcuni fatti della vita di S. Caterina, beati
Ghese e Lapo agostiniani, S. Agostino e la santa sua madre (30) [VAI
ALLE NOTE ↗].
La chiesa di Santa Caterina
Foto di Francesco Fiumalbi
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