Estratto
da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con
notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 78-80.
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PALAZZO
VESCOVILE
Questo
palazzo ebbe origine, come si crede, nel secolo XII. Vi risiedevano
in principio i capitani delle milizie del forte; poi, come affermano
concordemente il Lami e il Repetti, appartenne ai Signori dodici,
cioè ai governatori di S. Miniato, e al capitano del popolo. Era
tutto merlato e vi furono sopra inalzate tre torri: [079]
quella di mezzo era più alta, e la chiamavano dei Pallaleoni, perché
per opera o per consiglio di questa popolare e potente famiglia si
crede eretta. Al palazzo dei vicari da una parte, e al forte
dall’altra era unito, poiché la grande scala, che ora da esso lo
separa, la fecero nel 1489, quando venne riaperta la propositura, e
dato questo palazzo in abitazione al proposto e ai preti suoi. In
fatti la lettera del fiorentino magistrato, diretta al vicario Pier
Vettori in detto anno, e pubblicata anche dal prof. Rondoni, dice
«Noi abbiamo conceduto per partito nostro ai preti di costì, la
chiesa e il palazzo di sotto, che sono nella cittadella di costì,
con patto che siano obbligati a loro spese conservare detta chiesa e
palazzo di tetti e usci, e ciò che faccia loro di bisogno…
Consegnerai dunque a tua posta ai detti preti la detta chiesa e
palazzo, e sollecitagli a smurare e murare quanto ti pare da fare,
prima che tu esca di codesto uffizio». Quando poi S. Miniato a sede
vescovile fu eretta, divenne l’abitazione dei suoi vescovi, i quali
fino ad oggi hanno raggiunto il numero di diciassette. Nel 1746 mons.
Suarez le torri che minacciavan rovina fece abbattere, e tutto lo
restaurò. I vescovi Corsi e Maccarani, meglio adornandolo,
specialmente nello interno, lo ridussero com’è di presente assai
bello e comodo. Si vedono nella sala d’aspetto le armi dei vescovi
che lo abitarono, e la sua bella [080]
cappella
è dedicata all’Assunta e a S. Giovanni Battista. Per un
cavalcavia, si passa dal palazzo al forte tuttora esistente, ridotto
a pomaio e giardino.
Palazzo Vescovile
Foto di Francesco Fiumalbi
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