giovedì 25 dicembre 2014

G. PIOMBANTI – GUIDA DI SAN MINIATO – PALAZZO VESCOVILE




Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 78-80.

[078] PALAZZO VESCOVILE

Questo palazzo ebbe origine, come si crede, nel secolo XII. Vi risiedevano in principio i capitani delle milizie del forte; poi, come affermano concordemente il Lami e il Repetti, appartenne ai Signori dodici, cioè ai governatori di S. Miniato, e al capitano del popolo. Era tutto merlato e vi furono sopra inalzate tre torri: [079] quella di mezzo era più alta, e la chiamavano dei Pallaleoni, perché per opera o per consiglio di questa popolare e potente famiglia si crede eretta. Al palazzo dei vicari da una parte, e al forte dall’altra era unito, poiché la grande scala, che ora da esso lo separa, la fecero nel 1489, quando venne riaperta la propositura, e dato questo palazzo in abitazione al proposto e ai preti suoi. In fatti la lettera del fiorentino magistrato, diretta al vicario Pier Vettori in detto anno, e pubblicata anche dal prof. Rondoni, dice «Noi abbiamo conceduto per partito nostro ai preti di costì, la chiesa e il palazzo di sotto, che sono nella cittadella di costì, con patto che siano obbligati a loro spese conservare detta chiesa e palazzo di tetti e usci, e ciò che faccia loro di bisogno… Consegnerai dunque a tua posta ai detti preti la detta chiesa e palazzo, e sollecitagli a smurare e murare quanto ti pare da fare, prima che tu esca di codesto uffizio». Quando poi S. Miniato a sede vescovile fu eretta, divenne l’abitazione dei suoi vescovi, i quali fino ad oggi hanno raggiunto il numero di diciassette. Nel 1746 mons. Suarez le torri che minacciavan rovina fece abbattere, e tutto lo restaurò. I vescovi Corsi e Maccarani, meglio adornandolo, specialmente nello interno, lo ridussero com’è di presente assai bello e comodo. Si vedono nella sala d’aspetto le armi dei vescovi che lo abitarono, e la sua bella [080] cappella è dedicata all’Assunta e a S. Giovanni Battista. Per un cavalcavia, si passa dal palazzo al forte tuttora esistente, ridotto a pomaio e giardino.

Palazzo Vescovile
Foto di Francesco Fiumalbi

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